Le sollecitazioni della sinistra del partito democratico, verso il presidente degli Stati Uniti, per una presa di posizione differente verso Israele, rappresentano una novità a livello istituzionale, dovuta alla crescente rilevanza nel partito ed al contributo fornito per l’elezione di Biden alla massima carica americana. Sono una novità istituzionale per la numerosa presenza in parlamento della sinistra, ma non sono una novità nel dibattito politico statunitense, perché una consistente quota sociale di elettori democratici si è sempre espressa contro le violenze di entrambe le parti, ma con particolare attenzione verso Israele a causa del mancato rispetto degli accordi, della negazione della soluzione dei due stati e della violenza, che ha causato spesso vittime tra i civili. Biden, però, si è ritrovato con una situazione creata da Trump, che ha avuto vita facile per la mancanza di vincoli lasciati da Obama. Il precedente presidente americano ha privilegiato il rapporto con Netanyahu, sia per affinità personale, che politica, indirizzando la politica americana in maniera totalmente sbilanciata verso Israele, fornendo la sua legittimazione agli insediamenti delle colonie e riconoscendo Gerusalemme come capitale dello stato israeliano. La crisi irrisolta della politica di Israele, che deve continuamente fare ricorso ad elezioni i cui risultati restano inalterati e non permettono una risoluzione della situazione, non aiuta il paese, ma nemmeno i suoi alleati, dove, gli USA restano i principali, anche dopo il cambio alla Casa Bianca. Netanyahu è un politico spregiudicato e sta usando la situazione contingente per impedire di essere sfrattato dal governo e di essere travolto da una situazione giudiziaria sempre più compromessa. Biden, già nelle sue intenzioni durante le elezioni, ha fatto lo stesso errore di Obama: privilegiare l’impegno nel sud est asiatico ritenuto più importante e strategico, sia dal punto di vista geopolitico, che da quello economico, tralasciando l’attenzione sulla situazione mediorientale e compiendo così un errore di valutazione importante. La repressione israeliana contro la striscia di Gaza ha provocato un maggiore impegno finanziario iraniano, che permette al gruppo terroristico di disporre di armamenti avanzati, come dimostrato in questi giorni e, soprattutto il fatto di essere finito sotto l’influenza di Teheran. L’atteggiamento di Israele sta compattando il mondo sunnita a seguito dell’attivismo turco: Ankara, pur rientrando nell’Alleanza Atlantica, si sta muovendo in maniera autonoma con finalità spesso in contrasto con gli interessi occidentali. L’Europa conferma la propria piccolezza politica ed i suoi stessi leader appaiono confusi ed impegnati in dichiarazioni di sola prammatica. Il quadro generale non è quindi dei migliori per il Presidente USA, tuttavia la situazione, proprio perché così incerta, obbliga la prima potenza mondiale ad assumere una posizione netta e non titubante: è un atto dovuto di fronte allo scenario internazionale, ma anche una risposta alle pressioni di una parte consistente e politicamente rilevante del suo partito, che comprende anche parte del centro. Negli USA il riconoscimento con Israele dei cittadini americani di religione ebraica è in discesa e ciò può favorire un maggiore convincimento verso un’azione capace di tutelare i diritti di entrambe le parti ed assumere una condanna permanente verso le violenze che comprendono i civili. Quello che è mancato finora a Biden è stata un’azione diplomatica capace di andare oltre i soliti interlocutori, ma in grado di coinvolgere anche Hamas, che sebbene sia considerata un’organizzazione terroristica è una parte direttamente in causa del conflitto. Le implicazioni della vicenda israelo-palestinese devono restare centrali nella politica americana, proprio per prevenire situazioni analoghe a quelle vissute in Siria e recentemente in Turchia, dove l’assenza americana ha permesso il sopraggiungere di nuovi protagonisti, capaci di cambiare gli assetti e gli equilibri regionali. L’azione di Iran, Turchia e Russia è contraria agli interessi americani, occidentali e, sul lungo periodo agli stessi israeliani e palestinesi; rilanciare la soluzione dei due stati, attraverso la pressione su Tel Aviv per indurla a rispettare gli accordi e porre fine alla politica degli insediamenti e dello scarso rispetto dei cittadini arabi dello stato di Israele, resta la maggiore assicurazione per disinnescare Hamas e chi lo finanzia e dare finalmente una stabilità alla regione; del resto proprio tra gli ebrei del mondo cresce il favore verso questa soluzione e se Biden saprà farsene interprete, potrà scrivere sul proprio curriculum un risultato finora mai raggiunto che sarà il fattore più importante in politica estera della sua azione presidenziale.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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lunedì 17 maggio 2021
