Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

martedì 27 ottobre 2020

خلف المواجهة بين فرنسا وتركيا

 وتهدد قضية الرسوم الكاريكاتورية عن محمد بإشعال نوع من حرب الدين والحضارة ، التي تخفي مع ذلك مواجهة جيوسياسية تتجاوز العلاقة الثنائية القطبية بين فرنسا وتركيا ، لكنها تنطوي على أسباب جيوسياسية ، المواجهة بين دول في نفس المنطقة. السنة ، وأخيراً وليس آخراً ، المشاكل الداخلية للدولة التركية. على الرغم من هذه التحليلات الضرورية ، إلا أنه من الضروري الإشارة إلى أنه لم يعرب أي بلد مسلم عن تضامنه مع الأستاذ الفرنسي الذي قطع رأسه متطرف شيشاني. ولا يمكن لهذا الاعتبار أن يؤدي إلى تأملات في الرغبة في التوجه نحو صدام ثقافي محتمل يهدف إلى استقطاب دعم الطبقات الشعبية في البلدان الإسلامية من أجل كسب التأييد ؛ استراتيجية تنطبق قبل كل شيء على تركيا التي تواجه صعوبات بسبب وضعها الاقتصادي الداخلي ، ولكنها مفيدة أيضًا لدول أخرى مثل باكستان أو العراق حيث تواجه الحكومات القائمة صعوبات مختلفة. الاستراتيجية مفيدة أيضًا في محاولة زعزعة استقرار الدولة الفرنسية من خلال تأجيج المعارضة اليمينية المتطرفة ، لكن هذا قد يكون له أيضًا تداعيات خطيرة على المؤمنين الإسلاميين على الأراضي الفرنسية. يجب أن تكون باريس حريصة للغاية على عدم الوقوع في هذا الفخ الذي من شأنه أن يقدم حججًا إضافية للجبهة الإسلامية. يجري تحالف غير مسبوق ضد فرنسا بين تركيا السنية وإيران الشيعية ، والتي يبدو أنها تريد استغلال الفرصة لوضع السعودية في مأزق. بين طهران والرياض أسباب التوترات معروفة وتشير إلى البحث عن السيادة بين الشيعة والسنة ، فيما تركز المواجهة بين تركيا والجزيرة العربية على المواجهة داخل الجانب السني. هنا أيضًا ، يعتبر الدين عنصرًا حاضرًا للغاية ، ولكن فقط لأنه وسيلة للهيمنة السياسية ، والتي تريد السياسة العثمانية في أنقرة استغلالها لتقويض التأثير الذي يتمتع به العرب كأوصياء على مكة. إذا كانت تركيا هي المفسر الرئيسي لمقاطعة المنتجات الفرنسية ، فإن المنتجات التركية تُقاطع بدقة من الرياض ، وإن كان ذلك بطريقة غير رسمية ، من أجل التحالف بين أنقرة وقطر. امتدت مقاطعة المنتجات التركية التي نفذتها العربية إلى دول أخرى قريبة من الرياض ، مما تسبب في مزيد من الصعوبات لاقتصاد أنقرة ، المتدهور بالفعل. على العكس