إن التصفية الجسدية للرجل الثاني في حزب الله، والتي جرت في لبنان، أعقبتها تصفية زعيم حماس هنية في طهران. السمة المشتركة هي أن جرائم القتل هذه حدثت في أراضٍ أجنبية تابعة لسيادة الدول المعنية؛ الإغاثة مهمة لأن مسؤولية القتلة في الحالة الأولى أعلنها الإسرائيليون، وفي الحالة الثانية تلتزم تل أبيب الصمت حتى الآن؛ ومع ذلك، فإن العديد من الجهات الفاعلة الدولية تتفق على إسناد المسؤولية إلى القوات المسلحة الإسرائيلية. إن ادعاء الهجوم على الأراضي الإيرانية يعني الاعتراف بانتهاك خطير لسيادة طهران، وهو ما يبرر الرد من الدولة الشيعية. في الواقع، لا تزال هناك شكوك موضوعية قليلة حول من أطلق الصاروخ الذي أصاب منزل الضحية. الصاروخ لم يأت من داخل الدولة الإيرانية، بل وصل إليها من الخارج، وهو دليل لا ينطق لصالح تل أبيب. وإذا كان الأمر كذلك، فإن العواقب المترتبة على الاستراتيجية الإسرائيلية قد تهدد في واقع الأمر بتوسيع الصراع، الذي خاطر في كثير من الأحيان بأن يصبح قاتلاً للعالم أجمع. إن تل أبيب تقدم نفسها أمام العالم بسلوك ازدراء للقانون الدولي وبدون أي رغبة في السعي إلى سلام حقيقي لا يخدم أهدافها التوسعية، سواء في غزة أو في الضفة الغربية. أحد الجوانب التي تلعب دوراً حاسماً في سلوك إسرائيل هو التهديدات عديمة الجدوى من جانب أوروبا، التي لا تفعل شيئاً لوضع حد للمذابح الإسرائيلية، والدعم الكبير، وإن كان مع انتقادات، من جانب الولايات المتحدة. إذا بدا أن الإدانة والتهديدات الناتجة عن الجانب الإيراني أمر مسلم به (من بين أمور أخرى، مقتل داعية حماس حدث بمناسبة تنصيب الرئيس الإيراني الجديد)، فإن ردود أفعال الدول الأخرى و وكانت المنظمات أيضًا عنيفة بشكل خاص. لقد وصفت تركيا عملية الاغتيال بأنها "حقيرة"، وكان أردوغان قد أدان بالفعل تل أبيب بشدة لمقتل زعيم حزب الله، وفي هذه المرحلة أخذ الأمور إلى أبعد من ذلك، فإن موقف الرئيس التركي وظيفي لاستعادة الإجماع في ضوء الانتخابات الرئاسية، كمدافع عن الشعب الفلسطيني. وتكتسب المسألة التركية أهمية خاصة، لأن أنقرة جزء من الحلف الأطلسي وخطها السياسي يختلف بشكل واضح، خاصة عن خط واشنطن. من الطبيعي أن تهدد حماس إسرائيل، لكن الظروف العسكرية الحالية تثير قلقاً أقل بالنسبة لإسرائيل مقارنة بالهجمات الانتحارية التي ينفذها أعضاء معزولون، تماماً كما يهدد الوضع في الضفة الغربية بالتفاقم إلى حد خطير، حيث ستبدأ الاضطرابات الشعبية بإضرابات ومظاهرات ضد الحكومة الإسرائيلية؛ والأكثر إشكالية، من وجهة نظر عسكرية، هي الإجراءات الانتقامية التي وعد بها الحوثيون، الذين أثبتوا بالفعل أنهم قادرون على ضرب إسرائيل بطائراتهم بدون طيار. كما أدان العراق إسرائيل، فيما أكدت الولايات المتحدة حماية تل أبيب في حال تعرضها لهجوم، وهو كلام لا يساهم في تهدئة الأوضاع. وقد صرحت طهران، من جانبها، بأن هذا الأمر سيجعل الدولة الشيعية أقرب إلى الفلسطينيين، لكن ما سيكون عليه هذا التقارب هو سؤال مركزي، لأنه إذا تحقق بمساعدة عسكرية أو تدخلات لدعم المتحاربين في غزة، فإن الأمر سيستغرق وقتا طويلا. وسوف يرتفع التوتر بين الدولتين إلى مستويات ربما لم يسبق لها مثيل من قبل. وفي كل الأحوال، فمن غير المعقول ألا ترد طهران بعمل مماثل على الأقل لعمل إسرائيلي. وإذا نجح ذلك، فإن سباق الرد سوف يشتعل من جديد، مع تداعيات واضحة على المحادثات وعملية السلام في الوضع في غزة. في السياق العام، كان رد فعل قطر، المنخرط شخصياً في محادثات السلام، مؤثراً بشكل خاص، والذي أكد أنه في المفاوضات التي يقتل فيها أحد الطرفين ممثلاً للآخر، ليس لديه فرصة لتحقيق النجاح؛ ولعل هذا هو بالضبط ما تريده إسرائيل وحكومتها المؤلفة من أشخاص غير مسؤولين.
