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martedì 26 gennaio 2021

Dopo il cambio di presidente, la Cina avverte gli USA

 Il Presidente cinese Xi Jinping è intervenuto all’incontro inaugurale che apriva l’edizione in versione virtuale del World Economic Forum. Il discorso del massimo esponente della Cina si è incentrato sull’esigenza di evitare una nuova guerra fredda, senza però citare in maniera esplicita il vero destinatario del messaggio: il nuovo presidente degli Stati Uniti. Per arrivare a ciò il presidente cinese ha confermato la sua difesa del multilateralismo, quello economico non certo quello dei diritti, una maggiore cooperazione globale da testare nel momento attuale della pandemia ed ha sottolineato la necessità di una maggiore importanza del ruolo dell’associazione del G20 per governare ed indirizzare il sistema globale dell’economia globale, soprattutto nella fase complicata della ripresa dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria. Il capo dello stato della Cina non si è contraddetto presentando la sua visione dirigistica sul governo del mondo, profondamente incentrato sugli aspetti economici a discapito, come è normale, dei temi legati ai diritti civili e politici. Un messaggio che Trump, al netto degli interessi contrastanti dei due paesi, avrebbe anche potuto apprezzare; tuttavia per Biden ci sono forti elementi di contrasto di cui Xi Jinping è ben consapevole: se già il precedente inquilino della Casa Bianca non gradiva l’eccessivo presenzialismo cinese sulla scena internazionale, sostenuto da un grande riarmo, Biden ha un atteggiamento differente rispetto ai diritti, che costituisce l’aspetto maggiormente contrastante per Pechino. Il presidente cinese sembra volere anticipare questo pericolo con l’avvertimento di non provare ad intimidire o minacciare il proprio paese con sanzioni o provvedimenti tesi a contrastare lo sviluppo economico della Cina, che potrebbero portare a situazioni di scontro o anche di un contrasto più strutturato, una sorta di nuova guerra fredda in grado di bloccare l’economia globale. Questa è certamente una minaccia, ma anche una situazione molto temuta in un paese dove il problema della crescita è vissuto sempre con molta apprensione. Rispetto a quattro anni fa Xi Jinping prova un approccio differente con l’appena insediato presidente degli Stati Uniti: se per Trump il messaggio iniziale era stato di collaborazione, con Biden c’è un avvertimento a non seguire la politica isolazionista ed arrogante del suo predecessore. La lettura che se ne trae è che il presidente cinese si stia muovendo su due piani: uno interno, per dimostrare al popolo cinese la sua volontà di affermazione del paese nel contesto internazionale ed uno esterno per sottolineare la crescita della Cina, che non accetta più un ruolo di subalternità nei confronti degli USA. Il ruolo che Xi Jinping si è costruito, quello di difensore dell’economia aperta, senza barriere commerciali, per gli investimenti e gli scambi tecnologici, non è più credibile, nonostante abbia provato a ribadire la correttezza di queste ragioni, in contrasto, però, con la coerenza di una nazione che ha fatto come elemento di forza della sua forza produttiva il basso costo del lavoro, peraltro senza alcuna garanzia legale e quindi fattore di scorretta concorrenza, il mancato rispetto della proprietà intellettuale e dei brevetti e la non reciprocità degli scambi, alterando il mercato degli investimenti con pratiche scorrette verso i paesi poveri. Anche l’ultima parte dell’appello del presidente cinese rappresenta una evidente contraddizione: viene richiamata la necessità, per favorire la crescita, di abbandonare i pregiudizi ideologici nel rispetto delle differenze culturali, storiche e sociali di ciascun paese, senza però citare la repressione del dissenso, pratica comune in Cina ed a Hong Kong, ed i ripetuti tentativi di cancellare le peculiarità tradizionali e religiose come avviene in Tibet e nei confronti dei cinesi musulmani. Paradossalmente le dichiarazioni di Xi Jinping possono costituire per Biden una agenda programmatica per regolarsi con la Cina, d’altra parte già in campagna  elettorale il nuovo presidente non sembrava volere prendere una posizione troppo diversa da Trump nei confronti di Pechino, se a queste dichiarazioni seguirà un comportamento opposto, come sembra ragionevole pensare, per Biden il confronto con la Cina sarà un argomento costantemente all’ordine del giorno: sul breve periodo sarà importante cambiare i toni del confronto, anche se i temi non potranno variare sarà necessario evitare pericolosi confronti, che potrebbero degenerare; occorre ricordare la centralità delle alleanze e del quadro strategico nel pacifico orientale per Washington, come fonte di possibile conflitto, tuttavia il periodo iniziale dovrà servire a costruire un dialogo senza che gli USA arretrino di fronte alla necessità della difesa dei valori democratici ed anzi, ne siano i più strenui difensori: ciò sarà il punto di partenza per le relazioni con la Cina dopo l’uscita di scena di Trump.

