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giovedì 30 giugno 2022

تحالف الأطلسي يحذر روسيا والصين من حماية مصالحهما

 وافق اجتماع مدريد لحلف الأطلسي على تغيير مكان وهدف منظمة بروكسل ، ولكن قبل كل شيء ، سمح بحيوية جديدة تمليها احتمالات اللحظة ، والتي يُفترض أنها حل طويل الأجل وصعب ، من أجل التي تتطلب اعترافًا رسميًا ، الأمر الذي يتطلب قرارات عملية لمواجهة الخصوم. من المستجدات الرئيسية تخلي السويد وفنلندا عن الحياد للانضمام إلى الحلف الأطلسي ، وقد تم حل الخلافات مع تركيا ، مع توقيت سريع إلى حد ما إذا كان يتعلق بسلوك أردوغان ، مما يسمح بتوسيع كبير للمنطقة. العمليات المحتملة ، حيث تعتبر الحدود التي تشترك فيها الدولة الفنلندية مع روسيا ، والمحاطة الآن غرب حدودها ، مهمة للغاية. سمحت أهمية الدور غير الطوعي لموسكو كمحرك لقوة دفع الحلف الأطلسي ، باعتراف قوي بالحاجة إلى حماية الحدود وما يترتب على ذلك من سلامة الأراضي ، فضلاً عن سيادة الدول الفردية التي تنتمي إلى التحالف. على الرغم من أن روسيا تمثل حالة الطوارئ الأكثر حداثة ، والتي تلزمنا باعتبار الأزمة الحالية هي الأسوأ منذ نهاية الحرب العالمية الثانية والتي تتطلب بالتالي إعادة تسليح ضخمة وربما تعبئة عسكرية كبيرة ، فإن رؤية الحلف الأطلسي يجب أن تكون بالضرورة أوسع من ذلك بكثير. سيناريو العالم العام ، بخلاف السيناريو الأوروبي ، يشحذ المنافسة الاستراتيجية في السياق العالمي وستصبح التحديات الحالية والمستقبلية على الاقتصاد غاضبة بشكل متزايد ، ولكن ليس فقط: تتضمن تعدد الأقطاب في المشهد الدبلوماسي مخاطر كبيرة على الأصول الجيوسياسية ، إن وجود حالات طوارئ إرهابية وانتشار الأسلحة النووية يشكلان تهديدات ملموسة بشكل متزايد للاستجابة لها. إذا كانت روسيا هي الحاضر الأكثر إلحاحًا ، فإن العلاقة مع الصين ليست مهملة ، والتي تحتاج إلى إيجاد حوار معها حتى لا تنهي العلاقة كما هو الحال مع الكرملين ؛ ومع ذلك ، فمن المسلم به أن بكين تستخدم أساليب عنيفة وقسرية لتحقيق نتائج ، داخليًا ، على النقيض من القيم الغربية ، بينما تستخدم خارجيًا ، على غرار روسيا ، أنظمة للتأثير على الدول الغربية وتصر على تصدير نفوذها السياسي والاقتصادي نحو الدول الفقيرة بينما في موضوع القرب من موسكو يمثل خطرًا موضوعيًا على الغرب يجب تحذيره من عواقبه المحتملة. لا شك أن مشكلة العلاقات مع الدول الاستبدادية ستصاحب المستقبل ، مع قضايا يصعب حلها ، مثل انتشار الأسلحة ، ليس فقط الأسلحة النووية ، ولكن أيضًا الأسلحة الكيميائية والبكتريولوجية وأيضًا عواقب الاحتباس الحراري: إذا كانت النوايا هي تلك التي تستخدم الدبلوماسية ، فمن الضروري توقع مواقف المواجهة التي تتطلب مواقف صعبة للغاية والتي قد تشمل أيضًا الاستخدام المحتمل للقوة. لكن أفريقيا أيضًا تمثل حالة طوارئ ، لأنها تشهد ظروفًا مواتية لتطور التطرف الذي يزدهر بفضل المجاعات والأزمات الغذائية والإنسانية ، كما أن الاستثمار في القارة السوداء يعني وقف توسع وطموح الصين وروسيا ، وهما تدريجيًا يملأ الفراغات التي خلفها الغربيون. تتعلق استنتاجات القمة بانتهاء مشروع إقامة علاقات ودية مع ورثة السوفييت ، كما ورد في عام 2010 في لشبونة ، يدرك الحلف الأطلسي تمامًا أن موسكو تعمل حاليًا بشكل مباشر على تغيير استقرار أوروبا والمحيط الأطلسي. تحالف ، بطرق ، حتى خفية ، تتراوح من البحث عن إنشاء مناطق سيطرة من خلال العدوان والضم والتخريب ، بالوسائل التقليدية للحرب ، في الوقت الحالي ، ولكن أيضًا محوسبًا. إن خطاب الكرملين ، الذي يخرق بشكل منهجي قواعد التعايش الدولي ، لا يمكن إلا أن يكون عقبة أمام أي علاقة مع روسيا وإعلان الاستعداد لإبقاء قنوات الاتصال مفتوحة ، يظهر كإعلان غير برنامجي وجوهري ، ولكن فقط إجراء شكلي لضرورة دبلوماسية.