من ذلك ، لا تمارس المملكة العربية السعودية مقاطعة للمنتجات الفرنسية على وجه التحديد بسبب الرغبة في عدم الظهور بمحاذاة تركيا وبالتالي التأكيد على بعدها. ينتحل أردوغان لنفسه حق الدفاع عن المسلمين الأوروبيين ، ويوسع الإرادة لحماية الأتراك في ألمانيا ، ولكن إذا كان في هذه الحالة الثانية نوعًا من الحماية المباشرة لأبناء وطنه ، بقصد أن يصبح بطلًا لمسلمي أوروبا ، المشروع أكثر طموحًا ويمكن أيضًا فهمه على أنه فرصة للتأثير على الاتحاد ، وهو أداة لمرافقة إدارة اللاجئين المسافرين على طريق البلقان. لكن هذا أثار مرة أخرى استياءً من أنقرة تجسد برسائل التقارب من ماكرون من ألمانيا وإيطاليا. على وجه التحديد ، تجري المواجهة بين أنقرة وباريس لاحتواء التقدم في مناطق نفوذ كل منهما: لقد عملت تركيا ، في الواقع ، على تعزيز التعاون السياسي والاقتصادي والعسكري مع الجزائر ومالي والنيجر وتونس ، وهي دول فرنسا. لطالما اعتبرته مجال عمله الحصري في السياسة الخارجية. وردت باريس على التدخل التركي بالوقوف إلى جانب قبرص واليونان ، هدف المناورات التركية في شرق البحر المتوسط ​​، وإرسال سفن عسكرية إلى المنطقة وزيادة إمداد أثينا بالسلاح. يساهم انتشار كل منهما في ليبيا جنبًا إلى جنب مع الفصائل المتصارعة في الحرب الأهلية في الدولة الواقعة في شمال إفريقيا في المواجهة بين الجانبين. ومع ذلك ، لا تزال شخصية أردوغان تمثل خطرًا ، والذي يستحق المزيد من الاهتمام والالتزام من جانب فرنسا من جانب الاتحاد الأوروبي ، سواء من خلال الحلول الدبلوماسية أو بدعم عسكري ، وكذلك لحماية اليونان وقبرص ، أعضاء بروكسل. . قد يكون مسار العقوبات هو الأول الذي يتم تنفيذه لاحتواء الإجراء التركي ، على الرغم من الابتزاز المحتمل للمهاجرين إلى بروكسل. حتى من الانتخابات الأمريكية ، يجب أن تصل الإجابات حول الموقف التركي داخل الحلف الأطلسي والنوايا الحقيقية للإدارة التي ستتولى مهامها في البيت الأبيض ، إذا لم يكن هناك تغييرات مع ترامب ، فمن الممكن مع بايدن التركيز أكثر على الحلفاء. الأوروبيون وانخفاض التسامح تجاه القوى الخارجية ، مثل شراء الأسلحة من روسيا ، وهو ما ميز الموقف التركي منذ أن كان أردوغان رئيساً على أي حال ، فإن المواجهة بين أنقرة وباريس لها الكثير من الإمكانات السلبية التي يجب على جميع الأطراف احتوائها لمنع تصعيد الموقف.