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After the change of president, China warns the US

 Chinese President Xi Jinping spoke at the inaugural meeting that opened the virtual version of the World Economic Forum. The speech of the leading exponent of China focused on the need to avoid a new cold war, without however explicitly mentioning the true recipient of the message: the new president of the United States. To achieve this, the Chinese president confirmed his defense of multilateralism, the economic one certainly not that of rights, greater global cooperation to be tested at the current moment of the pandemic and stressed the need for a greater importance of the role of the G20 association. to govern and direct the global system of the global economy, especially in the complicated phase of recovery from the crisis caused by the health emergency. The head of state of China did not contradict himself by presenting his dirigiste vision on world government, deeply centered on economic aspects at the expense, as is normal, of issues related to civil and political rights. A message that Trump, net of the conflicting interests of the two countries, could also have appreciated; however, for Biden there are strong contrasting elements of which Xi Jinping is well aware: if the previous tenant of the White House did not like the excessive Chinese presence on the international scene, supported by a great rearmament, Biden has a different attitude towards rights , which is the most contrasting aspect for Beijing. The Chinese president seems to want to anticipate this danger with the warning not to try to intimidate or threaten his country with sanctions or measures aimed at opposing China's economic development, which could lead to situations of confrontation or even a more structured conflict, a sort of new cold war capable of blocking the global economy. This is certainly a threat, but also a very feared situation in a country where the problem of growth is always experienced with great apprehension. Compared to four years ago, Xi Jinping tries a different approach with the newly inaugurated president of the United States: if for Trump the initial message was of collaboration, with Biden there is a warning not to follow the isolationist and arrogant policy of his predecessor. . The reading that is drawn is that the Chinese president is moving on two levels: an internal one, to demonstrate to the Chinese people his will to affirm the country in the international context and an external one to emphasize the growth of China, which no longer accepts a subordinate role towards the USA. The role that Xi Jinping has built for himself, that of defender of the open economy, without trade barriers, for investments and technological exchanges, is no longer credible, despite trying to reiterate the correctness of these reasons, in contrast, however, with the coherence of a nation that has made the low cost of labor as an element of strength of its productive force, however without any legal guarantee and therefore a factor of unfair competition, the non-respect of intellectual property and patents and the non-reciprocity of exchanges , altering the investment market with unfair practices towards poor countries. Even the last part of the appeal of the Chinese president represents an evident contradiction: in order to foster growth, the need to abandon ideological prejudices in respect of the cultural, historical and social differences of each country is recalled, without however mentioning the repression of the dissent, a common practice in China and Hong Kong, and repeated attempts to cancel traditional and religious peculiarities as happens in Tibet and towards Muslim Chinese. Paradoxically, Xi Jinping's statements may constitute a programmatic agenda for Biden to settle with China, on the other hand, already in the election campaign the new president did not seem to want to take a position too different from Trump towards Beijing, if these statements are to follow an opposite behavior, as it seems reasonable to think, for Biden the confrontation with China will be a topic constantly on the agenda: in the short term it will be important to change the tone of the confrontation, even if the themes cannot vary it will be necessary to avoid dangerous confrontations, which could degenerate; it is necessary to remember the centrality of alliances and the strategic framework in the Eastern Pacific for Washington, as a source of possible conflict, however the initial period will have to serve to build a dialogue without the US retreating from the need to defend democratic values ​​and indeed, are the strongest defenders: this will be the starting point for relations with China after Trump's departure.