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mercoledì 31 luglio 2024
venerdì 26 luglio 2024
Il Partito Democratico USA punta tutto sulla candidatura della Harris
La necessità di recuperare il tempo, già irrimediabilmente, perduto durante la campagna elettorale, impone al Partito Democratico di accelerare i tempi per la candidatura di Kamala Harris e, nello stesso tempo, di rendere inefficace qualsiasi tentativo interno, che possa scalzarla dal ruolo di candidato alla presidenza degli Stati Uniti. In pratica, si tratta di elaborare e stabilire procedure che possano garantire il ruolo della Harris come candidata alla Casa Bianca, in maniera di garantirne l’efficacia in modo sicuro e, soprattutto il prima possibile; questo perché il fattore tempo è ormai diventato determinante. Il comitato che sovrintende alle regole all’interno del Partito Democratico ha stabilito una tempistica per arrivare alla nomina della Harris a candidato alle presidenziali. Insieme alla calendarizzazione sono state stabilite tre regole, che dovranno favorire il processo della candidatura ufficiale. La prima regola rende praticamente impossibile contestare la posizione della Harris, la seconda determina l’anticipazione della nomina, in modo che la Convention diventi una investitura ufficiale, celebrata insieme ad una cerimonia in cui Biden sarà omaggiato da tutto il partito per il lavoro fatto, la terza dovrà consegnare libertà assoluta alla Harris circa la nomina del proprio candidato alla vicepresidenza. Per blindare la candidatura della Harris, sono stati anticipati i tempi per presentare la candidatura alla presidenza di tre giorni, cioè dal 30 al 27 luglio, in modo che alle 18, orario della capitale statunitense, ogni sfidante dovrà avere la propria candidatura formalizzata, a questo deve aggiungersi l’anticipo al 30 luglio per avere la firma di 300 delegati, con adesioni massime per ogni singolo stato di 50 delegati, necessari per la ratifica per proporre la propria candidatura. Dopo queste fasi sarà necessario il voto dei delegati sulla candidatura, che con la sola Harris come candidata sarà previsto per il primo agosto, viceversa in presenza di più candidati, il voto avverrà il 7 Agosto. Un tempo veramente ristretto che rende praticamente impossibile effettuare una campagna elettorale a qualsiasi candidato alternativo alla Harris. Queste modalità di candidatura dimostrano come il Partito Democratico intenda mostrarsi al corpo elettorale come unito e determinato a sostenere la Vicepresidente, ormai individuata come simbolo concreto della forza politica democratica ed alternativa a Trump. Anche la famiglia Obama, che non sembrava convinta di questa ipotesi, ha dimostrato il proprio sostegno alla Harris, arrivando così a suggellare la nomination per la candidatura. Questo risultato sembra più una necessità di cui fare virtù, dettata dai tempi stringenti, che una scelta ponderata e maturata in maniera consapevole dentro tempi giusti ed adeguati. Una impressione è che la Harris, nel caso di vittoria, potrebbe diventare presidente in maniera casuale, grazie ad una serie di circostanze particolarmente favorevoli e fortunate. Esistono dubbi consistenti, che un processo della candidatura fatto nei tempi adeguati e, soprattutto, con un dibattito interno al partito capace di rappresentare i diversi punti di vista, potesse determinare la candidatura della Harris, che non godeva di una popolarità adeguata a questo compito, anche per la scarsa rilevanza di come ha interpretato il ruolo di vicepresidente. In ogni caso per il Partito Democratico, proprio la posizione di vicepresidente in carica ha determinato la successione a Biden, almeno come candidata alla presidenza; questa scelta, che appare forzata, ora deve essere sostenuta in ogni caso, soprattutto come valore simbolico di alternativa alla minacciata autocrazia di Trump. Anche la Harris è meglio del candidato repubblicano, speriamo se ne convincano anche gli elettori.