What do you want to do ?
New mail

lunedì 26 ottobre 2020

La Cina di fronte alle nuove sfide per la sua economia

 

What do you want to do ?
New mail
La necessità per la Cina di aumentare la propria autosufficienza sarà il tema centrale del quinto plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. I 376 membri, 346 uomini e 30 donne, che compongono il Comitato Centrale dovranno tracciare la strada per l’economia cinese del futuro, condizionata sia dalla pandemia, che dai rapporti con gli Stati Uniti e cercare soluzioni per raggiungere quanto indicato dal Presidente Xi Jinping. I politici cinesi sono ormai arrivati alla conclusione che chiunque sarà il vincitore della competizione elettorale americana, l’ostracismo commerciale degli USA contro la Cina continuerà; questo fattore unito alla pandemia potrebbe rafforzare la tendenza mondiale alla deglobalizzazione, che rappresenta il vero pericolo per la crescita economica cinese. Per ora la Cina ha risposto bene, in termini di crescita del prodotto interno lordo, ma sta crescendo nel mondo una avversione alle pratiche commerciali cinesi, alla politica repressiva nel suo territorio ed anche all’invadenza nei paesi stranieri, sia europei che africani, tendente a condizionare la politica economica ed anche politica dei paesi dove opera Pechino, mediante l’uso della grande liquidità, che si trasforma in crediti spesso strumento di ricatto.  Se l’economia è l’interesse principale nel breve periodo, la Cina, sul medio periodo, vuole essere un leader globale anche sul piano internazionale: per questa ragione il Comitato Centrale deve elaborare un piano quinquennale, fino al 2025, per lo sviluppo economico, ed uno di più lungo periodo, fino al 2035, che consenta di preservare l’economia del paese, tenendo conto delle tensione di tipo geopolitico e di fronte ad un previsto calo delle esportazioni, proprio in funzione di accrescere il prestigio internazionale del paese. La prima necessità è quella di ridurre le esportazioni a basso valore e puntare su una maggiore crescita della domanda interna, fino ad ora il vero punto debole dell’economia cinese. Si tratta della soluzione della “doppia circolazione”, un modello che prevede un minore affidamento sulla domanda esterna, compensato da una maggiore capacità di approvvigionamento delle materie prime, innovazioni tecnologiche e produzioni di maggiore valore. Un peso maggiore del ciclo domestico permetterebbe di prevenire e ridurre i rischi strategici connessi con le congiunture internazionali. D’altro canto la Cina ha margini di miglioramento enorme su questo versante, sia per la grande entità del suo mercato interno, che per il basso grado di incidenza attuale della domanda interna. Da questo punto di vista l’attuale contingenza dettata dalla pandemia rappresenta un ottimo test per questi programmi: il prodotto interno lordo cinese è cresciuto lo stesso nonostante la presenza del covid-19, al contrario della maggiore parte delle economie mondiali, proprio grazie alla spinta della domanda interna, favorita anche da politiche fiscali apposite. L’intento della crescita interna non prevede certo l’abbandono delle esportazioni, tuttavia la tendenza appare già in atto, dato che la quota del commercio estero del prodotto interno lordo è passata dal 50% del 2008 alla quota attuale del 30%. Su questa contrazione ha pesato anche la diminuzione della manodopera a basso costo della Cina, che anche per le produzioni a marchio cinese ha iniziato ad utilizzare lavoratori di altri paesi. Ma, nonostante una maggiore specializzazione tra i lavoratori cinesi ed anche una produzione di maggiore valore aggiunto, la situazione delle zone rurali, caratterizzate da un arretramento ancora preoccupante e con un incremento di povertà, e quindi di disuguaglianza, dovuto alla pandemia, rispetto alle città, rappresenta un freno per gli obiettivi del Partito Comunista. La quota di commercio interno che contribuisce al prodotto interno lordo è ancora troppo insufficiente, essendo del 38,8% rispetto al 68% degli USA. Un semplice aumento delle retribuzioni provocherebbe inflazione e limiterebbe la spinta delle esportazioni; piuttosto viene individuata la leva fiscale per ridurre le diseguaglianze e permettere una redistribuzione adeguata della ricchezza in grado di permettere l’innalzamento della domanda interna, anche tramite un più facile accesso all’istruzione, alla sanità ed a politiche abitative adeguate. Queste politiche potranno incontrare la resistenza dei ceti conservatori della società cinese, tuttavia la necessità di una crescita più omogenea del popolo cinese è la condizione essenziale per abbattere quelle differenze che non permettono l’adeguato innalzamento della domanda interna e, di conseguenza della crescita del paese. Sarà, però interessante vedere se con una crescita economica più diffusa per il popolo cinese non cresceranno quei bisogni legati ad una maggiore diffusione dei diritti sociali, che hanno finora provocato le manifestazioni contro il potere.

China facing new challenges for its economy

 