Biden must become a protagonist in the Israeli-Palestinian question
The requests of the left of the Democratic party, towards the president of the United States, for a different stance towards Israel, represent a novelty at the institutional level, due to the growing importance in the party and to the contribution provided for the election of Biden to the highest office American. They are an institutional novelty due to the large presence of the left in parliament, but they are not a novelty in the US political debate, because a substantial social share of democratic voters has always spoken out against the violence on both sides, but with particular attention to Israel. due to non-compliance with agreements, denial of a two-state solution and violence, which often resulted in civilian casualties. Biden, however, found himself with a situation created by Trump, which had an easy life due to the lack of constraints left by Obama. The previous American president privileged the relationship with Netanyahu, both for personal and political affinity, directing American politics in a totally unbalanced way towards Israel, providing his legitimacy to the settlements of the settlements and recognizing Jerusalem as the capital of the Israeli state. The unresolved crisis of Israel's politics, which must continually resort to elections whose results remain unchanged and do not allow a resolution of the situation, does not help the country, but neither does its allies, where the US remains the main, even after the change at the White House. Netanyahu is an unscrupulous politician and is using the current situation to prevent being evicted by the government and being overwhelmed by an increasingly compromised judicial situation. Biden, already in his intentions during the elections, made the same mistake as Obama: privileging the commitment in Southeast Asia considered more important and strategic, both from a geopolitical and economic point of view, neglecting attention on the situation Middle East and thus making a major error of assessment. The Israeli repression against the Gaza Strip has provoked a greater Iranian financial commitment, which allows the terrorist group to have advanced weapons, as demonstrated in recent days and, above all, the fact that it has come under the influence of Tehran. Israel’s attitude is compacting the Sunni world as a result of Turkish activism: Ankara, while rejoining the Atlantic Alliance, is moving autonomously with purposes often in contrast with Western interests. Europe confirms its own political littleness and its own leaders appear confused and committed to declarations of pragmatic only. The general picture is therefore not the best for the US President, however the situation, precisely because it is so uncertain, forces the first world power to take a clear and not hesitant position: it is a necessary act in front of the international scenario, but also a response to the pressures of a substantial and politically relevant part of his party, which also includes part of the center. In the US, the recognition with Israel of American citizens of the Jewish religion is on the decline and this may foster greater conviction towards an action capable of protecting the rights of both parties and assuming a permanent condemnation of violence that includes civilians. What Biden has lacked so far has been diplomatic action capable of going beyond the usual interlocutors, but capable of involving Hamas as well, which although it is considered a terrorist organization is directly involved in the conflict. The implications of the Israeli-Palestinian affair must remain central to American politics, precisely to prevent situations similar to those experienced in Syria and recently in Turkey, where the American absence has allowed the arrival of new protagonists, capable of changing structures and balances. regional. The action of Iran, Turkey and Russia is contrary to American and Western interests and, in the long run, to Israelis and Palestinians themselves; relaunching the two-state solution, through pressure on Tel Aviv to induce it to abide by the agreements and put an end to the policy of settlements and the lack of respect for Arab citizens of the state of Israel, remains the greatest assurance to defuse Hamas and those who finance it and finally give stability to the region; after all, it is precisely among the Jews of the world that favor towards this solution is growing and if Biden will be able to interpret it, he will be able to write on his curriculum a result never achieved so far that will be the most important factor in foreign policy of his presidential action.
