ハマスの政治的指導者であり交渉者であるイスマイル・ハニエを排除するというおそらくイスラエルによる決定により、彼の後任には組織の軍事トップであり、10月7日の攻撃を首謀した人物と考えられているヤヒヤ・シヌアールが就任することとなった。イスラエル国防軍から指名手配されている少佐。ハマストップのこの強制的な交代はイスラエルに対する反応を表しており、これはテルアビブに対する一種の報復とみられ、和平交渉からの明確な離脱と、特にガザ戦争におけるさらに暴力的な態度への転換を意味する。そして、いかなる場合においても、イスラエル人とのいかなる合意にも反対する。シヌアルとネタニヤフの両党指導者が現在、この解決策への反対について正確に一致しているため、二国家解決案も後退しつつある。ハマスの選択は理解できても共有できない。なぜなら、それはガザの民間人に対するさらなる大きな圧力を意味し、より多くの犠牲者と、可能であれば現在よりもさらに悪い保健衛生状況をもたらすことになるからである。ハマスはイスラエルの罠にはまったという印象であり、ハニエを排除する意図はまさにハニエをシヌアールに置き換えることだった。ハマス軍事指導者の任命という転換点は、ガザとヨルダン川西岸の両方でイスラエルの抑圧活動をさらに強化し、予防的軍事行動に一種の正当性を与え、他の地域の征服を可能にする可能性がある。実際、10月7日の虐殺が、現在もアラブ民族が居住する地域からパレスチナ人を消去するための口実となっているのは明らかであるが、主に宗教国家主義者で構成されているイスラエル政府は、その地域を自国の領土と考えている。さらに、ネタニヤフ首相は、1996年の最初の政権樹立以来、常に様子見戦術をとってきた。イスラエル首相は、パレスチナ国家樹立の可能性に関して国際政治を繰り返し欺いてきた。実際には、そのような解決策をまったく想定していなかったし、現在、政治的観点からの間違い、とりわけハマス側の邪悪な行為を利用して、二国家プロジェクトを終わらせようとしている。世界中のほとんどの国で最もサポートされているソリューションです。このようなことが起こり得るのは、ガザでの民間人の無分別な虐殺や国際法と欧州のあらゆる規範に反して他国の領土で行われた活動にもかかわらず、表面的な宣言を超えて米国がテルアビブを支援し続けているからだ。暴力を止めるための具体的な制裁政策に着手した。パレスチナ人は確かに、イラン、ヒズボラ、フーシ派の無駄な支援を当てにすることはできないが、彼らは逆に、その態度によって自らの取り組みの巻き添え被害を引き起こす危険を冒している。スンニ派アラブ諸国は、テルアビブとの新たな関係に関心があるため、無関心な態度を維持しており、単なる実践宣言を超えていない。さらに、ハマスの軍事指導者を同じ組織の政治指導者に任命するという出来事は、選挙協議の結果ではなく、パレスチナ人がその犠牲者であり、彼らにとって、そしておそらくはパレスチナ人にとっても犠牲となる自己言及的な策略の結果である。世界にとって、それは都合の良い選択ではないようです。イスラエルに最も不利でハマスが唯一信頼できる同盟国とみなしている主体がこの決定に影響を与える可能性も評価されなければならない。イランとヒズボラ。テヘランで発生したハマスの政治指導者の暗殺に対する報復の文脈で、現在、ハマスの政治指導者暗殺の可能性が高まっていると考えられているが、軍司令官をハマスの政治指導者に任命することは、ガザにおけるイスラエルのさらなる関与を意味する可能性がある。イランの報復の始まり。イスラエル人はガザでさらに激しく関与し、北部ではヒズボラが攻撃し、イランとフーシ派の無人偵察機の攻撃を受ける可能性がある。その結果、おそらくこれまでに見たことのないような軍事的圧力がイスラエルに及ぶことになる。一方、アメリカの海軍資産はすでに配備されており、紛争が拡大する危険性はますます高まっており、ハマスの指名はその可能性をさらに高めるだけである。
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
mercoledì 7 agosto 2024
تعيين رئيس جديد لحماس يحول دون تحقيق السلام
القرار، وهو على الأغلب إسرائيلي، بإقالة الرئيس السياسي والمفاوض لحركة حماس إسماعيل هنية، أدى إلى استبداله يحيى السنوار، القائد العسكري للحركة والذي يعتبر العقل المدبر لهجوم 7 أكتوبر، ولهذا السبب، مطلوب لقوات الدفاع الإسرائيلية. ويمثل هذا التغيير القسري في قمة حماس رد فعل تجاه إسرائيل، والذي يبدو وكأنه نوع من الانتقام من تل أبيب ويعني خروجًا واضحًا عن مفاوضات السلام وتحولًا نحو موقف أكثر عنفًا في حرب غزة على وجه الخصوص. وفي كل الأحوال ضد أي اتفاق محتمل مع الإسرائيليين. كما أن حل الدولتين يتراجع أيضاً، لأن زعيمي الحزبين، سنوار ونتنياهو، متفقان الآن تحديداً على معارضتهما لهذا الحل. إن اختيار حماس يمكن أن يكون مفهوماً ولكنه غير مشترك، لأنه سوف يعني المزيد من الضغوط على السكان المدنيين في غزة، مع عدد أكبر من الضحايا، وظروف صحية ونظافة أسوأ، إن أمكن، من الأوضاع