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venerdì 29 maggio 2020
Cina, USA ed Europa e crisi di Hong Kong
L’evoluzione dei fatti che riguardano la Cina, relativi non solo alla questione del dissenso interno e la relativa repressione, ma anche quelli di Hong Kong, che hanno ottenuto maggiore rilevanza dalla stampa mondiale ed il complicato rapporto con Taiwan e le relative implicazioni internazionali, pongono delle questioni pericolose per la stabilità mondiale, a cominciare dai rapporti tra Pechino e Washington, che hanno subito un netto peggioramento. Se sul fronte interno cinese, il mancato rispetto dei diritti civili è maggiormente tollerato, perfino per quanto riguarda la repressione dei musulmani cinesi, il problema di Hong Kong sembra essere più sentito in occidente. L’atteggiamento cinese di avversione al teorema di un paese due sistemi (politici) deve essere inquadrato proprio nella necessità di stroncare il dissenso interno, togliendo l’esempio di pluralismo sul suolo cinese. Questo obiettivo è ora considerato prioritario anche rispetto ai risultati economici ed alle relazioni internazionali. Gli USA valutano sanzioni contro il sistema finanziario di Hong Kong, che sul breve periodo potranno avere effetti pesanti sulla possibilità di operare sul fronte della finanza, all’interno del mercato americano, tuttavia il governo cinese ha avviato da tempo un depotenziamento di Hong Kong nel quadro generale dell’importanza finanziaria a favore di altre piazze che sono maggiormente sotto il controllo del governo centrale. L’ostinazione che Pechino percorre nell’atteggiamento contro Hong Kong rivela che, ormai, ne ha sacrificato la capacità operativa all’interno del mondo finanziario per esercitare il maggiore controllo possibile. Ciò significa anche che Pechino è disposta a valutare un potenziale impatto negativo sulla sua economia da parte dell’occidente. Per il rischio è calcolato: soltanto gli USA di Trump, che è in campagna elettorale, possono cercare di esercitare una pressione sulla Cina, mentre dall’Europa, per ora non è arrivato altro che un silenzio colpevole ed irresponsabile. Tuttavia la questione di Hong Kong, pur in tutta la sua gravità, è di minore impatto rispetto a ciò che può diventare Taiwan. La Cina considera Formosa parte integrante del suo territorio e non ha mai fatto mistero di potere considerare anche di arrivare all’opzione militare per affermare il suo potere in maniera concreta. Gli USA hanno sempre mantenuto un legame con Taiwan in maniera non ufficiale, ma negli ultimi tempi, considerando il paese strategico per i traffici navali ed essenziale dal punto di vista geopolitico, hanno aumentato i contatti, suscitando più volte l’irritazione della Cina. Washington per quanto riguarda Hong Kong ha scelto un approccio impostato sulle sanzioni economiche, ma un analogo comportamento di Pechino a Taiwan non potrebbe consentire un approccio simile; ad una prova di forza cinese gli Stati Uniti non potrebbero essere passivi. Per ora la situazione è di stallo ma quelli che si confrontano sono due leader simili, che hanno fatto del sovranismo e del nazionalismo i propri punti di forza ed entrambi non sembrano volere cedere. Ci sarebbe un terzo attore che potrebbe incidere sull’economia del dialogo, se avesse la forza di una propria politica estera e la convinzione di volere difendere i diritti a qualunque costo. L’azione americana, infatti, non si muove a garanzia dei diritti universali non rispettati dall’azione e dall’ordinamento cinese, ma da una esclusiva tutela degli interessi statunitensi: un atteggiamento che squalifica rende meno rilevante il ruolo di Washington nell’arena mondiale. Questo vuoto, se non a livello militare, potrebbe essere riempito a livello politico dall’Europa, che potrebbe investire in credibilità, una dote da spendere successivamente anche su altri piani. Occorrerebbe, però una capacità di coraggio in grado di andare contro la potenza economica cinese, ma partendo dal punto di forza di avere la consapevolezza di essere il maggiore mercato mondiale. Una politica di sanzione verso i prodotti cinesi, praticata per contrastare il mancato rispetto dei diritti civili e le repressioni operate ad Hong Kong, potrebbe costituire un freno all’attuale politica di Pechino. Ciò potrebbe anche servire per ottenere, grazie politiche fiscali europee mirate, un’autonomia da una vasta serie di prodotti cinesi la cui produzione potrebbe essere riportata sul suolo continentale favorendo un nuovo sviluppo industriale. Risulta chiaro che nella fase iniziale occorrerebbe rinunciare a vantaggi economici immediati, che potrebbero essere recuperati dalle ricadute degli effetti dell’assunzione di un nuovo ruolo politico da protagonista a livello mondiale. Sarebbe uno sviluppo molto interessante.