The US Democratic Party is banking everything on Harris' candidacy
The need to recover the time, already irretrievably lost during the electoral campaign, requires the Democratic Party to speed up the times for Kamala Harris' candidacy and, at the same time, to render ineffective any internal attempt, which could oust her from the role of candidate for the presidency of the United States. In practice, it is a matter of developing and establishing procedures that can guarantee Harris' role as candidate for the White House, in a way to guarantee its effectiveness in a safe way and, above all, as soon as possible; this is because the time factor has now become decisive. The committee that oversees the rules within the Democratic Party has established a timeframe to arrive at Harris' nomination as presidential candidate. Along with the calendar, three rules have been established, which must facilitate the process of the official candidacy. The first rule makes it virtually impossible to challenge Harris' position, the second determines the advancement of the nomination, so that the Convention becomes an official investiture, celebrated together with a ceremony in which Biden will be honored by the entire party for the work done, the third will have to give Harris absolute freedom regarding the nomination of her candidate for vice president. To secure Harris' candidacy, the times for presenting the candidacy for the presidency have been brought forward by three days, that is from July 30 to July 27, so that at 6 pm, US capital time, each challenger must have their candidacy formalized, to this must be added the advancement to July 30 to have the signature of 300 delegates, with maximum adhesions for each single state of 50 delegates, necessary for the ratification to propose their candidacy. After these phases, the vote of the delegates on the candidacy will be necessary, which with only Harris as a candidate will be scheduled for August 1, vice versa in the presence of multiple candidates, the vote will take place on August 7. : A very limited time that makes it practically impossible to carry out an electoral campaign for any alternative candidate to Harris. These methods of candidacy demonstrate how the Democratic Party intends to show itself to the electorate as united and determined to support the Vice President, now identified as a concrete symbol of the democratic political force and alternative to Trump. Even the Obama family, who did not seem convinced by this hypothesis, demonstrated their support for Harris, thus sealing the nomination for the candidacy. This result seems more like a necessity to be made a virtue of, dictated by the tight deadlines, than a considered choice that has matured consciously within the right and adequate times. One impression is that Harris, in the event of victory, could become president by chance, thanks to a series of particularly favorable and fortunate circumstances. There are significant doubts that a candidacy process carried out in adequate times and, above all, with an internal debate within the party capable of representing the different points of view, could determine the candidacy of Harris, who did not enjoy adequate popularity for this task, also due to the lack of relevance of how she interpreted the role of vice president. In any case, for the Democratic Party, it is precisely the position of vice president in office that has determined the succession to Biden, at least as a candidate for the presidency; this choice, which appears forced, must now be supported in any case, especially as a symbolic value of alternative to the threatened autocracy of Trump. Harris is also better than the Republican candidate, let's hope that voters are convinced of this too.
El Partido Demócrata de EE.UU. lo apuesta todo por la candidatura de Harris
La necesidad de recuperar el tiempo, ya irremediablemente perdido durante la campaña electoral, exige que el Partido Demócrata acelere el proceso de candidatura de Kamala Harris y, al mismo tiempo, haga ineficaz cualquier intento interno que pueda desbancarla del cargo. de candidato a la presidencia de Estados Unidos. En la práctica, se trata de desarrollar y establecer procedimientos que puedan garantizar el papel de Harris como candidata a la Casa Blanca, para garantizar su eficacia de forma segura y, sobre todo, lo antes posible; Esto se debe a que el factor tiempo se ha vuelto decisivo. El comité que supervisa las reglas dentro del Partido Demócrata ha establecido un cronograma para nominar a Harris como candidato presidencial. Junto al calendario se han establecido tres reglas, que facilitarán el proceso oficial de candidatura. La primera regla hace prácticamente imposible impugnar la posición de Harris, la segunda determina la anticipación de la nominación, de modo que la Convención se convierte en una investidura oficial, celebrada junto con una ceremonia en la que Biden será honrado por todo el partido por el trabajo realizado. , el tercero deberá dar a Harris libertad absoluta en cuanto a la nominación de su