الحالية. والانطباع هو أن حماس وقعت في الفخ الإسرائيلي، الذي كان هدفه من تصفية هنية هو استبداله بالسنوار. إن نقطة التحول، مع تعيين القائد العسكري لحماس، ستزيد من النشاط القمعي الإسرائيلي، سواء في غزة أو في الضفة الغربية، مما يعطي نوعاً من التبرير للأعمال العسكرية الوقائية، التي يمكن أن تسمح باحتلال مناطق أخرى. ويبدو من الواضح، في واقع الأمر، أن مذبحة السابع من أكتوبر/تشرين الأول أصبحت الآن ذريعة لمحو السكان الفلسطينيين من الأراضي التي لا يزال يسكنها العرب، والتي تعتبرها الحكومة الإسرائيلية، المكونة إلى حد كبير من القوميين المتدينين، ملكاً لها. علاوة على ذلك، اتبع نتنياهو دائما تكتيك الانتظار والترقب منذ تشكيل حكومته الأولى في عام 1996. لقد خدع رئيس الوزراء الإسرائيلي مرارا وتكرارا السياسة الدولية فيما يتعلق بإمكانية إنشاء دولة فلسطينية؛ في الواقع، لم تتصور قط مثل هذا الحل، وهي الآن تستغل الخطأ، من الناحية السياسية، وفوق كل شيء العمل الشرير من جانب حماس، لوضع حد لمشروع الدولتين، على الرغم من ذلك. كونه الحل الأكثر دعمًا من قبل معظم دول العالم. يمكن أن يحدث هذا لأن الولايات المتحدة مستمرة في دعم تل أبيب، حتى على الرغم من المذابح الحمقاء للمدنيين في غزة والأنشطة التي يتم تنفيذها على أراضي الدول الأخرى في تحدٍ لكل قواعد القانون الدولي، وأوروبا، بما يتجاوز التصريحات السطحية، لم تفعل ذلك أبدًا. وانتهجت سياسة ملموسة من العقوبات لوقف العنف. من المؤكد أن الفلسطينيين لا يمكنهم الاعتماد على الدعم غير المجدي من إيران وحزب الله والحوثيين، الذين، على العكس من ذلك، يخاطرون بالتسبب في ضحايا جانبية لمبادراتهم بسبب موقفهم. وتحافظ الدول العربية السنية على موقف منفصل، بسبب اهتمامها بعلاقات جديدة مع تل أبيب، ولا تتجاوز مجرد التصريحات بالممارسة. علاوة على ذلك، فإن مسألة تعيين القائد العسكري لحماس زعيما سياسيا لنفس المنظمة، ليست نتيجة مشاورة انتخابية، بل هي نتيجة مناورة مرجعية ذاتية وقع الفلسطينيون ضحيتها، والتي، بالنسبة لهم وربما، بالنسبة للعالم، لا يبدو هذا خيارًا مناسبًا. ويجب أيضاً تقييم إمكانية التأثير على هذا القرار من قبل الجهات الفاعلة الأكثر معاداة لإسرائيل والتي تعتبرها حماس الحليفتين الوحيدتين الموثوقتين: إيران وحزب الله؛ وفي سياق الرد الانتقامي، الذي أصبح الآن محتملاً بشكل متزايد بسبب اغتيال الزعيم السياسي لحماس، الذي حدث في طهران، فإن تعيين القائد العسكري كزعيم سياسي لحماس يمكن أن يعني التزاماً أكبر لإسرائيل في غزة، بالتزامن على وجه التحديد مع بداية الانتقام الإيراني. ومن الممكن أن يكون الإسرائيليون منخرطين بشكل أكبر في غزة، ويهاجمهم حزب الله في الشمال، ويتعرضون لهجمات الطائرات بدون طيار من الإيرانيين والحوثيين. وستكون النتيجة ضغوطاً عسكرية، ربما لم يسبق لها مثيل، تتعرض لها إسرائيل. وفي الوقت نفسه، تم نشر الأصول البحرية الأمريكية بالفعل، وأصبح خطر اتساع الصراع محتملاً بشكل متزايد، كما أن ترشيح حماس يزيد من هذا الاحتمال إلى أبعد من ذلك.