China, USA and Europe and the Hong Kong crisis
The evolution of the facts concerning China, related not only to the issue of internal dissent and the relative repression, but also those of Hong Kong, which have obtained greater relevance from the world press and the complicated relationship with Taiwan and the related international implications, they pose dangerous issues for global stability, starting with relations between Beijing and Washington, which have deteriorated sharply. If on the Chinese domestic front, the non-respect of civil rights is more tolerated, even as regards the repression of Chinese Muslims, the problem in Hong Kong seems to be more felt in the West. The Chinese attitude of aversion to a two-country (political) system theorem must be framed precisely in the need to nip domestic dissent, removing the example of pluralism on Chinese soil. This objective is now considered a priority also with respect to economic results and international relations. The US assesses sanctions against the Hong Kong financial system, which in the short term may have serious effects on the possibility of operating on the financial front, within the American market, however the Chinese government has long since initiated a weakening of Hong Kong in the general picture of the financial importance in favor of other squares which are more under the control of the central government. Beijing's obstinacy in its attitude towards Hong Kong reveals that it has now sacrificed its operational capacity within the financial world to exercise as much control as possible. This also means that Beijing is willing to evaluate a potential negative impact on its economy by the West. For the risk it is calculated: only the US of Trump, who is in the election campaign, can try to exert pressure on China, while from Europe, for now nothing has come but a guilty and irresponsible silence. However, the Hong Kong issue, even in all its seriousness, is of less impact than what Taiwan can become. China considers Formosa an integral part of its territory and has never made a secret of being able to also consider reaching the military option to assert its power in a concrete way. The US has always maintained a link with Taiwan in an unofficial way, but in recent times, considering the country as strategic for naval traffic and essential from a geopolitical point of view, it has increased contacts, repeatedly provoking the irritation of China. As far as Hong Kong is concerned, Washington has chosen an approach based on economic sanctions, but a similar behavior by Beijing in Taiwan could not allow a similar approach; the United States could not be passive in a Chinese showdown. For now the situation has stalled but those who confront each other are two similar leaders, who have made sovereignism and nationalism their strengths and both do not seem to want to give in. There would be a third actor who could affect the economy of dialogue if he had the strength of his own foreign policy and the belief that he wanted to defend rights at any cost. American action, in fact, does not move to guarantee universal rights not respected by Chinese action and order, but by an exclusive protection of US interests: an attitude that disqualification makes Washington's role in the world arena less relevant . This void, if not on the military level, could be filled at a political level by Europe, which could invest in credibility, a dowry to spend later on other levels as well. However, it would take a capacity for courage capable of going against the Chinese economic power, but starting from the strength of having the awareness of being the largest world market. A sanction policy towards Chinese products, practiced to counter the failure to respect civil rights and the repressions carried out in Hong Kong, could act as a brake on Beijing's current policy. This could also serve to obtain, thanks to targeted European tax policies, an autonomy from a wide range of Chinese products whose production could be brought back to continental soil favoring a new industrial development. It is clear that in the initial phase immediate economic advantages should be renounced, which could be recovered from the fallout of the effects of taking on a new political role as a world leader. It would be a very interesting development.
