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lunedì 11 ottobre 2021

Riconoscere Taiwan

 Al momento soltanto 22 nazioni riconoscono in forma ufficiale Taiwan, a causa della contrarietà della Cina, che ritiene l’isola di Formosa un territorio facente parte della propria sovranità. L’ovvia importanza economica di Pechino sulla scena globale, impedisce, per ragioni di opportunità, le aspirazioni di Taiwan ad essere riconosciuta ufficialmente in ambito internazionale ed i contatti con gli stati esteri avvengono soltanto in maniera informale, attraverso uffici commerciali e di rappresentanza di tipo imprenditoriale; in realtà spesso questi uffici sono vere e proprie rappresentanze diplomatiche nascoste, proprio per non urtare il colosso cinese. La questione non è secondaria, dopo le minacce cinesi portate con le prove di forza mediante il sorvolo di aerei militari di Pechino sullo spazio di Taiwan e le dichiarazioni del presidente cinese, che, ancora una volta, ha parlato espressamente di necessità di congiungere il territorio di Taiwan con la madrepatria cinese secondo il metodo di uno stato due sistemi, già usato con Hong Kong, ma poi assolutamente non mantenuto. La leadership cinese ritiene di fondamentale importanza, per il suo progetto geopolitico, l’annessione di Taiwan, oltre che in ottica interna, è funzionale al progetto di dominio delle vie di comunicazione marine, ritenute sempre più essenziali per la movimentazione delle merci; tuttavia l’ottica interna è valutata molto importante dal governo di Pechino, perché è considerata una sorta di distrazione di massa dai problemi della repressione dei musulmani uiguri, della situazione di Hong Kong e di come è trattato il dissenso in generale. Il governo cinese intende usare il nazionalismo per spostare l’attenzione dai problemi interni, nei quali rientrano anche la difficile situazione debitoria degli enti locali, sui quali viene riversato l’intero debito nazionale, e gli stati di crisi di molte aziende cinesi, dei quali la bolla immobiliare rappresenta soltanto l’aspetto più evidente. Risulta chiaro che le ambizioni di Pechino in ambito regionale non sono gradite ai paesi occidentali coinvolti nell’area. L’attenzione sempre maggiore degli Stati Uniti si è concretizzata con una maggiore presenza nell’area e nella costruzione di alleanze militare in chiara funzione anticinese. Anche recentemente la notizia che istruttori militari statunitensi siano presenti a Taiwan per addestrare l’esercito locale alla guerra asimmetrica, per fronteggiare una possibile invasione cinese, ha aumentato la tensione tra le due superpotenze. La  domande centrale è se esiste una concreta possibilità di conflitto, dato che una reazione occidentale è da dare per certa in caso di invasione cinese di Taiwan. Secondo alcuni analisti una deriva militare sarebbe fortemente probabile nel caso di iniziativa bellica da parte della Cina; questa eventualità avrebbe ripercussioni enormi su tutta la scala globale dei rapporti tra gli stati ed anche dal punto di vista economico, provocando una contrazione a livello mondiale del prodotto interno lordo complessivo e dei singoli stati. Questo scenario è quindi da evitare in ogni caso, usando mezzi pacifici. Una soluzione potrebbe essere il riconoscimento da parte di più stati possibili di Taiwan come entità statale sovrana ed autonoma, un riconoscimento fatto da un elevato numero di nazioni ed effettuato con una tempistica contemporanea, obbligherebbe Pechino a prendere atto di questo nuovo stato di cose, senza avere possibilità di ritorsioni verso i paesi che volessero riconoscere Taiwan a livello internazionale. La Cina, di fronte ad una tale mobilitazione internazionale, sarebbe obbligata ad adottare un atteggiamento differente nei confronti di Taiwan e certamente più moderato. L’attuazione di questo riconoscimento in una così vasta platea non sembra essere una cosa agevole, ma merita delle considerazioni approfondite perché i suoi effetti sarebbero in grado di disinnescare la minaccia di un conflitto dagli esiti incerti e limiterebbero la dimensione internazionale di Pechino, suscitando, finalmente anche ricadute sullo stato dei diritti umani e civili del paese cinese. Anziché impegnarsi soltanto in un riarmo preventivo, che sarebbe l’unico fondamento di una pace armata, la soluzione diplomatica del riconoscimento di Taiwan potrebbe rappresentare una soluzione pacifica ed intelligente, capace di consentire una riunione del campo occidentale, ora più che mai necessaria, insieme ad un segnale molto forte nei confronti della Cina e come reazione al suo espansionismo.