mercoledì 31 luglio 2024
L'uccisione del leader si Hamas rischia di vanificare il processo di pace
All’eliminazione fisica del numero due di Hezbollah, avvenuta in Libano, è seguita quella del leader di Hamas, Hanieyh, a Teheran. La caratteristica comune è che questi omicidi siano avvenuti in territorio straniero, appartenente alla sovranità dei rispettivi stati; il rilievo è importante perché la responsabilità degli assassini, nel primo caso è stata rivendicata dagli israeliani, mentre nel secondo caso Tel Aviv per ora tace; tuttavia, diversi attori internazionali sono concordi nell’attribuirne la responsabilità alle forze armate di Israele. Rivendicare un attentato in terra iraniana significa ammettere una pericolosa violazione della sovranità di Teheran, che giustificherebbe una risposta del paese sciita. In realtà sul mandante, del razzo che ha colpito la casa della vittima, restano, oggettivamente pochi dubbi. Il razzo non proveniva dall’interno del paese iraniano, ma è giunto su di esso dall’estero, un indizio che non depone a favore di Tel Aviv. Se così fosse le conseguenze della strategia israeliana, rischierebbero concretamente di allargare paurosamente un conflitto, che ha già rischiato troppe volte di diventare letale per il mondo intero. Tel Aviv si pone davanti al mondo con una condotta sprezzante del diritto internazionale e senza alcuna volontà di ricercare una pace vera e non funzionale ai propri scopi di espansione, sia a Gaza, che in Cisgiordania. Un aspetto che gioca in maniera determinante nella condotta di Israele sono le inutili minacce dell’Europa, che non fa nulla per mettere fine ai massacri israeliani, ed all’appoggio sostanziale, seppure con critiche, degli Stati Uniti. Se la condanna e le conseguenti minacce, da parte iraniana appaiono come scontate (tra l’altro l’uccisione dell’esponente di Hamas è avvenuta in occasione dell’investitura del nuovo presidente dell’Iran), anche le reazioni di altre nazioni ed organizzazioni sono state particolarmente violente. La Turchia ha definito come ignobile l’assassinio, Erdogan aveva già condannato in maniera pesante Tel Aviv per l’uccisione del leader di Hezbollah ed in questo frangente ha rincarato la dose, l’atteggiamento del presidente turco è funzionale a riguadagnare consensi in vista delle elezioni presidenziali, ergendosi a difensore del popolo palestinese. La questione turca è particolarmente importante, perché Ankara fa parte dell’Alleanza Atlantica e la sua linea politica si discosta in maniera netta, soprattutto da quella di Washington. Naturalmente Hamas ha minacciato Israele, ma le attuali condizioni militari destano per Israele minori preoccupazioni rispetto ad attacchi kamikaze di membri isolati, così come rischia di aggravarsi pericolosamente la situazione in Cisgiordania, dove la agitazioni popolari partiranno con scioperi e manifestazioni contro il governo israeliano; più problematiche, dal punto di vista militare, le azioni di ritorsione promesse dagli Houti, che hanno già dimostrato di potere colpire Israele con i suoi droni. Anche l’Iraq ha condannato Israele, mentre gli USA hanno assicurato a Tel Aviv protezione in caso di attacco, parole che non contribuiscono a raffreddare la situazione. Teheran, da parte sua, ha affermato, che il fatto avvicinerà ulteriormente il paese sciita ai palestinesi, come sarà questo avvicinamento è questione centrale, perché se si concretizzerà con aiuti militari o interventi in appoggio ai belligeranti di Gaza, la tensione tra i due stati salirà a livelli probabilmente mai visti. In ogni caso è impensabile che Teheran non risponda con una azione almeno pari a quella israeliana, se ciò riuscirà si riaprirà la corsa alle ritorsioni, con ricadute evidenti sui colloqui e sul processo di pace per la situazione di Gaza. Nel contesto generale particolarmente efficace è la reazione del Qatar, impegnato in prima persona nei colloqui di pace, che ha sottolineato che in un negoziato dove una parte uccide un rappresentante dell’altra non ha alcuna possibilità di arrivare al successo; probabilmente è proprio quello che vuole Israele ed il suo governo composto da irresponsabili.