Crisis de Hong Kong, China, Estados Unidos y Europa
La evolución de los hechos relacionados con China, no solo se relacionó con el tema del disenso interno y la represión relativa, sino también con los de Hong Kong, que han obtenido mayor relevancia de la prensa mundial y la complicada relación con Taiwán y las implicaciones internacionales relacionadas, plantean problemas peligrosos para la estabilidad global, comenzando con las relaciones entre Beijing y Washington, que se han deteriorado considerablemente. Si en el frente interno chino, el incumplimiento de los derechos civiles es más tolerado, incluso en lo que respecta a la represión de los musulmanes chinos, el problema en Hong Kong parece sentirse más en Occidente. La actitud de aversión china al teorema de un sistema bipolítico (político) debe enmarcarse precisamente en la necesidad de cortar la disidencia interna, eliminando el ejemplo del pluralismo en suelo chino. Este objetivo ahora se considera una prioridad también con respecto a los resultados económicos y las relaciones internacionales. Estados Unidos evalúa las sanciones contra el sistema financiero de Hong Kong, que en el corto plazo puede tener serios efectos sobre la posibilidad de operar en el frente financiero, dentro del mercado estadounidense, sin embargo, el gobierno chino ha iniciado desde hace mucho tiempo un debilitamiento de Hong Kong en el panorama general de la importancia financiera a favor de otras plazas que están más bajo el control del gobierno central. La obstinación de Beijing en su actitud hacia Hong Kong revela que ahora ha sacrificado su capacidad operativa en el mundo financiero para ejercer el mayor control posible. Esto también significa que Beijing está dispuesto a evaluar un posible impacto negativo en su economía por parte de Occidente. Para el riesgo se calcula: solo los EE. UU. De Trump, que está en la campaña electoral, pueden tratar de ejercer presión sobre China, mientras que desde Europa, por ahora, nada ha llegado sino un silencio culpable e irresponsable. Sin embargo, el problema de Hong Kong, incluso en toda su seriedad, tiene menos impacto de lo que Taiwán puede convertirse. China considera a Formosa como una parte integral de su territorio y nunca ha ocultado el hecho de poder considerar también alcanzar la opción militar para hacer valer su poder de manera concreta. Estados Unidos siempre ha mantenido un vínculo con Taiwán de manera no oficial, pero en los últimos tiempos, considerando al país como estratégico para el tráfico naval y esencial desde el punto de vista geopolítico, ha aumentado los contactos, provocando repetidamente la irritación de China. En lo que respecta a Hong Kong, Washington ha elegido un enfoque basado en sanciones económicas, pero un comportamiento similar de Beijing en Taiwán no podría permitir un enfoque similar; Estados Unidos no pudo ser pasivo en un enfrentamiento chino. Por ahora, la situación se ha estancado, pero los que se enfrentan entre sí son dos líderes similares, que han hecho del soberanismo y el nacionalismo sus puntos fuertes y ambos no parecen querer ceder. Habría un tercer actor que podría afectar la economía del diálogo si tuviera la fuerza de su propia política exterior y la creencia de que quería defender los derechos a toda costa. La acción estadounidense, de hecho, no se mueve para garantizar derechos universales no respetados por la acción y el orden chinos, sino por una protección exclusiva de los intereses estadounidenses: una actitud de que la descalificación hace que el papel de Washington en el ámbito mundial sea menos relevante . Este vacío, si no en el nivel militar, podría ser llenado a nivel político por Europa, lo que podría invertir en credibilidad, una dote para gastar luego en otros niveles también. Sin embargo, se necesitaría una capacidad de coraje capaz de ir en contra del poder económico chino, pero a partir de la fortaleza de tener la conciencia de ser el mayor mercado mundial. Una política de sanción hacia los productos chinos, practicada para contrarrestar el incumplimiento de los derechos civiles y las represiones llevadas a cabo en Hong Kong, podría frenar la política actual de Beijing. Esto también podría servir para obtener, gracias a políticas fiscales europeas específicas, una autonomía de una amplia gama de productos chinos cuya producción podría ser devuelta al suelo continental favoreciendo un nuevo desarrollo industrial. Está claro que en la fase inicial sería necesario renunciar a las ventajas económicas inmediatas, que podrían recuperarse de las consecuencias de los efectos de asumir un nuevo papel político como líder mundial. Sería un desarrollo muy interesante.
