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lunedì 8 maggio 2023

يتسبب الوضع العالمي والإقليمي الصعب في التقارب بين كوريا الجنوبية واليابان

 تاريخيًا ، كانت العلاقات بين اليابان وكوريا الجنوبية صعبة بسبب المشكلات التي حدثت مع احتلال اليابان لشبه الجزيرة الكورية من عام 1910 إلى عام 1945 واستعباد أكثر من 800 ألف كوري كعمال قسريين في مصانع طوكيو ، وإجبار ما لا يقل عن 200000 امرأة على ذلك. تعرضوا للإيذاء الجنسي لصالح جنود الاحتلال الياباني ؛ علاوة على ذلك ، كانت هناك خلافات حول بعض الجزر التي سيطرت عليها سيول بعد هزيمة إمبراطورية الشمس المشرقة. أعادت المحكمة العليا الكورية هذه القضايا إلى الواجهة عندما قضت في 2018 بأن الشركات اليابانية المعنية يجب أن تعوض الكوريين ضحايا العبودية ، مما أدى إلى قيود طوكيو على واردات المنتجات الكورية ، مما قوض العلاقات بين البلدين حتى الحوار مسدود. كانت إحدى نقاط برنامج شينزو آبي تغيير الدستور السلمي ، كخطوة أولى نحو نهج يمكن أن يسمح باحتواء الصين ، ومن هذا المنظور أيضًا ، يجب أن تصبح العلاقة مع كوريا الجنوبية تعاونية ، سواء من الناحية الدبلوماسية. وجهة نظر ، ومن الناحية الاقتصادية ، على وجه التحديد لمحاربة بكين أيضا على مستوى الإنتاج. كان عمل آبي قد بدأ للتو ، ولكنه كان أساسيًا بالنسبة للعلاقات بين البلدين ، والذي سمح ، في السيناريو الحالي ، ببدء المصالحة بين البلدين. في هذا السياق ، تتم أول زيارة رسمية لرئيس حكومة ياباني ، منذ عام 2011 ، إلى الأراضي الكورية الجنوبية. وبطبيعة الحال ، فإن التهديد من بيونغ يانغ هو الضرورة الملحة للمناقشات ، لأنه لم يتم نزع فتيل التهديد النووي ، ولكن ستطرح مواضيع أخرى على طاولة الاجتماع. لتسهيل استئناف الاتصالات ، خططت حكومة طوكيو مشروعًا لتعويض العمال المستعبدين ، بناءً على طلب المحكمة العليا الكورية ، وقد حدد هذا الحكم الجديد في سيول ، والذي حدد الدولة اليابانية من معتد عسكري إلى شريك. الذي يشارك القيم العالمية من بلد كوريا الجنوبية. كان هذا الجو المريح على نحو متزايد قد فضل بالفعل زيارة رئيس سيول إلى اليابان ، والتي تمت في مارس الماضي وبعد اثني عشر عامًا من الغياب. أتاح تطبيع العلاقات الدبلوماسية معالجة قضايا التنمية المشتركة مثل الدفاع والاقتصاد والمالية. في الوقت الحالي ، أكثر ما يقلق المديرين التنفيذيين هو الأمن المتبادل ، نظرًا لتهديد القدرات الباليستية والنووية المتزايدة لكوريا الشمالية ، ولكن أيضًا موقف موسكو والتوسع الصيني ، التي قامت باستثمارات كبيرة في القطاع العسكري لتعزيز قدراتها. جهاز الحرب. وراء هذا التقارب ، بالإضافة إلى الأسباب التي سبق ذكرها ، هناك العمل الدبلوماسي لواشنطن ، التي وضعت لبعض الوقت التناقض مع الصين لتفوق البحار الشرقية في مركز اهتمامها الدولي ، لكل من اليابان وكوريا. تمثل الولايات المتحدة الأمريكية الجنوبية الحليف الرئيسي ، لكن المسافة بين سيول وطوكيو لم تسمح حتى الآن بالتآزر لتطوير علاقة ثلاثية أوثق ، خاصة ضد التهديد الأكثر إلحاحًا الذي تمثله بيونغ يانغ ؛ ولكن أيضًا تطورات الحرب الأوكرانية ، مع روسيا علنًا ضد الكتلة الغربية ، هي سبب خطير للقلق ، بالنظر إلى التقارب التقدمي بين موسكو وبكين. إذا كانت كوريا الشمالية هي التهديد الأقرب ، فإن البعبع الحقيقي هو الطموحات الصينية ، والتي من شأنها أن تعرض التوازنات الإقليمية الهشة بالفعل للخطر ، مع اتخاذ إجراء محتمل ضد تايوان ، مما يهدد بجر البلدين إلى صراع ؛ إلى جانب هذه التهديدات الملموسة ، يجب أن يكون الموقف العام لبكين ، المصمم بشكل متزايد على إنشاء منطقة نفوذ تحت سيطرتها ، هو الحجة الحاسمة لتنحية المسافات بين البلدين جانباً وإقناعهما بإقامة علاقات أوثق من أي وقت مضى لتوحيد الجهود لحماية سلامتهم المتبادلة. من وجهة نظر الصين ، لن يُنظر إلى استئناف الحوار بين البلدين بطريقة إيجابية ، لأنها فضلت سياستها في المنطقة ، حتى لو بشكل غير مباشر ، على العكس الآن ، سيتعين على بكين أيضًا التعامل مع التآزر. مع الولايات المتحدة ولن يكون مرحبًا به بالتأكيد: قد يتسبب ذلك في استعراض القوة في البحار الشرقية ، ورفع مستوى الحراسة في منطقة مرارًا وتكرارًا في الميزان بسبب الحوادث المحتملة بين القوات المسلحة لدول ذات مصالح متعارضة.