Killing of Hamas leader threatens to undermine peace process
The physical elimination of Hezbollah's number two, which took place in Lebanon, was followed by that of Hamas leader Hanieyh in Tehran. The common feature is that these murders took place on foreign soil, belonging to the sovereignty of the respective states; the point is important because the responsibility for the assassins, in the first case, was claimed by the Israelis, while in the second case Tel Aviv is silent for now; however, several international actors agree in attributing responsibility to the armed forces of Israel. Claiming an attack on Iranian soil means admitting a dangerous violation of Tehran's sovereignty, which would justify a response from the Shiite country. In reality, there are objectively few doubts about the instigator of the rocket that hit the victim's house. The rocket did not come from inside the Iranian country, but arrived there from abroad, a clue that does not speak in favor of Tel Aviv. If this were the case, the consequences of the Israeli strategy would concretely risk frighteningly widening a conflict that has already risked becoming lethal for the entire world too many times. Tel Aviv presents itself to the world with a conduct that is contemptuous of international law and without any desire to seek a true peace that is not functional to its own expansionist goals, both in Gaza and in the West Bank. An aspect that plays a decisive role in Israel's conduct are the useless threats from Europe, which does nothing to put an end to the Israeli massacres, and the substantial support, albeit with criticism, of the United States. If the condemnation and the consequent threats, from the Iranian side appear to be obvious (among other things, the killing of the Hamas representative occurred on the occasion of the investiture of the new president of Iran), the reactions of other nations and organizations have also been particularly violent. Turkey has defined the assassination as despicable, Erdogan had already heavily condemned Tel Aviv for the killing of the Hezbollah leader and in this instance he has doubled the dose, the attitude of the Turkish president is functional to regain consensus in view of the presidential elections, setting himself up as a defender of the Palestinian people. The Turkish question is particularly important, because Ankara is part of the Atlantic Alliance and its political line differs significantly, especially from that of Washington. Naturally Hamas has threatened Israel, but the current military conditions are less worrying for Israel than kamikaze attacks by isolated members, just as the situation in the West Bank risks dangerously worsening, where popular unrest will start with strikes and demonstrations against the Israeli government; more problematic, from a military point of view, are the retaliatory actions promised by the Houthis, who have already demonstrated that they can hit Israel with their drones. Iraq has also condemned Israel, while the US has assured Tel Aviv of protection in the event of an attack, words that do not help to cool the situation. Tehran, for its part, has stated that the fact will bring the Shiite country even closer to the Palestinians, what this rapprochement will be like is a central question, because if it materialises with military aid or interventions in support of the belligerents in Gaza, tension between the two states will probably rise to levels never seen before. In any case, it is unthinkable that Tehran will not respond with an action at least equal to that of Israel, if this succeeds it will reopen the race for retaliation, with obvious repercussions on the talks and on the peace process for the situation in Gaza. In the general context, the reaction of Qatar, personally involved in the peace talks, is particularly effective, having underlined that in a negotiation where one party kills a representative of the other it has no chance of achieving success; this is probably exactly what Israel and its government of irresponsible people want.