Krise in Hongkong, China, USA und Europa
Die Entwicklung der Tatsachen in Bezug auf China bezog sich nicht nur auf das Problem der internen Meinungsverschiedenheiten und der relativen Unterdrückung, sondern auch auf die von Hongkong, die von der Weltpresse und den komplizierten Beziehungen zu Taiwan und den damit verbundenen internationalen Auswirkungen eine größere Relevanz erhalten haben. Sie stellen gefährliche Probleme für die Stabilität der Welt dar, angefangen bei den Beziehungen zwischen Peking und Washington, die sich deutlich verschlechtert haben. Wenn an der chinesischen Innenfront die Nichteinhaltung der Bürgerrechte toleriert wird, selbst im Hinblick auf die Unterdrückung chinesischer Muslime, scheint das Problem in Hongkong im Westen stärker zu spüren zu sein. Die chinesische Haltung der Abneigung gegen ein (politisches) Zwei-Länder-System-Theorem muss genau in die Notwendigkeit eingebettet werden, innerstaatliche Meinungsverschiedenheiten zu unterdrücken und das Beispiel des Pluralismus auf chinesischem Boden zu beseitigen. Dieses Ziel wird nun auch im Hinblick auf die wirtschaftlichen Ergebnisse und die internationalen Beziehungen als vorrangig angesehen. Die USA bewerten Sanktionen gegen das Finanzsystem in Hongkong, die kurzfristig schwerwiegende Auswirkungen auf die Möglichkeit haben könnten, auf dem amerikanischen Markt an der Finanzfront zu operieren. Die chinesische Regierung hat jedoch längst eine Schwächung von Hongkong in den USA eingeleitet Gesamtbild der finanziellen Bedeutung zugunsten anderer Plätze, die stärker unter der Kontrolle der Zentralregierung stehen. Pekings Hartnäckigkeit in seiner Haltung gegenüber Hongkong zeigt, dass es nun seine operative Kapazität innerhalb der Finanzwelt geopfert hat, um so viel Kontrolle wie möglich auszuüben. Dies bedeutet auch, dass Peking bereit ist, mögliche negative Auswirkungen des Westens auf seine Wirtschaft zu bewerten. Für das Risiko wird es berechnet: Nur die USA von Trump, die sich im Wahlkampf befinden, können versuchen, Druck auf China auszuüben, während aus Europa vorerst nichts als ein schuldiges und unverantwortliches Schweigen gekommen ist. Die Hongkong-Frage hat jedoch trotz aller Ernsthaftigkeit weniger Auswirkungen als das, was Taiwan werden kann. China betrachtet Formosa als integralen Bestandteil seines Territoriums und hat nie ein Geheimnis daraus gemacht, auch in Betracht ziehen zu können, die militärische Option zu erreichen, um seine Macht auf konkrete Weise geltend zu machen. Die USA haben immer inoffiziell eine Verbindung zu Taiwan aufrechterhalten, aber in jüngster Zeit haben sie, da sie das Land als strategisch für den Seeverkehr und aus geopolitischer Sicht als wesentlich erachten, die Kontakte verstärkt und wiederholt die Irritation Chinas provoziert. In Bezug auf Hongkong hat Washington einen Ansatz gewählt, der auf Wirtschaftssanktionen beruht, aber ein ähnliches Verhalten von Peking in Taiwan könnte einen ähnlichen Ansatz nicht zulassen. Die Vereinigten Staaten konnten bei einem chinesischen Showdown nicht passiv sein. Im Moment ist die Situation ins Stocken geraten, aber diejenigen, die sich gegenüberstehen, sind zwei ähnliche Führer, die Souveränität und Nationalismus zu ihren Stärken gemacht haben und beide scheinen nicht nachgeben zu wollen. Es würde einen dritten Akteur geben, der die Wirtschaft des Dialogs beeinflussen könnte, wenn er die Stärke seiner eigenen Außenpolitik und den Glauben hätte, dass er Rechte um jeden Preis verteidigen möchte. Amerikanische Maßnahmen gewährleisten in der Tat nicht die Gewährleistung universeller Rechte, die nicht von chinesischen Maßnahmen und Ordnungen respektiert werden, sondern von einem ausschließlichen Schutz der US-Interessen: Eine Haltung, die die Disqualifikation Washingtons Rolle in der Weltarena weniger relevant macht . Diese Lücke, wenn nicht auf militärischer Ebene, könnte auf politischer Ebene von Europa geschlossen werden, was in Glaubwürdigkeit investieren könnte, eine Mitgift, die später auch auf anderen Ebenen ausgegeben werden könnte. Es würde jedoch Mut erfordern, um gegen die chinesische Wirtschaftsmacht vorzugehen, aber ausgehend von der Stärke des Bewusstseins, der größte Weltmarkt zu sein. Eine Sanktionspolitik gegenüber chinesischen Produkten, die praktiziert wird, um der Nichteinhaltung der Bürgerrechte und den in Hongkong durchgeführten Repressionen entgegenzuwirken, könnte die derzeitige Politik Pekings bremsen. Dies könnte auch dazu dienen, dank einer gezielten europäischen Steuerpolitik eine Autonomie von einer Vielzahl chinesischer Produkte zu erlangen, deren Produktion auf kontinentalen Boden zurückgeführt werden könnte, um eine neue industrielle Entwicklung zu fördern. Es ist klar, dass in der Anfangsphase auf unmittelbare wirtschaftliche Vorteile verzichtet werden müsste, die sich aus den Folgen der Übernahme einer neuen politischen Rolle als Weltmarktführer ergeben könnten. Es wäre eine sehr interessante Entwicklung.