What do you want to do ?
New mail
The need for China to increase its self-sufficiency will be the central theme of the fifth plenum of the Central Committee of the Chinese Communist Party. The 376 members, 346 men and 30 women, who make up the Central Committee will have to trace the path for the Chinese economy of the future, conditioned by both the pandemic and relations with the United States, and seek solutions to achieve what is indicated by President Xi Jinping . Chinese politicians have now come to the conclusion that whoever wins the American electoral competition, the US trade ostracism against China will continue; this factor combined with the pandemic could reinforce the global trend towards deglobalization, which represents the real danger to Chinese economic growth. For now, China has responded well, in terms of growth in gross domestic product, but an aversion to Chinese commercial practices, to repressive politics in its territory and also to the invasion in foreign countries, both European and African, is growing in the world. to condition the economic and even political policies of the countries where Beijing operates, through the use of large amounts of liquidity, which is often transformed into credits as an instrument of blackmail. If the economy is the main interest in the short term, China, in the medium term, wants to be a global leader also on the international level: for this reason the Central Committee must develop a five-year plan, up to 2025, for economic development , and a longer term, up to 2035, which allows to preserve the country's economy, taking into account the geopolitical tension and in the face of an expected drop in exports, precisely in order to increase the country's international prestige. The first need is to reduce low-value exports and focus on greater growth in domestic demand, the real weak point of the Chinese economy until now. This is the solution of the "double circulation", a model that provides for a lower reliance on external demand, offset by a greater capacity for supplying raw materials, technological innovations and higher value production. A greater weight of the domestic cycle would make it possible to prevent and reduce the strategic risks associated with the international economic situation. On the other hand, China has enormous room for improvement on this front, both due to the large size of its domestic market and the current low level of incidence of domestic demand. From this point of view, the current contingency dictated by the pandemic represents an excellent test for these programs: the Chinese gross domestic product has grown despite the presence of covid-19, unlike most of the world's economies, thanks to the push of internal demand, also favored by specific fiscal policies. The intent of internal growth certainly does not foresee the abandonment of exports, however the trend is already underway, given that the foreign trade share of the gross domestic product has gone from 50% in 2008 to the current share of 30%. This contraction was also affected by the decrease in low-cost labor in China, which also began to use workers from other countries for Chinese branded products. But, despite a greater specialization among Chinese workers and also a production of greater added value, the situation of rural areas, characterized by a still worrying retreat and with an increase in poverty, and therefore in inequality, due to the pandemic, compared to the cities , represents a brake on the Communist Party's goals. The share of domestic trade that contributes to gross domestic product is still too low, being 38.8% compared to 68% in the US. A simple increase in wages would cause inflation and limit the thrust of exports; rather, the fiscal lever is identified to reduce inequalities and allow an adequate redistribution of wealth capable of allowing the rise in domestic demand, also through easier access to education, health and adequate housing policies. These policies may meet the resistance of the conservative classes of Chinese society, however the need for a more homogeneous growth of the Chinese people is the essential condition for breaking down those differences that do not allow the adequate increase in domestic demand and, consequently, the growth of the country. . However, it will be interesting to see if with a more widespread economic growth for the Chinese people, those needs linked to a greater diffusion of social rights, which have so far provoked the demonstrations against power, will not grow.

China enfrenta nuevos desafíos para su economía

