Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 28 aprile 2021

フランスでは、一部の兵士が社会の漂流を避けるための武装した解決策について話します

 超保守的なフランスの雑誌に書かれ、引退した将軍だけでなく、将校や現役の兵士によって署名された挑発的な手紙は、民主的なフランスを捕らえ、極右の新しい可能な戦略を示し、政治的議論を現在は使用できなくなったと考えられていた形式に向けます。手紙の受取人はすべて、潜在的な内戦を予見するまで、国とその社会の崩壊の危険性について警告されているフランスの国の政治的階級の代表者です。手紙の軍の作者による状況の分析は、イスラム主義やの大群として定義されているものなど、崩壊の深刻な能力の要因によって引き起こされた、終末論的なものとして定義されている現在のフランスの政治的および社会的状況の非常に深刻な評価を示しています郊外だけでなく、黄色いベストと呼ばれるグループのような大衆の反乱もあり、警察に対して深刻な暴動を引き起こしました。結論は、現在の社会は国の価値観にとって危険すぎる怠惰を生み出しており、現在の状況は軍隊の行動によるものではないにしても、軍隊に戻ることはないように思われるということです。その意図は、多文化主義によって危険にさらされている国の文明の価値を保護し、それによって国の領土でフランス国民を保護し、国を混乱させる可能性のある内戦を防ぐことです。これは明らかに保守的で過激なビジョンであり、非常にナショナリスト的な方向での現在のフランスの瞬間の解釈を強調しています。しかし、気がかりな方法ではありますが、これは、解決の方法ではなく、共有が存在する可能性のある原因に関する倦怠感の存在の明白なシグナルを表しています。フランスの民主主義精神と矛盾しているのは、しばしば郊外のゲットーに追いやられているイスラム社会の統合の欠如などの問題を解決しないために、力の使用に代わる方法を提案する方法を知らないことです。正確には、手紙の同じ議論を共有するそれらの政治部門によって。この点で、フランス最大の極右フォーメーションのリーダーが手紙の軍の作者に与えた支援は重要であり、彼らは彼らの懸念を共有し、平和的な方法ではあるが、政治的闘争に参加するように彼らを招待した。議論は一般的でしたが、それは驚くべきことではありませんが、極右ではあるが、軍事的転換の可能性が党の政治的手段になる可能性があることは、フランスの政治内の要因としても欧州連合内の要因としても心配な要因です。現在、これはブリュッセルの法律の空白を表しており、民主的に選出されたとしても、外部の軍隊によって提供された支援を支援し、手段として使用すると考えている政治組織を非合法化するために、可能な限り短い時間で埋める必要があります彼らの制度的義務。問題がヨーロッパでもある場合、そもそもフランスが関与している。フランスは、まだ初期段階にある間にこの反乱を統治する方法を知っていることを証明し、軍隊の指導者を慎重に選択する必要がある。それ自身の民主的な封印についての疑念を払拭します。ベルリンに次ぐパリは、連合の最も重要な加盟国であり、脅威にさらされているフランスは容認できません。具体的には、フランスの国は、ハンガリーや他の旧ブロックの国々に敬意を表して言わせてください。ソビエトは、真の民主的能力とブリュッセルに参加する本当の理由に疑問を投げかけることがよくありますが、フランスは欧州連合の創設者の1人であり、創設者の民主的価値観の遵守が認められているため、まさにリーダーの1人です。ヨーロッパの理想。確かに、心配の手紙を書いた軍隊の感情は、フランスの国と軍隊自体では少数派ですが、それにもかかわらず、大統領になるために投票用紙に達した主要な極右軍の指導者によって示された支持は、これは事実を表しています。これはヨーロッパ中の民主党員を心配することはできず、他の国の他の人々がこの無謀な状況に従わないようにブリュッセルができるだけ早く行動しなければならない理由です。