martedì 2 maggio 2023

Per contrastare i piani della Cina occorre riconoscere Taiwan

 L’attivismo cinese circa il conflitto tra Russia ed Ucraina, dimostra come Pechino sia interessata ad essere riconosciuta come una protagonista della vicenda, ufficialmente in nome della pacificazione tra le parti. In realtà il piano di pace cinese non è fatto per essere preso sul serio da entrambe le parti contrapposte ed è, quindi, una strategia che, dietro la volontà di rappresentare una azione pacificatrice, nasconde altri obiettivi. Certamente ci sta anche la volontà di essere una parte attiva in un eventuale stop delle ostilità, la certificazione di un ruolo attivo nella ricerca della pace, ma ciò è solo l’aspetto esteriore, che nasconde un piano ben congegnato, che rientra nella contrapposizione con gli USA e con l’occidente, più in generale. Le ragioni sono diverse ed il tentativo di individuarle può rappresentare soltanto una semplice congettura, tuttavia, ci sono diversi fatti concreti che possono supportare queste teorie. La necessità di creare una maggiore selezione della polarizzazione dello scontro, per evitare l’attuale situazione multipolare dello scenario internazionale, ha provocato a Pechino il progetto di rendere Mosca in una situazione di vassallaggio della Cina, compito facilitato della necessità della Russia di rompere l’isolamento, politico ed economico, in cui si trova. L’azione cinese potrebbe servire a consentire al Cremlino di guadagnare tempo per la propria riorganizzazione, soprattutto militare, fattore da pagare a caro prezzo, con una sorta di sottomissione non dichiarata ai voleri cinesi. Questo fatto consentirebbe alla Cina di allargare la propria zona di influenza mondiale con un partner dotato di forza atomica: un deterrente consistente nel futuro dei rapporti con Washington. Se questo fattore è di ordine internazionale, ne esiste, forse, uno più preoccupante di ordine, per la Cina, interno, costituito dalla questione di Taiwan. L’ambiguità cinese sull’Ucraina, malgrado il disastro per le esportazioni di Pechino ed il peggioramento dell’economia mondiale, è dovuta proprio al precedente dell’attuale conflitto intrapreso da Mosca per riprendere territori che ha sempre considerato parte della propria nazione. Aldilà di qualche esternazione estemporanea ed estremista da parte di funzionari cinesi sulla legittimità dell’azione russa, il presidente Xi Jinping ha cercato di tenere ufficialmente un atteggiamento cauto sul conflitto, pur non gradendo l’espansione dell’Alleanza Atlantica fino sulla frontiera di Mosca, ma ha avvertito più volte, che la questione di Taiwan non potrà essere trattata allo stesso modo dall’occidente, perché l’isola di Formosa è considerata parte integrante del territorio cinese, malgrado non abbia mai fatto parte della Repubblica Popolare cinese; nello stesso tempo ha intensificato le esercitazioni militari  e le prove di forza, quali vere e proprie minacce, contro Taipei e contro eventuali velleità occidentali. L’Alleanza Atlantica si è attivata rispondendo con la presenza di navi, oltre americane, anche francesi, inglesi ed italiane, ma si comprende che questa strategia puramente militare non è sufficiente se non sostenuta da una ben più forte azione politica. Nonostante tutti i rischi che ciò potrà comportare è venuto il momento di riconoscere ufficialmente Taiwan come stato sovrano ed aprire presso di esso rappresentanze diplomatiche, non solo come strumento dell’instaurazione di rapporti ufficiali e concreti, ma come presidio contro ogni forma di violenza possibile contro Taipei. Sicuramente se si verificasse questa possibilità la Cina protesterebbe in maniera molto pesante ed aumenterebbe la sua politica a favore della Russia, per minacciare l’occidente, ma non potrebbe spingersi troppo avanti nelle ritorsioni, perché la preoccupazione principale, sopra ogni altra, di Pechino è la crescita economica che viene usata come strumento per evitare derive contro il governo del paese e mantenere il dissenso ad un livello molto basso. Perdere i mercati più ricchi del pianeta sarebbe un contraccolpo in grado di mettere in difficoltà il regime, ben più grave che non riuscire ad annettere Taiwan; certamente il riconoscimento di Taiwan potrà creare problemi diplomatici con la Cina, ma se sarà effettuato in blocco da tutta l’Unione Europea, insieme con USA, il Regno Unito ed altri membri dell’occidente, come Australia e Giappone, per la Repubblica Popolare Cinese sarà ben difficile controbattere sul piano diplomatico ed anche la mobilità militare e, di conseguenza, le minacce a Taiwan dovrebbero ridursi e le velleità cinesi potrebbero finire. Viceversa una mossa del genere potrebbe accelerare e scatenare una escalation militare contro Taipei, ma in quel caso l’economia cinese resterebbe di fatto isolata immediatamente, senza più la possibilità di vedere crescere il suo prodotto interno lordo alle cifre necessarie per continuare a contenere il dissenso.