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Tras el cambio de presidente, China advierte a EE. UU.

 

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El presidente chino, Xi Jinping, habló en la reunión inaugural que abrió la versión virtual del Foro Económico Mundial. El discurso del máximo exponente de China se centró en la necesidad de evitar una nueva guerra fría, sin sin embargo mencionar explícitamente al verdadero destinatario del mensaje: el nuevo presidente de Estados Unidos. Para lograrlo, el presidente chino confirmó su defensa del multilateralismo, el económico ciertamente no el de los derechos, una mayor cooperación global a poner a prueba en el momento actual de la pandemia y destacó la necesidad de una mayor importancia del papel de la asociación G20. .gobernar y dirigir el sistema global de la economía global, especialmente en la complicada fase de recuperación de la crisis provocada por la emergencia sanitaria. El jefe de Estado de China no se contradijo al presentar su visión dirigista sobre el gobierno mundial, profundamente centrada en los aspectos económicos a expensas, como es habitual, de las cuestiones relacionadas con los derechos civiles y políticos. Un mensaje que Trump, neto de los intereses en conflicto de los dos países, también podría haber apreciado; Sin embargo, para Biden hay fuertes elementos contrastantes de los que Xi Jinping es muy consciente: si al anterior inquilino de la Casa Blanca no le gustó la excesiva presencia china en el escenario internacional, apoyado por un gran rearme, Biden tiene una actitud diferente hacia los derechos. , que es el aspecto más contrastante de Beijing. El presidente chino parece querer anticiparse a este peligro con la advertencia de no intentar intimidar o amenazar a su país con sanciones o medidas destinadas a oponerse al desarrollo económico de China, lo que podría conducir a situaciones de enfrentamiento o incluso a un conflicto más estructurado, una especie de nueva guerra fría capaz de bloquear la economía global. Esta es ciertamente una amenaza, pero también una situación muy temida en un país donde el problema del crecimiento siempre se vive con gran aprensión. En comparación con hace cuatro años, Xi Jinping intenta un enfoque diferente con el recién inaugurado presidente de Estados Unidos: si para Trump el mensaje inicial fue de colaboración, con Biden hay una advertencia de no seguir la política aislacionista y arrogante de su antecesor. . La lectura que se extrae es que el presidente chino se mueve en dos niveles: uno interno, para demostrar al pueblo chino su voluntad de afirmar al país en el contexto internacional y otro externo para enfatizar el crecimiento de China, que ya no acepta un papel subordinado hacia los Estados Unidos. El papel que se ha construido Xi Jinping, el de defensor de la economía abierta, sin barreras comerciales, para las inversiones y los intercambios tecnológicos, ya no es creíble, a pesar de intentar reiterar la veracidad de estos motivos, en contraste, sin embargo, con el la coherencia de una nación que ha hecho del bajo costo de la mano de obra un elemento de fuerza de su fuerza productiva, pero sin ninguna garantía legal y por lo tanto un factor de competencia desleal, el incumplimiento de la propiedad intelectual y las patentes y la no reciprocidad de intercambios, alterando el mercado de inversiones con prácticas desleales hacia los países pobres. Incluso la última parte del llamamiento del presidente chino representa una contradicción evidente: para impulsar el crecimiento, se recuerda la necesidad de abandonar los prejuicios ideológicos respecto a las diferencias culturales, históricas y sociales de cada país, sin mencionar, sin embargo, la represión de la disidencia, una práctica común en China y Hong Kong, y los repetidos intentos de anular las peculiaridades tradicionales y religiosas como sucede en el Tíbet y hacia los chinos musulmanes. Paradójicamente, las declaraciones de Xi Jinping pueden constituir una agenda programática para que Biden llegue a un acuerdo con China, por otro lado, ya en la campaña electoral el nuevo presidente no parecía querer tomar una posición demasiado diferente a Trump hacia Beijing, si estas declaraciones son de seguir un comportamiento contrario, como parece razonable pensar, para Biden el enfrentamiento con China será un tema constante en la agenda: en el corto plazo será importante cambiar el tono del enfrentamiento, aunque los temas no puedan variar será necesario evitar enfrentamientos peligrosos, que podrían degenerar; Es necesario recordar la centralidad de las alianzas y el marco estratégico en el Pacífico Oriental para Washington, como fuente de posible conflicto, sin embargo el período inicial tendrá que servir para construir un diálogo sin que Estados Unidos se retire de la necesidad de defender los valores democráticos. Y, de hecho, son los defensores más firmes: este será el punto de partida de las relaciones con China tras la salida de Trump.