Biden debe convertirse en protagonista de la cuestión israelo-palestina
Las solicitudes de la izquierda del partido Demócrata, hacia el presidente de Estados Unidos, de una postura diferente hacia Israel, representan una novedad a nivel institucional, debido a la creciente relevancia en el partido y el aporte brindado para la elección de Biden. al más alto cargo americano. Son una novedad institucional debido a la gran presencia de la izquierda en el parlamento, pero no son una novedad en el debate político estadounidense, porque una parte social sustancial de los votantes democráticos siempre se ha pronunciado en contra de la violencia en ambos lados, pero con especial atención. atención a Israel debido al incumplimiento de los acuerdos, la negación de una solución de dos Estados y la violencia, que a menudo resultó en víctimas civiles. Biden, sin embargo, se encontró con una situación creada por Trump, que tuvo una vida fácil debido a la falta de restricciones dejadas por Obama. El anterior presidente estadounidense privilegió la relación con Netanyahu, tanto por afinidad personal como política, dirigiendo la política estadounidense de una manera totalmente desequilibrada hacia Israel, otorgando su legitimidad a los asentamientos de los asentamientos y reconociendo a Jerusalén como la capital del estado israelí. La crisis irresuelta de la política de Israel, que debe recurrir continuamente a elecciones cuyos resultados se mantienen invariables y no permiten una resolución de la situación, no ayuda al país, pero tampoco a sus aliados, donde Estados Unidos sigue siendo el principal, incluso después del cambio. en la Casa Blanca. Netanyahu es un político sin escrúpulos y está utilizando la situación actual para evitar ser desalojado por el gobierno y verse abrumado por una situación judicial cada vez más comprometida. Biden, ya en sus intenciones durante las elecciones, cometió el mismo error que Obama: privilegiar el compromiso en el sudeste asiático considerado más importante y estratégico, tanto desde el punto de vista geopolítico como económico, descuidando la atención sobre la situación de Oriente Medio y haciendo así un gran error de evaluación. La represión israelí contra la Franja de Gaza ha provocado un mayor compromiso financiero iraní, que le permite al grupo terrorista disponer de armas avanzadas, como ha demostrado en los últimos días y, sobre todo, el hecho de que ha caído bajo la influencia de Teherán. La actitud de Israel está compactando el mundo sunita como resultado del activismo turco: Ankara, aunque es parte de la Alianza Atlántica, se mueve de manera autónoma con objetivos que a menudo contrastan con los intereses occidentales. Europa confirma su propia pequeñez política y sus propios líderes parecen confundidos y comprometidos con declaraciones de mero pragmatismo. El panorama general, por tanto, no es el mejor para el presidente de Estados Unidos, sin embargo la situación, precisamente por ser tan incierta, obliga a la primera potencia mundial a tomar una posición clara y no vacilante: es un acto necesario frente a la internacionalidad. escenario, sino también una respuesta a las presiones de una parte sustancial y políticamente relevante de su partido, que también incluye parte del centro. En Estados Unidos, el reconocimiento con Israel de los ciudadanos estadounidenses de la religión judía está en declive y esto puede fomentar una mayor convicción hacia una acción capaz de proteger los derechos de ambas partes y asumir una condena permanente de la violencia que incluye a la población civil. Lo que le ha faltado a Biden hasta ahora ha sido una acción diplomática capaz de ir más allá de los interlocutores habituales, pero capaz de involucrar también a Hamas, que aunque se considera una organización terrorista está directamente involucrada en el conflicto. Las implicaciones del asunto israelo-palestino deben seguir siendo centrales en la política estadounidense, precisamente para evitar situaciones similares a las vividas en Siria y recientemente en Turquía, donde la ausencia estadounidense ha permitido la llegada de nuevos protagonistas, capaces de cambiar estructuras y equilibrios regionales. . La acción de Irán, Turquía y Rusia es contraria a los intereses estadounidenses y occidentales y, a la larga, a los propios israelíes y palestinos; relanzar la solución de dos estados, a través de la presión sobre Tel Aviv para inducirlo a cumplir con los acuerdos y poner fin a la política de asentamientos y la falta de respeto por los ciudadanos árabes del estado de Israel, sigue siendo la mayor garantía para desactivar Hamas y quienes lo financian y finalmente dan estabilidad a la región; al fin y al cabo, es precisamente entre los judíos del mundo que el favor hacia esta solución está creciendo y si Biden sabe interpretarlo, podrá escribir en su currículum un resultado nunca logrado hasta ahora que será el factor más importante. en política exterior de su acción presidencial.