Crise à Hong Kong, en Chine, aux États-Unis et en Europe
L'évolution des faits concernant la Chine, liée non seulement à la question de la dissidence interne et de la répression relative, mais aussi à celles de Hong Kong, qui ont obtenu une plus grande pertinence de la presse mondiale et de la relation compliquée avec Taiwan et des implications internationales connexes, ils posent des problèmes dangereux pour la stabilité mondiale, à commencer par les relations entre Pékin et Washington, qui se sont fortement dégradées. Si sur le front intérieur chinois, le non-respect des droits civils est plus toléré, même en ce qui concerne la répression des musulmans chinois, le problème à Hong Kong semble plus ressenti en Occident. L'attitude chinoise d'aversion pour le théorème d'un système (politique) bipolitique doit être encadrée précisément par la nécessité d'étouffer la dissidence nationale, en supprimant l'exemple du pluralisme sur le sol chinois. Cet objectif est désormais considéré comme une priorité également en ce qui concerne les résultats économiques et les relations internationales. Les États-Unis évaluent les sanctions contre le système financier de Hong Kong, qui à court terme peuvent avoir de graves répercussions sur la possibilité d'opérer sur le front financier, sur le marché américain, mais le gouvernement chinois a depuis longtemps initié un affaiblissement de Hong Kong dans le vue d'ensemble de l'importance financière en faveur d'autres places qui sont davantage sous le contrôle du gouvernement central. L'obstination de Pékin dans son attitude envers Hong Kong révèle qu'il a maintenant sacrifié sa capacité opérationnelle au sein du monde financier pour exercer le plus de contrôle possible. Cela signifie également que Pékin est prêt à évaluer un impact négatif potentiel sur son économie par l'Occident. Pour le risque, il est calculé: seuls les États-Unis de Trump, qui est en campagne électorale, peuvent essayer de faire pression sur la Chine, tandis que depuis l'Europe, pour l'instant rien n'est venu mais un silence coupable et irresponsable. Cependant, la question de Hong Kong, même dans toute sa gravité, a moins d'impact que ce que Taiwan peut devenir. La Chine considère que Formose fait partie intégrante de son territoire et n'a jamais caché la possibilité d'envisager également l'option militaire d'affirmer sa puissance de manière concrète. Les États-Unis ont toujours maintenu un lien non officiel avec Taiwan, mais ces derniers temps, considérant le pays comme stratégique pour le trafic naval et essentiel d'un point de vue géopolitique, ils ont multiplié les contacts, provoquant à plusieurs reprises l'irritation de la Chine. En ce qui concerne Hong Kong, Washington a choisi une approche basée sur des sanctions économiques, mais un comportement similaire de Pékin à Taiwan ne pourrait pas permettre une approche similaire; les États-Unis ne pouvaient pas être passifs dans une confrontation chinoise. Pour l'instant, la situation est au point mort mais ceux qui s'affrontent sont deux dirigeants similaires, qui ont fait du souverainisme et du nationalisme leurs forces et les deux ne semblent pas vouloir céder. Il y aurait un troisième acteur qui pourrait affecter l'économie du dialogue s'il avait la force de sa propre politique étrangère et la conviction qu'il voulait défendre les droits à tout prix. L'action américaine, en fait, ne vise pas à garantir des droits universels non respectés par l'action et l'ordre chinois, mais par une protection exclusive des intérêts américains: une attitude selon laquelle la disqualification rend le rôle de Washington sur la scène mondiale moins pertinent . Ce vide, sinon au niveau militaire, pourrait être comblé au niveau politique par l'Europe, qui pourrait investir dans la crédibilité, une dot à dépenser plus tard à d'autres niveaux également. Cependant, une capacité de courage capable d'aller à l'encontre de la puissance économique chinoise serait nécessaire, mais à partir de la force d'avoir la conscience d'être le plus grand marché mondial. Une politique de sanction à l'égard des produits chinois, pratiquée pour contrer le non-respect des droits civils et les répressions menées à Hong Kong, pourrait freiner la politique actuelle de Pékin. Cela pourrait également permettre d'obtenir, grâce à des politiques fiscales européennes ciblées, une autonomie par rapport à une large gamme de produits chinois dont la production pourrait être ramenée sur le sol continental favorisant un nouveau développement industriel. Il est clair que dans la phase initiale, il faudrait renoncer aux avantages économiques immédiats, qui pourraient être récupérés des retombées des effets de la prise d'un nouveau rôle politique en tant que leader mondial. Ce serait une évolution très intéressante.