Nach dem Präsidentenwechsel warnt China die USA

 

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Der chinesische Präsident Xi Jinping sprach bei der Eröffnungssitzung, die die virtuelle Version des Weltwirtschaftsforums eröffnete. Die Rede des führenden Vertreters Chinas konzentrierte sich auf die Notwendigkeit, einen neuen Kalten Krieg zu vermeiden, ohne jedoch den wahren Empfänger der Botschaft ausdrücklich zu erwähnen: den neuen Präsidenten der Vereinigten Staaten. Um dies zu erreichen, bestätigte der chinesische Präsident seine Verteidigung des Multilateralismus, die wirtschaftliche sicherlich nicht die der Rechte, eine stärkere globale Zusammenarbeit, die zum gegenwärtigen Zeitpunkt der Pandemie getestet werden soll, und betonte die Notwendigkeit einer größeren Bedeutung der Rolle des G20-Verbandes das globale System der Weltwirtschaft zu regieren und zu lenken, insbesondere in der komplizierten Phase der Erholung von der durch den Gesundheitsnotstand verursachten Krise. Das chinesische Staatsoberhaupt widersprach sich nicht, indem es seine dirigistische Vision der Weltregierung vorstellte, die sich tief auf wirtschaftliche Aspekte konzentrierte und auf Kosten von Fragen im Zusammenhang mit bürgerlichen und politischen Rechten ging. Eine Botschaft, die Trump, abzüglich der gegensätzlichen Interessen der beiden Länder, ebenfalls hätte schätzen können; Für Biden gibt es jedoch stark kontrastierende Elemente, die Xi Jinping durchaus bewusst sind: Wenn der Vormieter des Weißen Hauses die übermäßige chinesische Präsenz auf der internationalen Bühne, unterstützt durch eine große Wiederbewaffnung, nicht mochte, hat Biden eine andere Haltung gegenüber Rechten , was für Peking der kontrastreichste Aspekt ist. Der chinesische Präsident scheint diese Gefahr mit der Warnung antizipieren zu wollen, sein Land nicht einzuschüchtern oder mit Sanktionen oder Maßnahmen zu bedrohen, die darauf abzielen, Chinas wirtschaftlicher Entwicklung entgegenzuwirken, was zu Konfrontationssituationen oder sogar zu einem strukturierteren Konflikt führen könnte neuer kalter Krieg, der die Weltwirtschaft blockieren kann. Dies ist sicherlich eine Bedrohung, aber auch eine sehr gefürchtete Situation in einem Land, in dem das Wachstumsproblem immer mit großer Besorgnis erlebt wird. Im Vergleich zu vor vier Jahren versucht Xi Jinping mit dem neu eingeweihten Präsidenten der Vereinigten Staaten einen anderen Ansatz: Wenn für Trump die ursprüngliche Botschaft die Zusammenarbeit war, gibt es eine Warnung, mit Biden nicht der isolationistischen und arroganten Politik seines Vorgängers zu folgen. . Die Lesung lautet, dass sich