candidato a la vicepresidencia. Para asegurar la candidatura de Harris, el plazo de presentación de la candidatura a la presidencia se ha adelantado tres días, es decir, del 30 al 27 de julio, de modo que a las 18.00 horas, hora de la capital estadounidense, cada aspirante tendrá que formalizar su candidatura, y este Al avance hasta el 30 de julio hay que sumarle la firma de 300 delegados, siendo la membresía máxima para cada estado individual de 50 delegados, necesaria para la ratificación para proponer la propia candidatura. Después de estas fases, los delegados deberán votar sobre la candidatura, que con solo Harris como candidato se programará para el 1 de agosto, y viceversa, en presencia de varios candidatos, la votación se realizará el 7 de agosto. Un tiempo verdaderamente limitado que hace prácticamente imposible realizar una campaña electoral para cualquier candidato alternativo a Harris. Estos métodos de candidatura demuestran cómo el Partido Demócrata pretende mostrarse ante el electorado unido y decidido a apoyar al vicepresidente, ahora identificado como un símbolo concreto de la fuerza política democrática y alternativa a Trump. Incluso la familia Obama, que no parecía convencida de esta hipótesis, demostró su apoyo a Harris, sellando así su nominación a la candidatura. Este resultado parece más una necesidad que hay que aprovechar, dictada por plazos ajustados, que una elección reflexiva y consciente realizada en los tiempos correctos y adecuados. Una impresión es que Harris, en caso de victoria, podría convertirse en presidente de manera casual, gracias a una serie de circunstancias particularmente favorables y afortunadas. Existen dudas sustanciales de que un proceso de candidatura llevado a cabo en los plazos adecuados y, sobre todo, con un debate interno dentro del partido capaz de representar los diferentes puntos de vista, pueda determinar la candidatura de Harris, que no gozaba de una popularidad adecuada para esta tarea, también por la falta de relevancia de cómo interpretó el rol de vicepresidente. En cualquier caso, para el Partido Demócrata, el cargo de vicepresidente en ejercicio determinó la sucesión de Biden, al menos como candidato presidencial; Esta elección, que parece forzada, ahora debe ser apoyada en cualquier caso, sobre todo como valor simbólico como alternativa a la autocracia amenazada por Trump. Harris también es mejor que el candidato republicano, esperemos que los votantes también estén convencidos de ello.
Die Demokratische Partei der USA setzt alles auf Harris‘ Kandidatur
Die Notwendigkeit, die im Wahlkampf bereits unwiederbringlich verlorene Zeit aufzuholen, erfordert von der Demokratischen Partei, die Kandidatur von Kamala Harris zu beschleunigen und gleichzeitig jeden internen Versuch, der sie aus der Rolle verdrängen könnte, wirkungslos zu machen Kandidat für die Präsidentschaft der Vereinigten Staaten. In der Praxis geht es darum, Verfahren zu entwickeln und zu etablieren, die die Rolle von Harris als Kandidat für das Weiße Haus gewährleisten können, um ihre Wirksamkeit auf sichere Weise und vor allem so schnell wie möglich zu gewährleisten; Denn mittlerweile ist der Faktor Zeit entscheidend geworden. Der Ausschuss, der die Regeln innerhalb der Demokratischen Partei überwacht, hat einen Zeitplan für die Nominierung von Harris als Präsidentschaftskandidaten festgelegt. Zusammen mit dem Kalender wurden drei Regeln festgelegt, die den offiziellen Kandidaturprozess erleichtern sollen. Die erste Regel macht es praktisch unmöglich, Harris‘ Position anzufechten, die zweite bestimmt die Vorfreude auf die Nominierung, sodass der Konvent zu einer offiziellen Investitur wird, die zusammen mit einer Zeremonie gefeiert wird, bei der Biden von der gesamten Partei für die geleistete Arbeit geehrt wird , muss die Dritte Harris absolute Freiheit hinsichtlich der Nominierung ihres Vizepräsidentschaftskandidaten geben. Um die Kandidatur von Harris zu sichern, wurde die Frist für die Einreichung der Präsidentschaftskandidatur um drei Tage vorverlegt, d Zu dem Vorschuss bis zum 30. Juli muss noch die Unterschrift von 300 Delegierten hinzugefügt werden, wobei die maximale Mitgliederzahl für jeden einzelnen Staat 50 Delegierte beträgt, die für die Ratifizierung erforderlich ist, um die eigene Kandidatur vorzuschlagen. Nach diesen Phasen müssen die Delegierten über die Kandidatur abstimmen, die für den 1. August geplant ist, wenn nur Harris der Kandidat ist, und umgekehrt, wenn mehrere Kandidaten anwesend sind, findet die Abstimmung am 7. August statt. Eine wirklich begrenzte Zeit, die es praktisch unmöglich macht, einen Wahlkampf für einen alternativen Kandidaten zu Harris durchzuführen. Diese Kandidaturmethoden zeigen, wie die Demokratische Partei sich gegenüber der Wählerschaft geeint und entschlossen zeigen will, den Vizepräsidenten zu unterstützen, der nun als konkretes Symbol der demokratischen politischen Kraft und Alternative zu Trump gilt. Sogar die Obama-Familie, die von dieser Hypothese nicht überzeugt zu sein schien, zeigte ihre Unterstützung für Harris und