El asesinato del líder de Hamás amenaza con frustrar el proceso de paz
A la eliminación física del número dos de Hezbolá, que tuvo lugar en el Líbano, le siguió la del líder de Hamás, Hanieyh, en Teherán. La característica común es que estos asesinatos ocurrieron en territorio extranjero, perteneciente a la soberanía de los respectivos estados; el alivio es importante porque la responsabilidad de los asesinos, en el primer caso fue reivindicada por los israelíes, mientras que en el segundo Tel Aviv guarda silencio por ahora; sin embargo, varios actores internacionales coinciden en atribuir responsabilidad a las fuerzas armadas israelíes. Reivindicar un ataque en suelo iraní significa admitir una peligrosa violación de la soberanía de Teherán, lo que justificaría una respuesta del país chií. En realidad, objetivamente quedan pocas dudas sobre el autor del cohete que impactó en la casa de la víctima. El cohete no provino del interior del país iraní, sino que llegó hasta él desde el exterior, una pista que no habla a favor de Tel Aviv. Si este fuera el caso, las consecuencias de la estrategia israelí en realidad correrían el riesgo de ampliar terriblemente un conflicto que ya demasiadas veces ha corrido el riesgo de volverse letal para el mundo entero. Tel Aviv se presenta ante el mundo con una conducta despectiva del derecho internacional y sin ningún deseo de buscar una paz verdadera que no sea funcional a sus objetivos de expansión, tanto en Gaza como en Cisjordania. Un aspecto que juega un papel decisivo en la conducta de Israel son las amenazas inútiles de Europa, que no hace nada para poner fin a las masacres israelíes, y el apoyo sustancial, aunque con críticas, de Estados Unidos. Si la condena y las consiguientes amenazas por parte iraní parecen darse por sentadas (entre otras cosas, el asesinato del exponente de Hamás tuvo lugar con motivo de la investidura del nuevo presidente de Irán), las reacciones de otras naciones y Las organizaciones también fueron particularmente violentas. Turquía ha calificado el asesinato de innoble, Erdogan ya había condenado duramente a Tel Aviv por el asesinato del líder de Hezbollah y en este momento fue más allá, la actitud del presidente turco es funcional para recuperar el consenso de cara a las elecciones presidenciales, como defensor del pueblo palestino. La cuestión turca es particularmente importante, porque Ankara forma parte de la Alianza Atlántica y su línea política difiere claramente, especialmente de la de Washington. Naturalmente, Hamás ha amenazado a Israel, pero las condiciones militares actuales causan menos preocupación a Israel que los ataques kamikazes de miembros aislados, justo cuando la situación en Cisjordania corre el riesgo de empeorar peligrosamente, donde el malestar popular comenzará con ataques y manifestaciones contra el gobierno israelí; Más problemáticas, desde un punto de vista militar, son las acciones de represalia prometidas por los hutíes, que ya han demostrado que pueden atacar a Israel con sus drones. Irak también condenó a Israel, mientras que Estados Unidos aseguró a Tel Aviv protección en caso de ataque, palabras que no contribuyen a enfriar la situación. Teherán, por su parte, ha afirmado que el hecho acercará aún más al país chiita a los palestinos, cuál será este acercamiento es una cuestión central, porque si se materializa con ayuda militar o intervenciones en apoyo a los beligerantes de Gaza, la La tensión entre los dos estados aumentará a niveles probablemente nunca antes vistos. En cualquier caso, es impensable que Teherán no responda con una acción al menos igual a la de Israel. Si esto tiene éxito, se reabrirá la carrera por las represalias, con evidentes repercusiones en las conversaciones y el proceso de paz en la situación en Gaza. En el contexto general, la reacción de Qatar, personalmente involucrado en las conversaciones de paz, es particularmente eficaz, subrayando que en una negociación en la que una parte mata a un representante de la otra no tiene posibilidades de éxito; Esto es probablemente exactamente lo que quieren Israel y su gobierno formado por gente irresponsable.