في فرنسا ، يتحدث بعض الجنود عن حل مسلح لتجنب انجراف المجتمع

 رسالة استفزازية مكتوبة إلى مجلة فرنسية شديدة المحافظة وموقعة من قبل جنرالات متقاعدين ، ولكن أيضًا من قبل ضباط وجنود عاملين ، تلقي القبض على فرنسا الديمقراطية وتشير إلى استراتيجية جديدة محتملة لليمين المتطرف لتوجيه النقاش السياسي نحو الأشكال التي يعتقد أنها لم تعد صالحة للاستخدام . جميع متلقي الرسالة هم ممثلو الطبقة السياسية في الدولة الفرنسية ، الذين تم تحذيرهم من خطر تفكك الأمة ومجتمعها ، إلى درجة تنذر بحرب أهلية محتملة. يقدم تحليل الموقف من قبل المؤلفين العسكريين للرسالة تقييمًا خطيرًا للغاية للوضع السياسي والاجتماعي الفرنسي الحالي ، المعرَّف بأنه نهاية العالم ، الناجم عن عوامل ذات قدرة عميقة على التفكك ، مثل الإسلاموية وما يعرف بجحافل في الضواحي ، وكذلك الثورات الشعبوية ، مثل تلك التي قامت بها الجماعات المسماة السترات الصفراء ، والتي أدت إلى أعمال شغب خطيرة ضد الشرطة. والخلاصة أن المجتمع الحالي قد أنتج تراخيًا خطيرًا جدًا على قيم البلاد ، وأن الوضع الحالي يبدو أنه لا يعود إلى الجيش ، إن لم يكن من خلال عمل القوات المسلحة. الهدف هو حماية قيم الحضارة الوطنية المعرضة للخطر من قبل التعددية الثقافية ، وبالتالي حماية المواطنين الفرنسيين على أراضيهم الوطنية ومنع الحرب الأهلية التي يمكن أن تزعج البلاد. من الواضح أن هذه رؤية محافظة ومتطرفة للغاية ، تسلط الضوء على تفسير للحظة الفرنسية الحالية في اتجاه قومي للغاية. ومع ذلك ، وإن كان ذلك بطريقة مزعجة ، فإن هذا يمثل إشارة لا لبس فيها على وجود توعك في الأسباب التي قد تكون مشتركة ، وليس طرق الحل. ما يتناقض مع الروح الديمقراطية الفرنسية هو عدم معرفة كيفية اقتراح طرق بديلة لاستخدام القوة من أجل عدم حل المشكلات ، مثل عدم اندماج المجتمع الإسلامي ، الذي غالبًا ما ينزل إلى أحياء الضواحي. على وجه التحديد من قبل تلك القطاعات السياسية التي تشترك في نفس حجج الرسالة. في هذا الصدد ، فإن الدعم الذي قدمه زعيم أكبر تشكيل يميني متطرف فرنسي إلى مؤلفي الرسالة العسكريين له أهمية كبيرة ، حيث شاركهم مخاوفهم ودعاهم للمشاركة في النضال السياسي ، وإن كان بطريقة سلمية: كانت الحجج شائعة ، وهذا ليس مفاجئًا ، لكن احتمال تحول الانعطاف العسكري إلى أداة سياسية للحزب ، وإن كان من اليمين المتطرف ، هو عامل مثير للقلق على حد سواء كعامل في السياسة الفرنسية وكعامل داخل الاتحاد الأوروبي. يمثل هذا الآن فراغًا في تشريع بروكسل يجب ملؤه في أقصر وقت ممكن ، من أجل حظر تلك التشكيلات السياسية ، حتى لو كانت منتخبة ديمقراطيًا ، والتي تعتقد أنها تدعم وتستخدم بطريقة فعالة أي مساعدة تقدمها القوات المسلحة في الخارج. واجباتهم المؤسسية. إذا كانت المشكلة هي أوروبا أيضًا ، في المقام الأول ، فهي تتعلق بفرنسا ، التي يجب أن تثبت الآن أنها تعرف كيف تحكم هذا التمرد بينما لا يزال في مراحله الأولى ، باختيار دقيق لقادة قواتها المسلحة ، من أجل تبديد أي شكوك حول ختمها الديمقراطي. تمثل باريس ، بعد برلين ، أهم عضو في الاتحاد ، ولا يمكن التسامح مع فرنسا المهددة: بشكل ملموس ، فإن الدولة الفرنسية ليست كذلك ، دعنا نقول مع الاحترام الواجب ، هنغاريا أو غيرها من دول الكتلة السابقة. السوفياتي ، الذي غالبًا ما يغذي الشكوك حول القدرة الديمقراطية الحقيقية والأسباب الحقيقية للانضمام إلى بروكسل ، تعد فرنسا أحد مؤسسي الاتحاد الأوروبي وأحد القادة على وجه التحديد بفضل تمسكها المعترف به بالقيم الديمقراطية التأسيسية لـ المثل الأوروبية. من المؤكد أن شعور العسكريين الذين كتبوا الرسالة المقلقة هو أقلية في الدولة الفرنسية وفي القوات المسلحة نفسها ، لكن الدعم الذي أبداه قائد القوة اليمينية المتطرفة الرئيسية ، الذي وصل مع ذلك إلى الاقتراع ليصبح رئيسًا ، يمثل حقيقة لا يمكن أن تقلق الديمقراطيين في جميع أنحاء أوروبا وهذا هو السبب الذي يجعل بروكسل يجب أن تتصرف بأسرع ما يمكن لمنع الآخرين في البلدان الأخرى من متابعة هذا الوضع المتهور.