martedì 28 giugno 2022

L'Alleanza Atlantica incrementa la sua Forza di intervento rapido

 Il vertice dell’Alleanza Atlantica di Madrid si annuncia come quello più difficile della sua storia; finito il dualismo della guerra fredda, con un mondo bipolare, che si basava sull’equilibrio del terrore, l’accelerazione dell’evoluzione contingente obbliga l’alleanza militare occidentale a pensare ed agire in maniera preventiva e più incisiva di una volta. La deterrenza nucleare non basta più in uno scenario dove si è tornati a modelli di guerra tradizionale, che non si immaginava più potessero verificarsi. Se sullo sfondo resta la questione cinese e quella del terrorismo islamico, che sta sfruttando la maggiore attenzione sulla guerra ucraina per riguadagnare consensi tra le popolazioni sempre più povere, l’urgenza di contenere la Russia è la questione più urgente, sia dal punto di vista politico, che da quello militare. Una eventuale affermazione di Mosca creerebbe un precedente deleterio per la scena mondiale, con il mancato rispetto del diritto internazionale come metodo di affermazione dei progetti degli stati più forti: significherebbe un concreto pericolo per le democrazie, con governi sempre più obbligati a risposte rapide e non mediate dalla logica parlamentare e, di conseguenza, ancora più delegittimati. La tentazione di esecutivi quasi autocratici sarebbe un logico risultato in una situazione dove l’assenteismo e la sfiducia del corpo elettorale segnalano un progressivo distacco dalle istituzioni. Non è impossibile che all’interno del progetto di Putin, un risultato accessorio al risultato della riconquista dell’Ucraina, sia proprio quello di indebolire le democrazie occidentali, obiettivo, peraltro, percorso più volte con l’intrusione degli hacker russi, sia in fase di ricorrenza elettorale, sia nel tentare di indirizzare verso i sovranismi il gradimento delle opinioni pubbliche occidentali. In questo quadro generale, che è forse meno urgente della guerra in atto, ma è ugualmente importante, l’Alleanza Atlantica intende prendere come ulteriore misura per contenere Mosca, oltre a continuare a rifornire di armi sempre più sofisticate Kiev, cambiare profondamente l’assetto della forza di intervento rapido, che passerà da 40.000 a 300.000 unità; ciò non vuole dire, per ora, che tutti gli effettivi saranno concentrati nelle zone limitrofe alla Russia, tuttavia, la richiesta di protezione attiva da parte dei paesi baltici e di Polonia, Romania e Bulgaria, in questa fase determina un incremento dei soldati dell’Alleanza in questi territori, oltre ad una capacità di mobilitazione maggiore in caso di bisogno. In termini pratici non si tratta di reclutare nuove unità di militari, ma di contribuire con soldati già addestrati, appartenenti agli eserciti nazionali che compongono l’Alleanza Atlantica, e pronti al combattimento con un sistema di presenze a rotazione. Dal punto di vista politico si tratta di un chiaro segnale a Putin, che vede così incrementare la presenza degli avversari proprio sui confini russi: un risultato ottenuto soltanto con i suoi calcoli completamente errati: quello che occorrerà verificare sarà se il Cremlino saprà contenere la propria contrarietà senza eccedere con le provocazioni: la probabilità di un incidente sarà sempre più possibile se Mosca continuerà a sorvolare con i suoi mezzi aerei i cieli dei paesi baltici. Al punto in cui si è sviluppata la situazione militare in Ucraina, la misura adottata dall’Alleanza Atlantica appare necessaria ma avvicina ancora di più un potenziale scontro con le forze militari russe, anche perché da Mosca procedono a fare coincidere gli incontri dei leader occidentali con atti completamente al di fuori delle normali logiche militari, come colpire in maniera indiscriminata obiettivi di esclusiva natura civile, provocando morti e devastazione gratuite, che hanno il solo scopo di terrorizzare la popolazione ucraina, ma anche di rendere pubblica la minaccia verso gli occidentali. Se questa pratica tragica, rivela una debolezza intrinseca della Russia, sia militare, che politica, l’impressione è che Putin si sia reso conto di non potere portare a termine il proprio obiettivo e che quindi intensificherà la violenza malgrado tutto: si tratta di una tattica già sperimentata in Siria, dove però gli avversari erano molto più deboli e meno organizzati; se la forza militare russa è stata sopravvalutata dallo stesso Cremlino, ciò potrebbe portare a rifiutare ogni compromesso verso la pace trascinando l’occidente in guerra in  maniera deliberata, proprio perché Putin, a questo punto, non può permettersi di uscire sconfitto. Agli USA va ascritto, comunque, un errore analogo a quello di non essere intervenuti in Siria, cioè quello di non avere coinvolto l’Ucraina nell’Alleanza Atlantica o in qualche altra forma di protezione: Putin, in quel caso, probabilmente non si sarebbe mosso.