der chinesische Präsident auf zwei Ebenen bewegt: einer internen, um dem chinesischen Volk seinen Willen zu demonstrieren, das Land im internationalen Kontext zu bekräftigen, und einer externen, um das Wachstum Chinas zu betonen, das nicht mehr besteht akzeptiert eine untergeordnete Rolle gegenüber den USA. Die Rolle, die Xi Jinping für sich selbst gespielt hat, die des Verteidigers der offenen Wirtschaft ohne Handelshemmnisse, für Investitionen und technologischen Austausch, ist nicht mehr glaubwürdig, obwohl er versucht, die Richtigkeit dieser Gründe zu bekräftigen, im Gegensatz zu der Kohärenz einer Nation, die die niedrigen Arbeitskosten zu einem Element der Stärke ihrer Produktivkraft gemacht hat, jedoch ohne rechtliche Garantie und daher als Faktor des unlauteren Wettbewerbs, der Nichteinhaltung von geistigem Eigentum und Patenten und der Nicht-Gegenseitigkeit von Austausch, Veränderung des Investmentmarktes durch unfaire Praktiken gegenüber armen Ländern. Selbst der letzte Teil der Berufung des chinesischen Präsidenten stellt einen offensichtlichen Widerspruch dar: Um das Wachstum zu fördern, wird an die Notwendigkeit erinnert, ideologische Vorurteile in Bezug auf die kulturellen, historischen und sozialen Unterschiede jedes Landes aufzugeben, ohne jedoch die Unterdrückung von zu erwähnen der Dissens, eine in China und Hongkong übliche Praxis, und wiederholte Versuche, traditionelle und religiöse Besonderheiten aufzuheben, wie sie in Tibet und gegenüber muslimischen Chinesen vorkommen. Paradoxerweise könnten die Aussagen von Xi Jinping eine programmatische Agenda für Biden darstellen, um sich mit China abzufinden. Andererseits schien der neue Präsident bereits im Wahlkampf keine zu andere Position als Trump gegenüber Peking einnehmen zu wollen, wenn diese Aussagen zutreffen Ein entgegengesetztes Verhalten zu verfolgen, wie es vernünftig erscheint, wird für Biden die Konfrontation mit China ein Thema sein, das ständig auf der Tagesordnung steht: Kurzfristig wird es wichtig sein, den Ton der Konfrontation zu ändern, auch wenn die Themen nicht variieren können Es wird notwendig sein, gefährliche Konfrontationen zu vermeiden, die degenerieren könnten. Es ist notwendig, sich an die Zentralität der Allianzen und den strategischen Rahmen im Ostpazifik für Washington als Quelle möglicher Konflikte zu erinnern. Die erste Phase muss jedoch dazu dienen, einen Dialog aufzubauen, ohne dass sich die USA von der Notwendigkeit zurückziehen, demokratische Werte zu verteidigen Und in der Tat sind die stärksten Verteidiger: Dies wird der Ausgangspunkt für die Beziehungen zu China nach Trumps Abgang sein.