venerdì 23 aprile 2021

Per il clima si devono raggiungere compromessi

 Il vertice straordinario sul clima riguarda direttamente circa 40 leader mondiali, ma al centro della scena vi è il nuovo presidente degli Stati Uniti, che ritorna a parlare concretamente dei problemi ecologici del pianeta, dopo l’atteggiamento negazionista del suo predecessore. Biden ha voluto questo incontro proprio per sancire in maniera ufficiale il ritorno degli USA nell’accordo del 2015, un fatto che coincide con il punto centrale del suo programma politico, che prevede la lotta al riscaldamento climatico e l’applicazione di un modello di sviluppo sostenibile; questa direzione rappresenta un segnale chiaro sia alla platea internazionale, che a quella interna, per raggiungere l’obiettivo di dimezzare le emissioni entro la data del 2030. Bisogna ricordare che gli USA sono al secondo posto dei maggiori inquinatori mondiali, preceduti solo dalla Cina, che partecipa anch’essa al vertice con una impostazione tendente a cercare una intesa più larga possibile, come affermato dal presidente cinese, che vede come un dovere dell’umanità affrontare il cambiamento climatico, ma avvertendo che ciò non può costituire il pretesto per uno scontro geopolitico. Questa considerazione della massima autorità cinese sembra costituire un dato con una duplice valenza: da una parte una sorta di avvertimento agli Stati Uniti, che la Cina è disponibile ad un dialogo comune, che non può essere influito da obblighi sbilanciati a sfavore del paese cinese per penalizzare le proprie industrie e, nel contempo, la lotta al cambiamento climatico deve essere uno spazio dove non devono entrare le rivendicazioni geopolitiche. Il fatto che le due maggiori potenze mondiali siano anche i due maggiori paesi inquinatori, favorisce un avvicinamento di un accordo reciproco per una collaborazione, che possa, tra l’altro, favorire un piano di aiuti per i paesi in via di sviluppo verso una transizione all’uso delle energie rinnovabili. Ma queste considerazioni, in apparenza positive, non tengono conto che i due modelli produttivi di Washington e Pechino sono in contrapposizione profonda per le strutture economiche e la costituzione dei rispettivi tessuti sociali: queste differenze influenzano le strategie che i due paesi hanno intrapreso, contribuendo ad allontanare una possibilità di accordo, che, tuttavia, è diventata sempre più necessaria. Il punto fondamentale e discriminante è se il tema del clima può diventare la nuova occasione di dialogo, con ovvie ricadute anche sulla stabilità mondiale. Risulta però chiaro che la diminuzione delle emissioni passa forzatamente da una visione completamente nuova dell’organizzazione produttiva che richiede una programmazione di lungo periodo a fronte di quelle finora usate più frequentemente, basate sul breve periodo per ottenere risultati immediati. Questa riorganizzazione, per ora molto ipotetica, deve riguardare in modo pratico l’atteggiamento della pubblica amministrazione di un paese, le politiche sul lavoro ed il piano delle infrastrutture, tutti condizionati dalla volontà di effettuare investimenti e programmi finanziari, che dovranno per forza di cose, essere decisi a livello politico. Si comprende che stati con un impianto democratico non potranno prendere delle decisioni coincidenti con stati a regime dittatoriale e però la connessione che è stata determinata dalla globalizzazione impone scelte non in contrasto su temi di interesse comune. Per raggiungere dei compromessi efficaci l’unica via è quella della diplomazia, meglio se portata avanti da soggetti terzi, come potrebbe essere l’Europa, che potrebbe avere finalmente un ruolo decisivo in campo internazionale. La situazione contingente impone decisioni rapide, dato che il livello delle emissioni di anidride carbonica previste nel 2021 dovrebbe raggiungere il secondo quantitativo mai emesso, dopo quello di dieci anni fa, in occasione della crisi finanziaria; allora come ora, con lo stato di pandemia in corso, il sistema più veloce pensato per fare ripartire l’economia è quello di stimolare la crescita attraverso l’uso dei combustibili fossili: come si vede una scelta di brevissimo periodo che appare in netta contrapposizione con l’esigenza di trovare soluzioni di lungo periodo, capaci di conciliare sviluppo economico e salvaguardia dell’ambiente. La necessità di invertire la direzione è quindi non rinviabile e tutti i soggetti internazionali dovranno sapere trovare soluzioni di mediazione ma comunque di rapida esecuzione. 

