Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 16 giugno 2021

تصدر الصين أول رد فعل للغرب بالتحليق فوق سماء تايوان

 تمثل المواجهة التي شنتها القوات الجوية الصينية فوق سماء تايوان الرد الأكثر اتساقًا على نوايا بكين بشأن ما اتفقت عليه القوى الغربية في مجموعة السبع. إن تحذير القادة الغربيين للدولة الصينية الذي سلط الضوء على أهمية السلام والاستقرار على مضيق تايوان ، بما في ذلك من خلال حل سلمي للنزاع ، اعتُبر ، كما كان من السهل تخيله ، تدخلاً في الشؤون الداخلية لبكين. التي اعتبرت فورموزا دائمًا جزءًا لا يتجزأ من أراضيها: وهي قضية لا يجب على الدول الأخرى ، وخاصة الولايات المتحدة الأمريكية ، الدخول إليها. التوترات بشأن تايوان ، التي لم تعترف واشنطن بحكومتها رسميًا ، ازدادت بالفعل بشكل ملحوظ مع زيارات المسؤولين الحكوميين الأمريكيين والمساعدات العسكرية من الولايات المتحدة ، التي هي في الواقع الحليف الرئيسي لتايبي. لم تعجب الصين بهذه التطورات أبدًا والموقف المعاكس الذي نشأ من الدول الغربية حدد الاستعداد للقيام بمواجهة. استخدمت بكين 28 طائرة قيل إنها دخلت منطقة التعريف الجوي التايوانية. وهكذا فإن الاستياء المخيف من الغرب قد عبر على الفور عما يمكن فهمه بالنسبة للغربيين والولايات المتحدة على وجه الخصوص ، على أنه استفزاز. من حيث الجوهر ، كان من الممكن أن يبدأ تصعيد ذو طابع عسكري بين الجانبين ، دون الدخول في مواجهة سياسية أو صراع اقتصادي. وغني عن البيان أن الإمكانات الخطيرة التي يمكن أن تنشأ من العمل الصيني تعد بأن تكون دراماتيكية. السيناريو المحتمل هو أن تنفذ الصين التهديدات المتكررة المتكررة للنظر في الخيار العسكري لحل قضية تايوان ، إذا أصبحت هذه الفرضية ملموسة بالنسبة للولايات المتحدة ، فسيكون من المستحيل عدم الانحياز إلى جانب في الدفاع عن تايبيه ، مع احتمال تورط قوى غربية أخرى أو حلف شمال الأطلسي نفسه. من ناحية أخرى ، لا يمكن للصين أن تحيد عن الهدف الذي أعلنته للعالم علنًا ، وهو منع أي محاولة لكسر سيادتها وأمنها. بالإضافة إلى تايوان ، يشمل هذا أيضًا هونغ كونغ وقضية الأويغور. إنها مسألة الدفاع ، بما يتجاوز المصالح الإستراتيجية للفرد ، عن صورة المرء كقوة عالمية طموحة من المستوى الأول ، وهو جزء من طموحات ومشاريع الصين. كان خطأ بكين هو الرغبة في الارتباط بالديمقراطيات الغربية دون النظر إلى وجهة نظرهم على الأقل ومحاولة فرض وجهات نظرهم باستخدام القوة الناعمة والقوة الاقتصادية ، دون النجاح في النية. للحوار مع الديمقراطيات الغربية ، التي تعد أيضًا أغنى سوق في العالم وبالتالي ضرورية للصين نفسها ، لا يمكن قبول إظهار القوة داخل الدولة الصينية والموقف الاستعماري الجديد في البلدان النامية وكان الشركاء الأوروبيون للولايات المتحدة ينتظرون لا شيء أكثر من رئيس قادر على تقليص هذه المعارضة. معارضة ليست سياسية فقط بل اقتصادية أيضًا: القوة المفرطة الصينية يتسامح معها الغربيون بشدة ، الذين يستخدمون أيضًا انتهاك الحقوق السياسية والمدنية لمعاقبة بكين ومحاولة تقليل وزنها الاقتصادي. في النهاية ، فإن القضية ، حتى الجيوسياسية ، تخاطر بالاختزال في هذا العنصر ، الذي يمكنه مع ذلك جر العلاقة بين الطرفين إلى آثار خطيرة للغاية. تحذير الصين واضح وسيكون من المستحيل عدم أخذه بعين الاعتبار.