To thwart China's plans, Taiwan must be recognized

 Chinese activism regarding the conflict between Russia and Ukraine demonstrates how Beijing is interested in being recognized as a protagonist in the affair, officially in the name of reconciliation between the parties. In reality, the Chinese peace plan is not made to be taken seriously by both opposing parties and is therefore a strategy which hides other objectives behind the desire to represent a peacemaking action. Certainly there is also the will to be an active part in a possible halt to hostilities, the certification of an active role in the search for peace, but this is only the outward appearance, which hides a well thought-out plan, which falls within the opposition with the USA and with the West, more generally. The reasons are different and the attempt to identify them can only represent a simple conjecture, however, there are several concrete facts that can support these theories. The need to create a greater selection of the polarization of the confrontation, to avoid the current multipolar situation on the international scene, prompted Beijing to plan to make Moscow in a situation of vassalage of China, a task facilitated by Russia's need to break the isolation, political and economic, in which it finds itself. The Chinese action could serve to allow the Kremlin to buy time for its own reorganization, above all military, a factor to be paid dearly, with a sort of undeclared submission to Chinese wishes. This fact would allow China to expand its zone of global influence with a partner equipped with atomic strength: a significant deterrent in the future of relations with Washington. If this factor is of an international order, there is perhaps a more worrying one of an internal order, for China, constituted by the question of Taiwan. The Chinese ambiguity on Ukraine, despite the disaster for Beijing's exports and the worsening of the world economy, is due precisely to the precedent of the current conflict undertaken by Moscow to regain territories that it has always considered part of its nation. Beyond some impromptu and extremist utterances by Chinese officials on the legitimacy of the Russian action, President Xi Jinping has tried to officially maintain a cautious attitude on the conflict, while not liking the expansion of the Atlantic Alliance up to the Moscow border, but he has repeatedly warned that the question of Taiwan cannot be treated in the same way by the West, because the island of Formosa is considered an integral part of Chinese territory, despite having never been part of the People's Republic of China; at the same time he has intensified military exercises and trials of strength, as real threats, against Taipei and against any Western ambitions. The Atlantic Alliance took action by responding with the presence of ships, as well as American, also French, English and Italian, but it is understood that this purely military strategy is not sufficient if not supported by a much stronger political action. Despite all the risks that this may involve, the time has come to officially recognize Taiwan as a sovereign state and to open diplomatic representations with it, not only as a tool for establishing official and concrete relations, but as a defense against all possible forms of violence against Taipei. Surely if this possibility were to occur, China would protest very heavily and increase its policy in favor of Russia, to threaten the West, but it could not go too far in retaliating, because Beijing's main concern, above all others, is economic growth which is used as a tool to avoid drifts against the government of the country and to keep dissent at a very low level. Losing the richest markets on the planet would be a backlash capable of putting the regime in difficulty, much more serious than failing to annex Taiwan; certainly the recognition of Taiwan could create diplomatic problems with China, but if it is carried out en bloc by the whole European Union, together with the USA, the United Kingdom and other Western members, such as Australia and Japan, for the People's Republic of China it will be very difficult to counter diplomatically and also military mobility and, consequently, the threats to Taiwan should be reduced and Chinese ambitions could end. Conversely, such a move could accelerate and unleash a military escalation against Taipei, but in that case the Chinese economy would effectively remain isolated immediately, with no longer the possibility of seeing its gross domestic product grow to the figures necessary to continue to contain dissent .