Compromises have to be reached for the climate

 The extraordinary climate summit directly concerns about 40 world leaders, but at the center of the scene is the new president of the United States, who returns to speak concretely about the ecological problems of the planet, after the denial attitude of his predecessor. Biden wanted this meeting precisely to officially sanction the return of the US in the 2015 agreement, a fact that coincides with the central point of his political program, which provides for the fight against global warming and the application of a development model. sustainable; this direction represents a clear signal to both the international and domestic audiences to achieve the goal of halving emissions by 2030. It must be remembered that the USA ranks second among the world's largest polluters, preceded only by China. which also participates in the summit with an approach tending to seek the widest possible agreement, as stated by the Chinese president, who sees it as a duty of humanity to tackle climate change, but warns that this cannot constitute the pretext for a confrontation geopolitical. This consideration of the highest Chinese authority seems to constitute a fact with a double value: on the one hand a sort of warning to the United States, that China is open to a common dialogue, which cannot be influenced by unbalanced obligations to the detriment of the Chinese country for penalizing their industries and, at the same time, the fight against climate change must be a space where geopolitical claims must not enter. The fact that the two major world powers are also the two major polluting countries favors an approach to a mutual agreement for collaboration, which can, among other things, favor an aid plan for developing countries towards a transition. the use of renewable energies. But these considerations, apparently positive, do not take into account that the two productive models of Washington and Beijing are in profound opposition for the economic structures and the constitution of their respective social tissues: these differences influence the strategies that the two countries have undertaken, contributing to to remove a possibility of agreement, which, however, has become increasingly necessary. The fundamental and discriminating point is whether the climate issue can become the new opportunity for dialogue, with obvious repercussions also on world stability. However, it is clear that the decrease in emissions necessarily passes from a completely new vision of the production organization that requires long-term planning compared to those so far used more frequently, based on the short term to obtain immediate results. This reorganization, very hypothetical for now, must regard in a practical way the attitude of the public administration of a country, the labor policies and the infrastructure plan, all conditioned by the will to carry out investments and financial programs, which must necessarily , be politically determined. It is understood that states with a democratic system will not be able to take decisions that coincide with states with a dictatorial regime and yet the connection that has been determined by globalization imposes non-conflicting choices on issues of common interest. The only way to reach effective compromises is that of diplomacy, preferably carried out by third parties, such as Europe, which could finally have a decisive role in the international field. The current situation requires rapid decisions, given that the level of carbon dioxide emissions expected in 2021 should reach the second quantity ever issued, after that of ten years ago, during the financial crisis; then as now, with the pandemic in progress, the fastest system designed to restart the economy is to stimulate growth through the use of fossil fuels: as you can see, a very short-term choice that appears in sharp contrast with the need to find long-term solutions, capable of reconciling economic development and environmental protection. The need to reverse the direction is therefore not postponable and all international subjects will have to know how to find mediation solutions but in any case of rapid execution.