 La necesidad de que China aumente su autosuficiencia será el tema central del quinto pleno del Comité Central del Partido Comunista Chino. Los 376 miembros, 346 hombres y 30 mujeres, que integran el Comité Central deberán trazar el camino de la economía china del futuro, condicionado tanto por la pandemia como por las relaciones con Estados Unidos, y buscar soluciones para lograr lo señalado por el presidente Xi Jinping. . Los políticos chinos han llegado a la conclusión de que, gane quien gane la competencia electoral estadounidense, continuará el ostracismo comercial estadounidense contra China; este factor combinado con la pandemia podría reforzar la tendencia global hacia la desglobalización, que representa el peligro real para el crecimiento económico chino. Por ahora, China ha respondido bien, en términos de crecimiento del producto interno bruto, pero crece en el mundo la aversión a las prácticas comerciales chinas, a las políticas represivas en su territorio y también a la invasión en países extranjeros, tanto europeos como africanos. condicionar las políticas económicas e incluso políticas de los países donde Pekín opera, mediante el uso de gran liquidez, que muchas veces se transforma en créditos como instrumento de chantaje. Si la economía es el principal interés a corto plazo, China, a medio plazo, quiere ser un líder mundial también a nivel internacional: por eso el Comité Central debe elaborar un plan quinquenal, hasta 2025, de desarrollo económico. , ya más largo plazo, hasta 2035, que permita preservar la economía del país, teniendo en cuenta la tensión geopolítica y ante una esperada caída de las exportaciones, precisamente con el fin de incrementar el prestigio internacional del país. La primera necesidad es reducir las exportaciones de bajo valor y centrarse en un mayor crecimiento de la demanda interna, el verdadero punto débil de la economía china hasta ahora. Esta es la solución de la “doble circulación”, modelo que prevé una menor dependencia de la demanda externa, compensada por una mayor capacidad de abastecimiento de materias primas, innovaciones tecnológicas y producción de mayor valor. Un mayor peso del ciclo doméstico permitiría prevenir y reducir los riesgos estratégicos asociados a la coyuntura económica internacional. Por otro lado, China tiene un enorme margen de mejora en este frente, tanto por el gran tamaño de su mercado interno como por el bajo nivel actual de incidencia de la demanda interna. Desde este punto de vista, la contingencia actual dictada por la pandemia representa una excelente prueba para estos programas: el producto interno bruto chino ha crecido a pesar de la presencia del covid-19, a diferencia de la mayoría de las economías del mundo, gracias al impulso de la demanda interna, favorecida también por políticas fiscales específicas. La intención de crecimiento interno ciertamente no prevé el abandono de las exportaciones, sin embargo, la tendencia ya está en marcha, dado que la participación del comercio exterior en el producto interno bruto ha pasado del 50% en 2008 al 30% actual. Esta contracción también se vio afectada por la disminución de la mano de obra barata en China, que también comenzó a utilizar trabajadores de otros países para productos de marca china. Pero, a pesar de una mayor especialización entre los trabajadores chinos y también una producción de mayor valor agregado, la situación de las zonas rurales, caracterizada por un retroceso aún preocupante y con un aumento de la pobreza, y por ende de la desigualdad, debido a la pandemia, en comparación con las ciudades. , representa un freno a los objetivos del Partido Comunista. La proporción del comercio interno que contribuye al producto interno bruto sigue siendo demasiado baja, del 38,8% en comparación con el 68% en los EE. UU. Un simple aumento de los salarios provocaría inflación y limitaría el impulso de las exportaciones; más bien, la palanca fiscal se identifica para reducir las desigualdades y permitir una adecuada redistribución de la riqueza capaz de permitir el aumento de la demanda interna, también a través de un acceso más fácil a las políticas de educación, salud y vivienda adecuada. Estas políticas pueden encontrar la resistencia de las clases conservadoras de la sociedad china, sin embargo la necesidad de un crecimiento más homogéneo del pueblo chino es la condición esencial para romper aquellas diferencias que no permiten el adecuado aumento de la demanda interna y, en consecuencia, el crecimiento del país. . Sin embargo, será interesante ver si con un crecimiento económico más generalizado para el pueblo chino no crecerán aquellas necesidades ligadas a una mayor difusión de los derechos sociales, que hasta ahora han provocado las manifestaciones contra el poder.