Recognize Taiwan

 At the moment, only 22 nations officially recognize Taiwan, due to the opposition of China, which considers the island of Formosa to be part of its sovereignty. The obvious economic importance of Beijing on the global scene prevents, for reasons of expediency, Taiwan's aspirations to be officially recognized internationally and contacts with foreign states take place only informally, through commercial and representative offices of the type entrepreneurial; in reality these offices are often real hidden diplomatic representations, precisely in order not to hurt the Chinese giant. The issue is not secondary, after the Chinese threats brought with the tests of force through the overflight of military aircraft from Beijing on Taiwan's space and the statements of the Chinese president, who, once again, spoke expressly of the need to join the territory. Taiwan with the Chinese motherland according to the method of one state two systems, already used with Hong Kong, but then absolutely not maintained. The Chinese leadership considers the annexation of Taiwan to be of fundamental importance for its geopolitical project, as well as from an internal perspective, it is functional to the project to dominate the marine communication routes, considered increasingly essential for the movement of goods; however, the internal perspective is considered very important by the Beijing government, because it is considered a sort of mass distraction from the problems of the repression of Uighur Muslims, the situation in Hong Kong and how dissent is treated in general. The Chinese government intends to use nationalism to shift attention away from internal problems, which also include the difficult debt situation of local authorities, on which the entire national debt is paid, and the crisis states of many Chinese companies, of which the housing bubble is only the most obvious aspect. It is clear that Beijing's ambitions in the region are not to the liking of the Western countries involved in the area. The increasing attention of the United States has resulted in a greater presence in the area and in the construction of military alliances with a clear anti-Chinese function. Recently, the news that US military instructors are present in Taiwan to train the local army in asymmetric warfare, to face a possible Chinese invasion, has increased the tension between the two superpowers. The central question is whether there is a real possibility of conflict, given that a Western reaction is to be taken for granted in the event of a Chinese invasion of Taiwan. According to some analysts, a military drift would be highly probable in the case of a war initiative by China; this eventuality would have enormous repercussions on the entire global scale of relations between states and also from an economic point of view, causing a worldwide contraction of the overall gross domestic product and of the individual states. This scenario is therefore to be avoided in any case, using peaceful means. One solution could be the recognition by several possible states of Taiwan as a sovereign and autonomous state entity, a recognition made by a large number of nations and carried out with a contemporary timing, would force Beijing to take note of this new state of affairs, without have the possibility of retaliation against countries that want to recognize Taiwan internationally. China, faced with such an international mobilization, would be obliged to adopt a different and certainly more moderate attitude towards Taiwan. The implementation of this recognition in such a vast audience does not seem to be an easy thing, but it deserves in-depth considerations because its effects would be able to defuse the threat of a conflict with uncertain outcomes and would limit the international dimension of Beijing, arousing, finally also effects on the state of human and civil rights of the Chinese country. Instead of engaging only in preventive rearmament, which would be the only foundation of an armed peace, the diplomatic solution of Taiwan's recognition could represent a peaceful and intelligent solution, capable of allowing a reunion of the Western camp, now more necessary than ever, together. to a very strong signal towards China and as a reaction to its expansionism.