Après le changement de président, la Chine met en garde les États-Unis

 Le président chinois Xi Jinping a pris la parole lors de la réunion inaugurale qui a ouvert la version virtuelle du Forum économique mondial. Le discours du principal représentant de la Chine s'est concentré sur la nécessité d'éviter une nouvelle guerre froide, sans toutefois mentionner explicitement le véritable destinataire du message: le nouveau président des États-Unis. Pour y parvenir, le président chinois a confirmé sa défense du multilatéralisme, économique certainement pas celui des droits, une plus grande coopération mondiale à tester au moment actuel de la pandémie et a souligné la nécessité d'une plus grande importance du rôle de l'association du G20. .pour gouverner et diriger le système mondial de l'économie mondiale, en particulier dans la phase compliquée de la reprise après la crise provoquée par l'urgence sanitaire. Le chef de l'Etat chinois ne s'est pas contredit en présentant sa vision dirigiste du gouvernement mondial, profondément centrée sur les aspects économiques au détriment, comme d'habitude, des questions liées aux droits civils et politiques. Un message que Trump, net des intérêts contradictoires des deux pays, aurait également pu apprécier; cependant, pour Biden, il y a des éléments contrastés forts dont Xi Jinping est bien conscient: si l'ancien locataire de la Maison Blanche n'a pas aimé la présence chinoise excessive sur la scène internationale, soutenue par un grand réarmement, Biden a une attitude différente à l'égard des droits. , qui est l'aspect le plus contrasté pour Pékin. Le président chinois semble vouloir anticiper ce danger avec l'avertissement de ne pas tenter d'intimider ou de menacer son pays avec des sanctions ou des mesures visant à s'opposer au développement économique de la Chine, ce qui pourrait conduire à des situations de confrontation voire à un conflit plus structuré, une sorte de nouvelle guerre froide capable de bloquer l’économie mondiale. C'est certes une menace, mais aussi une situation très redoutée dans un pays où le problème de la croissance est toujours vécu avec une grande appréhension. Par rapport à il y a quatre ans, Xi Jinping tente une approche différente avec le nouveau président des États-Unis: si pour Trump le message initial était de collaboration, avec Biden il y a un avertissement pour ne pas suivre la politique isolationniste et arrogante de son prédécesseur. . La lecture qui en est tirée est que le président chinois évolue à deux niveaux: un interne, pour démontrer au peuple chinois sa volonté d'affirmer le pays dans le contexte international et un externe pour mettre l'accent sur la croissance de la Chine, qui ne accepte un rôle subalterne vis-à-vis des USA. Le rôle que Xi Jinping s'est construit pour lui-même, celui de défenseur de l'économie ouverte, sans barrières commerciales, pour les investissements et les échanges technologiques, n'est plus crédible, bien qu'il ait tenté de réitérer la justesse de ces raisons, contrairement cependant à la cohérence d'une nation qui a fait du faible coût du travail un élément de force de sa force productive, mais sans aucune garantie légale et donc un facteur de concurrence déloyale, le non-respect de la propriété intellectuelle et des brevets et la non-réciprocité des échanges, modifiant le marché des investissements avec des pratiques déloyales envers les pays pauvres. Même la dernière partie de l'appel du président chinois représente une contradiction évidente: pour favoriser la croissance, la nécessité d'abandonner les préjugés idéologiques sur les différences culturelles, historiques et sociales de chaque pays est rappelée, sans pour autant évoquer la répression des la dissidence, une pratique courante en Chine et à Hong Kong, et les tentatives répétées pour annuler les particularités traditionnelles et religieuses comme cela se produit au Tibet et envers les musulmans chinois. Paradoxalement, les déclarations de Xi Jinping peuvent constituer un agenda programmatique pour Biden à régler avec la Chine, par contre, déjà en campagne électorale, le nouveau président ne semblait pas vouloir prendre une position trop différente de Trump envers Pékin, si ces déclarations sont suivre un comportement opposé, comme il semble raisonnable de le penser, pour Biden la confrontation avec la Chine sera un sujet constamment à l'ordre du jour: à court terme il sera important de changer le ton de la confrontation, même si les thèmes ne peuvent varier il faudra éviter les affrontements dangereux, qui pourraient dégénérer; il est nécessaire de se souvenir de la centralité des alliances et du cadre stratégique dans le Pacifique Est pour Washington, comme source de conflit possible, mais la période initiale devra servir à construire un dialogue sans que les États-Unis se retirent de la nécessité de défendre les valeurs démocratiques Et en effet, sont les plus forts défenseurs: ce sera le point de départ des relations avec la Chine après le départ de Trump.

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Após a mudança de presidente, China avisa os EUA

 