What do you want to do ?
New mail

China steht vor neuen Herausforderungen für seine Wirtschaft

 

What do you want to do ?
New mail
Die Notwendigkeit, dass China seine Selbstversorgung erhöht, wird das zentrale Thema des fünften Plenums des Zentralkomitees der Kommunistischen Partei Chinas sein. Die 376 Mitglieder, 346 Männer und 30 Frauen, aus denen das Zentralkomitee besteht, müssen den Weg für die chinesische Wirtschaft der Zukunft verfolgen, der sowohl von der Pandemie als auch von den Beziehungen zu den Vereinigten Staaten abhängig ist, und nach Lösungen suchen, um das zu erreichen, was Präsident Xi Jinping angibt . Chinesische Politiker sind nun zu dem Schluss gekommen, dass die US-Handelsausgrenzung gegen China fortgesetzt wird, wer auch immer den amerikanischen Wahlkampf gewinnt. Dieser Faktor in Verbindung mit der Pandemie könnte den globalen Trend zur Deglobalisierung verstärken, der die reale Gefahr für das chinesische Wirtschaftswachstum darstellt. Derzeit hat China in Bezug auf das Wachstum des Bruttoinlandsprodukts gut reagiert, aber die Abneigung gegen chinesische Geschäftspraktiken, gegen repressive Politik auf seinem Territorium und auch gegen die Invasion in fremde Länder, sowohl in Europa als auch in Afrika, wächst weltweit. die wirtschaftliche und sogar politische Politik der Länder, in denen Peking tätig ist, durch den Einsatz großer Liquidität zu konditionieren, die häufig als Erpressungsinstrument in Kredite umgewandelt wird. Wenn die Wirtschaft kurzfristig das Hauptinteresse ist, will China mittelfristig auch auf internationaler Ebene weltweit führend sein: Aus diesem Grund muss das Zentralkomitee bis 2025 einen Fünfjahresplan für die wirtschaftliche Entwicklung aufstellen. und längerfristig bis 2035, was es ermöglicht, die Wirtschaft des Landes unter Berücksichtigung der geopolitischen Spannungen und angesichts eines erwarteten Rückgangs der Exporte zu erhalten, gerade um das internationale Ansehen des Landes zu erhöhen. Die erste Notwendigkeit besteht darin, geringwertige Exporte zu reduzieren und sich auf ein stärkeres Wachstum der Inlandsnachfrage zu konzentrieren, die bisher die eigentliche Schwachstelle der chinesischen Wirtschaft darstellt. Dies ist die Lösung der "Doppelzirkulation", eines Modells, das eine geringere Abhängigkeit von der externen Nachfrage vorsieht und durch eine größere Kapazität für die Lieferung von Rohstoffen, technologische Innovationen und eine höherwertige Produktion ausgeglichen wird. Ein größeres Gewicht des Inlandszyklus würde es ermöglichen, die mit der internationalen Wirtschaftslage verbundenen strategischen Risiken zu verhindern und zu verringern. Auf der anderen Seite hat China in dieser Hinsicht enormen Verbesserungsbedarf, sowohl aufgrund der Größe seines Inlandsmarktes als auch aufgrund der derzeit geringen Inzidenz der Inlandsnachfrage. Unter diesem Gesichtspunkt stellt die derzeitige, von der Pandemie diktierte Kontingenz einen hervorragenden Test für diese Programme dar: Das chinesische Bruttoinlandsprodukt ist trotz des Vorhandenseins von Covid-19 im Gegensatz zu den meisten Volkswirtschaften der Welt dank des Vorstoßes gewachsen der internen Nachfrage, auch durch spezifische fiskalpolitische Maßnahmen begünstigt. Die Absicht des internen Wachstums sieht sicherlich keine Aufgabe der Exporte vor, der Trend ist jedoch bereits im Gange, da der Außenhandelsanteil am Bruttoinlandsprodukt von 50% im Jahr 2008 auf derzeit 30% gestiegen ist. Dieser Rückgang wurde auch durch den Rückgang der Niedrigpreisarbeitskräfte in China beeinflusst, wo auch Arbeitnehmer aus anderen Ländern für Produkte der chinesischen Marke eingesetzt wurden. Trotz einer stärkeren Spezialisierung der chinesischen Arbeitnehmer und einer Produktion mit größerem Mehrwert ist die Situation der ländlichen Gebiete durch einen nach wie vor besorgniserregenden Rückzug gekennzeichnet und mit einer Zunahme der Armut und damit der Ungleichheit aufgrund der Pandemie im Vergleich zu den Städten stellt eine Bremse für die Ziele der Kommunistischen Partei dar. Der Anteil des Binnenhandels, der zum Bruttoinlandsprodukt beiträgt, ist mit 38,8% immer noch zu gering, verglichen mit 68% in den USA. Eine einfache Erhöhung der Löhne würde Inflation verursachen und den Exportschub begrenzen. Vielmehr wird der fiskalische Hebel identifiziert, um Ungleichheiten abzubauen und eine angemessene Umverteilung des Wohlstands zu ermöglichen, die den Anstieg der Inlandsnachfrage ermöglicht, auch durch einen leichteren Zugang zu Bildung, Gesundheit und angemessener Wohnungspolitik. Diese Politik mag dem Widerstand der konservativen Klassen der chinesischen Gesellschaft begegnen, jedoch ist die Notwendigkeit eines homogeneren Wachstums des chinesischen Volkes die wesentliche Voraussetzung für den Abbau jener Unterschiede, die einen angemessenen Anstieg der Binnennachfrage und folglich des Wachstums des Landes nicht zulassen. . Es wird jedoch interessant sein zu sehen, ob mit einem breiteren Wirtschaftswachstum für das chinesische Volk die Bedürfnisse im Zusammenhang mit einer stärkeren Verbreitung sozialer Rechte, die bisher die Demonstrationen gegen die Macht provoziert haben, nicht zunehmen werden.