Crise em Hong Kong, China, EUA e Europa
A evolução dos fatos sobre a China relacionou-se não apenas à questão da dissidência interna e à relativa repressão, mas também à de Hong Kong, que obteve maior relevância da imprensa mundial e do complicado relacionamento com Taiwan e as implicações internacionais relacionadas, eles colocam questões perigosas para a estabilidade global, começando pelas relações entre Pequim e Washington, que se deterioraram acentuadamente. Se na frente doméstica chinesa, o desrespeito aos direitos civis é mais tolerado, mesmo no que diz respeito à repressão dos muçulmanos chineses, o problema em Hong Kong parece ser mais sentido no Ocidente. A atitude de aversão chinesa ao teorema de um sistema bipolítico (político) deve ser enquadrada precisamente na necessidade de reduzir a dissidência doméstica, removendo o exemplo do pluralismo em solo chinês. Esse objetivo agora é considerado prioritário também em relação aos resultados econômicos e às relações internacionais. Os EUA avaliam sanções contra o sistema financeiro de Hong Kong, que no curto prazo podem ter sérios efeitos sobre a possibilidade de operar na frente financeira, no mercado americano, mas o governo chinês há muito tempo iniciou um enfraquecimento de Hong Kong no país. quadro geral da importância financeira em favor de outras praças que estão mais sob o controle do governo central. A obstinação de Pequim em sua atitude em relação a Hong Kong revela que agora sacrificou sua capacidade operacional no mundo financeiro para exercer o máximo de controle possível. Isso também significa que Pequim está disposta a avaliar um potencial impacto negativo em sua economia pelo Ocidente. Para o risco, é calculado: apenas os EUA de Trump, que estão na campanha eleitoral, podem tentar exercer pressão sobre a China, enquanto da Europa, por enquanto nada veio senão um silêncio culpado e irresponsável. No entanto, a questão de Hong Kong, mesmo com toda a seriedade, tem menos impacto do que o que Taiwan pode se tornar. A China considera Formosa uma parte integrante do seu território e nunca escondeu o fato de poder também considerar alcançar a opção militar de afirmar seu poder de maneira concreta. Os EUA sempre mantiveram um vínculo com Taiwan de maneira não oficial, mas, nos últimos tempos, considerando o país como estratégico para o tráfego naval e essencial do ponto de vista geopolítico, aumentou os contatos, provocando repetidamente a irritação da China. No que diz respeito a Hong Kong, Washington escolheu uma abordagem baseada em sanções econômicas, mas um comportamento semelhante de Pequim em Taiwan não poderia permitir uma abordagem semelhante; os Estados Unidos não poderiam ser passivos em um confronto chinês. Por enquanto, a situação parou, mas aqueles que se confrontam são dois líderes semelhantes, que fizeram do soberania e do nacionalismo seus pontos fortes e ambos parecem não querer ceder. Haveria um terceiro ator que poderia afetar a economia do diálogo se ele tivesse a força de sua própria política externa e a crença de que ele queria defender os direitos a qualquer custo. A ação americana, de fato, não se move para garantir direitos universais não respeitados pela ação e ordem chinesas, mas por uma proteção exclusiva dos interesses dos EUA: uma atitude de desqualificação que torna menos relevante o papel de Washington na arena mundial. . Esse vazio, se não no nível militar, poderia ser preenchido em nível político pela Europa, que poderia investir em credibilidade, um dote para gastar posteriormente em outros níveis também. No entanto, seria necessária uma capacidade de coragem capaz de ir contra o poder econômico chinês, mas partindo da força de ter a consciência de ser o maior mercado mundial. Uma política de sanções contra os produtos chineses, praticada para combater o não respeito dos direitos civis e as repressões realizadas em Hong Kong, poderia atuar como um freio à política atual de Pequim. Isso também poderia servir para obter, graças às políticas tributárias européias, uma autonomia de uma ampla gama de produtos chineses cuja produção poderia ser trazida de volta ao solo continental, favorecendo um novo desenvolvimento industrial. É claro que, na fase inicial, seria necessário renunciar às vantagens econômicas imediatas, que poderiam ser recuperadas pelas conseqüências dos efeitos de assumir um novo papel político como líder mundial. Seria um desenvolvimento muito interessante.