martedì 15 giugno 2021

Aumenta lo scontro tra Occidente e Cina

 I timori comuni dei membri dell'Alleanza Atlantica verso la Cina hanno prodotto una risposta del tutto prevedibile da parte di Pechino. La tattica cinese è fare diventare diffamazione tutto ciò che è contro la Repubblica Popolare, soltanto che il palcoscenico internazionale non è quello domestico, dove l'informazione è controllata e le critiche represse. Pechino nega di porre in atto sfide sistemiche contro la sicurezza internazionale, che è, ormai, l'opinione ufficiale e comune dell'occidente, o almeno dei governi occidentali, tralasciando l'influenza che vuole scegliere sui paesi in via di sviluppo, mediante una politica di crediti che si trasformano facilmente in debiti molto onerosi, le politiche finanziarie aggressive, il mancato rispetto dei diritti civili e la crescita economica ottenuta con l'assenza di garanzie per i lavoratori, un costo del lavoro molto basso spesso con metodi che sfiorano la schiavitù. Negare ciò è scontato perché non ci si può presentare la mondo con queste caratteristiche, ma proprio il mondo globalizzato che piace ai cinesi è il principale strumento per smascherarli. Nella nota della missione diplomatica di Pechino accreditata presso l'Unione Europea si riprende l'occidente di essere ancora fermo ad una mentalità da guerra fredda, ma questa situazione è quella creata dalla stessa Cina. Che porta avanti politiche, soprattutto interne, ma anche esterne, in completo contrasto con i valori occidentali, ed è chiaro che se ogni parte è legittima che sostenga le proprie ragioni è legittimamente che l'occidente veda per se stesso la Cina attuale, come una minacciato. Pechino è diventata una delle peggiori vittime della sconfitta di Trump: con il precedente presidente USA , la dialettica di scontro era ai massimi livelli, ma senza troppe conseguenze, inoltre l'avversione di Trump per l'Europa aveva portato ai minimi storici il dialogo con gli alleati occidentali; ben diverso l'atteggiamento di Biden, che si rivela nemico ben più temibile per la Cina, proprio perché oltre a la diffidenza verso la potenza cinese è stato capace di ricompattare l'occidente verso i tradizionali legami con gli USA: un fattore che da solo indebolisce Pechino e la isola dai mercati più ricchi del mondo, una question a cui la Cina è molto sensibile perché funzionale a quegli obiettivi di crescita economica, che sono da molto tempo al centro degli obiettivi cinesi, anche come elemento di geopolitica. Aldilà del terreno di scontro dell'economia, che non è affatto secondario, l'unità di visione maturata nel campo occidentale contro l'autoritarismo cinese, permette agli stati occidentali di allontanarsi dalla Cina, verso cui si era pericolosamente avvicinata a causa del peggioramento delle relazioni causate da Trump. Dal punto di vista delle conseguenze il pericolo di una Cina isolata dall'occidente è quello di un ulteriore ricorso all'ampliamento degli armamenti, direzione, peraltro, già intrapresa da tempo, che però, con questi ultimi sviluppi, potrebbe indurre Pechino ad accelerare verso dimostrazioni di forza come ha più volte minacciato. SI pensi al presidio navali di quelle che si ritiene di sua pertine, delle domande delle isole vie contese e della più possibilità delle isole possibili costituite da Taiwan, a cui Pechino non ha mai formalmente rinunciato, insieme alla parte integrata del territorio cinese. Ancora più occorrente che la Cina ha sempre affermato di volere difendere i suoi interessi, se si estende questo concetto alla difesa della possibilità di effettuare investimenti in considerazione strategica per i suoi obiettivi, sarà interessante vedere la reazione di fronte a un possibile contrasto all'attivismo cinese nei paesi occidentali. La reazione più probabile passa da una guerra commerciale, che non conviene a nessuno, perché in grado di bloccare o comprimere fortemente l'economia mondiale, tuttavia quella si che ha più da perdere è proprio la Cina, se vedete maggiori i mercati mondiali, in quel caso sembra facile prevedere l'esibizione di una prova di forza, con conseguenze anche irreparabili. Prima di arrivare a quel punto però dovrà avere il lavoro delle diplomazie, con la minaccia di un possibile ritorno di Trump sulla scena statunitense, che sarà il vero ago della bilancia per tutta una serie di situazioni in grado di rovesciare l'assetto attuale e per il quale, verosimilmente, Cina, ma anche Russia lavoreranno a favor; quindi il successo dell'occidente, anche come valori ed astratti, passa per il successo dell'attuale presidente americano, che deve rendere efficace il suo progetto di rafforzamento dei rapporti con l'occidente: un compito in grado di riportare pratici la storia sui binari dai quali era uscita.