Reconocer a Taiwán

 Por el momento, solo 22 naciones reconocen oficialmente a Taiwán, debido a la oposición de China, que considera a la isla de Formosa como parte de su soberanía. La evidente importancia económica de Beijing en el escenario global impide, por razones de conveniencia, las aspiraciones de Taiwán de ser oficialmente reconocidas internacionalmente y los contactos con estados extranjeros se realizan solo de manera informal, a través de oficinas comerciales y de representación del tipo empresarial; en realidad, estas oficinas son a menudo representaciones diplomáticas reales ocultas, precisamente para no lastimar al gigante chino. El tema no es secundario, luego de las amenazas chinas traídas con las pruebas de fuerza a través del sobrevuelo de aviones militares desde Pekín sobre el espacio de Taiwán y las declaraciones del presidente chino, quien, una vez más, habló expresamente de la necesidad de incorporarse al territorio. Taiwán con la patria china de acuerdo con el método de un estado dos sistemas, ya utilizado con Hong Kong, pero luego absolutamente no mantenido. El liderazgo chino considera que la anexión de Taiwán es de fundamental importancia para su proyecto geopolítico, así como desde una perspectiva interna, es funcional al proyecto dominar las vías de comunicación marítima, consideradas cada vez más imprescindibles para el movimiento de mercancías; sin embargo, la perspectiva interna es considerada muy importante por el gobierno de Beijing, porque se considera una especie de distracción masiva de los problemas de la represión de los musulmanes uigures, la situación en Hong Kong y cómo se trata la disidencia en general. El gobierno chino tiene la intención de utilizar el nacionalismo para desviar la atención de los problemas internos, que también incluyen la difícil situación de la deuda de las autoridades locales, en la que se paga toda la deuda nacional, y los estados de crisis de muchas empresas chinas, de las cuales la burbuja inmobiliaria. es solo el aspecto más obvio. Está claro que las ambiciones de Beijing en la región no son del agrado de los países occidentales involucrados en el área. La creciente atención de Estados Unidos se ha traducido en una mayor presencia en la zona y en la construcción de alianzas militares con una clara función anti-china. Incluso recientemente, la noticia de que instructores militares estadounidenses están presentes en Taiwán para entrenar al ejército local en una guerra asimétrica, para enfrentar una posible invasión china, ha aumentado la tensión entre las dos superpotencias. La cuestión central es si existe una posibilidad real de conflicto, dado que una reacción occidental debe darse por sentada en caso de una invasión china de Taiwán. Según algunos analistas, una deriva militar sería muy probable en el caso de una iniciativa de guerra de China; esta eventualidad tendría enormes repercusiones en toda la escala global de las relaciones entre estados y también desde un punto de vista económico, provocando una contracción mundial del producto interior bruto global y de los estados individuales. Por lo tanto, este escenario debe evitarse en cualquier caso, utilizando medios pacíficos. Una solución podría ser el reconocimiento por parte de varios posibles estados de Taiwán como una entidad estatal soberana y autónoma, un reconocimiento hecho por un gran número de naciones y llevado a cabo con una sincronización contemporánea, obligaría a Pekín a tomar nota de este nuevo estado de cosas. sin tener la posibilidad de represalias contra países que quieran reconocer a Taiwán internacionalmente. China, ante tal movilización internacional, se vería obligada a adoptar una actitud diferente y ciertamente más moderada hacia Taiwán. La implementación de este reconocimiento en una audiencia tan amplia no parece una cosa fácil, pero merece una consideración en profundidad porque sus efectos podrían desactivar la amenaza de un conflicto con resultados inciertos y limitarían la dimensión internacional de Beijing. , despertando, finalmente, también efectos sobre el estado de los derechos humanos y civiles del país chino. En lugar de dedicarse únicamente al rearme preventivo, que sería el único fundamento de una paz armada, la solución diplomática del reconocimiento de Taiwán podría representar una solución pacífica e inteligente, capaz de permitir una reunión del bando occidental, ahora más necesario que nunca, juntos. . a una señal muy fuerte hacia China y como reacción a su expansionismo.