Para frustrar los planes de China, Taiwán debe ser reconocido

 El activismo chino respecto al conflicto entre Rusia y Ucrania demuestra cómo Pekín está interesado en ser reconocido como protagonista en el asunto, oficialmente en nombre de la reconciliación entre las partes. En realidad, el plan de paz chino no está hecho para ser tomado en serio por ambas partes enfrentadas y, por lo tanto, es una estrategia que esconde otros objetivos detrás del deseo de representar una acción de pacificación. Ciertamente también está la voluntad de ser parte activa en un posible cese de hostilidades, la certificación de un papel activo en la búsqueda de la paz, pero esto es sólo la apariencia exterior, que esconde un plan bien pensado, que entra dentro la oposición con los EE.UU. y con Occidente, en general. Las razones son diferentes y el intento de identificarlas solo puede representar una simple conjetura, sin embargo, existen varios hechos concretos que pueden sustentar estas teorías. La necesidad de crear una mayor selección de la polarización del enfrentamiento, para evitar la actual situación multipolar en el escenario internacional, llevó a Pekín a planificar convertir a Moscú en una situación de vasallaje de China, tarea facilitada por la necesidad de Rusia de romper el aislamiento. , político y económico, en el que se encuentra. La acción china podría servir para que el Kremlin ganara tiempo para su propia reorganización, sobre todo militar, un factor que se pagará muy caro, con una especie de sumisión no declarada a los deseos chinos. Este hecho permitiría a China ampliar su zona de influencia global con un socio dotado de fuerza atómica: un importante elemento disuasorio en el futuro de las relaciones con Washington. Si este factor es de orden internacional, quizás haya uno más preocupante de orden interno, para China, constituido por la cuestión de Taiwán. La ambigüedad china sobre Ucrania, a pesar del desastre para las exportaciones de Pekín y el empeoramiento de la economía mundial, se debe precisamente al precedente del actual conflicto emprendido por Moscú para recuperar territorios que siempre ha considerado parte de su nación. Más allá de algunas declaraciones improvisadas y extremistas de funcionarios chinos sobre la legitimidad de la acción rusa, el presidente Xi Jinping ha tratado de mantener oficialmente una actitud cautelosa sobre el conflicto, aunque no le gusta la expansión de la Alianza Atlántica hasta la frontera de Moscú, pero ha advirtió reiteradamente que la cuestión de Taiwán no puede ser tratada de la misma manera por Occidente, porque la isla de Formosa es considerada parte integrante del territorio chino, a pesar de no haber sido nunca parte de la República Popular China; al mismo tiempo ha intensificado los ejercicios militares y las pruebas de fuerza, como amenazas reales, contra Taipei y contra cualquier ambición occidental. La Alianza Atlántica entró en acción respondiendo con la presencia de barcos, además de estadounidenses, también franceses, ingleses e italianos, pero se entiende que esta estrategia puramente militar no es suficiente si no se apoya en una acción política mucho más fuerte. A pesar de todos los riesgos que esto puede implicar, ha llegado el momento de reconocer oficialmente a Taiwán como un estado soberano y de abrir representaciones diplomáticas con él, no solo como una herramienta para establecer relaciones oficiales y concretas, sino como una defensa contra todas las formas posibles de violencia contra Taipéi. Seguramente si se diera esta posibilidad, China protestaría muy fuerte y aumentaría su política a favor de Rusia, para amenazar a Occidente, pero no podría ir demasiado lejos en la represalia, porque la principal preocupación de Beijing, por encima de todas las demás, es el crecimiento económico que se utiliza como herramienta para evitar derivas contra el gobierno del país y mantener la disidencia en un nivel muy bajo. Perder los mercados más ricos del planeta sería un contragolpe capaz de poner en aprietos al régimen, mucho más grave que no anexar Taiwán; ciertamente el reconocimiento de Taiwán podría crear problemas diplomáticos con China, pero si se lleva a cabo en bloque por toda la Unión Europea, junto con los EE.UU., el Reino Unido y otros miembros occidentales, como Australia y Japón, para la República Popular de China será muy difícil de contrarrestar diplomáticamente y también la movilidad militar y, en consecuencia, las amenazas a Taiwán deben reducirse y las ambiciones chinas podrían terminar. Por el contrario, tal movimiento podría acelerar y desencadenar una escalada militar contra Taipéi, pero en ese caso la economía china quedaría efectivamente aislada de inmediato, sin posibilidad de ver crecer su producto interno bruto a las cifras necesarias para continuar conteniendo la disidencia.