The Atlantic Alliance increases its Rapid Intervention Force

 The summit of the Atlantic Alliance in Madrid promises to be the most difficult in its history; with the end of the dualism of the cold war, with a bipolar world, which was based on the balance of terror, the acceleration of contingent evolution forces the Western military alliance to think and act in a preventive and more incisive manner than in the past. Nuclear deterrence is no longer enough in a scenario where we have returned to traditional warfare models, which we no longer imagined could occur. If in the background remains the Chinese question and that of Islamic terrorism, which is exploiting the increased attention on the Ukrainian war to regain consensus among the increasingly poor populations, the urgency to contain Russia is the most urgent issue, both from the point of view political, than military. A possible affirmation of Moscow would create a deleterious precedent for the world scene, with the non-respect of international law as a method of affirming the projects of the strongest states: it would mean a concrete danger for democracies, with governments increasingly obliged to respond quickly and not. mediated by parliamentary logic and, consequently, even more delegitimized. The temptation of almost autocratic executives would be a logical result in a situation where absenteeism and distrust of the electoral body signal a progressive detachment from the institutions. It is not impossible that within Putin's project, an accessory result to the result of the reconquest of Ukraine, is precisely that of weakening Western democracies, an objective, moreover, traveled several times with the intrusion of Russian hackers, is in phase of electoral recurrence, and in trying to direct the approval of Western public opinion towards sovereignties. In this general framework, which is perhaps less urgent than the war in progress, but is equally important, the Atlantic Alliance intends to take a further measure to contain Moscow, in addition to continuing to supply Kiev with increasingly sophisticated weapons, to profoundly change the structure the rapid intervention force, which will increase from 40,000 to 300,000 units; this does not mean, for now, that all the troops will be concentrated in the areas bordering Russia, however, the request for active protection by the Baltic countries and Poland, Romania and Bulgaria, in this phase determines an increase in the soldiers of the Alliance in these territories, as well as a greater capacity to mobilize in case of need. In practical terms, it is not a question of recruiting new military units, but of contributing with already trained soldiers, belonging to the national armies that make up the Atlantic Alliance, and ready for combat with a rotating presence system. From a political point of view this is a clear signal to Putin, who thus sees an increase in the presence of opponents right on the Russian borders: a result obtained only with his completely wrong calculations: what will need to be verified will be whether the Kremlin will be able to contain its own opposition without exceeding with provocations: the probability of an accident will be more and more possible if Moscow continues to fly over the skies of the Baltic countries with its air vehicles. At the point where the military situation in Ukraine has developed, the measure adopted by the Atlantic Alliance appears necessary but brings a potential clash with the Russian military forces even closer, also because from Moscow they proceed to make the meetings of Western leaders coincide with acts completely outside the normal military logic, such as indiscriminately hitting targets of an exclusive civil nature, causing free deaths and devastation, which have the sole purpose of terrorizing the Ukrainian population, but also of making public the threat to Westerners. If this tragic practice reveals an intrinsic weakness of Russia, both military and political, the impression is that Putin has realized that he cannot carry out his goal and that therefore he will intensify the violence in spite of everything: it is a question of a tactics already tested in Syria, where, however, the opponents were much weaker and less organized; if Russian military strength has been overestimated by the Kremlin itself, this could lead to a refusal of any compromise towards peace by deliberately dragging the West into war, precisely because Putin, at this point, cannot afford to be defeated. In any case, the US must be credited with an error similar to that of not having intervened in Syria, that is, that of not having involved Ukraine in the Atlantic Alliance or in some other form of protection: Putin, in that case, probably would not have moved.