Taiwan erkennen

 Derzeit erkennen nur 22 Nationen Taiwan offiziell an, da China die Insel Formosa als Teil seiner Souveränität betrachtet. Die offensichtliche wirtschaftliche Bedeutung Pekings auf der Weltbühne verhindert aus Zweckmäßigkeitsgründen eine offizielle Anerkennung von Taiwans Bestrebungen international und Kontakte mit ausländischen Staaten erfolgen nur informell über Handels- und Repräsentanzen der Art. unternehmerisch; in Wirklichkeit sind diese Büros oft echte versteckte diplomatische Vertretungen, gerade um dem chinesischen Riesen nicht zu schaden. Das Thema ist nicht zweitrangig, nach den chinesischen Drohungen, die mit den Gewalttests durch den Überflug von Militärflugzeugen von Peking auf Taiwans Raum gebracht wurden, und den Erklärungen des chinesischen Präsidenten, der erneut ausdrücklich von der Notwendigkeit sprach, sich dem Territorium anzuschließen. Taiwan mit dem chinesischen Mutterland nach der Methode von Ein-Staat-zwei-Systemen, bereits mit Hongkong verwendet, dann aber absolut nicht gepflegt. Die chinesische Führung hält die Annexion Taiwans für von grundlegender Bedeutung für ihr geopolitisches Projekt, und aus interner Sicht ist es für das Projekt zweckmäßig, die maritimen Kommunikationswege zu dominieren, die für den Warenverkehr immer wichtiger werden; die interne Perspektive wird jedoch von der Pekinger Regierung als sehr wichtig erachtet, da sie als eine Art Massenablenkung von den Problemen der Repression gegen uigurische Muslime, der Situation in Hongkong und dem Umgang mit abweichenden Meinungen im Allgemeinen betrachtet wird. Mit dem Nationalismus will die chinesische Regierung die Aufmerksamkeit von den internen Problemen ablenken, zu denen auch die schwierige Schuldensituation der Kommunen, auf die die gesamte Staatsverschuldung gezahlt wird, und die Krisenzustände vieler chinesischer Unternehmen, zu denen die Immobilienblase gehört ist nur der offensichtlichste Aspekt. Es ist klar, dass Pekings Ambitionen in der Region den westlichen Ländern, die sich in der Region engagieren, nicht gefallen. Die zunehmende Aufmerksamkeit der Vereinigten Staaten hat zu einer größeren Präsenz in der Region und zum Aufbau von Militärbündnissen mit einer klaren antichinesischen Funktion geführt. Noch vor kurzem hat die Nachricht, dass US-Militärausbilder in Taiwan anwesend sind, um die lokale Armee in asymmetrischer Kriegsführung auszubilden, um einer möglichen chinesischen Invasion zu begegnen, die Spannungen zwischen den beiden Supermächten noch verstärkt. Die zentrale Frage ist, ob es eine reale Konfliktmöglichkeit gibt, da im Falle einer chinesischen Invasion Taiwans eine westliche Reaktion selbstverständlich ist. Im Falle einer Kriegsinitiative Chinas wäre nach Ansicht einiger Analysten eine militärische Drift sehr wahrscheinlich; dieser fall hätte enorme auswirkungen auf das gesamte globale maßstab der staatenbeziehungen und auch aus ökonomischer sicht und würde zu einer weltweiten schrumpfung des gesamten bruttoinlandsprodukts und der einzelnen staaten führen. Dieses Szenario ist daher auf jeden Fall mit friedlichen Mitteln zu vermeiden. Eine Lösung könnte die Anerkennung Taiwans durch mehrere mögliche Staaten als souveränes und autonomes Staatsgebilde sein, eine Anerkennung durch eine Vielzahl von Nationen und zu einem zeitgemäßen Zeitpunkt würde Peking zwingen, diese neue Sachlage zur Kenntnis zu nehmen, ohne die Möglichkeit von Vergeltungsmaßnahmen gegen Länder, die Taiwan international anerkennen wollen. China wäre angesichts einer solchen internationalen Mobilisierung gezwungen, gegenüber Taiwan eine andere und sicherlich gemäßigtere Haltung einzunehmen. Die Umsetzung dieser Anerkennung bei einem so großen Publikum scheint keine leichte Sache zu sein, verdient jedoch eingehende Überlegungen, da ihre Auswirkungen einen drohenden Konflikt mit ungewissem Ausgang entschärfen könnten und die internationale Dimension Pekings einschränken würden , erregende, schließlich auch Auswirkungen auf den Zustand der Menschen- und Bürgerrechte des chinesischen Landes. Anstatt nur eine präventive Aufrüstung zu betreiben, die die einzige Grundlage für einen bewaffneten Frieden wäre, könnte die diplomatische Lösung der Anerkennung Taiwans eine friedliche und intelligente Lösung darstellen, die eine Wiedervereinigung des westlichen Lagers, das jetzt notwendiger denn je ist, gemeinsam ermöglicht .auf ein sehr starkes Signal an China und als Reaktion auf dessen Expansionsdrang.