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O presidente chinês, Xi Jinping, falou na reunião inaugural que abriu a versão virtual do Fórum Econômico Mundial. O discurso do principal expoente da China centrou-se na necessidade de evitar uma nova guerra fria, sem contudo citar explicitamente o verdadeiro destinatário da mensagem: o novo presidente dos Estados Unidos. Para tanto, o presidente chinês confirmou sua defesa do multilateralismo, o econômico certamente não de direitos, de maior cooperação global a ser testada no atual momento de pandemia e destacou a necessidade de maior importância do papel da associação do G20 Para governar e dirigir o sistema global da economia global, especialmente na complicada fase de recuperação da crise causada pela emergência de saúde. O chefe de Estado da China não se contradisse ao apresentar sua visão dirigista sobre o governo mundial, profundamente centrado nos aspectos econômicos em detrimento, como é normal, das questões relacionadas aos direitos civis e políticos. Uma mensagem que Trump, sem os interesses conflitantes dos dois países, também poderia ter apreciado; no entanto, para Biden existem fortes elementos contrastantes dos quais Xi Jinping bem conhece: se o antigo inquilino da Casa Branca não gostou da excessiva presença chinesa no cenário internacional, apoiado por um grande rearmamento, Biden tem uma atitude diferente em relação aos direitos , que é o aspecto mais contrastante para Pequim. O presidente chinês parece querer se antecipar a esse perigo com o aviso para não tentar intimidar ou ameaçar seu país com sanções ou medidas destinadas a se opor ao desenvolvimento econômico da China, o que poderia levar a situações de confronto ou mesmo a um conflito mais estruturado, uma espécie de nova guerra fria capaz de bloquear a economia global. Esta é certamente uma ameaça, mas também uma situação muito temida num país onde o problema do crescimento é sempre vivido com grande apreensão. Comparado a quatro anos atrás, Xi Jinping tenta uma abordagem diferente com o recém-empossado presidente dos Estados Unidos: se para Trump a mensagem inicial era de colaboração, com Biden há um alerta para não seguir a política isolacionista e arrogante de seu antecessor. . A leitura que se faz é que o presidente chinês está se movendo em dois níveis: um interno, para demonstrar ao povo chinês sua vontade de afirmar o país no contexto internacional e um externo para enfatizar o crescimento da China, que não mais aceita um papel subordinado aos EUA. O papel que Xi Jinping construiu para si mesmo, o de defensor da economia aberta, sem barreiras comerciais, para investimentos e trocas tecnológicas, não é mais crível, apesar de tentar reiterar a justeza desses motivos, ao contrário, porém, do coerência de uma nação que tem feito o baixo custo do trabalho como elemento de fortalecimento de sua força produtiva, porém sem qualquer garantia legal e, portanto, fator de concorrência desleal, de desrespeito à propriedade intelectual e de patentes e de não reciprocidade de trocas, alterando o mercado de investimento com práticas desleais para com os países pobres. Mesmo a última parte do apelo do presidente chinês representa uma contradição evidente: para favorecer o crescimento, é lembrada a necessidade de abandonar os preconceitos ideológicos em relação às diferenças culturais, históricas e sociais de cada país, sem, no entanto, mencionar a repressão de a dissidência, prática comum na China e em Hong Kong, e as repetidas tentativas de cancelar peculiaridades tradicionais e religiosas como acontece no Tibete e em relação aos chineses muçulmanos. Paradoxalmente, as declarações de Xi Jinping podem constituir uma agenda programática para Biden acertar com a China, por outro lado, já na campanha eleitoral o novo presidente não parecia querer tomar posição muito diferente de Trump em relação a Pequim, se essas declarações forem a seguir um comportamento oposto, como parece razoável pensar, para Biden o confronto com a China será um tema constantemente em pauta: no curto prazo será importante mudar o tom do confronto, mesmo que os temas não possam variar será necessário evitar confrontos perigosos, que podem degenerar; é preciso lembrar a centralidade das alianças e do arcabouço estratégico no Pacífico Oriental para Washington, como fonte de possível conflito, porém o período inicial deverá servir para construir um diálogo sem que os EUA se retirem da necessidade de defender os valores democráticos E, de fato, são os defensores mais fortes: este será o ponto de partida para as relações com a China após a saída de Trump.