The confrontation between the West and China increases

 The common fears of the members of the Atlantic Alliance towards China have produced a completely predictable response from Beijing. The Chinese tactic is to turn everything against the People's Republic into defamation, only that the international stage is not the domestic one, where information is controlled and criticism repressed. Beijing denies implementing systemic challenges against international security, which is, by now, the official and common opinion of the West, or at least of Western governments, ignoring the influence it wants to exert on developing countries, through a credit policy that easily turn into very onerous debts, aggressive financial policies, non-compliance with civil rights and economic growth obtained with the absence of guarantees for workers, a very low cost of labor often obtained with methods that touch slavery. Denying this is obvious because we cannot present the world with these characteristics, but the very globalized world that the Chinese like is the main tool to unmask them. In the note from the Beijing diplomatic mission accredited to the European Union, the West is reproached for still being stuck in a cold war mentality, but this situation is the one created by China itself. Which pursues policies, especially internal, but also external, in complete contrast with Western values, and it is clear that if each party is legitimate to support its own reasons, it is legitimate for the West to see present-day China for itself, as a threat. Beijing has become one of the worst victims of Trump's defeat: with the previous US president, the confrontation dialectic was at the highest level, but without too many consequences, moreover, Trump's aversion for Europe had brought dialogue with the western allies; Biden's attitude is quite different, as he turns out to be a much more formidable enemy for China, precisely because, in addition to maintaining his distrust of Chinese power, he was able to recompose the West towards traditional ties with the USA: a factor that gives it only weakens Beijing and isolates it from the richest markets in the world, an issue to which China is very sensitive because it is functional to those objectives of economic growth, which have long been at the center of Chinese objectives, also as an element of geopolitics. Beyond the battleground of the economy, which is by no means secondary, the unity of vision matured in the Western camp against Chinese authoritarianism, allows Western states to move away from China, towards which it was dangerously approached due to the worsening of relations caused by Trump. From the point of view of the consequences, the danger of a China isolated from the West is that of a further recourse to the expansion of armaments, a direction, moreover, already undertaken for some time, which however, with these latest developments, could induce Beijing to accelerate towards demonstrations of force as he has repeatedly threatened. Think of the garrison of the naval routes of those it considers waters of its relevance, of the issues of the disputed islands and of the most potentially dangerous event constituted by Taiwan, which Beijing has never formally renounced, considering it an integral part of the Chinese territory. Even further, it should be remembered that China has always claimed to want to defend its interests, if this concept is extended to the defense of the possibility of making investments considered strategic for its objectives, it will be interesting to see Beijing's reaction in the face of a possible conflict. to Chinese activism in Western countries. The most likely reaction passes from a trade war, which is not convenient for anyone, because it can block or strongly compress the world economy, however the one that has the most to lose is precisely China, if the major world markets were foreclosed, in that case it seems easy to foresee the performance of a show of strength, with potentially irreparable consequences. Before reaching that point, however, there must be the work of diplomacy, with the threat of a possible return of Trump on the US scene, who will be the real balance for a whole series of situations capable of overturning the current structure and for which, probably, China, but also Russia will work in favor; therefore the success of the West, also as practical and abstract values, passes through the success of the current American president, who must make his project to strengthen relations with the West effective: a task capable of bringing history back on track from which she had come out.