Biden muss ein Protagonist in der israelisch-palästinensischen Frage werden
Die Forderungen der Linken der Demokratischen Partei gegenüber dem Präsidenten der Vereinigten Staaten nach einer anderen Haltung gegenüber Israel stellen aufgrund der wachsenden Relevanz in der Partei und des Beitrags zur Wahl von Biden eine Neuheit auf institutioneller Ebene dar zum höchsten Büro Amerikaner. Sie sind eine institutionelle Neuheit aufgrund der großen Präsenz der Linken im Parlament, aber sie sind keine Neuheit in der politischen Debatte der USA, da sich immer ein erheblicher sozialer Anteil demokratischer Wähler gegen die Gewalt auf beiden Seiten ausgesprochen hat, insbesondere jedoch Aufmerksamkeit für Israel aufgrund der Nichteinhaltung von Vereinbarungen, der Ablehnung einer Zwei-Staaten-Lösung und der Gewalt, die häufig zu zivilen Opfern führte. Biden befand sich jedoch in einer von Trump geschaffenen Situation, die aufgrund des Mangels an Einschränkungen, die Obama hinterlassen hatte, ein leichtes Leben hatte. Der frühere amerikanische Präsident privilegierte die Beziehung zu Netanjahu sowohl aus persönlichen als auch aus politischen Gründen, indem er die amerikanische Politik völlig unausgewogen auf Israel ausrichtete, die Siedlungen der Siedlungen legitimierte und Jerusalem als Hauptstadt des israelischen Staates anerkannte. Die ungelöste Krise der israelischen Politik, die ständig auf Wahlen zurückgreifen muss, deren Ergebnisse unverändert bleiben und keine Lösung der Situation zulassen, hilft dem Land nicht, aber auch seinen Verbündeten, bei denen die USA auch nach dem Wandel die Hauptrolle spielen im Weißen Haus. Netanjahu ist ein skrupelloser Politiker und nutzt die aktuelle Situation, um zu verhindern, dass er von der Regierung vertrieben und von einer zunehmend kompromittierten Rechtssituation überwältigt wird. Biden machte bereits in seinen Absichten während der Wahlen den gleichen Fehler wie Obama: Die Privilegierung des Engagements in Südostasien, das sowohl aus geopolitischer als auch aus wirtschaftlicher Sicht als wichtiger und strategischer angesehen wurde, vernachlässigte die Aufmerksamkeit für die Situation im Nahen Osten und machte damit ein schwerwiegender Beurteilungsfehler. Die israelische Unterdrückung des Gazastreifens hat zu einem größeren finanziellen Engagement des Iran geführt, das es der Terroristengruppe ermöglicht, Waffen weiterzuentwickeln, wie in den letzten Tagen gezeigt wurde, und vor allem die Tatsache, dass sie unter den Einfluss Teherans geraten ist. Israels Haltung verdichtet die sunnitische Welt infolge des türkischen Aktivismus: Ankara bewegt sich, obwohl es Teil des Atlantischen Bündnisses ist, autonom mit Zielen, die oft im Widerspruch zu westlichen Interessen stehen. Europa bestätigt seine eigene politische Kleinheit und seine eigenen Führer scheinen verwirrt und den Erklärungen des bloßen Pragmatismus verpflichtet zu sein. Das allgemeine Bild ist daher nicht das beste für den US-Präsidenten, aber die Situation zwingt die erste Weltmacht, gerade weil sie so ungewiss ist, zu einer klaren und nicht zögernden Position: Es ist ein notwendiger Akt vor der internationalen Szenario, aber auch eine Reaktion auf den Druck eines wesentlichen und politisch relevanten Teils seiner Partei, zu der auch ein Teil des Zentrums gehört. In den USA nimmt die Anerkennung amerikanischer Bürger der