Hay que llegar a compromisos por el clima

 La extraordinaria cumbre climática concierne directamente a unos 40 líderes mundiales, pero en el centro del escenario está el nuevo presidente de Estados Unidos, que vuelve a hablar concretamente sobre los problemas ecológicos del planeta, tras la actitud negadora de su antecesor. Biden quiso este encuentro precisamente para sancionar oficialmente el regreso de EE.UU. en el acuerdo de 2015, hecho que coincide con el punto central de su programa político, que prevé la lucha contra el calentamiento global y la aplicación de un modelo de desarrollo sostenible; Esta dirección representa una señal clara tanto para el público nacional como para el internacional para lograr el objetivo de reducir a la mitad las emisiones para 2030. Cabe recordar que Estados Unidos ocupa el segundo lugar entre los mayores contaminadores del mundo, solo precedido por China, que también participa en la cumbre con un enfoque que tiende a buscar un acuerdo lo más amplio posible, como afirma el presidente chino, que ve como un deber de la humanidad abordar el cambio climático, pero advirtiendo que esto no puede constituir el pretexto para un enfrentamiento geopolítico. Esta consideración de la máxima autoridad china parece constituir un hecho de doble significación: por un lado una especie de advertencia a Estados Unidos, de que China está abierta a un diálogo común, que no puede ser influenciado por obligaciones desequilibradas en detrimento de el país chino por penalizar a sus industrias y, al mismo tiempo, la lucha contra el cambio climático debe ser un espacio donde no deben entrar los reclamos geopolíticos. El hecho de que las dos grandes potencias mundiales sean también los dos principales países contaminantes favorece un planteamiento de mutuo acuerdo de colaboración, que puede, entre otras cosas, favorecer un plan de ayuda a los países en desarrollo hacia una transición al uso de energías renovables. Pero estas consideraciones, aparentemente positivas, no toman en cuenta que los dos modelos productivos de Washington y Beijing están en profunda oposición por las estructuras económicas y la constitución de sus respectivos tejidos sociales: estas diferencias influyen en las estrategias que han emprendido los dos países, contribuyendo a eliminar una posibilidad de acuerdo, que, sin embargo, se ha vuelto cada vez más necesaria. El punto fundamental y discriminatorio es si el tema climático puede convertirse en la nueva oportunidad de diálogo, con evidentes repercusiones también en la estabilidad mundial. Sin embargo, es evidente que la disminución de emisiones pasa necesariamente de una visión completamente nueva de la organización productiva que requiere una planificación a largo plazo frente a las que hasta ahora se utilizan con mayor frecuencia, basadas en el corto plazo para obtener resultados inmediatos. Esta reorganización, muy hipotética por ahora, debe considerar de manera práctica la actitud de la administración pública de un país, las políticas laborales y el plan de infraestructura, todo ello condicionado por la voluntad de realizar inversiones y programas financieros, que necesariamente deben ser políticamente determinado. Se entiende que los estados con un sistema democrático no podrán tomar decisiones que coincidan con estados con un régimen dictatorial y, sin embargo, la conexión que ha sido determinada por la globalización impone opciones no conflictivas en temas de interés común. Para llegar a compromisos efectivos, la única vía es la de la diplomacia, preferentemente llevada a cabo por terceros, como Europa, que finalmente podría tener un papel decisivo en el ámbito internacional. La situación actual requiere decisiones rápidas, dado que el nivel de emisiones de dióxido de carbono esperado en 2021 debería alcanzar la segunda cantidad emitida, después de hace diez años, durante la crisis financiera; entonces como ahora, con la pandemia en curso, el sistema más rápido diseñado para reactivar la economía es estimular el crecimiento mediante el uso de combustibles fósiles: como puede ver, una elección a muy corto plazo que aparece en marcado contraste con la necesidad de encontrar Soluciones a largo plazo, capaces de conciliar el desarrollo económico y la protección del medio ambiente. Por tanto, la necesidad de invertir el rumbo no es postergable y todos los sujetos internacionales deberán saber encontrar soluciones de mediación pero en todo caso de rápida ejecución.