Um Chinas Pläne zu durchkreuzen, muss Taiwan anerkannt werden

 Der chinesische Aktivismus im Konflikt zwischen Russland und der Ukraine zeigt, wie sehr Peking daran interessiert ist, als Protagonist in der Affäre anerkannt zu werden, offiziell im Namen der Versöhnung zwischen den Parteien. In Wirklichkeit ist der chinesische Friedensplan nicht darauf angelegt, von beiden Gegenparteien ernst genommen zu werden und ist daher eine Strategie, die andere Ziele hinter dem Wunsch verbirgt, eine friedensstiftende Aktion darzustellen. Sicherlich gibt es auch den Willen, sich aktiv an einer möglichen Einstellung der Feindseligkeiten zu beteiligen, die Bescheinigung einer aktiven Rolle bei der Suche nach Frieden, aber das ist nur der äußere Schein, hinter dem sich ein gut durchdachter Plan verbirgt, der hineinfällt die Opposition mit den USA und mit dem Westen im Allgemeinen. Die Gründe sind unterschiedlich und der Versuch, sie zu identifizieren, kann nur eine einfache Vermutung darstellen, es gibt jedoch mehrere konkrete Fakten, die diese Theorien stützen können. Die Notwendigkeit, eine größere Auswahl der Polarisierung der Konfrontation zu schaffen, um die derzeitige multipolare Situation auf der internationalen Bühne zu vermeiden, veranlasste Peking zu der Planung, Moskau in eine Situation der Vasallenschaft Chinas zu versetzen, eine Aufgabe, die durch die Notwendigkeit Russlands erleichtert wird, die Isolation zu durchbrechen , politisch und wirtschaftlich, in dem es sich befindet. Die chinesische Aktion könnte dazu dienen, dem Kreml Zeit für seine eigene Umstrukturierung zu verschaffen, vor allem für die militärische, ein Faktor, der teuer zu bezahlen ist, mit einer Art unausgesprochener Unterwerfung unter chinesische Wünsche. Diese Tatsache würde es China ermöglichen, seine globale Einflusszone mit einem Partner zu erweitern, der mit Atomkraft ausgestattet ist: eine erhebliche Abschreckung in der Zukunft der Beziehungen zu Washington. Wenn dieser Faktor internationaler Ordnung ist, gibt es für China vielleicht einen besorgniserregenderen inneren Ordnungsgrund, der durch die Taiwan-Frage begründet wird. Die chinesische Zweideutigkeit gegenüber der Ukraine ist trotz der Katastrophe für Pekings Exporte und der Verschlechterung der Weltwirtschaft genau auf den Präzedenzfall des aktuellen Konflikts zurückzuführen, den Moskau unternommen hat, um Gebiete zurückzugewinnen, die es immer als Teil seiner Nation betrachtet hat. Abgesehen von einigen spontanen und extremistischen Äußerungen chinesischer Beamter zur Legitimität der russischen Aktion hat Präsident Xi Jinping versucht, offiziell eine vorsichtige Haltung gegenüber dem