Aumenta el enfrentamiento entre Occidente y China

 Los temores comunes de los miembros de la Alianza Atlántica hacia China han producido una respuesta totalmente predecible de Beijing. La táctica china es convertir todo en contra de la República Popular en difamación, solo que el escenario internacional no es el doméstico, donde se controla la información y se reprime la crítica. Beijing niega implementar desafíos sistémicos contra la seguridad internacional, que es, a estas alturas, la opinión oficial y común de Occidente, o al menos de los gobiernos occidentales, descuidando la influencia que quiere ejercer sobre los países en desarrollo, a través de una política crediticia que fácilmente se convierte en Deudas muy onerosas, políticas financieras agresivas, incumplimiento de los derechos civiles y crecimiento económico obtenido con la ausencia de garantías para los trabajadores, un costo laboral bajísimo muchas veces obtenido con métodos que tocan la esclavitud. Negar esto es obvio porque no podemos presentar al mundo estas características, pero el mundo muy globalizado que gusta a los chinos es la principal herramienta para desenmascararlas. En la nota de la misión diplomática en Pekín acreditada ante la Unión Europea, se reprocha a Occidente estar todavía estancado en una mentalidad de guerra fría, pero esta situación es la creada por la propia China. Que persigue políticas, sobre todo internas, pero también externas, en completo contraste con los valores occidentales, y está claro que si cada parte es legítima para apoyar sus propias razones, es legítimo que Occidente vea por sí mismo la China actual, como una amenaza. Pekín se ha convertido en una de las peores víctimas de la derrota de Trump: con el anterior presidente estadounidense, la dialéctica del enfrentamiento estaba al más alto nivel, pero sin demasiadas consecuencias, además, la aversión de Trump por Europa había traído el diálogo con los aliados occidentales; La actitud de Biden es bastante diferente, demostrando ser un enemigo mucho más formidable para China, precisamente porque, además de mantener su desconfianza hacia el poder chino, supo recomponer Occidente hacia los lazos tradicionales con EE. debilita a Pekín y lo aísla de los mercados más ricos del mundo, tema al que China es muy sensible porque es funcional a esos objetivos de crecimiento económico, que durante mucho tiempo han estado en el centro de los objetivos chinos, también como elemento de geopolítica . Más allá del campo de batalla de la economía, que no es en modo alguno secundario, la unidad de visión madurada en el campo occidental frente al autoritarismo chino, permite a los estados occidentales alejarse de China, hacia la que se acercó peligrosamente por el empeoramiento de las relaciones provocado. por Trump. Desde el punto de vista de las consecuencias, el peligro de una China aislada de Occidente es el de un nuevo recurso a la expansión de armamentos, una dirección, además, ya emprendida desde hace algún tiempo, que sin embargo, con estos últimos desarrollos, podría inducir a Beijing a acelerar hacia demostraciones de fuerza como ha amenazado repetidamente. Pensemos en la guarnición de las rutas navales de las que considera aguas de su relevancia, en los temas de las islas en disputa y en el evento más potencialmente peligroso constituido por Taiwán, al que Beijing nunca ha renunciado formalmente, considerándolo parte integrante del territorio chino. . Aún más, cabe recordar que China siempre ha pretendido querer defender sus intereses, si se extiende este concepto a la defensa de la posibilidad de realizar inversiones consideradas estratégicas para sus objetivos, será interesante ver la reacción de Pekín de cara. de un posible conflicto al activismo chino en los países occidentales. La reacción más probable pasa por una guerra comercial, lo cual no le conviene a nadie, porque puede bloquear o comprimir fuertemente la economía mundial, sin embargo, la que más tiene que perder es China, si se cerraran los principales mercados mundiales, en En ese caso parece fácil prever una demostración de fuerza, con consecuencias potencialmente irreparables. Antes de llegar a ese punto, sin embargo, habrá que realizar el trabajo de la diplomacia, con la amenaza de un posible regreso de Trump a la escena estadounidense, quien será el verdadero equilibrio de toda una serie de situaciones capaces de volcar la estructura actual y por lo que, probablemente, China, pero también Rusia trabajará a favor; Por tanto, el éxito de Occidente, también como valores prácticos y abstractos, pasa por el éxito de la actual presidenta estadounidense, que debe hacer efectivo su proyecto de estrechar las relaciones con Occidente: una tarea capaz de volver a encarrilar la historia desde la que había salga.