besiegelte damit ihre Nominierung als Kandidatin. Dieses Ergebnis scheint eher eine Notwendigkeit zu sein, die durch die engen Fristen diktiert werden muss, als eine durchdachte und bewusste Entscheidung, die innerhalb der richtigen und angemessenen Zeit getroffen wurde. Ein Eindruck ist, dass Harris im Falle eines Sieges dank einer Reihe besonders günstiger und glücklicher Umstände ganz locker Präsident werden könnte. Es bestehen erhebliche Zweifel daran, dass ein fristgerecht durchgeführter Kandidaturprozess und vor allem eine parteiinterne Debatte, die die unterschiedlichen Standpunkte vertreten kann, über die Kandidatur von Harris entscheiden könnte, der sich nicht über eine ausreichende Popularität erfreute Diese Aufgabe löste er auch aufgrund der mangelnden Relevanz seiner Interpretation der Rolle des Vizepräsidenten. Für die Demokratische Partei jedenfalls bestimmte die Position des amtierenden Vizepräsidenten die Nachfolge von Biden, zumindest als Präsidentschaftskandidat; Diese scheinbar erzwungene Wahl muss nun in jedem Fall unterstützt werden, vor allem als symbolischer Wert als Alternative zu Trumps drohender Autokratie. Harris ist auch besser als der republikanische Kandidat, hoffen wir, dass die Wähler auch davon überzeugt sind.
Le Parti démocrate américain parie tout sur la candidature de Harris
La nécessité de rattraper le temps déjà irrémédiablement perdu lors de la campagne électorale impose au Parti démocrate d'accélérer le processus de candidature de Kamala Harris et, en même temps, de rendre inefficace toute tentative interne susceptible de l'évincer de son poste. de candidat à la présidence des États-Unis. En pratique, il s'agit de développer et d'établir des procédures qui puissent garantir le rôle de Harris en tant que candidat à la Maison Blanche, afin de garantir son efficacité en toute sécurité et, surtout, dans les meilleurs délais ; c'est que le facteur temps est désormais devenu déterminant. Le comité qui supervise les règles au sein du Parti démocrate a établi un calendrier pour la nomination de Harris comme candidat à la présidentielle. Outre le calendrier, trois règles ont été établies pour faciliter le processus de candidature officielle. La première règle rend pratiquement impossible la contestation de la position de Harris, la seconde détermine l'anticipation de la nomination, de sorte que la Convention devienne une investiture officielle, célébrée en même temps qu'une cérémonie au cours de laquelle Biden sera honoré par tout le parti pour le travail accompli. , la troisième devra donner à Harris une liberté absolue concernant la nomination de son candidat à la vice-présidence. Pour garantir la candidature de Harris, l'heure de présentation de la candidature à la présidence a été avancée de trois jours, soit du 30 au 27 juillet, de sorte qu'à 18 heures, heure de la capitale américaine, chaque challenger devra formaliser sa candidature, ce qui il faut ajouter à l'avance au 30 juillet pour avoir la signature de 300 délégués, avec un nombre maximum de membres pour chaque État individuel de 50 délégués, nécessaire à la ratification pour proposer sa candidature. Après ces phases, les délégués devront voter sur la candidature, qui avec seulement Harris comme candidat sera prévu pour le 1er août, vice versa en présence de plusieurs candidats, le vote aura lieu le 7 août. Un temps vraiment limité qui rend pratiquement impossible la réalisation d’une campagne électorale pour tout candidat alternatif à Harris. Ces modalités de candidature démontrent comment le Parti démocrate entend se montrer devant l’électorat comme uni et déterminé à soutenir le vice-président, désormais identifié comme un symbole concret de la force politique démocratique et alternative à Trump. Même la famille Obama, qui ne semblait pas convaincue de cette hypothèse, a démontré son soutien à Harris, scellant ainsi sa nomination à la candidature. Ce résultat apparaît plus comme une nécessité, dictée par des délais serrés, que comme un choix réfléchi et conscient effectué dans des délais adéquats. On a l’impression que Harris, en cas de victoire, pourrait devenir président de manière fortuite, grâce à une série de circonstances particulièrement favorables et heureuses. Il existe des doutes sérieux qu'un processus de candidature mené dans les délais appropriés et, surtout, avec un débat interne au parti capable de représenter les différents points de vue, puisse déterminer la candidature de Harris, qui n'a pas joui d'une popularité suffisante pour cette tâche, également en raison du manque de pertinence dans la manière dont il interprétait le rôle de vice-président. En tout cas, pour le Parti démocrate, la position de vice-président en exercice déterminait la succession de Biden, au moins en tant que candidat à la présidentielle ; ce choix, qui semble forcé, doit maintenant être soutenu en tout cas, avant tout comme valeur symbolique comme alternative à l'autocratie menacée de Trump. Harris est également meilleur que le candidat républicain, espérons que les électeurs en soient également convaincus.