Кризис в Гонконге, Китае, США и Европе
Эволюция фактов, касающихся Китая, связана не только с проблемой внутреннего инакомыслия и относительных репрессий, но также и с событиями в Гонконге, которые приобрели большую актуальность в мировой прессе, а также в сложных отношениях с Тайванем и связанных с ними международных последствиях, они создают опасные проблемы для глобальной стабильности, начиная с отношений между Пекином и Вашингтоном, которые резко ухудшились. Если на китайском внутреннем фронте неуважение гражданских прав более терпимо, даже в том, что касается репрессий против китайских мусульман, проблема в Гонконге, кажется, более остро ощущается на Западе. Отношение Китая к неприятию теоремы о двухсторонней (политической) системе должно быть сформулировано именно в связи с необходимостью подавления инакомыслия внутри страны и устранения примера плюрализма на китайской земле. Эта цель в настоящее время считается приоритетной также в отношении экономических результатов и международных отношений. США оценивают санкции против финансовой системы Гонконга, которые в краткосрочной перспективе могут серьезно повлиять на возможность работы на финансовом фронте на американском рынке, однако правительство Китая уже давно инициировало ослабление Гонконга в США. Общая картина финансового значения в пользу других площадей, которые в большей степени находятся под контролем центрального правительства. Упорство Пекина в его отношении к Гонконгу показывает, что теперь он пожертвовал своим оперативным потенциалом в финансовом мире, чтобы осуществить как можно больший контроль. Это также означает, что Пекин готов оценить потенциальное негативное влияние Запада на его экономику. Для риска рассчитывается: только США Трампа, которые участвуют в избирательной кампании, могут попытаться оказать давление на Китай, а из Европы - пока ничего не произошло, кроме виновного и безответственного молчания. Однако проблема Гонконга, даже при всей ее серьезности, имеет меньшее влияние, чем может стать Тайвань. Китай считает Формозу неотъемлемой частью своей территории и никогда не скрывал, что может также рассмотреть вопрос о том, чтобы предложить военный вариант для конкретизации своей власти. США всегда неофициально поддерживали связь с Тайванем, но в последнее время, рассматривая страну как стратегическую для военно-морских перевозок и крайне важной с геополитической точки зрения, она расширяет контакты, неоднократно провоцируя раздражение Китая. Что касается Гонконга, Вашингтон выбрал подход, основанный на экономических санкциях, но подобное поведение Пекина на Тайване не могло допустить подобного подхода; Соединенные Штаты не могли быть пассивными в китайском противостоянии. Пока ситуация зашла в тупик, но те, кто противостоят друг другу, являются двумя похожими лидерами, которые сделали суверенитет и национализм своими сильными сторонами, и оба, похоже, не хотят сдаваться. Был бы третий участник, который мог бы повлиять на экономику диалога, если бы у него была сила его собственной внешней политики и вера в то, что он хочет защищать права любой ценой. Американские действия, по сути, не направлены на то, чтобы гарантировать универсальные права, не соблюдаемые действиями и порядком Китая, а исключительной защитой интересов США: такая дисквалификация делает роль Вашингтона на мировой арене менее актуальной. , Эта пустота, если не на военном уровне, может быть заполнена на политическом уровне Европой, которая могла бы инвестировать в доверие, приданое, которое впоследствии можно было бы потратить и на других уровнях. Тем не менее, это потребовало бы способности к мужеству, способной противостоять китайской экономической мощи, но исходящей из осознания того, что она является крупнейшим мировым рынком. Политика санкций в отношении китайских товаров, применяемая для противодействия несоблюдению гражданских прав и репрессиям, осуществляемым в Гонконге, может стать тормозом нынешней политики Пекина. Это также может помочь получить, благодаря целенаправленной европейской налоговой политике, автономию от обширной серии китайских товаров, производство которых может быть возвращено на континентальную почву, что способствует новому промышленному развитию. Ясно, что на начальном этапе необходимо было бы отказаться от непосредственных экономических преимуществ, которые могли бы быть восстановлены в результате последствий принятия новой политической роли мирового лидера. Это было бы очень интересное развитие событий.
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