Konflikt aufrechtzuerhalten, obwohl er die Erweiterung des Atlantischen Bündnisses bis zur Moskauer Grenze nicht mochte, aber er hat es getan wiederholt davor gewarnt, dass die Taiwan-Frage vom Westen nicht in gleicher Weise behandelt werden kann, da die Insel Formosa als integraler Bestandteil des chinesischen Territoriums betrachtet wird, obwohl sie nie Teil der Volksrepublik China war; Gleichzeitig hat es Militärübungen und Kraftproben als echte Drohungen gegen Taipei und gegen alle westlichen Ambitionen intensiviert. Das Atlantische Bündnis ergriff Maßnahmen, indem es mit der Anwesenheit von Schiffen sowie amerikanischen, auch französischen, englischen und italienischen Schiffen reagierte, aber es wird davon ausgegangen, dass diese rein militärische Strategie nicht ausreicht, wenn sie nicht durch eine viel stärkere politische Aktion unterstützt wird. Trotz aller damit verbundenen Risiken ist es an der Zeit, Taiwan offiziell als souveränen Staat anzuerkennen und mit ihm diplomatische Vertretungen zu eröffnen, nicht nur als Instrument zur Aufnahme offizieller und konkreter Beziehungen, sondern auch als Verteidigung gegen alle möglichen Formen von Gewalt gegen Taipeh. Wenn diese Möglichkeit eintreten sollte, würde China sicherlich sehr heftig protestieren und seine Politik zugunsten Russlands verstärken, um den Westen zu bedrohen, aber es könnte nicht zu weit gehen, um Vergeltung zu üben, weil Pekings Hauptanliegen vor allem das Wirtschaftswachstum ist wird als Instrument verwendet, um Abdriften gegen die Regierung des Landes zu vermeiden und Dissens auf einem sehr niedrigen Niveau zu halten. Der Verlust der reichsten Märkte auf dem Planeten wäre eine Gegenreaktion, die das Regime in Schwierigkeiten bringen könnte, viel schwerwiegender als das Scheitern der Annexion Taiwans; sicherlich könnte die Anerkennung Taiwans diplomatische Probleme mit China schaffen, aber wenn sie en bloc von der gesamten Europäischen Union zusammen mit den USA, dem Vereinigten Königreich und anderen westlichen Mitgliedern wie Australien und Japan für die Volksrepublik durchgeführt wird China wird es sehr schwer sein, der diplomatischen und auch militärischen Mobilität entgegenzuwirken, und folglich sollten die Bedrohungen für Taiwan verringert werden und die chinesischen Ambitionen könnten enden. Umgekehrt könnte ein solcher Schritt eine militärische Eskalation gegen Taipeh beschleunigen und auslösen, aber in diesem Fall würde die chinesische Wirtschaft effektiv sofort isoliert bleiben und nicht länger die Möglichkeit haben, ihr Bruttoinlandsprodukt auf die Zahlen wachsen zu sehen, die notwendig sind, um Dissens weiterhin einzudämmen.