Reconnaître Taïwan

 À l'heure actuelle, seules 22 nations reconnaissent officiellement Taïwan, en raison de l'opposition de la Chine, qui considère l'île de Formose comme faisant partie de sa souveraineté. L'importance économique évidente de Pékin sur la scène mondiale empêche, pour des raisons d'opportunité, les aspirations de Taïwan à être officiellement reconnue internationalement et les contacts avec les États étrangers n'ont lieu qu'informellement, à travers des bureaux commerciaux et de représentation de type entrepreneurial ; en réalité ces bureaux sont souvent de véritables représentations diplomatiques cachées, justement pour ne pas blesser le géant chinois. La question n'est pas secondaire, après les menaces chinoises apportées avec les tests de force à travers le survol d'avions militaires de Pékin sur l'espace taïwanais et les déclarations du président chinois, qui, une fois de plus, a expressément évoqué la nécessité de rejoindre le territoire. Taiwan avec la mère patrie chinoise selon la méthode d'un état deux systèmes, déjà utilisée avec Hong Kong, mais alors absolument pas maintenue. La direction chinoise considère que l'annexion de Taiwan est d'une importance fondamentale pour son projet géopolitique, ainsi que d'un point de vue interne, elle est fonctionnelle au projet de dominer les voies de communication maritime, considérées de plus en plus essentielles pour la circulation des marchandises ; cependant, la perspective interne est considérée comme très importante par le gouvernement de Pékin, car elle est considérée comme une sorte de distraction massive des problèmes de la répression des musulmans ouïghours, de la situation à Hong Kong et de la manière dont la dissidence est traitée en général. Le gouvernement chinois entend utiliser le nationalisme pour détourner l'attention des problèmes internes, qui incluent également la situation difficile d'endettement des collectivités locales, sur lesquelles la totalité de la dette nationale est payée, et les états de crise de nombreuses entreprises chinoises, dont la bulle immobilière n'est que l'aspect le plus évident. Il est clair que les ambitions de Pékin dans la région ne sont pas du goût des pays occidentaux impliqués dans la région. L'attention croissante des États-Unis s'est traduite par une plus grande présence dans la zone et par la construction d'alliances militaires avec une fonction clairement anti-chinoise. Encore récemment, la nouvelle que des instructeurs militaires américains sont présents à Taïwan pour entraîner l'armée locale à la guerre asymétrique, pour faire face à une éventuelle invasion chinoise, a accru la tension entre les deux superpuissances. La question centrale est de savoir s'il existe une réelle possibilité de conflit, étant donné qu'une réaction occidentale est à considérer comme allant de soi en cas d'invasion chinoise de Taïwan. Selon certains analystes, une dérive militaire serait hautement probable en cas d'initiative de guerre de la Chine ; cette éventualité aurait des répercussions énormes sur toute l'échelle mondiale des relations entre les États et aussi d'un point de vue économique, provoquant une contraction mondiale du produit intérieur brut global et des États individuels. Ce scénario est donc à éviter dans tous les cas, par des moyens pacifiques. Une solution pourrait être la reconnaissance par plusieurs états possibles de Taiwan en tant qu'entité étatique souveraine et autonome, une reconnaissance faite par un grand nombre de nations et réalisée avec un timing contemporain, obligerait Pékin à prendre acte de ce nouvel état de fait, sans avoir la possibilité de représailles contre les pays qui veulent reconnaître Taiwan au niveau international. La Chine, face à une telle mobilisation internationale, serait contrainte d'adopter une attitude différente et certainement plus modérée vis-à-vis de Taiwan. La mise en œuvre de cette reconnaissance auprès d'un public aussi vaste ne semble pas être chose aisée, mais elle mérite des réflexions approfondies car ses effets seraient à même de désamorcer la menace d'un conflit aux issues incertaines et limiteraient la dimension internationale de Pékin , suscitant, enfin, des effets sur l'état des droits humains et civils du pays chinois. Au lieu de s'engager uniquement dans un réarmement préventif, qui serait le seul fondement d'une paix armée, la solution diplomatique de la reconnaissance de Taiwan pourrait représenter une solution pacifique et intelligente, capable de permettre une réunion du camp occidental, aujourd'hui plus nécessaire que jamais, ensemble .à un signal très fort envers la Chine et en réaction à son expansionnisme.