La Chine face à de nouveaux défis pour son économie

 La nécessité pour la Chine d'accroître son autosuffisance sera le thème central de la cinquième plénière du Comité central du Parti communiste chinois. Les 376 membres, 346 hommes et 30 femmes, qui composent le Comité central devront tracer la voie de l'économie chinoise du futur, conditionnée à la fois par la pandémie et les relations avec les États-Unis, et chercher des solutions pour réaliser ce qu'indique le président Xi Jinping. . Les politiciens chinois sont maintenant arrivés à la conclusion que quiconque remporte la compétition électorale américaine, l'ostracisme commercial américain contre la Chine continuera; ce facteur combiné à la pandémie pourrait renforcer la tendance mondiale à la déglobalisation, qui représente le réel danger pour la croissance économique chinoise. Pour l'instant, la Chine a bien réagi, en termes de croissance du produit intérieur brut, mais une aversion pour les pratiques commerciales chinoises, pour la politique répressive sur son territoire et aussi pour l'invasion de pays étrangers, européens et africains, se développe dans le monde. conditionner les politiques économiques et même politiques des pays où Pékin opère, par l'utilisation de liquidités importantes, qui se transforment souvent en crédits comme instrument de chantage. Si l'économie est le principal intérêt à court terme, la Chine, à moyen terme, veut être un leader mondial également au niveau international: c'est pourquoi le Comité central doit élaborer un plan quinquennal, jusqu'en 2025, de développement économique. , et à plus long terme, jusqu'en 2035, ce qui permet de préserver l'économie du pays, compte tenu des tensions géopolitiques et face à une baisse attendue des exportations, précisément pour accroître le prestige international du pays. Le premier besoin est de réduire les exportations de faible valeur et de se concentrer sur une plus grande croissance de la demande intérieure, véritable point faible de l'économie chinoise jusqu'à présent. C'est la solution de la «double circulation», un modèle qui permet une moindre dépendance à la demande extérieure, compensée par une plus grande capacité d'approvisionnement en matières premières, des innovations technologiques et une production de plus grande valeur. Un poids plus important du cycle domestique permettrait de prévenir et de réduire les risques stratégiques liés à la situation économique internationale. D'un autre côté, la Chine a d'énormes possibilités d'amélioration sur ce front, à la fois en raison de la grande taille de son marché intérieur et de la faible incidence actuelle de la demande intérieure. De ce point de vue, la contingence actuelle dictée par la pandémie représente un excellent test pour ces programmes: le produit intérieur brut de la Chine a augmenté malgré la présence du covid-19, contrairement à la plupart des économies du monde, grâce à la poussée de la demande interne, également favorisée par des politiques fiscales spécifiques. L'intention de croissance interne ne prévoit certainement pas l'abandon des exportations, mais la tendance est déjà amorcée, étant donné que la part du commerce extérieur dans le produit intérieur brut est passée de 50% en 2008 à la part actuelle de 30%. Cette contraction a également été affectée par la diminution de la main-d'œuvre à bas prix en Chine, qui a également commencé à utiliser des travailleurs d'autres pays pour des produits de marque chinoise. Mais, malgré une plus grande spécialisation des travailleurs chinois et aussi une production à plus grande valeur ajoutée, la situation des zones rurales, caractérisées par un recul toujours inquiétant et avec une augmentation de la pauvreté, et donc des inégalités, du fait de la pandémie, par rapport aux villes , représente un frein aux objectifs du Parti communiste. La part du commerce intérieur qui contribue au produit intérieur brut est encore trop faible, à 38,8% contre 68% aux États-Unis. Une simple augmentation des salaires provoquerait de l'inflation et limiterait la poussée des exportations; au contraire, le levier budgétaire est identifié pour réduire les inégalités et permettre une redistribution adéquate des richesses capable de permettre l'augmentation de la demande intérieure, également par un accès plus facile à l'éducation, à la santé et aux politiques de logement convenable. Ces politiques peuvent rencontrer la résistance des classes conservatrices de la société chinoise, cependant la nécessité d'une croissance plus homogène du peuple chinois est la condition essentielle pour briser ces différences qui ne permettent pas l'augmentation adéquate de la demande intérieure et, par conséquent, la croissance du pays. . Cependant, il sera intéressant de voir si avec une croissance économique plus généralisée pour le peuple chinois, ces besoins liés à une plus grande diffusion des droits sociaux, qui ont jusqu'à présent provoqué les manifestations contre le pouvoir, ne croîtront pas.

