تواصل الإدارة الأمريكية الجديدة برنامج الانقطاع الخاص بها فيما يتعلق بسياسة سابقتها ، بهدف إعادة الولايات المتحدة إلى الديالكتيك العالمي للعلاقات الدولية ، مع دور مركزي. أصبح التخلي عن العزلة التي فرضها ترامب على بلاده الهدف الأول والأكثر إلحاحًا للسياسة الدبلوماسية للرئيس الجديد. هذا هو السياق الذي توضع فيه عودة واشنطن إلى لجنة حقوق الإنسان التابعة للأمم المتحدة ، التي تم التخلي عنها لاتهامها بسياسة قمعية ضد إسرائيل. في الواقع ، على الرغم من أن هذا الدافع كان أساس القرار ، كان التصور أن إدارة البيت الأبيض في ذلك الوقت ، قد انتهزت أيضًا الفرصة لعدم الدخول في صراع مع الدول التي اتصلت بها والتي مارست الانتهاك. حقوق الإنسان بطريقة صارخة أكثر من أي وقت مضى. وبحسب الرئيس الأمريكي الجديد ، فإن أهمية عمل اللجنة هو أن تكون قناة تفضيلية للتحقق من انتهاكات حقوق الإنسان أينما حدثت في العالم. وفي هذا الصدد ، صرحت وزيرة الخارجية الأمريكية أن عدم وجود قيادة أمريكية داخل اللجنة خلق فراغًا في السلطة ، الأمر الذي كان مفيدًا للدول الاستبدادية. بالنسبة للرئيس الأمريكي الجديد ، من الضروري أن تجعل الولايات المتحدة الدفاع عن الديمقراطية وحقوق الإنسان والمساواة أمرًا محوريًا في نشاطها الدولي ، وسيكون نشاط الهيئات المتعددة الأطراف ، مثل الهيئة المسؤولة في الأمم المتحدة ، أساسيًا. هذه الغاية أيضًا من أجل العمل المشترك مع الحلفاء الأمريكيين. في هذه النوايا ، هناك برنامج واضح يجب أن يعيد إطلاق التعاون الوثيق مع الحلفاء التقليديين ، وخاصة أولئك الموجودين في أوروبا ، ولكن ليس فقط ، الذين تم إهمالهم وابتعادوا عن سياسة الانعزالية وقصر النظر ، مثل سياسة ترامب. يبدو استعادة قيمة التحالف مع أوروبا أمرًا محوريًا ، لا سيما على المستوى العاطفي والمثالي ، فيما يتعلق بإعادة إطلاق مركزية موضوعات الديمقراطية واحترام الحقوق على المستوى العالمي ، فهي أولوية من السياسيين ومن وجهة نظر سياسية.برمجية ، لأنها تشكل أيضًا رابطًا من مستوى أعلى يتناقض مع القرب الذي نشأ بين القارة العجوز مع الصين ، وجزئيًا أيضًا مع روسيا ، والذي تم تحديده بدقة كرد فعل على الإزالة مطلوب من قبل ترامب. يمثل الحصول على دعم الاتحاد الأوروبي والبريطانيين في هذه القضايا نوعًا من عودة الكتلة الأطلسية لمواجهة التوسع الصيني والنشاط الروسي ، وهما أكثر حالات الطوارئ الفورية التي يجب التعامل معها. إن حداثة الاعتراف بأهمية هيئة مثل مجلس حقوق الإنسان التابع للأمم المتحدة ليست غير متوقعة ، لكنها لا تزال تمثل إشارة قوية على أن الرئيس الأمريكي الجديد أراد أن يعطيها جنبًا إلى جنب مع التصريحات الواضحة جدًا حول النقص المطلق في مشاعر الديمقراطيين. وأكد الزعيم الصيني احتجاجات على موقف موسكو الذي قمع التظاهرات ضد الرئيس بوتين وسحب الدعم العسكري للسعودية في الحرب ضد المتمردين اليمنيين. من الواضح أنه برنامج سياسي ، سيهتم بالعلاقات السياسية والعسكرية والاقتصادية ، التي يعتزم الأمريكيون القيام بها مع الدول غير الليبرالية واستراتيجياتها الدولية: نهج مختلف تمامًا عن النهج السابق ، ومع ذلك ، سيكون له للاحتفاظ ببعض الأغراض ، مثل العلاقة مع بكين. أكد بايدن أنه لا يريد أي نوع من الصراع مع الصين ، لكن استرخاء العلاقات الصعبة بالفعل التي خلفها ترامب يبدو مستحيلًا ، على وجه التحديد بسبب النهج الأساسي الذي أعطته السياسة الخارجية الأمريكية الجديدة لنفسها. إذا أصبح التمييز في احترام حقوق الإنسان أمرًا أساسيًا ، فسيكون من المستحيل إقامة علاقة هادئة مع الصين ، وبالتالي ستصبح التداعيات على المصالح الجيوسياسية ذات الصلة حتمية ، مثل حماية الطرق البحرية في المحيط الهادئ ، وحماية الدول المهددة من قبل بكين و العلاقات التجارية بين الجانبين ، كل الأسباب المحتملة التي يمكن أن تؤدي إلى حالة الحرب الباردة. في مواجهة هذا الخطر المحتمل ، سيكون من المهم تقييم استجابة الحلفاء ، وخاصة الأوروبيين ، الذين يتمتعون بثقل سياسي أكبر: فرصة للاتحاد الأوروبي ليكون الممثل الفعال لاحترام الحقوق ولعب هذا الدور مع شجاعة أكبر ، خاصة في مواجهة أخطر الانتهاكات ، اتخاذ مبادرات دبلوماسية قوية ، بما في ذلك من خلال عقوبات اقتصادية شديدة ، مع العلم أنه من الآن فصاعدًا لن ينقص الدعم الأمريكي ، حتى لو كان ذلك من أجل المصالح المشتركة.
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martedì 9 febbraio 2021
الولايات المتحدة تعود إلى مجلس حقوق الإنسان التابع للأمم المتحدة: بيان بايدن السياسي