O Partido Democrata dos EUA aposta tudo na candidatura de Harris
A necessidade de recuperar o tempo, já irremediavelmente perdido durante a campanha eleitoral, exige que o Partido Democrata acelere o processo de candidatura de Kamala Harris e, ao mesmo tempo, torne ineficaz qualquer tentativa interna que a possa destituir do cargo. presidência dos Estados Unidos. Na prática, trata-se de desenvolver e estabelecer procedimentos que possam garantir o papel de Harris como candidato à Casa Branca, de forma a garantir a sua eficácia de forma segura e, sobretudo, o mais rapidamente possível; isto porque o factor tempo se tornou agora decisivo. O comité que supervisiona as regras do Partido Democrata estabeleceu um calendário para a nomeação de Harris como candidato presidencial. Juntamente com o calendário, foram estabelecidas três regras, que facilitarão o processo oficial de candidatura. A primeira regra torna praticamente impossível contestar a posição de Harris, a segunda determina a antecipação da nomeação, para que a Convenção se torne uma investidura oficial, celebrada juntamente com uma cerimónia em que Biden será homenageado por todo o partido pelo trabalho realizado, a terceira terá de dar a Harris liberdade absoluta quanto à nomeação do seu candidato a vice-presidente. Para assegurar a candidatura de Harris, o prazo de apresentação da candidatura à presidência foi antecipado em três dias, ou seja, de 30 para 27 de Julho, pelo que às 18 horas, hora da capital norte-americana, cada desafiante terá de ter a a sua candidatura formalizada, o que deve ser adicionado ao adiantamento até 30 de julho para ter a assinatura de 300 delegados, com uma adesão máxima para cada estado individual de 50 delegados, necessária para a ratificação para propor a sua candidatura. Após estas fases, os delegados necessitarão de votar a candidatura, que tendo apenas Harris como candidato será marcada para 1 de agosto, vice-versa na presença de múltiplos candidatos, a votação terá lugar no dia 7 de agosto. Um tempo verdadeiramente limitado que torna praticamente impossível realizar uma campanha eleitoral para qualquer candidato alternativo a Harris. Estes métodos de candidatura demonstram como o Partido Democrata pretende mostrar-se ao eleitorado como unido e determinado a apoiar o Vice-Presidente, agora identificado como um símbolo concreto da força política democrática e alternativa a Trump. Mesmo a família Obama, que não parecia convencida desta hipótese, demonstrou o seu apoio a Harris, selando assim a sua nomeação para candidatura. Este resultado parece mais uma necessidade a cumprir, ditada por prazos apertados, do que uma escolha ponderada e consciente feita nos prazos certos e adequados. Uma impressão é que Harris, em caso de vitória, poderia tornar-se presidente de forma casual, graças a uma série de circunstâncias particularmente favoráveis e afortunadas. Existem dúvidas substanciais de que um processo de candidatura realizado no prazo adequado e, sobretudo, com um debate interno no partido capaz de representar os diferentes pontos de vista, pudesse determinar a candidatura de Harris, que não gozava de uma popularidade adequada para esta tarefa, também pela falta de relevância na forma como interpretava o papel de vice-presidente. De qualquer modo, para o Partido Democrata, o cargo de vice-presidente em exercício determinou a sucessão de Biden, pelo menos como candidato presidencial; esta escolha, que parece forçada, deve agora ser apoiada em qualquer caso, sobretudo como um valor simbólico como alternativa à ameaçada autocracia de Trump. Harris também é melhor do que o candidato republicano, esperemos que os eleitores também estejam convencidos disso.