La Alianza Atlántica aumenta su Fuerza de Intervención Rápida

 La cumbre de la Alianza Atlántica en Madrid promete ser la más difícil de su historia; con el fin del dualismo de la Guerra Fría, con un mundo bipolar, que se basaba en el equilibrio del terror, la aceleración de la evolución contingente obliga a la alianza militar occidental a pensar y actuar de forma preventiva y más incisiva que en el pasado . La disuasión nuclear ya no es suficiente en un escenario en el que hemos vuelto a los modelos de guerra tradicionales, que ya no imaginábamos que pudieran darse. Si en el fondo queda la cuestión china y la del terrorismo islámico, que se aprovecha de la creciente atención sobre la guerra de Ucrania para recuperar el consenso entre las poblaciones cada vez más pobres, la urgencia de contener a Rusia es el tema más urgente, tanto desde el punto de vista político que militar. Una posible afirmación de Moscú crearía un precedente nefasto para el escenario mundial, con el irrespeto del derecho internacional como método para afirmar los proyectos de los estados más fuertes: significaría un peligro concreto para las democracias, con gobiernos cada vez más obligados a responder rápidamente y no mediada por la lógica parlamentaria y, en consecuencia, aún más deslegitimada. La tentación de ejecutivos casi autocráticos sería un resultado lógico en una situación donde el ausentismo y la desconfianza en el organismo electoral señalan un progresivo desapego de las instituciones. No es imposible que dentro del proyecto de Putin, un resultado accesorio al resultado de la reconquista de Ucrania, sea precisamente el de debilitar las democracias occidentales, objetivo, además, recorrido varias veces con la intrusión de los hackers rusos, se encuentra en fase de recurrencia electoral. , y en intentar dirigir la aprobación de la opinión pública occidental hacia las soberanías. En este marco general, quizás menos urgente que la guerra actual, pero igualmente importante, la Alianza Atlántica pretende tomar una medida más para contener a Moscú, además de seguir suministrando a Kiev armas cada vez más sofisticadas, para cambiar profundamente la estructura la fuerza de intervención rápida, que pasará de 40.000 a 300.000 unidades; esto no significa, por ahora, que todas las tropas se concentrarán en las zonas limítrofes con Rusia, sin embargo, la solicitud de protección activa por parte de los países bálticos y de Polonia, Rumanía y Bulgaria, determina en esta fase un aumento de los soldados de la Alianza en estos territorios, así como una mayor capacidad de movilización en caso de necesidad. En términos prácticos, no se trata de reclutar nuevas unidades militares, sino de aportar soldados ya entrenados, pertenecientes a los ejércitos nacionales que integran la Alianza Atlántica, y listos para el combate con un sistema de presencia rotativa. Desde un punto de vista político, esto es una señal clara para Putin, que ve así un aumento de la presencia de opositores justo en las fronteras rusas: un resultado obtenido solo con sus cálculos completamente erróneos: lo que habrá que verificar será si el El Kremlin podrá contener a su propia oposición sin excederse en provocaciones: la probabilidad de un accidente será cada vez más posible si Moscú continúa sobrevolando los cielos de los países bálticos con sus vehículos aéreos. En el momento en que se ha desarrollado la situación militar en Ucrania, la medida adoptada por la Alianza Atlántica parece necesaria pero acerca aún más un posible enfrentamiento con las fuerzas militares rusas, también porque desde Moscú se procede a hacer coincidir las reuniones de los líderes occidentales con actos completamente fuera de la lógica militar normal, como atacar indiscriminadamente objetivos de carácter exclusivamente civil, causando muertes gratuitas y devastación, que tienen el único propósito de aterrorizar a la población ucraniana, pero también de hacer pública la amenaza para los occidentales. Si esta trágica práctica revela una debilidad intrínseca de Rusia, tanto militar como política, la impresión es que Putin se ha dado cuenta de que no puede llevar a cabo su objetivo y que por tanto intensificará la violencia a pesar de todo: se trata de una táctica ya probado en Siria, donde, sin embargo, los oponentes eran mucho más débiles y menos organizados; si el propio Kremlin ha sobreestimado la fuerza militar rusa, esto podría conducir a la negativa de cualquier compromiso hacia la paz arrastrando deliberadamente a Occidente a la guerra, precisamente porque Putin, en este momento, no puede permitirse ser derrotado. En todo caso, a EEUU hay que atribuirle un error similar al de no haber intervenido en Siria, es decir, al de no haber implicado a Ucrania en la Alianza Atlántica o en alguna otra forma de protección: Putin, en ese caso, probablemente no se hubiera movido.