Pour contrecarrer les plans de la Chine, Taïwan doit être reconnu

 L'activisme chinois autour du conflit russo-ukrainien montre à quel point Pékin a intérêt à être reconnu comme protagoniste de l'affaire, officiellement au nom de la réconciliation entre les parties. En réalité, le plan de paix chinois n'est pas fait pour être pris au sérieux par les deux parties adverses et est donc une stratégie qui cache d'autres objectifs derrière la volonté de représenter une action pacificatrice. Certes, il y a aussi la volonté de participer activement à un éventuel arrêt des hostilités, la certification d'un rôle actif dans la recherche de la paix, mais ce n'est que l'apparence extérieure, qui cache un plan mûrement réfléchi, qui s'inscrit dans l'opposition avec les USA et avec l'Occident, plus généralement. Les raisons sont différentes et la tentative de les identifier ne peut représenter qu'une simple conjecture, cependant, il existe plusieurs faits concrets qui peuvent soutenir ces théories. La nécessité de créer une plus grande sélection de la polarisation de l'affrontement, pour éviter la situation multipolaire actuelle sur la scène internationale, a poussé Pékin à envisager de mettre Moscou en situation de vassalité de la Chine, une tâche facilitée par le besoin de la Russie de briser l'isolement. , politique et économique, dans lequel il se trouve. L'action chinoise pourrait servir à permettre au Kremlin de gagner du temps pour sa propre réorganisation, avant tout militaire, un facteur à payer cher, avec une sorte de soumission non déclarée aux volontés chinoises. Ce fait permettrait à la Chine d'étendre sa zone d'influence mondiale avec un partenaire doté de la force atomique : un élément dissuasif important dans l'avenir des relations avec Washington. Si ce facteur est d'ordre international, il en est peut-être un plus inquiétant d'ordre interne, pour la Chine, constitué par la question de Taiwan. L'ambiguïté chinoise sur l'Ukraine, malgré le désastre pour les exportations de Pékin et la dégradation de l'économie mondiale, tient précisément au précédent du conflit actuel entrepris par Moscou pour reconquérir des territoires qu'elle a toujours considérés comme faisant partie de sa nation. Au-delà de quelques déclarations impromptues et extrémistes d'officiels chinois sur la légitimité de l'action russe, le président Xi Jinping a essayé de maintenir officiellement une attitude prudente sur le conflit, tout en n'aimant pas l'élargissement de l'Alliance atlantique jusqu'à la frontière de Moscou, mais il a averti à plusieurs reprises que la question de Taiwan ne peut être traitée de la même manière par l'Occident, car l'île de Formose est considérée comme faisant partie intégrante du territoire chinois, bien qu'elle n'ait jamais fait partie de la République populaire de Chine ; dans le même temps, il a intensifié les exercices militaires et les épreuves de force, véritables menaces, contre Taipei et contre toutes les ambitions occidentales. L'Alliance atlantique a réagi en ripostant par la présence de navires, aussi bien américains, français, anglais et italiens, mais il est entendu que cette stratégie purement militaire n'est pas suffisante si elle n'est pas appuyée par une action politique beaucoup plus forte. Malgré tous les risques que cela peut comporter, le moment est venu de reconnaître officiellement Taïwan comme État souverain et d'ouvrir des représentations diplomatiques auprès de lui, non seulement comme un outil pour établir des relations officielles et concrètes, mais comme une défense contre toutes les formes possibles de violence contre Taipei. Certes, si cette éventualité devait se concrétiser, la Chine protesterait très fortement et intensifierait sa politique en faveur de la Russie, pour menacer l'Occident, mais elle ne pourrait pas aller trop loin dans la riposte, car la principale préoccupation de Pékin, avant toutes les autres, est la croissance économique qui est utilisé comme un outil pour éviter les dérives contre le gouvernement du pays et pour maintenir la dissidence à un niveau très bas. Perdre les marchés les plus riches de la planète serait un retour de bâton susceptible de mettre le régime en difficulté, bien plus grave que de ne pas annexer Taïwan ; certes, la reconnaissance de Taïwan pourrait créer des problèmes diplomatiques avec la Chine, mais si elle est réalisée en bloc par l'ensemble de l'Union européenne, avec les États-Unis, le Royaume-Uni et d'autres membres occidentaux, comme l'Australie et le Japon, pour la République populaire de La Chine il sera très difficile de contrer diplomatiquement et aussi la mobilité militaire et, par conséquent, les menaces sur Taïwan devraient être réduites et les ambitions chinoises pourraient prendre fin. À l'inverse, une telle démarche pourrait accélérer et déclencher une escalade militaire contre Taipei, mais dans ce cas, l'économie chinoise resterait effectivement isolée immédiatement, sans plus la possibilité de voir son produit intérieur brut croître jusqu'aux chiffres nécessaires pour continuer à contenir la dissidence.