Die Ermordung des Hamas-Führers könnte den Friedensprozess zunichtemachen
Der physischen Eliminierung der Nummer zwei der Hisbollah im Libanon folgte die des Hamas-Führers Hanieyh in Teheran. Das gemeinsame Merkmal besteht darin, dass diese Morde auf fremdem Territorium stattfanden, das zur Souveränität der jeweiligen Staaten gehörte; Die Erleichterung ist wichtig, weil die Verantwortung für die Mörder im ersten Fall von den Israelis übernommen wurde, während Tel Aviv im zweiten Fall vorerst schweigt; Allerdings sind sich mehrere internationale Akteure darin einig, die Verantwortung den israelischen Streitkräften zuzuschreiben. Die Behauptung eines Angriffs auf iranischem Boden bedeutet das Eingeständnis einer gefährlichen Verletzung der Souveränität Teherans, die eine Reaktion des schiitischen Landes rechtfertigen würde. In Wirklichkeit bestehen objektiv nur wenige Zweifel über den Urheber der Rakete, die das Haus des Opfers traf. Die Rakete kam nicht aus dem Inneren des iranischen Landes, sondern aus dem Ausland, ein Hinweis, der nicht für Tel Aviv spricht. Wenn dies der Fall wäre, würden die Folgen der israelischen Strategie tatsächlich zu einer beängstigenden Ausweitung eines Konflikts führen, der bereits zu oft Gefahr läuft, für die ganze Welt tödlich zu werden. Tel Aviv präsentiert sich vor der Welt mit einem verächtlichen Verhalten gegenüber dem Völkerrecht und ohne den Wunsch, echten Frieden zu suchen, der seinen Expansionszielen sowohl im Gazastreifen als auch im Westjordanland nicht gerecht wird. Ein Aspekt, der für das Verhalten Israels eine entscheidende Rolle spielt, sind die nutzlosen Drohungen aus Europa, das nichts unternimmt, um den israelischen Massakern ein Ende zu setzen, und die erhebliche, wenn auch kritische, Unterstützung der Vereinigten Staaten. Wenn die Verurteilung und die daraus resultierenden Drohungen auf iranischer Seite als selbstverständlich angesehen werden (unter anderem fand die Ermordung des Hamas-Exponenten anlässlich der Amtseinführung des neuen Präsidenten Irans statt), sind die Reaktionen anderer Nationen und Auch Organisationen waren besonders gewalttätig. Die Türkei hat das Attentat als unwürdig bezeichnet, Erdogan hatte Tel Aviv bereits scharf für die Ermordung des Hisbollah-Führers verurteilt und zu diesem Zeitpunkt ging er noch einen Schritt weiter, die Haltung des türkischen Präsidenten sei von Bedeutung, um im Hinblick auf die bevorstehenden Präsidentschaftswahlen wieder einen Konsens zu erreichen als Verteidiger des palästinensischen Volkes. Die türkische Frage ist besonders wichtig, da Ankara Teil des Atlantischen Bündnisses ist und sich seine politische Linie insbesondere von der Washingtons deutlich unterscheidet. Natürlich hat die Hamas Israel bedroht, aber die aktuellen militärischen Bedingungen bereiten Israel weniger Sorgen als Kamikaze-Angriffe einzelner Mitglieder, ebenso wie die Situation im Westjordanland Gefahr läuft, sich gefährlich zu verschlechtern, wo Unruhen in der Bevölkerung mit Streiks und Demonstrationen gegen die israelische Regierung beginnen werden; Aus militärischer Sicht problematischer sind die versprochenen Vergeltungsmaßnahmen der Huthi, die bereits gezeigt haben, dass sie Israel mit ihren Drohnen treffen können. Auch der Irak verurteilte Israel, während die USA Tel Aviv im Falle eines Angriffs Schutz zusicherten, Worte, die nicht zur Abkühlung der Lage beitragen. Teheran hat seinerseits erklärt, dass dies das schiitische Land noch näher an die Palästinenser heranbringen wird. Wie diese Annäherung aussehen wird, ist eine zentrale Frage, denn wenn sie mit militärischer Hilfe oder Interventionen zur Unterstützung der Kriegführenden in Gaza zustande kommt, wird die … Die Spannungen zwischen den beiden Staaten werden auf ein wahrscheinlich noch nie dagewesenes Niveau ansteigen. Auf jeden Fall ist es undenkbar, dass Teheran nicht mit einer Aktion reagiert, die der Israels mindestens ebenbürtig ist. Sollte dies gelingen, wird der Wettlauf um Vergeltungsmaßnahmen erneut eröffnet, mit offensichtlichen Auswirkungen auf die Gespräche und den Friedensprozess für die Lage in Gaza. Besonders wirkungsvoll ist im Gesamtkontext die Reaktion Katars, das persönlich an den Friedensgesprächen beteiligt war und betonte, dass Verhandlungen, bei denen eine Partei einen Vertreter der anderen tötet, keine Erfolgschance haben; Das ist wahrscheinlich genau das, was Israel und seine Regierung aus verantwortungslosen Menschen wollen.