mercoledì 3 febbraio 2021
Il problema della frontiera Irlandese come fattore di destabilizzazione
Il controverso problema della frontiera irlandese, nel quadro dell’uscita del Regno Unito dall’Unione, è stato subito al centro di preoccupazioni da entrambe le parti; la questione del ripristino della frontiera tra le i due stati sull’isola d’Irlanda riguardava e riguarda lo storico problema del conflitto tra repubblicani e monarchici e tra cattolici e protestanti: avere superato la linea di confine è stato uno dei fatti determinanti per il termine del conflitto. L’abbandono di Londra a Bruxelles avrebbe voluto come logica conseguenza il ripristino della frontiera tra Eire ed Irlanda del Nord, con tutte le conseguenze temute e scongiurate da quando è stato firmato il trattato di pace; tuttavia Bruxelles non poteva tollerare una strada preferenziale al commercio inglese, da ambo i lati, attraverso Dublino. La soluzione è stata quella di istituire dei controlli doganali in due strutture portuali nordirlandesi per non ricomprendere Belfast all’interno dell’Inghilterra, evitando anche la dicitura Gran Bretagna perché l’Irlanda del Nord è collocata al di fuori del trattato della Brexit. Una soluzione che la premier londinese precedente aveva fortemente evitato, ma che Boris Johnson non ha potuto che accettare di fronte alle richieste di Bruxelles per accelerare il negoziato. Di fatto il mare d’Irlanda è la frontiera con l’Unione Europea e su quel confine devono essere espletate le pratiche commerciali tra le due parti sovrane. Dal punto di vista pratico l’errore compiuto dall’Europa per tutelarsi contro la predita di quantitativi di vaccini, poi subito rientrato con il riconoscimento dello sbaglio da parte di Bruxelles, ha soltanto esasperato una situazione già molto critica, che ha registrato problemi all’approvvigionamento alimentare e nei confronti dei prodotti deperibili e di animali, per la lungaggine delle pratiche burocratiche. Queste difficoltà hanno determinato criticità per le catene dei supermercati alla prese con scarsi ed insufficienti rifornimenti. C’è anche stata la percezione che il premier britannico volesse sfruttare la situazione creata da queste difficoltà per superare la frontiera del mare d’Irlanda, proponendo ai ministri delle due nazioni irlandesi di concordare le pratiche doganali per velocizzarle, cosa che ha provocato la reazione europea, che si è concretizzata con la minaccia di una azione legale, che avrebbe visto Londra sicuramente sconfitta. Tutta questa situazione ha determinato un grave stato di tensione, alimentato dai movimenti politici filo-britannici, ma anche da quelli unionisti, che si è concretizzato nelle minacce ai funzionari doganali, tanto da determinare la risoluzione del ritiro, per ora temporaneo, del personale doganale di entrambe le parti. Occorre ricordare e sottolineare che la decisione della creazione della frontiera sul mare d’Irlanda è stato un provvedimento che i nordirlandesi hanno esclusivamente dovuto accettare, senza alcuna modalità democratica, subendo una gestione organizzativa, che ha avuto delle ricadute sociali e che ha modificato in peggio i loro standard di vita. Anche in sede parlamentare, a Londra, parte della stessa maggioranza conservatrice, che sostiene il premier inglese, sta chiedendo in maniera pressante la rinegoziazione della parte di accordo che riguarda la frontiera sul mare d’Irlanda o di rinunciarvi in maniera unilaterale. Per la capitale inglese, pur non trattandosi di una sorpresa, l’alto livello dello scontento non era previsto, maggiori problemi erano pronosticati dall’atteggiamento della Scozia o del Galles, che, tuttavia, sembrano solo rimandati. Il quesito della Brexit, ha polarizzato l’attenzione