Für das Klima müssen Kompromisse geschlossen werden

 Der außergewöhnliche Klimagipfel betrifft direkt 40 Staats- und Regierungschefs der Welt, aber im Zentrum der Szene steht der neue Präsident der Vereinigten Staaten, der nach der Leugnung seines Vorgängers zurückkehrt, um konkret über die ökologischen Probleme des Planeten zu sprechen. Biden wollte mit diesem Treffen genau die Rückkehr der USA in das Abkommen von 2015 offiziell genehmigen, eine Tatsache, die mit dem zentralen Punkt seines politischen Programms zusammenfällt, das den Kampf gegen die globale Erwärmung und die Anwendung eines nachhaltigen Entwicklungsmodells vorsieht. Diese Richtung ist ein klares Signal sowohl für das internationale als auch für das nationale Publikum, das Ziel einer Halbierung der Emissionen bis 2030 zu erreichen. Es muss daran erinnert werden, dass die USA unter den größten Umweltverschmutzern der Welt an zweiter Stelle stehen, gefolgt von China, das ebenfalls am Gipfel mit teilnimmt Ein Ansatz, der dazu neigt, eine möglichst umfassende Einigung zu erzielen, wie der chinesische Präsident erklärte, der es als Pflicht der Menschheit ansieht, den Klimawandel zu bekämpfen, aber warnt, dass dies nicht der Vorwand für eine geopolitische Konfrontation sein kann. Diese Betrachtung der höchsten chinesischen Autorität scheint eine Tatsache von doppelter Bedeutung zu sein: Einerseits eine Art Warnung an die Vereinigten Staaten, dass China offen für einen gemeinsamen Dialog ist, der nicht durch unausgewogene Verpflichtungen zum Nachteil von beeinflusst werden kann Das chinesische Land für die Bestrafung seiner Industrien und gleichzeitig für die Bekämpfung des Klimawandels muss ein Raum sein, in den geopolitische Ansprüche nicht eintreten dürfen. Die Tatsache, dass die beiden großen Weltmächte auch die beiden großen umweltverschmutzenden Länder sind, begünstigt einen Ansatz für ein gegenseitiges Abkommen über die Zusammenarbeit, das unter anderem einen Hilfsplan für Entwicklungsländer für einen Übergang zur Nutzung erneuerbarer Energien begünstigen kann. Diese scheinbar positiven Überlegungen berücksichtigen jedoch nicht, dass die beiden Produktivmodelle Washington und Peking in tiefem Widerspruch zu den Wirtschaftsstrukturen und der Konstitution ihrer jeweiligen sozialen Strukturen stehen: Diese Unterschiede beeinflussen die Strategien, die die beiden Länder verfolgt haben. Beitrag zur Beseitigung einer Möglichkeit der Einigung, die jedoch zunehmend notwendig geworden ist. Der grundlegende und diskriminierende Punkt ist, ob das Klimaproblem zur neuen Gelegenheit für den Dialog werden kann, mit offensichtlichen Auswirkungen auch auf die Stabilität der Welt. Es ist jedoch klar, dass die Verringerung der Emissionen notwendigerweise von einer völlig neuen Vision der Produktionsorganisation ausgeht, die eine langfristige Planung erfordert, verglichen mit den bisher häufiger verwendeten, basierend auf der kurzfristigen, um sofortige Ergebnisse zu erzielen. Diese vorerst sehr hypothetische Umstrukturierung muss in praktischer Weise die Haltung der öffentlichen Verwaltung eines Landes, die Arbeitspolitik und den Infrastrukturplan berücksichtigen, die alle vom Willen zur Durchführung von Investitionen und Finanzprogrammen abhängig sind, die notwendigerweise sein müssen politisch entschlossen. Es versteht sich, dass Staaten mit einem demokratischen System nicht in der Lage sein werden, Entscheidungen zu treffen, die mit Staaten mit einem diktatorischen Regime zusammenfallen, und dennoch zwingt die durch die Globalisierung bestimmte Verbindung zu widersprüchlichen Entscheidungen in Fragen von gemeinsamem Interesse. Um wirksame Kompromisse zu erzielen, ist der einzige Weg die Diplomatie, die vorzugsweise von Dritten wie Europa durchgeführt wird und im internationalen Bereich endlich eine entscheidende Rolle spielen könnte. Die derzeitige Situation erfordert rasche Entscheidungen, da die für 2021 erwarteten Kohlendioxidemissionen die zweite Menge erreichen sollten, die nach der vor zehn Jahren während der Finanzkrise jemals ausgegeben wurde. Damals wie heute, während die Pandemie im Gange ist, besteht das schnellste System zur Wiederbelebung der Wirtschaft darin, das Wachstum durch den Einsatz fossiler Brennstoffe anzukurbeln. Wie Sie sehen, ist dies eine sehr kurzfristige Entscheidung, die in scharfem Kontrast zu der Notwendigkeit steht, sie zu finden langfristige Lösungen, die wirtschaftliche Entwicklung und Umweltschutz in Einklang bringen können. Die Notwendigkeit, die Richtung umzukehren, ist daher nicht aufschiebbar, und alle internationalen Subjekte müssen wissen, wie man Mediationslösungen findet, aber auf jeden Fall eine schnelle Ausführung.