L'assassinat du leader du Hamas risque de faire échouer le processus de paix
L'élimination physique du numéro deux du Hezbollah, survenue au Liban, a été suivie par celle du leader du Hamas, Hanieyh, à Téhéran. La caractéristique commune est que ces assassinats ont eu lieu sur un territoire étranger, appartenant à la souveraineté des États respectifs ; le soulagement est important parce que la responsabilité des meurtriers, dans le premier cas, a été revendiquée par les Israéliens, tandis que dans le second cas, Tel Aviv reste pour l'instant silencieux ; cependant, plusieurs acteurs internationaux s’accordent pour attribuer la responsabilité aux forces armées israéliennes. Revendiquer une attaque sur le sol iranien, c'est admettre une dangereuse violation de la souveraineté de Téhéran, qui justifierait une réponse du pays chiite. En réalité, objectivement, peu de doutes subsistent sur l'instigateur de la roquette qui a touché la maison de la victime. La roquette n'est pas venue de l'intérieur du pays iranien, mais est arrivée de l'étranger, un indice qui ne plaide pas en faveur de Tel Aviv. Si tel était le cas, les conséquences de la stratégie israélienne risqueraient en réalité d’élargir de manière effrayante un conflit qui a déjà trop souvent risqué de devenir mortel pour le monde entier. Tel Aviv se présente au monde avec une conduite méprisante du droit international et sans aucun désir de rechercher une véritable paix qui ne soit pas compatible avec ses objectifs d’expansion, tant à Gaza qu’en Cisjordanie. Un aspect qui joue un rôle décisif dans le comportement d'Israël sont les menaces inutiles de l'Europe, qui ne fait rien pour mettre fin aux massacres israéliens, et le soutien substantiel, quoique critique, des États-Unis. Si la condamnation et les menaces qui en résultent du côté iranien semblent aller de soi (entre autres choses, l'assassinat du représentant du Hamas a eu lieu à l'occasion de l'investiture du nouveau président iranien), les réactions des autres nations et Les organisations étaient également particulièrement violentes. La Turquie a qualifié l'assassinat d'ignoble, Erdogan avait déjà lourdement condamné Tel Aviv pour l'assassinat du leader du Hezbollah et à ce stade il est allé plus loin, l'attitude du président turc est fonctionnelle pour retrouver un consensus en vue des élections présidentielles, se présentant en tant que défenseur du peuple palestinien. La question turque est particulièrement importante, car Ankara fait partie de l’Alliance atlantique et sa ligne politique diffère clairement, notamment de celle de Washington. Bien sûr, le Hamas a menacé Israël, mais les conditions militaires actuelles préoccupent moins Israël que les attaques kamikazes perpétrées par des membres isolés, tout comme la situation en Cisjordanie risque de s'aggraver dangereusement, où l'agitation populaire commencera par des grèves et des manifestations contre le gouvernement israélien ; plus problématiques, d’un point de vue militaire, sont les actions de représailles promises par les Houthis, qui ont déjà démontré qu’ils pouvaient frapper Israël avec leurs drones. L'Irak a également condamné Israël, tandis que les États-Unis ont assuré la protection de Tel-Aviv en cas d'attaque, des propos qui ne contribuent pas à calmer la situation. Téhéran, pour sa part, a déclaré que cela rapprocherait encore davantage le pays chiite des Palestiniens, ce que sera ce rapprochement est une question centrale, car s'il se concrétise par une aide militaire ou des interventions en soutien aux belligérants de Gaza, le La tension entre les deux États va atteindre des niveaux probablement jamais vus auparavant. En tout état de cause, il est impensable que Téhéran ne réponde pas par une action au moins égale à celle d’Israël. Si cela réussit, la course aux représailles reprendra, avec des répercussions évidentes sur les pourparlers et le processus de paix sur la situation à Gaza. Dans le contexte général, la réaction du Qatar, personnellement impliqué dans les pourparlers de paix, a été particulièrement efficace, en soulignant que dans une négociation où une partie tue un représentant de l'autre, elle n'a aucune chance d'aboutir ; c’est probablement exactement ce que veulent Israël et son gouvernement composé de personnes irresponsables.