What do you want to do ?
New mail

China enfrenta novos desafios para sua economia

 A necessidade de a China aumentar sua autossuficiência será o tema central do quinto plenário do Comitê Central do Partido Comunista Chinês. Os 376 membros, 346 homens e 30 mulheres, que compõem o Comitê Central, terão que traçar o caminho para a economia chinesa do futuro, condicionada tanto pela pandemia quanto pelas relações com os Estados Unidos, e buscar soluções para alcançar o que indica o presidente Xi Jinping . Os políticos chineses agora chegaram à conclusão de que, independentemente de quem vencer a competição eleitoral americana, o ostracismo comercial dos EUA contra a China continuará; esse fator aliado à pandemia pode reforçar a tendência mundial de desglobalização, que representa o perigo real para o crescimento econômico chinês. Por enquanto, a China tem respondido bem, em termos de crescimento do produto interno bruto, mas cresce no mundo uma aversão às práticas comerciais chinesas, às políticas repressivas em seu território e também à invasão de países estrangeiros, europeus e africanos. condicionar as políticas econômicas e mesmo políticas dos países onde Pequim atua, por meio do uso de grandes volumes de liquidez, que muitas vezes se transformam em créditos como instrumento de chantagem. Se a economia é o principal interesse no curto prazo, a China, no médio prazo, quer ser líder global também no plano internacional: por isso o Comitê Central deve traçar um plano quinquenal, até 2025, de desenvolvimento econômico. , e a mais longo prazo, até 2035, que permite preservar a economia do país, tendo em conta as tensões geopolíticas e face a uma esperada quebra das exportações, precisamente para aumentar o prestígio internacional do país. A primeira necessidade é reduzir as exportações de baixo valor e focar no maior crescimento da demanda interna, verdadeiro ponto fraco da economia chinesa até agora. Esta é a solução da “dupla circulação”, modelo que prevê uma menor dependência da procura externa, compensada por uma maior capacidade de fornecimento de matérias-primas, inovações tecnológicas e produção de maior valor. Um maior peso do ciclo doméstico permitiria prevenir e reduzir os riscos estratégicos associados à conjuntura económica internacional. Por outro lado, a China tem enorme espaço para melhorias nesta frente, tanto pelo grande tamanho de seu mercado interno quanto pelo baixo nível atual de incidência da demanda interna. Desse ponto de vista, a contingência atual ditada pela pandemia representa um excelente teste para esses programas: o produto interno bruto chinês cresceu apesar da presença do covid-19, ao contrário da maioria das economias mundiais, graças ao impulso da demanda interna, também favorecida por políticas fiscais específicas. A intenção de crescimento interno certamente não prevê o abandono das exportações, mas a tendência já está em curso, uma vez que a participação do comércio exterior no produto interno bruto passou de 50% em 2008 para os atuais 30%. Essa retração também foi afetada pela redução da mão de obra de baixo custo na China, que também passou a utilizar trabalhadores de outros países para produtos de marca chinesa. Mas, apesar de uma maior especialização dos trabalhadores chineses e também de uma produção de maior valor agregado, a situação das áreas rurais, caracterizada por um recuo ainda preocupante e com aumento da pobreza e, portanto, da desigualdade, devido à pandemia, em relação às cidades , representa um freio aos objetivos do Partido Comunista. A parcela do comércio interno que contribui para o produto interno bruto ainda é muito baixa, 38,8%, ante 68% nos Estados Unidos. Um simples aumento nos salários causaria inflação e limitaria o impulso das exportações; em vez disso, identifica-se a alavanca fiscal para reduzir as desigualdades e permitir uma redistribuição adequada da riqueza capaz de permitir o aumento da demanda interna, também por meio de acesso mais fácil a políticas de educação, saúde e habitação adequada. Essas políticas podem enfrentar a resistência das classes conservadoras da sociedade chinesa, porém a necessidade de um crescimento mais homogêneo do povo chinês é condição essencial para romper essas diferenças que não permitem o aumento adequado da demanda interna e, consequentemente, o crescimento do país. . Porém, será interessante ver se com um crescimento econômico mais disseminado para o povo chinês não crescerão aquelas necessidades vinculadas a uma maior difusão dos direitos sociais, que até agora têm provocado as manifestações contra o poder.

What do you want to do ?
New mail