sull’Inghilterra e sulle sue ragioni predominanti, ma non ha tenuto conto di questioni delicate alla sua periferia, che investono, oltre alle esigenze pratiche, anche equilibri politici, che sono stati raggiunti con difficoltà e che non devono subire alterazioni per non ritornare a situazioni ad alto tasso di rischio sociale. Se Londra ha la parte più grossa della responsabilità a causa del suo agire per niente lungimirante e ripiegato da una voglia di sovranità fuori dal tempo, anche l’Europa, seppure in maniera minore, è apparsa forse troppo arroccata sulle sue posizioni e non ha cercato una modifica al negoziato capace di trovare una sintesi in grado di risolvere una situazione potenzialmente in grado di portare sconvolgimenti sull’isola irlandese. Resta la preoccupazione per il possibile disfacimento del Regno Unito, dopo Scozia e Galles, l’ipotesi di una Irlanda unita esce rafforzata dai problemi causati dalla Brexit e Londra rischia di rimanere confinata nei limiti dell’Inghilterra: un fattore preoccupante per gli equilibri occidentali.
The problem of the Irish border as a destabilizing factor
The controversial issue of the Irish border, in the context of the United Kingdom’s exit from the Union, was immediately the focus of concern on both sides; the question of restoring the border between the two states on the island of Ireland concerned and still concerns the historical problem of the conflict between republicans and monarchists and between Catholics and Protestants: having crossed the border was one of the decisive facts for the term of the conflict. The abandonment of London to Brussels would have meant as a logical consequence the restoration of the border between Eire and Northern Ireland, with all the consequences feared and averted since the peace treaty was signed; however, Brussels could not tolerate a preferential route to English trade, on both sides, through Dublin. The solution was to establish customs controls in two Northern Irish port facilities so as not to include Belfast within England, also avoiding the wording Great Britain because Northern Ireland is located outside the Brexit treaty. A solution that the previous London premier had strongly avoided, but which Boris Johnson could only accept in the face of requests from Brussels to speed up the negotiations. In fact, the Irish Sea is the border with the European Union and commercial practices between the two sovereign parties must be carried out on that border. From a practical point of view, the mistake made by Europe to protect itself against the prediction of quantities of vaccines, then immediately returned with the recognition of the mistake by Brussels, has only exacerbated an already very critical situation, which has registered problems for the food supply and towards perishable products and animals, due to the length of bureaucratic procedures. These difficulties have led to critical issues for supermarket chains struggling with scarce and insufficient supplies. There was also the perception that the British premier wanted to exploit the situation created by these difficulties to cross the border of the Irish Sea, proposing to the ministers of the two Irish nations to agree on customs procedures to speed them up, which provoked the reaction. European Union, which materialized with the threat of legal action, which would surely have seen London defeated. All this situation has led to a serious state of tension, fueled by pro-British political movements, but also by unionist ones, which has resulted in threats to customs officials, so much so as to determine the resolution of the withdrawal, for now temporary, of customs personnel of both sides. It should be remembered and emphasized that the decision to create the