Die Atlantische Allianz verstärkt ihre schnelle Eingreiftruppe

 Der Gipfel der Atlantischen Allianz in Madrid verspricht der schwierigste seiner Geschichte zu werden; Mit dem Ende des Dualismus des Kalten Krieges, mit einer bipolaren Welt, die auf dem Gleichgewicht des Schreckens basierte, zwingt die Beschleunigung der kontingenten Evolution das westliche Militärbündnis zu einem präventiven und einschneidenderen Denken und Handeln als in der Vergangenheit . Nukleare Abschreckung reicht nicht mehr aus in einem Szenario, in dem wir zu traditionellen Kriegsmodellen zurückgekehrt sind, die wir nicht mehr für möglich gehalten hätten. Wenn im Hintergrund die chinesische Frage und die des islamistischen Terrorismus bleiben, der die zunehmende Aufmerksamkeit für den Ukrainekrieg ausnutzt, um einen Konsens unter der zunehmend armen Bevölkerung wiederzugewinnen, ist die Dringlichkeit, Russland einzudämmen, das dringendste Problem, beide aus Sicht politisch, als militärisch. Eine mögliche Bestätigung Moskaus würde einen schädlichen Präzedenzfall für die Weltbühne schaffen, mit der Nichteinhaltung des Völkerrechts als Methode, die Projekte der stärksten Staaten zu bestätigen: Es würde eine konkrete Gefahr für Demokratien bedeuten, mit einer zunehmenden Verpflichtung der Regierungen, darauf zu reagieren schnell und nicht, durch parlamentarische Logik vermittelt und damit noch mehr delegitimiert. Die Versuchung fast autokratischer Exekutiven wäre eine logische Folge in einer Situation, in der Fehlzeiten und Misstrauen gegenüber dem Wahlgremium eine fortschreitende Distanzierung von den Institutionen signalisieren. Es ist nicht ausgeschlossen, dass innerhalb von Putins Projekt ein zusätzliches Ergebnis des Ergebnisses der Rückeroberung der Ukraine genau das der Schwächung der westlichen Demokratien ist, ein Ziel, das außerdem mehrmals mit dem Eindringen russischer Hacker verfolgt wurde und sich in der Phase der Wahlwiederholung befindet , und in dem Versuch, die Zustimmung der westlichen öffentlichen Meinung auf Souveränitäten zu lenken. In diesem allgemeinen Rahmen, der vielleicht weniger dringlich als der aktuelle Krieg, aber ebenso wichtig ist, beabsichtigt das Atlantische Bündnis, eine weitere Maßnahme zur Eindämmung Moskaus zu ergreifen, zusätzlich zur weiteren Versorgung Kiews mit immer raffinierteren Waffen, um die Struktur grundlegend zu verändern die schnelle Eingreiftruppe, die von 40.000 auf 300.000 Einheiten erhöht wird; Dies bedeutet vorerst nicht, dass alle Truppen in den an Russland grenzenden Gebieten konzentriert werden, aber die Forderung nach aktivem Schutz