Des compromis doivent être trouvés pour le climat

 L'extraordinaire sommet sur le climat concerne directement une quarantaine de dirigeants mondiaux, mais au centre de la scène se trouve le nouveau président des États-Unis, qui revient pour parler concrètement des problèmes écologiques de la planète, après l'attitude de déni de son prédécesseur. Biden a voulu que cette rencontre sanctionnait justement officiellement le retour des Etats-Unis dans l'accord de 2015, fait qui coïncide avec le point central de son programme politique, qui prévoit la lutte contre le réchauffement climatique et l'application d'un modèle de développement durable; cette direction représente un signal clair adressé aux publics internationaux et nationaux pour atteindre l'objectif de réduire de moitié les émissions d'ici 2030. Il faut se rappeler que les États-Unis se classent au deuxième rang des plus gros pollueurs du monde, précédés uniquement par la Chine, qui participe également au sommet avec une approche tendant à rechercher un accord le plus large possible, comme l'affirme le président chinois, qui voit comme un devoir de l'humanité de lutter contre le changement climatique, mais avertissant que cela ne peut pas constituer le prétexte à une confrontation géopolitique. Cette considération de la plus haute autorité chinoise semble constituer un fait à double signification: d'une part une sorte d'avertissement aux États-Unis, que la Chine est ouverte à un dialogue commun, qui ne peut être influencé par des obligations déséquilibrées au détriment de le pays chinois pour avoir pénalisé ses industries et, en même temps, la lutte contre le changement climatique doit être un espace où les revendications géopolitiques ne doivent pas entrer. Le fait que les deux grandes puissances mondiales soient aussi les deux grands pays pollueurs favorise une approche d'un accord mutuel de collaboration, qui peut, entre autres, favoriser un plan d'aide aux pays en développement vers une transition vers l'utilisation des énergies renouvelables. Mais ces considérations, en apparence positives, ne tiennent pas compte du fait que les deux modèles productifs de Washington et de Pékin sont en opposition profonde pour les structures économiques et la constitution de leurs tissus sociaux respectifs: ces différences influencent les stratégies que les deux pays ont engagées, contribuer à supprimer une possibilité d'accord, qui, cependant, est devenue de plus en plus nécessaire. Le point fondamental et discriminant est de savoir si la question climatique peut devenir la nouvelle opportunité de dialogue, avec des répercussions évidentes également sur la stabilité mondiale. Cependant, force est de constater que la diminution des émissions passe nécessairement par une vision totalement nouvelle de l'organisation de production qui nécessite une planification à long terme par rapport à celles utilisées jusqu'ici plus fréquemment, basées sur le court terme pour obtenir des résultats immédiats. Cette réorganisation, très hypothétique pour l'instant, doit prendre en compte de manière pratique l'attitude de l'administration publique d'un pays, les politiques du travail et le plan d'infrastructure, tous conditionnés par la volonté de réaliser des investissements et des programmes financiers, qui doivent nécessairement être politiquement déterminé. Il est entendu que les États dotés d'un système démocratique ne seront pas en mesure de prendre des décisions qui coïncident avec des États sous régime dictatorial et pourtant le lien qui a été déterminé par la mondialisation impose des choix non conflictuels sur des questions d'intérêt commun. Pour parvenir à des compromis efficaces, la seule voie est celle de la diplomatie, menée de préférence par des tiers, comme l'Europe, qui pourrait enfin avoir un rôle décisif dans le domaine international. La situation actuelle nécessite des décisions rapides, étant donné que le niveau d'émissions de dioxyde de carbone attendu en 2021 devrait atteindre la deuxième quantité jamais émise, après celle d'il y a dix ans, pendant la crise financière; alors comme aujourd'hui, avec la pandémie en cours, le système le plus rapide conçu pour redémarrer l'économie est de stimuler la croissance par l'utilisation des énergies fossiles: comme vous pouvez le voir, un choix à très court terme qui apparaît en contraste frappant avec la nécessité de trouver des solutions pérennes, capables de concilier développement économique et protection de l'environnement. La nécessité d'inverser la direction n'est donc pas reportable et tous les sujets internationaux devront savoir trouver des solutions de médiation mais en tout cas d'exécution rapide.