border on the Irish Sea was a measure that the Northern Irishmen only had to accept, without any democratic modality, undergoing an organizational management, which had social repercussions and which changed for the worse their living standards. Even in parliament, in London, part of the same conservative majority, which supports the British premier, is urgently asking for the renegotiation of the part of the agreement concerning the border on the Irish Sea or to renounce it unilaterally. For the English capital, although this was not a surprise, the high level of discontent was not expected, major problems were predicted by the attitude of Scotland or Wales, which, however, only seem postponed. The Brexit question has focused attention on England and its predominant reasons, but has not taken into account delicate issues on its periphery, which, in addition to practical needs, also affect political balances, which have been reached with difficulty and who must not undergo alterations in order not to return to situations with a high rate of social risk. If London has the bulk of the responsibility due to its actions that are not at all far-sighted and folded by a desire for timeless sovereignty, even Europe, albeit to a lesser extent, has appeared perhaps too perched on its positions and has not sought a modification to the negotiation capable of finding a synthesis capable of resolving a situation potentially capable of causing upheaval on the Irish island. Concern remains about the possible breakup of the United Kingdom, after Scotland and Wales, the hypothesis of a united Ireland is strengthened by the problems caused by Brexit and London risks remaining confined to the limits of England: a worrying factor for Western equilibrium.
El problema de la frontera irlandesa como factor desestabilizador
La controvertida cuestión de la frontera irlandesa, en el contexto de la salida del Reino Unido de la Unión, fue inmediatamente el foco de preocupación de ambas partes; La cuestión de la restauración de la frontera entre los dos estados de la isla de Irlanda en cuestión y todavía concierne al problema histórico del conflicto entre republicanos y monárquicos y entre católicos y protestantes: haber cruzado la frontera fue uno de los hechos decisivos para la vigencia del conflicto. El abandono de Londres a Bruselas habría significado como consecuencia lógica la restauración de la frontera entre Irlanda e Irlanda del Norte, con todas las consecuencias temidas y evitadas desde que se firmó el tratado de paz; sin embargo, Bruselas no podía tolerar una ruta preferencial al comercio inglés, en ambos lados, a través de Dublín. La solución fue establecer controles aduaneros en dos instalaciones portuarias de Irlanda del Norte para no incluir Belfast dentro de Inglaterra, evitando también la palabra Gran Bretaña porque Irlanda del Norte se encuentra fuera del tratado Brexit. Una solución que el anterior primer ministro de Londres había evitado enérgicamente, pero que Boris Johnson solo pudo aceptar ante las solicitudes de Bruselas para acelerar las negociaciones. De hecho, el Mar de Irlanda es la frontera con la Unión Europea y las prácticas comerciales entre las dos partes soberanas deben llevarse a cabo en esa frontera. Desde un punto de vista práctico, el error cometido por Europa de protegerse contra la predicción de cantidades de vacunas, luego regresado inmediatamente con el reconocimiento del error por parte de Bruselas, solo ha exacerbado una situación ya muy crítica, que ha registrado problemas para el suministro de alimentos y productos perecederos y animales, debido a la duración de los trámites burocráticos. Estas dificultades han generado problemas para las cadenas de supermercados que luchan con suministros escasos