durch die baltischen Staaten sowie durch Polen, Rumänien und Bulgarien bestimmt in dieser Phase eine Aufstockung der Soldaten des Bündnisses in diesen Gebieten sowie eine größere Fähigkeit, im Bedarfsfall zu mobilisieren. In der Praxis geht es nicht darum, neue Militäreinheiten zu rekrutieren, sondern bereits ausgebildete Soldaten, die den nationalen Armeen der Atlantischen Allianz angehören und mit einem rotierenden Präsenzsystem kampfbereit sind. Aus politischer Sicht ist dies ein klares Signal an Putin, der damit eine Zunahme der Präsenz von Gegnern direkt an den russischen Grenzen sieht: ein Ergebnis, das nur mit seinen völlig falschen Berechnungen erzielt wurde: Es muss überprüft werden, ob die Der Kreml wird in der Lage sein, seine eigene Opposition einzudämmen, ohne es mit Provokationen zu übertreiben: Die Wahrscheinlichkeit eines Unfalls wird immer wahrscheinlicher, wenn Moskau weiterhin mit seinen Luftfahrzeugen über die Lüfte der baltischen Länder fliegt. An dem Punkt, an dem sich die militärische Situation in der Ukraine entwickelt hat, erscheint die von der Atlantischen Allianz ergriffene Maßnahme notwendig, bringt aber einen möglichen Zusammenstoß mit den russischen Streitkräften noch näher, auch weil sie von Moskau aus fortfahren, die Treffen der westlichen Führer mit Handlungen zusammenfallen zu lassen völlig außerhalb der normalen militärischen Logik, wie das wahllose Treffen von Zielen ausschließlich ziviler Natur, das Verursachen von freien Todesfällen und Verwüstungen, die den einzigen Zweck haben, die ukrainische Bevölkerung zu terrorisieren, aber auch die Bedrohung der Westler öffentlich zu machen. Wenn diese tragische Praxis eine innere Schwäche Russlands offenbart, sowohl militärisch als auch politisch, entsteht der Eindruck, dass Putin erkannt hat, dass er sein Ziel nicht erreichen kann und dass er deshalb die Gewalt trotz allem verstärken wird: Es ist eine Frage der Taktik bereits in Syrien getestet, wo die Gegner jedoch viel schwächer und weniger organisiert waren; Wenn die russische Militärstärke vom Kreml selbst überschätzt wurde, könnte dies dazu führen, dass jeder Kompromiss in Richtung Frieden verweigert wird, indem der Westen bewusst in einen Krieg gezogen wird, gerade weil Putin es sich zu diesem Zeitpunkt nicht leisten kann, besiegt zu werden. Auf jeden Fall muss den USA ein ähnlicher Fehler zugeschrieben werden wie der, in Syrien nicht interveniert zu haben, das heißt, die Ukraine nicht in das Atlantische Bündnis oder in eine andere Form des Schutzes einbezogen zu haben: Putin, in diesem Fall wahrscheinlich hätte sich nicht bewegt.