jüdischen Religion bei Israel ab, und dies könnte zu einer stärkeren Überzeugung für eine Aktion führen, die die Rechte beider Parteien schützen und eine dauerhafte Verurteilung von Gewalt unter Einbeziehung der Zivilbevölkerung voraussetzen kann. Was Biden bisher gefehlt hat, waren diplomatische Maßnahmen, die über die üblichen Gesprächspartner hinausgehen, aber auch die Hamas einbeziehen können, die zwar als terroristische Organisation angesehen wird, aber direkt in den Konflikt verwickelt ist. Die Auswirkungen der israelisch-palästinensischen Affäre müssen für die amerikanische Politik von zentraler Bedeutung sein, gerade um Situationen zu verhindern, die denen in Syrien und in jüngster Zeit in der Türkei ähneln, wo die amerikanische Abwesenheit die Ankunft neuer Protagonisten ermöglicht hat, die in der Lage sind, Strukturen und Gleichgewichte regional zu verändern . Das Vorgehen des Iran, der Türkei und Russlands widerspricht den amerikanischen und westlichen Interessen und auf lange Sicht den Israelis und Palästinensern selbst. Der Neustart der Zwei-Staaten-Lösung durch den Druck auf Tel Aviv, sie zur Einhaltung der Abkommen zu bewegen und die Siedlungspolitik zu beenden, und die mangelnde Achtung der arabischen Bürger des Staates Israel bleiben die größte Sicherheit für die Entschärfung Die Hamas und diejenigen, die sie finanzieren und der Region endlich Stabilität geben; Schließlich wächst gerade unter den Juden der Welt die Bevorzugung dieser Lösung, und wenn Biden weiß, wie man sie interpretiert, kann er in sein Curriculum ein Ergebnis schreiben, das bisher nie erreicht wurde und das der wichtigste Faktor sein wird in der Außenpolitik seiner Präsidentschaftsaktion.
Biden doit devenir un protagoniste de la question israélo-palestinienne
Le sollecitazioni della sinistra del partito democratico, verso il presidente degli Stati Uniti, per una presa di posizione differente verso Israele, rappresentano una novità a livello istituzionale, dovuta alla crescente rilevanza nel partito ed al contributo fornito per l'elezione di Biden alla massima carica américaine. Ils constituent une nouveauté institutionnelle en raison de la forte présence de la gauche au parlement, mais ils ne sont pas une nouveauté dans le débat politique américain, car une part sociale substantielle des électeurs démocrates s'est toujours prononcée contre la violence des deux côtés, mais avec une attention particulière. attention à Israël en raison du non-respect des accords, du refus d'une solution à deux États et de la violence, qui ont souvent fait des victimes civiles. Biden, cependant, s'est retrouvé dans une situation créée par Trump, qui a eu une vie facile en raison du manque de contraintes laissées par Obama. L'ancien président américain a privilégié la relation avec Netanyahu, à la fois pour des affinités personnelles et politiques, dirigeant la politique américaine de manière totalement déséquilibrée vers Israël, donnant sa légitimité aux colonies des colonies et reconnaissant Jérusalem comme la capitale de l'État israélien. La crise non résolue de la politique israélienne, qui doit continuellement recourir à des élections dont les résultats restent inchangés et ne permettent pas une résolution de la situation, n'aide pas le pays, mais pas non plus ses alliés, où les États-Unis restent le principal, même après le changement à la Maison