e insuficientes. También existía la percepción de que el primer ministro británico quería aprovechar la situación creada por estas dificultades para cruzar la frontera del Mar de Irlanda, proponiendo a los ministros de las dos naciones irlandesas acordar procedimientos aduaneros para agilizarlos, lo que provocó la reacción. Unión Europea, que se materializó con la amenaza de acciones legales, que seguramente habría visto derrotado a Londres. Toda esta situación ha provocado un grave estado de tensión, alimentado por movimientos políticos pro británicos, pero también sindicalistas, que ha derivado en amenazas a los funcionarios de aduanas, tanto como para determinar la resolución de la retirada, por ahora transitoria. , del personal de aduanas de ambos lados. Cabe recordar y enfatizar que la decisión de crear la frontera en el Mar de Irlanda fue una medida que los norirlandeses solo tuvieron que aceptar, sin ninguna modalidad democrática, sometida a una gestión organizativa, que tuvo repercusiones sociales y que cambió para peor su estándares de vida. Incluso en el parlamento, en Londres, parte de la misma mayoría conservadora, que apoya al primer ministro británico, pide con urgencia la renegociación de la parte del acuerdo relativa a la frontera con el mar de Irlanda o la renuncia unilateral. Para la capital inglesa, aunque esto no fue una sorpresa, no se esperaba el alto nivel de descontento, los grandes problemas los auguraba la actitud de Escocia o Gales, que, sin embargo, solo parecen postergadas. La cuestión del Brexit ha centrado la atención en Inglaterra y sus motivos predominantes, pero no ha tenido en cuenta cuestiones delicadas en su periferia, que involucran, además de necesidades prácticas, también equilibrios políticos, que se han logrado con dificultad y que no deben sufrir alteraciones. para no volver a situaciones de alto riesgo social. Si Londres tiene la mayor parte de la responsabilidad debido a sus acciones que no son en absoluto previsoras y dobladas por un deseo de soberanía atemporal, incluso Europa, aunque en menor medida, ha parecido quizás demasiado encaramada en sus posiciones y no ha buscado una modificación de la negociación capaz de encontrar una síntesis capaz de resolver una situación potencialmente susceptible de causar conmoción en la isla irlandesa. Sigue preocupando la posible desintegración del Reino Unido, después de Escocia y Gales, la hipótesis de una Irlanda unida se ve reforzada por los problemas provocados por el Brexit y los riesgos de Londres quedan confinados a los límites de Inglaterra: un factor preocupante para el equilibrio occidental.
Das Problem der irischen Grenze als destabilisierender Faktor
Die umstrittene Frage der irischen Grenze im Zusammenhang mit dem Austritt des Vereinigten Königreichs aus der Union stand auf beiden Seiten unmittelbar im Mittelpunkt der Besorgnis. Die Frage der Wiederherstellung der Grenze zwischen den beiden Staaten auf der betreffenden Insel Irland betrifft nach wie vor das historische Problem des Konflikts zwischen Republikanern und Monarchisten sowie zwischen Katholiken und Protestanten: Das Überschreiten der Grenze war eine der entscheidenden Tatsachen für die Amtszeit der Konflikt. Die Übergabe Londons an Brüssel hätte als logische Konsequenz die Wiederherstellung der Grenze zwischen Irland und Nordirland mit allen seit der Unterzeichnung des Friedensvertrages befürchteten und abgewendeten Konsequenzen zur Folge gehabt. Brüssel konnte jedoch keinen bevorzugten Weg zum britischen Handel auf beiden Seiten durch Dublin tolerieren. Die Lösung bestand darin, Zollkontrollen in zwei nordirischen Hafenanlagen einzuführen, um Belfast nicht in England einzubeziehen, und auch den Wortlaut Großbritannien zu vermeiden, da Nordirland