Reconhecer Taiwan

 No momento, apenas 22 nações reconhecem oficialmente Taiwan, devido à oposição da China, que considera a ilha de Formosa como parte de sua soberania. A óbvia importância econômica de Pequim no cenário global impede, por razões de conveniência, as aspirações de Taiwan de ser oficialmente reconhecido internacionalmente e os contatos com países estrangeiros ocorrem apenas informalmente, por meio de escritórios comerciais e de representação do tipo empresarial; na realidade, esses escritórios costumam ser verdadeiras representações diplomáticas ocultas, precisamente para não prejudicar o gigante chinês. A questão não é secundária, depois das ameaças chinesas trazidas com os testes de força através do sobrevoo de aviões militares de Pequim no espaço de Taiwan e das declarações do presidente chinês, que, mais uma vez, falou expressamente da necessidade de aderir ao território. Taiwan com a pátria chinesa de acordo com o método de um estado de dois sistemas, já usado com Hong Kong, mas absolutamente não mantido. A liderança chinesa considera que a anexação de Taiwan é de fundamental importância para o seu projeto geopolítico, assim como do ponto de vista interno, é funcional ao projeto dominar as vias de comunicação marítima, consideradas cada vez mais essenciais para a circulação de mercadorias; no entanto, a perspectiva interna é considerada muito importante pelo governo de Pequim, porque é considerada uma espécie de distração em massa dos problemas da repressão aos muçulmanos uigures, da situação em Hong Kong e do tratamento geral da dissidência. O governo chinês pretende usar o nacionalismo para desviar a atenção dos problemas internos, que incluem também a difícil situação de endividamento das autoridades locais, sobre as quais toda a dívida nacional é paga, e os estados de crise de muitas empresas chinesas, entre as quais a bolha imobiliária é apenas o aspecto mais óbvio. É claro que as ambições de Pequim na região não são do agrado dos países ocidentais envolvidos na área. A crescente atenção dos Estados Unidos resultou em uma maior presença na área e na construção de alianças militares com uma clara função anti-chinesa. Ainda recentemente, a notícia de que instrutores militares americanos estão presentes em Taiwan para treinar o exército local na guerra assimétrica, para enfrentar uma possível invasão chinesa, aumentou a tensão entre as duas superpotências. A questão central é se existe uma possibilidade real de conflito, uma vez que uma reação ocidental deve ser tomada como certa no caso de uma invasão chinesa de Taiwan. De acordo com alguns analistas, uma deriva militar seria altamente provável no caso de uma iniciativa de guerra da China; esta eventualidade teria enormes repercussões em toda a escala global das relações entre os estados e também do ponto de vista econômico, causando uma contração mundial do produto interno bruto total e dos estados individuais. Este cenário deve, portanto, ser evitado em qualquer caso, por meios pacíficos. Uma solução poderia ser o reconhecimento por vários possíveis estados de Taiwan como uma entidade estatal soberana e autônoma, um reconhecimento feito por um grande número de nações e realizado em um momento contemporâneo, forçaria Pequim a tomar conhecimento deste novo estado de coisas, sem ter a possibilidade de retaliação contra países que desejam reconhecer Taiwan internacionalmente. A China, diante de tal mobilização internacional, seria forçada a adotar uma atitude diferente e certamente mais moderada em relação a Taiwan. A implementação desse reconhecimento em um público tão vasto não parece ser algo fácil, mas merece considerações aprofundadas porque seus efeitos seriam capazes de neutralizar a ameaça de um conflito de resultados incertos e limitariam a dimensão internacional de Pequim. , despertando, finalmente, também efeitos sobre o estado dos direitos humanos e civis do país chinês. Ao invés de se engajar apenas no rearmamento preventivo, que seria o único alicerce de uma paz armada, a solução diplomática do reconhecimento de Taiwan poderia representar uma solução pacífica e inteligente, capaz de permitir uma reunião do campo ocidental, agora mais necessário do que nunca, juntos .a um sinal muito forte dirigido à China e como reacção ao seu expansionismo.