Blanche. Netanyahu est un politicien sans scrupules et utilise la situation actuelle pour éviter d'être expulsé par le gouvernement et d'être submergé par une situation judiciaire de plus en plus compromise. Biden, déjà dans ses intentions lors des élections, a commis la même erreur qu'Obama: privilégier l'engagement en Asie du Sud-Est jugé plus important et stratégique, tant d'un point de vue géopolitique qu'économique, négligeant l'attention sur la situation au Moyen-Orient et faisant ainsi une erreur d'appréciation majeure. La répression israélienne contre la bande de Gaza a provoqué un engagement financier iranien plus important, ce qui permet au groupe terroriste de disposer d'armes avancées, comme cela a été démontré ces derniers jours et, surtout, le fait qu'il est passé sous l'influence de Téhéran. L’attitude d’Israël compacte le monde sunnite en raison de l’activisme turc: Ankara, même si elle fait partie de l’Alliance atlantique, évolue de manière autonome avec des objectifs qui sont souvent en contradiction avec les intérêts occidentaux. L'Europe confirme sa propre petitesse politique et ses propres dirigeants semblent confus et attachés à des déclarations de simple pragmatisme. Le tableau général n'est donc pas le meilleur pour le président américain, mais la situation, précisément parce qu'elle est si incertaine, oblige la première puissance mondiale à prendre une position claire et non hésitante: c'est un acte nécessaire devant l'international. scénario, mais aussi une réponse aux pressions d'une partie substantielle et politiquement pertinente de son parti, qui comprend également une partie du centre. Aux États-Unis, la reconnaissance avec Israël des citoyens américains de la religion juive est en baisse et cela peut favoriser une plus grande conviction envers une action capable de protéger les droits des deux parties et d'assumer une condamnation permanente de la violence qui inclut les civils. Ce qui manquait à Biden jusqu'à présent, c'est une action diplomatique capable d'aller au-delà des interlocuteurs habituels, mais capable également d'impliquer le Hamas, qui bien qu'il soit considéré comme une organisation terroriste est directement impliqué dans le conflit. Les implications de l'affaire israélo-palestinienne doivent rester au cœur de la politique américaine, précisément pour éviter des situations similaires à celles vécues en Syrie et récemment en Turquie, où l'absence américaine a permis l'arrivée de nouveaux protagonistes, capables de changer les structures et les équilibres régionaux. . L'action de l'Iran, de la Turquie et de la Russie est contraire aux intérêts américains et occidentaux et, à long terme, aux Israéliens et aux Palestiniens eux-mêmes; relancer la solution à deux États, à travers la pression exercée sur Tel-Aviv pour l'amener à se conformer aux accords et à mettre fin à la politique de colonisation et au manque de respect des citoyens arabes de l'État d'Israël, reste la plus grande assurance pour désamorcer Le Hamas et ceux qui le financent et donnent enfin la stabilité à la région; après tout, c'est précisément parmi les juifs du monde que la faveur envers cette solution grandit et si Biden sait l'interpréter, il pourra écrire sur son programme un résultat jamais atteint jusqu'à présent qui sera le facteur le plus important. en politique étrangère de son action présidentielle.