außerhalb des Brexit-Vertrags liegt. Eine Lösung, die der frühere Londoner Ministerpräsident stark vermieden hatte, die Boris Johnson jedoch nur angesichts der Anfragen aus Brüssel akzeptieren konnte, die Verhandlungen zu beschleunigen. Tatsächlich ist die Irische See die Grenze zur Europäischen Union, und an dieser Grenze müssen Geschäftspraktiken zwischen den beiden souveränen Parteien ausgeübt werden. Aus praktischer Sicht hat der Fehler Europas, sich gegen die Vorhersage von Impfstoffmengen zu schützen, der dann sofort mit der Anerkennung des Fehlers durch Brüssel zurückgegeben wurde, eine bereits sehr kritische Situation nur verschärft, die Probleme für die EU registriert hat Nahrungsmittelversorgung und für verderbliche Produkte und Tiere aufgrund der Länge der bürokratischen Verfahren. Diese Schwierigkeiten haben zu kritischen Problemen für Supermarktketten geführt, die mit knappen und unzureichenden Lieferungen zu kämpfen haben. Es bestand auch die Auffassung, dass der britische Ministerpräsident die durch diese Schwierigkeiten verursachte Situation ausnutzen wollte, um die Grenze der Irischen See zu überschreiten, und den Ministern der beiden irischen Nationen vorschlug, Zollverfahren zu vereinbaren, um sie zu beschleunigen, was die Reaktion hervorrief Europäische Union, was zur Androhung rechtlicher Schritte führte, bei denen London sicherlich besiegt worden wäre. All diese Situationen haben zu einem ernsthaften Spannungszustand geführt, der von pro-britischen politischen Bewegungen, aber auch von gewerkschaftlichen, angeheizt wurde und zu Drohungen gegen Zollbeamte geführt hat, so dass die vorerst vorübergehende Lösung des Rückzugs festgelegt wurde des Zollpersonals beider Seiten. Es sollte daran erinnert und betont werden, dass die Entscheidung zur Schaffung der Grenze zur Irischen See eine Maßnahme war, die die Nordiren nur ohne demokratische Modalität akzeptieren mussten, um ein organisatorisches Management zu erhalten, das soziale Auswirkungen hatte und das sich zum Schlechten wandelte Lebensstandards. Selbst im Parlament in London fordert ein Teil derselben konservativen Mehrheit, die den britischen Ministerpräsidenten unterstützt, dringend die Neuverhandlung des Teils des Abkommens über die Grenze zur Irischen See oder den einseitigen Verzicht. Für die englische Hauptstadt war, obwohl dies keine Überraschung war, das hohe Maß an Unzufriedenheit nicht zu erwarten, große Probleme wurden durch die Haltung Schottlands oder Wales vorhergesagt, die jedoch nur verschoben zu sein scheinen. Die Brexit-Frage hat die Aufmerksamkeit auf England und seine vorherrschenden Gründe gelenkt, jedoch heikle Fragen an seiner Peripherie nicht berücksichtigt, die neben den praktischen Erfordernissen auch politische Gleichgewichte betreffen, die nur schwer erreicht wurden und die keinen Änderungen unterliegen dürfen um nicht zu Situationen mit einem hohen sozialen Risiko zurückzukehren. Wenn London aufgrund seiner Handlungen, die keineswegs weitsichtig und von dem Wunsch nach zeitloser Souveränität geprägt sind, den größten Teil der Verantwortung trägt, ist selbst Europa, wenn auch in geringerem Maße, vielleicht zu sehr in seinen Positionen verankert und hat nicht danach gesucht eine Änderung der Verhandlungen, mit der eine Synthese gefunden werden kann, mit der eine Situation gelöst werden kann, die möglicherweise zu Umwälzungen auf der irischen Insel führen kann. Die Besorgnis über das mögliche Auseinanderbrechen des Vereinigten Königreichs nach Schottland und Wales bleibt bestehen. Die Hypothese eines vereinten Irlands wird durch die durch den Brexit und London verursachten Probleme gestärkt. Die Risiken bleiben auf die Grenzen Englands beschränkt: ein besorgniserregender Faktor für das westliche Gleichgewicht.