Para frustrar os planos da China, Taiwan deve ser reconhecido

 O ativismo chinês em relação ao conflito entre a Rússia e a Ucrânia demonstra como Pequim está interessada em ser reconhecida como protagonista do caso, oficialmente em nome da reconciliação entre as partes. Na realidade, o plano de paz chinês não é feito para ser levado a sério por ambas as partes opostas e, portanto, é uma estratégia que esconde outros objetivos por trás do desejo de representar uma ação pacificadora. Certamente há também a vontade de ser parte activa numa eventual paragem das hostilidades, a certificação de um papel activo na busca da paz, mas esta é apenas a aparência exterior, que esconde um plano bem pensado, que se enquadra a oposição com os EUA e com o Ocidente, em geral. As razões são diversas e a tentativa de identificá-las pode representar apenas uma simples conjectura, porém, existem vários fatos concretos que podem sustentar essas teorias. A necessidade de criar uma maior seleção da polarização do confronto, para evitar a atual situação multipolar no cenário internacional, levou Pequim a planejar tornar Moscou em situação de vassalagem da China, tarefa facilitada pela necessidade da Rússia de romper o isolamento , político e econômico, em que se encontra. A ação chinesa poderia servir para permitir que o Kremlin ganhasse tempo para sua própria reorganização, sobretudo militar, fator a ser pago caro, com uma espécie de submissão não declarada aos desejos chineses. Esse fato permitiria à China expandir sua zona de influência global com um parceiro dotado de força atômica: um impedimento significativo no futuro das relações com Washington. Se esse fator é de ordem internacional, talvez haja um mais preocupante de ordem interna, para a China, constituído pela questão de Taiwan. A ambigüidade chinesa sobre a Ucrânia, apesar do desastre para as exportações de Pequim e da piora da economia mundial, se deve justamente ao precedente do atual conflito empreendido por Moscou para reconquistar territórios que sempre considerou parte de sua nação. Além de algumas declarações improvisadas e extremistas de autoridades chinesas sobre a legitimidade da ação russa, o presidente Xi Jinping tentou manter oficialmente uma atitude cautelosa sobre o conflito, embora não gostasse da expansão da Aliança Atlântica até a fronteira de Moscou, mas advertiu repetidamente que a questão de Taiwan não pode ser tratada da mesma forma pelo Ocidente, porque a ilha de Formosa é considerada parte integrante do território chinês, apesar de nunca ter feito parte da República Popular da China; ao mesmo tempo, intensificou exercícios militares e provas de força, como ameaças reais, contra Taipei e contra quaisquer ambições ocidentais. A Aliança Atlântica atuou respondendo com a presença de navios, além de americanos, também franceses, ingleses e italianos, mas entende-se que esta estratégia puramente militar não é suficiente se não for apoiada por uma ação política muito mais forte. Apesar de todos os riscos que isso possa acarretar, chegou o momento de reconhecer oficialmente Taiwan como Estado soberano e de abrir representações diplomáticas com ele, não só como instrumento de estabelecimento de relações oficiais e concretas, mas como defesa contra todas as formas possíveis de violência contra Taipé. Certamente se essa possibilidade ocorresse, a China protestaria muito e aumentaria sua política em favor da Rússia, para ameaçar o Ocidente, mas não poderia ir muito longe na retaliação, porque a principal preocupação de Pequim, acima de todas as outras, é o crescimento econômico que é usado como uma ferramenta para evitar desvios contra o governo do país e para manter a dissidência em um nível muito baixo. Perder os mercados mais ricos do planeta seria uma reação capaz de colocar o regime em dificuldades, muito mais graves do que não anexar Taiwan; certamente o reconhecimento de Taiwan poderia criar problemas diplomáticos com a China, mas se for feito em bloco por toda a União Européia, juntamente com os EUA, o Reino Unido e outros membros ocidentais, como Austrália e Japão, pela República Popular da China será muito difícil contrariar diplomaticamente e também a mobilidade militar e, consequentemente, as ameaças a Taiwan deverão ser reduzidas e as ambições chinesas poderão acabar. Por outro lado, tal movimento poderia acelerar e desencadear uma escalada militar contra Taipei, mas nesse caso a economia chinesa ficaria efectivamente isolada de imediato, sem mais possibilidade de ver o seu produto interno bruto crescer para os números necessários para continuar a conter a dissidência.