Biden deve se tornar um protagonista na questão israelense-palestina
Os pedidos da esquerda do Partido Democrata, ao presidente dos Estados Unidos, por uma postura diferenciada em relação a Israel, representam uma novidade a nível institucional, devido à crescente relevância do partido e ao contributo previsto para a eleição de Biden para o mais alto escritório americano. São uma novidade institucional pela grande presença da esquerda no parlamento, mas não são novidade no debate político norte-americano, pois uma parcela substancial do eleitorado democrático sempre se manifestou contra a violência de ambos os lados, mas com particular atenção a Israel devido ao não cumprimento de acordos, negação de uma solução de dois estados e violência, que muitas vezes resultou em vítimas civis. Biden, no entanto, se viu diante de uma situação criada por Trump, que teve uma vida fácil devido à falta de constrangimentos deixada por Obama. O anterior presidente americano privilegiou o relacionamento com Netanyahu, tanto por afinidade pessoal quanto política, direcionando a política americana de forma totalmente desequilibrada para Israel, dando sua legitimidade aos assentamentos dos assentamentos e reconhecendo Jerusalém como a capital do estado israelense. A crise não resolvida da política de Israel, que deve recorrer continuamente a eleições cujos resultados permanecem inalterados e não permitem uma resolução da situação, não ajuda o país, mas tampouco seus aliados, onde os EUA continuam sendo os principais, mesmo após a mudança na Casa Branca. Netanyahu é um político sem escrúpulos e está usando a situação atual para evitar ser despejado pelo governo e ser oprimido por uma situação judicial cada vez mais comprometida. Biden, já em suas intenções durante as eleições, cometeu o mesmo erro de Obama: privilegiar o compromisso no Sudeste Asiático considerado mais importante e estratégico, tanto do ponto de vista geopolítico quanto econômico, negligenciando a atenção sobre a situação do Oriente Médio e assim tornando um grande erro de avaliação. A repressão israelense contra a Faixa de Gaza provocou um maior comprometimento financeiro iraniano, o que permite ao grupo terrorista dispor de armas avançadas, como demonstrado nos últimos dias e, sobretudo, o fato de estar sob a influência de Teerã. A atitude de Israel está compactando o mundo sunita como resultado do ativismo turco: Ancara, embora faça parte da Aliança Atlântica, está se movendo de forma autônoma com objetivos que muitas vezes contrastam com os interesses ocidentais. A Europa confirma sua própria pequenez política e seus próprios líderes parecem confusos e comprometidos com declarações de mero pragmatismo. O quadro geral não é, portanto, dos melhores para o presidente dos Estados Unidos, mas a situação, justamente por ser tão incerta, obriga a primeira potência mundial a tomar uma posição clara e não hesitante: é um ato necessário diante do internacional. cenário, mas também uma resposta às pressões de uma parte substancial e politicamente relevante de seu partido, que também inclui parte do centro. Nos Estados Unidos, o reconhecimento por parte de Israel dos cidadãos americanos da religião judaica está em declínio e isso pode fomentar uma maior convicção para uma ação capaz de proteger os direitos de ambas as partes e pressupor uma condenação permanente da violência que inclui civis. O que faltou a Biden até agora foi uma ação diplomática capaz de ir além dos interlocutores usuais, mas capaz de envolver também o Hamas, que embora seja considerado uma organização terrorista está diretamente envolvido no conflito. As implicações do caso israelense-palestino devem permanecer centrais na política americana, justamente para evitar situações semelhantes às vividas na Síria e recentemente na Turquia, onde a ausência americana permitiu a chegada de novos protagonistas, capazes de mudar estruturas e equilíbrios. . A ação do Irã, Turquia e Rússia é contrária aos interesses americanos e ocidentais e, no longo prazo, aos próprios israelenses e palestinos; relançar a solução de dois estados, através da pressão sobre Tel Aviv para induzi-la a cumprir os acordos e acabar com a política de assentamentos e a falta de respeito pelos cidadãos árabes do estado de Israel, continua sendo a maior garantia para desarmar Hamas e aqueles que o financiam e finalmente dão estabilidade à região; afinal, é justamente entre os judeus do mundo que cresce a preferência por essa solução e se Biden souber interpretá-la, poderá escrever em seu currículo um resultado até agora nunca alcançado que será o fator mais importante na política externa de sua ação presidencial.