L'Alliance atlantique renforce sa Force d'intervention rapide

 Le sommet de l'Alliance atlantique à Madrid s'annonce comme le plus difficile de son histoire ; avec la fin du dualisme de la guerre froide, avec un monde bipolaire, qui reposait sur l'équilibre de la terreur, l'accélération de l'évolution contingente oblige l'alliance militaire occidentale à penser et à agir de manière préventive et plus incisive que par le passé . La dissuasion nucléaire ne suffit plus dans un scénario où nous sommes revenus aux modèles de guerre traditionnels, dont nous n'imaginions plus qu'ils pourraient se produire. Si en toile de fond reste la question chinoise et celle du terrorisme islamique, qui profite de l'attention accrue portée à la guerre d'Ukraine pour retrouver le consensus parmi des populations de plus en plus pauvres, l'urgence d'endiguer la Russie est la question la plus urgente, tant du point de vue politique que militaire. Une éventuelle affirmation de Moscou créerait un précédent délétère pour la scène mondiale, avec le non-respect du droit international comme méthode d'affirmation des projets des États les plus forts : cela signifierait un danger concret pour les démocraties, les gouvernements étant de plus en plus obligés de répondre rapidement et non médiatisé par la logique parlementaire et, par conséquent, encore plus délégitimé. La tentation de cadres quasi autocratiques serait une conséquence logique dans une situation où l'absentéisme et la méfiance à l'égard du corps électoral signalent un détachement progressif des institutions. Il n'est pas impossible qu'au sein du projet de Poutine, résultat accessoire au résultat de la reconquête de l'Ukraine, soit précisément celui d'affaiblir les démocraties occidentales, un objectif, d'ailleurs, parcouru plusieurs fois avec l'intrusion de hackers russes, soit en phase de récurrence électorale , et en essayant d'orienter l'approbation de l'opinion publique occidentale vers les souverainetés. Dans ce cadre général, peut-être moins urgent que la guerre actuelle, mais tout aussi important, l'Alliance atlantique entend prendre une mesure supplémentaire pour contenir Moscou, en plus de continuer à fournir à Kiev des armes de plus en plus sophistiquées, pour modifier en profondeur la structure la force d'intervention rapide, qui passera de 40 000 à 300 000 unités ; cela ne signifie pas, pour l'instant, que toutes les troupes seront concentrées dans les zones frontalières de la Russie, cependant, la demande de protection active par les pays baltes et par la Pologne, la Roumanie et la Bulgarie, dans cette phase détermine une augmentation des soldats de l'Alliance sur ces territoires, ainsi qu'une plus grande capacité de mobilisation en cas de besoin. Concrètement, il ne s'agit pas de recruter de nouvelles unités militaires, mais d'apporter des soldats déjà entraînés, appartenant aux armées nationales qui composent l'Alliance atlantique, et prêts au combat avec un système de présence tournante. D'un point de vue politique, c'est un signal clair pour Poutine, qui voit ainsi augmenter la présence d'opposants jusqu'aux frontières russes : un résultat obtenu uniquement avec ses calculs complètement erronés : ce qu'il faudra vérifier, ce sera si le Le Kremlin saura contenir sa propre opposition sans excéder en provocations : la probabilité d'un accident sera de plus en plus possible si Moscou continue de survoler le ciel des pays baltes avec ses véhicules aériens. Au moment où la situation militaire en Ukraine s'est développée, la mesure adoptée par l'Alliance atlantique apparaît nécessaire mais rapproche encore plus un affrontement potentiel avec les forces militaires russes, notamment parce qu'à partir de Moscou, elles procèdent à faire coïncider les réunions des dirigeants occidentaux avec des actes complètement en dehors de la logique militaire normale, comme frapper sans discernement des cibles de nature exclusivement civile, causant des morts gratuites et des ravages, qui ont pour seul but de terroriser la population ukrainienne, mais aussi de rendre publique la menace qui pèse sur les Occidentaux. Si cette pratique tragique révèle une faiblesse intrinsèque de la Russie, à la fois militaire et politique, l'impression est que Poutine a réalisé qu'il ne peut pas mener à bien son objectif et qu'il va donc intensifier malgré tout la violence : il s'agit d'une tactique déjà testé en Syrie, où pourtant les opposants étaient beaucoup plus faibles et moins organisés ; si la force militaire russe a été surestimée par le Kremlin lui-même, cela pourrait conduire au refus de tout compromis vers la paix en entraînant délibérément l'Occident dans la guerre, précisément parce que Poutine, à ce stade, ne peut se permettre d'être vaincu. En tout cas, il faut créditer les États-Unis d'une erreur semblable à celle de ne pas être intervenus en Syrie, c'est-à-dire de ne pas avoir impliqué l'Ukraine dans l'Alliance atlantique ou dans une autre forme de protection : Poutine, dans ce cas, probablement n'aurait pas bougé.