Узнай Тайвань

 На данный момент только 22 государства официально признают Тайвань из-за противодействия Китая, который считает остров Формоза частью своего суверенитета. Очевидное экономическое значение Пекина на мировой арене по соображениям целесообразности препятствует стремлению Тайваня получить официальное международное признание, а контакты с иностранными государствами осуществляются только неформально, через коммерческие и представительские офисы предпринимательского типа; на самом деле эти офисы часто являются настоящими скрытыми дипломатическими представительствами именно для того, чтобы не навредить китайскому гиганту. Вопрос не второстепенный после китайских угроз, принесенных с испытанием силы в результате пролета военных самолетов из Пекина в космос Тайваня, и заявлений президента Китая, который в очередной раз прямо заявил о необходимости присоединения к этой территории. Тайвань с китайской родиной по методу одного государства и двух систем, который уже применялся с Гонконгом, но тогда совершенно не эксплуатировался. Китайское руководство считает, что аннексия Тайваня имеет фундаментальное значение для его геополитического проекта, а также с внутренней точки зрения функциональным для проекта является доминирование над морскими коммуникационными маршрутами, которые считаются все более важными для движения товаров; тем не менее, внутренняя перспектива считается очень важной для правительства Пекина, потому что она считается своего рода массовым отвлечением от проблем репрессий в отношении уйгурских мусульман, ситуации в Гонконге и того, как в целом трактуется инакомыслие. Китайское правительство намерено использовать национализм, чтобы отвлечь внимание от внутренних проблем, которые также включают тяжелую долговую ситуацию местных властей, по которой выплачивается весь государственный долг, и состояние кризиса многих китайских компаний, из которых пузырь на рынке жилья это только самый очевидный аспект. Понятно, что амбиции Пекина в регионе не устраивают западные страны, вовлеченные в этот регион. Повышенное внимание Соединенных Штатов привело к увеличению присутствия в этом районе и созданию военных союзов с явной антикитайской функцией. Даже недавно новости о том, что американские военные инструкторы присутствуют на Тайване, чтобы обучать местную армию асимметричной войне, чтобы противостоять возможному китайскому вторжению, усилили напряженность между двумя сверхдержавами. Центральный вопрос заключается в том, существует ли реальная возможность конфликта, учитывая, что реакцию Запада следует воспринимать как должное в случае китайского вторжения на Тайвань. По мнению некоторых аналитиков, военный дрейф весьма вероятен в случае военной инициативы Китая; эта возможность будет иметь огромные последствия для всего глобального масштаба отношений между государствами, а также с экономической точки зрения, вызывая сокращение общего валового внутреннего продукта и отдельных государств во всем мире. Поэтому в любом случае следует избегать этого сценария мирными средствами. Решением могло бы стать признание несколькими возможными государствами Тайваня в качестве суверенного и автономного государственного образования, признание, сделанное большим количеством стран и осуществленное в современные сроки, заставило бы Пекин обратить внимание на это новое положение дел. без возможности возмездия против стран, которые хотят признать Тайвань на международном уровне. Китай, столкнувшись с такой международной мобилизацией, был бы вынужден занять иное и, безусловно, более умеренное отношение к Тайваню. Внедрение этого признания в такой обширной аудитории не кажется легким делом, но оно заслуживает более глубокого рассмотрения, поскольку его последствия могли бы снизить угрозу конфликта с неопределенными исходами и ограничили бы международное измерение Пекина. , возбуждая, наконец, также влияет на состояние прав человека и гражданина Китая. Вместо того, чтобы заниматься только превентивным перевооружением, которое было бы единственной основой вооруженного мира, дипломатическое решение признания Тайваня могло бы представлять собой мирное и разумное решение, способное позволить объединение западного лагеря, которое сейчас более необходимо, чем когда-либо, вместе. ... в качестве очень сильного сигнала в сторону Китая и в качестве реакции на его экспансионизм.