Le problème de la frontière irlandaise comme facteur de déstabilisation
La question controversée de la frontière irlandaise, dans le contexte de la sortie du Royaume-Uni de l’Union, a immédiatement été au centre des préoccupations des deux côtés; la question de la restauration de la frontière entre les deux Etats de l'île d'Irlande concernait et concerne toujours le problème historique du conflit entre républicains et monarchistes et entre catholiques et protestants: avoir franchi la frontière a été l'un des faits décisifs pour la durée de la conflit. L'abandon de Londres à Bruxelles aurait signifié comme conséquence logique la restauration de la frontière entre l'Irlande et l'Irlande du Nord, avec toutes les conséquences redoutées et évitées depuis la signature du traité de paix; cependant, Bruxelles ne pouvait tolérer une route préférentielle vers le commerce anglais, des deux côtés, via Dublin. La solution était d'établir des contrôles douaniers dans deux installations portuaires d'Irlande du Nord afin de ne pas inclure Belfast en Angleterre, évitant également le mot Grande-Bretagne car l'Irlande du Nord est située en dehors du traité Brexit. Une solution que l'ancien premier ministre londonien avait fortement évitée, mais que Boris Johnson ne pouvait accepter que face aux demandes de Bruxelles d'accélérer les négociations. En fait, la mer d'Irlande est la frontière avec l'Union européenne et les pratiques commerciales entre les deux parties souveraines doivent être menées à cette frontière. D'un point de vue pratique, l'erreur commise par l'Europe de se prémunir contre la prédiction des quantités de vaccins, alors immédiatement revenue avec la reconnaissance de l'erreur par Bruxelles, n'a fait qu'exacerber une situation déjà très critique, qui a enregistré des problèmes pour le l'approvisionnement alimentaire et vers les produits périssables et les animaux, en raison de la longueur des procédures bureaucratiques. Ces difficultés ont entraîné des problèmes pour les chaînes de supermarchés aux prises avec des approvisionnements rares et insuffisants. Il y avait aussi la perception que le premier ministre britannique voulait exploiter la situation créée par ces difficultés pour franchir la frontière de la mer d'Irlande, proposant aux ministres des deux nations irlandaises de s'entendre sur des procédures douanières pour les accélérer, ce qui a provoqué la réaction. L'Union européenne, qui s'est matérialisée par la menace d'une action en justice, qui aurait certainement vu Londres vaincue. Toute cette situation a conduit à un état de tension grave, alimenté par des mouvements politiques pro-britanniques, mais aussi par des mouvements unionistes, qui a entraîné des menaces envers les douaniers, au point de déterminer la résolution du retrait, pour l'instant temporaire , du personnel des douanes des deux côtés. Il convient de rappeler et de souligner que la décision de créer la frontière sur la mer d'Irlande était une mesure que les Irlandais du Nord n'avaient qu'à accepter, sans aucune modalité démocratique, en faisant l'objet d'une gestion organisationnelle, qui avait des répercussions sociales et qui changeait pour le pire leur niveau de vie. Même au parlement, à Londres, une partie de la même majorité conservatrice, qui soutient le Premier ministre britannique, demande d'urgence la renégociation de la partie de l'accord concernant la frontière sur la mer d'Irlande ou d'y renoncer unilatéralement. Pour la capitale anglaise, bien que ce ne soit pas une surprise, le haut niveau de mécontentement n'était pas attendu, des problèmes majeurs ont été prédits par l'attitude de l'Ecosse ou du Pays de Galles, qui, cependant, ne semblent que différés. La question du Brexit a attiré l'attention sur l'Angleterre et ses raisons prédominantes, mais n'a pas pris en compte les questions délicates à sa périphérie, qui impliquent, en plus des besoins pratiques, également des équilibres politiques, qui ont été atteints avec difficulté et qui ne doivent pas subir d'altérations. afin de ne pas revenir à des situations à fort taux de risque social. Si Londres a l'essentiel de la responsabilité en raison de ses actions qui ne sont pas du tout clairvoyantes et pliées par une volonté de souveraineté intemporelle, même l'Europe, quoique dans une moindre mesure, est apparue peut-être trop perchée sur ses positions et n'a pas cherché une modification de la négociation capable de trouver une synthèse capable de résoudre une situation potentiellement susceptible de provoquer des bouleversements sur l'île irlandaise. L'inquiétude demeure quant à l'éventuel éclatement du Royaume-Uni, après l'Écosse et le Pays de Galles, l'hypothèse d'une Irlande unie est renforcée par les problèmes causés par le Brexit et Londres risque de rester confiné aux limites de l'Angleterre: un facteur inquiétant pour l'équilibre occidental.