После смены президента Китай предупреждает США

 

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Председатель КНР Си Цзиньпин выступил на инаугурационном заседании, открывшем виртуальную версию Всемирного экономического форума. Речь ведущего представителя Китая была сосредоточена на необходимости избежать новой холодной войны, но при этом явно не упомянул истинного получателя послания: нового президента Соединенных Штатов. Для достижения этой цели китайский президент подтвердил свою защиту многосторонности, экономической, безусловно, не права прав, более широкого глобального сотрудничества, которое должно быть проверено в текущий момент пандемии, и подчеркнул необходимость повышения роли ассоциации G20. y управлять и направлять глобальную систему мировой экономики, особенно в сложной фазе выхода из кризиса, вызванного чрезвычайной ситуацией в области здравоохранения. Глава государства Китая не противоречил себе, представив свое дирижистское видение мирового правительства, глубоко сосредоточенное на экономических аспектах в ущерб, как это обычно бывает, вопросам, связанным с гражданскими и политическими правами. Сообщение, которое Трамп, за вычетом конфликтующих интересов двух стран, тоже мог бы оценить; однако для Байдена есть сильные противоположные элементы, о которых Си Цзиньпин хорошо знает: если предыдущему арендатору Белого дома не нравилось чрезмерное китайское присутствие на международной арене, подкрепленное большим перевооружением, то Байден иначе относится к правам человека. , что является наиболее контрастным аспектом для Пекина. Похоже, что китайский президент хочет предвидеть эту опасность, предупредив его не пытаться запугать или угрожать его стране санкциями или мерами, направленными против экономического развития Китая, что может привести к ситуациям конфронтации или даже к более структурированному конфликту, своего рода новая холодная война, способная заблокировать мировую экономику. Это, безусловно, угроза, но также очень опасная ситуация в стране, где к проблеме роста всегда относятся с большим опасением. По сравнению с тем, что было четыре года назад, Си Цзиньпин пробует другой подход к недавно вступившему в должность президенту Соединенных Штатов: если для Трампа первоначальным посланием было сотрудничество, то с Байденом есть предупреждение не следовать изоляционистской и высокомерной политике его предшественника. . Считается, что китайский президент движется на двух уровнях: внутренний, чтобы продемонстрировать китайскому народу его волю к утверждению страны в международном контексте, и внешний, чтобы подчеркнуть рост Китая, который больше не принимает подчиненную роль по отношению к США. Роль, которую Си Цзиньпин построил для себя как защитника открытой экономики без торговых барьеров, для инвестиций и технологических обменов, больше не вызывает доверия, несмотря на попытки подтвердить правильность этих причин, в отличие, однако, от согласованность нации, которая сделала низкую стоимость рабочей силы элементом силы своей производительной силы, однако без каких-либо юридических гарантий и, следовательно, фактором недобросовестной конкуренции, неуважения интеллектуальной собственности и патентов и невзаимности биржи, изменяющие инвестиционный рынок несправедливой практикой по отношению к бедным странам. Даже последняя часть обращения китайского президента представляет собой очевидное противоречие: в целях стимулирования роста упоминается необходимость отказа от идеологических предрассудков в отношении культурных, исторических и социальных различий каждой страны, но без упоминания подавления инакомыслие, обычная практика в Китае и Гонконге, и неоднократные попытки отменить традиционные и религиозные особенности, как это происходит в Тибете и в отношении китайцев-мусульман. Как это ни парадоксально, заявления Си Цзиньпина могут составлять программную повестку дня для Байдена по урегулированию отношений с Китаем, с другой стороны, уже в предвыборной кампании новый президент, похоже, не хотел занимать позицию, слишком отличную от Трампа по отношению к Пекину, если эти заявления следовать противоположному поведению, как кажется разумным думать, для Байдена противостояние с Китаем будет постоянно в повестке дня: в краткосрочной перспективе будет важно изменить тон противостояния, даже если темы не могут меняться необходимо будет избегать опасных столкновений, которые могут перерасти; необходимо помнить о центральной роли союзов и стратегических рамок в восточной части Тихого океана для Вашингтона как источника возможного конфликта, однако начальный период должен послужить для построения диалога без отказа США от необходимости защищать демократические ценности И действительно, являются сильнейшими защитниками: это станет отправной точкой для отношений с Китаем после ухода Трампа.