Байден должен стать главным действующим лицом в израильско-палестинском вопросе
Просьбы левых от Демократической партии к президенту Соединенных Штатов об иной позиции по отношению к Израилю представляют собой новшество на институциональном уровне из-за растущей значимости партии и вклада, внесенного в избрание Байдена. в высшую американскую канцелярию. Они представляют собой институциональную новинку из-за большого присутствия левых в парламенте, но они не являются новинкой в политических дебатах в США, потому что значительная социальная доля демократических избирателей всегда высказывалась против насилия с обеих сторон, но с особым вниманием. внимание к Израилю из-за несоблюдения соглашений, отказа от решения на основе сосуществования двух государств и насилия, которое часто приводило к жертвам среди гражданского населения. Байден, однако, оказался в ситуации, созданной Трампом, у которого была легкая жизнь из-за отсутствия ограничений, оставленных Обамой. Предыдущий американский президент отдавал предпочтение отношениям с Нетаньяху как по личным, так и по политическим причинам, совершенно несбалансированно направляя американскую политику в сторону Израиля, обеспечивая легитимность поселений в поселениях и признавая Иерусалим столицей израильского государства. Неразрешенный кризис политики Израиля, который должен постоянно прибегать к выборам, результаты которых остаются неизменными и не позволяют разрешить ситуацию, не помогает стране, но не помогает ее союзникам, где США остаются главными даже после изменений. в Белом доме. Нетаньяху - беспринципный политик, и он использует сложившуюся ситуацию, чтобы не допустить выселения правительством и подавления все более скомпрометированной судебной ситуации. Байден, уже в своих намерениях во время выборов, совершил ту же ошибку, что и Обама: отдавая предпочтение обязательствам в Юго-Восточной Азии, считавшимся более важным и стратегическим, как с геополитической, так и с экономической точки зрения, пренебрегая вниманием к ситуации на Ближнем Востоке и, таким образом, большая ошибка оценки. Репрессии Израиля против сектора Газа спровоцировали более серьезные финансовые обязательства Ирана, что позволяет террористической группе иметь современное оружие, что продемонстрировано в последние дни, и, прежде всего, тот факт, что она попала под влияние Тегерана. Позиция Израиля уплотняет суннитский мир в результате турецкой активности: Анкара, даже при том, что она является частью Атлантического Альянса, движется автономно, преследуя цели, которые часто противоречат интересам Запада. Европа подтверждает свою политическую ничтожность, а ее собственные лидеры выглядят сбитыми с толку и привержены декларациям простого прагматизма. Таким образом, общая картина не самая лучшая для президента США, однако ситуация, именно потому, что она настолько неопределенна, вынуждает первую мировую державу занять четкую и не колеблющуюся позицию: это необходимый шаг перед международным сообществом. сценарий, но также и ответ на давление существенной и политически значимой части его партии, которая также включает часть центра. В США признание Израилем американских граждан иудейской религии идет на убыль, и это может способствовать большей убежденности в отношении действий, способных защитить права обеих сторон и предполагающих постоянное осуждение насилия, которое включает в себя гражданское население. Чего Байдену пока не хватало, так это дипломатических действий, способных выйти за рамки обычных собеседников, но также способных привлечь ХАМАС, который, хотя и считается террористической организацией, принимает непосредственное участие в конфликте. Последствия израильско-палестинского конфликта должны оставаться в центре американской политики именно для предотвращения ситуаций, подобных тем, которые произошли в Сирии и недавно в Турции, где отсутствие Америки позволило появиться новым действующим лицам, способным изменить структуры и равновесия. . Действия Ирана, Турции и России противоречат американским и западным интересам и, в конечном итоге, самим израильтянам и палестинцам; возобновление решения о двух государствах посредством давления на Тель-Авив с целью побудить его соблюдать соглашения и положить конец политике поселений и неуважению арабских граждан государства Израиль, остается величайшей гарантией разрядки ХАМАС и те, кто его финансирует и, наконец, дает стабильность в регионе; в конце концов, именно среди евреев мира растет предпочтение к этому решению, и если Байден знает, как его интерпретировать, он сможет записать в свою учебную программу результат, которого до сих пор не достигали, что будет самым важным фактором. во внешней политике его президентских действий.