A Aliança Atlântica aumenta a sua Força de Intervenção Rápida

 A cimeira da Aliança Atlântica em Madrid promete ser a mais difícil da sua história; Com o fim do dualismo da Guerra Fria, com um mundo bipolar, que se baseava no equilíbrio do terror, a aceleração da evolução contingente obriga a aliança militar ocidental a pensar e agir de forma preventiva e mais incisiva do que no passado . A dissuasão nuclear não é mais suficiente em um cenário em que voltamos aos modelos tradicionais de guerra, que não imaginávamos mais que poderiam ocorrer. Se em segundo plano fica a questão chinesa e a do terrorismo islâmico, que está explorando a atenção redobrada na guerra ucraniana para reconquistar o consenso entre as populações cada vez mais pobres, a urgência de conter a Rússia é a questão mais urgente, tanto do ponto de vista político do que militar. Uma possível afirmação de Moscou criaria um precedente deletério para o cenário mundial, com o desrespeito ao direito internacional como forma de afirmar os projetos dos Estados mais fortes: significaria um perigo concreto para as democracias, com governos cada vez mais obrigados a responder rápida e não mediada pela lógica parlamentar e, consequentemente, ainda mais deslegitimada. A tentação de executivos quase autocráticos seria um resultado lógico em uma situação em que o absenteísmo e a desconfiança do corpo eleitoral sinalizam um progressivo distanciamento das instituições. Não é impossível que dentro do projeto de Putin, um resultado acessório ao resultado da reconquista da Ucrânia, seja justamente o de enfraquecimento das democracias ocidentais, objetivo, aliás, percorrido várias vezes com a intrusão de hackers russos, está em fase de recorrência eleitoral , e na tentativa de direcionar a aprovação da opinião pública ocidental para as soberanias. Neste quadro geral, talvez menos urgente do que a atual guerra, mas igualmente importante, a Aliança Atlântica pretende tomar mais uma medida de contenção de Moscovo, para além de continuar a fornecer a Kiev armas cada vez mais sofisticadas, para alterar profundamente a estrutura a força de intervenção rápida, que passará de 40.000 para 300.000 unidades; isto não significa, para já, que todas as tropas estarão concentradas nas zonas fronteiriças com a Rússia, no entanto, o pedido de protecção activa por parte dos países bálticos e pela Polónia, Roménia e Bulgária, nesta fase determina um aumento dos soldados do da Aliança nestes territórios, bem como uma maior capacidade de mobilização em caso de necessidade. Em termos práticos, não se trata de recrutar novas unidades militares, mas sim de contribuir com soldados já formados, pertencentes aos exércitos nacionais que compõem a Aliança Atlântica, e prontos para o combate com sistema de presença rotativa. Do ponto de vista político, trata-se de um sinal claro para Putin, que vê assim um aumento da presença de opositores mesmo nas fronteiras russas: resultado obtido apenas com os seus cálculos completamente errados: o que terá de verificar será se o O Kremlin poderá conter sua própria oposição sem exceder com provocações: a probabilidade de um acidente será cada vez mais possível se Moscou continuar sobrevoando os céus dos países bálticos com seus veículos aéreos. No ponto em que a situação militar na Ucrânia se desenvolveu, a medida adotada pela Aliança Atlântica parece necessária, mas aproxima ainda mais um potencial confronto com as forças militares russas, também porque de Moscou passam a fazer coincidir as reuniões dos líderes ocidentais com atos completamente fora da lógica militar normal, como atingir indiscriminadamente alvos de natureza exclusivamente civil, causando mortes e devastação gratuitas, que têm o único propósito de aterrorizar a população ucraniana, mas também de tornar pública a ameaça aos ocidentais. Se essa trágica prática revela uma fraqueza intrínseca da Rússia, tanto militar quanto política, a impressão é que Putin percebeu que não pode cumprir seu objetivo e que, portanto, intensificará a violência apesar de tudo: trata-se de uma tática já testado na Síria, onde, no entanto, os adversários eram muito mais fracos e menos organizados; se a força militar russa foi superestimada pelo próprio Kremlin, isso poderia levar à recusa de qualquer compromisso para a paz arrastando deliberadamente o Ocidente para a guerra, precisamente porque Putin, neste momento, não pode se dar ao luxo de ser derrotado. De qualquer forma, deve-se creditar aos EUA um erro semelhante ao de não ter intervindo na Síria, ou seja, de não ter envolvido a Ucrânia na Aliança Atlântica ou em alguma outra forma de proteção: Putin, nesse caso, provavelmente não teria se movido.