O problema da fronteira com a Irlanda como fator desestabilizador
A controversa questão da fronteira irlandesa, no contexto da saída do Reino Unido da União, foi imediatamente o centro das preocupações de ambas as partes; a questão do restabelecimento da fronteira entre os dois estados na ilha da Irlanda em causa e ainda preocupa o problema histórico do conflito entre republicanos e monarquistas e entre católicos e protestantes: ter cruzado a fronteira foi um dos fatos decisivos para o mandato do conflito. O abandono de Londres por Bruxelas teria significado como consequência lógica a restauração da fronteira entre a Irlanda e a Irlanda do Norte, com todas as consequências temidas e evitadas desde a assinatura do tratado de paz; no entanto, Bruxelas não podia tolerar uma rota preferencial para o comércio inglês, em ambos os lados, através de Dublin. A solução foi estabelecer controles alfandegários em duas instalações portuárias da Irlanda do Norte de forma a não incluir Belfast na Inglaterra, evitando também a palavra Grã-Bretanha porque a Irlanda do Norte está localizada fora do tratado de Brexit. Uma solução que o anterior primeiro-ministro londrino havia evitado fortemente, mas que Boris Johnson só poderia aceitar diante dos pedidos de Bruxelas para acelerar as negociações. Na verdade, o mar da Irlanda é a fronteira com a União Europeia e as práticas comerciais entre as duas partes soberanas devem ser realizadas nessa fronteira. Do ponto de vista prático, o erro cometido pela Europa em se proteger contra a previsão de quantidades de vacinas, logo devolvida com o reconhecimento do erro de Bruxelas, apenas agravou uma situação já muito crítica, que tem registado problemas para o abastecimento alimentar e para produtos perecíveis e animais, devido à morosidade dos procedimentos burocráticos. Essas dificuldades geraram problemas para as redes de supermercados que lutam com suprimentos escassos e insuficientes. Houve também a percepção de que o premiê britânico queria explorar a situação criada por essas dificuldades para cruzar a fronteira do Mar da Irlanda, propondo aos ministros das duas nações irlandesas que acordassem procedimentos aduaneiros para agilizá-los, o que provocou a reação A União Europeia, que se materializou com a ameaça de uma ação judicial, que certamente teria visto Londres derrotada. Toda esta situação tem gerado um sério estado de tensão, alimentado por movimentos políticos pró-britânicos, mas também por sindicalistas, o que tem resultado em ameaças aos funcionários aduaneiros, a ponto de determinarem a resolução da retirada, por ora temporária , do pessoal da alfândega de ambos os lados. Recorde-se e sublinhe-se que a decisão de criar a fronteira com o mar da Irlanda foi uma medida que os irlandeses do norte apenas tiveram que aceitar, sem qualquer modalidade democrática, passar por uma gestão organizacional, que teve repercussões sociais e que mudou para pior a sua Padrões de vida. Mesmo no parlamento, em Londres, parte da mesma maioria conservadora, que apoia o primeiro-ministro britânico, pede com urgência a renegociação da parte do acordo relativa à fronteira com o mar da Irlanda ou a renúncia unilateral. Para a capital inglesa, embora isso não tenha sido uma surpresa, o alto nível de descontentamento não era esperado, grandes problemas foram previstos pela atitude da Escócia ou do País de Gales, que, no entanto, parecem apenas adiadas. A questão do Brexit tem focado a atenção na Inglaterra e seus motivos predominantes, mas não leva em conta questões delicadas de sua periferia, que envolvem, além de necessidades práticas, também equilíbrios políticos, que têm sido alcançados com dificuldade e que não devem sofrer alterações. para não voltar a situações de elevado risco social. Se Londres tem o grosso da responsabilidade devido às suas ações que não são de longe clarividentes e dobradas por um desejo de soberania atemporal, mesmo a Europa, embora em menor grau, parece talvez muito empoleirada em suas posições e não tenha buscado uma modificação na negociação capaz de encontrar uma síntese capaz de resolver uma situação potencialmente capaz de causar convulsão na ilha irlandesa. Permanece a preocupação com a possível ruptura do Reino Unido, depois da Escócia e do País de Gales, a hipótese de uma Irlanda unida se fortalece com os problemas causados pelo Brexit e os riscos de Londres permanecerem confinados aos limites da Inglaterra: fator preocupante para o equilíbrio ocidental.