Die Konfrontation zwischen dem Westen und China nimmt zu

 Die gemeinsamen Ängste der Mitglieder des Atlantischen Bündnisses gegenüber China haben zu einer völlig vorhersehbaren Reaktion Pekings geführt. Die chinesische Taktik besteht darin, alles gegen die Volksrepublik in Diffamierung zu verwandeln, nur dass die internationale Bühne nicht die nationale ist, auf der Informationen kontrolliert und Kritik unterdrückt wird. Peking bestreitet, systemische Herausforderungen gegen die internationale Sicherheit umzusetzen, die mittlerweile die offizielle und gemeinsame Meinung des Westens oder zumindest westlicher Regierungen ist, und vernachlässigt den Einfluss, den es auf Entwicklungsländer durch eine Kreditpolitik ausüben möchte, die leicht zu einer sehr hohe Schulden, aggressive Finanzpolitik, Nichteinhaltung der Bürgerrechte und Wirtschaftswachstum ohne Garantien für Arbeitnehmer, sehr niedrige Arbeitskosten, die oft mit Methoden erzielt werden, die die Sklaverei berühren. Dies zu leugnen liegt auf der Hand, denn wir können der Welt diese Eigenschaften nicht präsentieren, aber die sehr globalisierte Welt, die die Chinesen mögen, ist das wichtigste Werkzeug, um sie zu entlarven. In der Note der bei der Europäischen Union akkreditierten diplomatischen Vertretung in Peking wird dem Westen vorgeworfen, noch immer in einer Kalten-Kriegs-Mentalität zu stecken, aber diese Situation habe China selbst geschaffen. die eine Politik vor allem nach innen, aber auch nach außen verfolgt, die in völligem Gegensatz zu den westlichen Werten steht, und es ist klar, dass es für den Westen legitim ist, das heutige China für sich selbst zu sehen, wenn jede Partei legitim ist, ihre eigenen Gründe zu vertreten, als Bedrohung. Peking ist zu einem der schlimmsten Opfer von Trumps Niederlage geworden: Mit dem früheren US-Präsidenten war die Konfrontationsdialektik auf höchstem Niveau, aber ohne allzu viele Folgen, zudem hatte Trumps Abneigung gegen Europa den Dialog mit den westlichen Verbündeten gebracht; Bidens Haltung ist eine ganz andere und erweist sich als ein viel gefährlicherer Feind für China, gerade weil er nicht nur sein Misstrauen gegenüber der chinesischen Macht aufrechterhalten konnte, sondern auch den Westen auf traditionelle Verbindungen mit den USA zurückführen konnte: ein Faktor, der es nur gibt schwächt Peking und isoliert es von den reichsten Märkten der Welt, ein Thema, für das China sehr sensibel ist, weil es mit den Zielen des Wirtschaftswachstums, die seit langem im Mittelpunkt der chinesischen Ziele standen, auch als Element der Geopolitik, funktional ist . Jenseits des keineswegs zweitrangigen Schlachtfeldes der Wirtschaft erlaubt die im westlichen Lager gereifte Einheitsvision gegen den chinesischen Autoritarismus den westlichen Staaten eine Abkehr von China, auf das man sich aufgrund der Verschlechterung der Beziehungen gefährlich näherte von Trump. Von den Folgen her besteht die Gefahr eines vom Westen isolierten Chinas in einem weiteren Rückgriff auf die Rüstungsexpansion, eine darüber hinaus schon seit längerem eingeschlagene Richtung, die jedoch mit diesen jüngsten Entwicklungen Peking dazu zu bewegen, Gewaltdemonstrationen zu beschleunigen, wie er es wiederholt angedroht hat. Denken Sie an die Garnison der Seerouten der Gewässer, die es für relevant hält, an die Probleme der umstrittenen Inseln und an das potenziell gefährlichste Ereignis Taiwans, auf das Peking nie offiziell verzichtet hat, da es als integraler Bestandteil des chinesischen Territoriums betrachtet wird . Darüber hinaus sollte daran erinnert werden, dass China immer behauptet hat, seine Interessen verteidigen zu wollen. Wenn dieses Konzept auf die Verteidigung der Möglichkeit ausgedehnt wird, Investitionen zu tätigen, die als strategisch für seine Ziele gelten, wird es interessant sein, Pekings Reaktion ins Gesicht zu sehen eines möglichen Konflikts bis hin zum chinesischen Aktivismus in westlichen Ländern. Die wahrscheinlichste Reaktion geht von einem Handelskrieg aus, der für niemanden bequem ist, weil er die Weltwirtschaft blockieren oder stark komprimieren kann, aber diejenige, die am meisten zu verlieren hat, ist China, wenn die großen Weltmärkte geschlossen würden, in in diesem Fall scheint es leicht, eine Machtdemonstration mit potenziell irreparablen Folgen vorauszusehen. Bevor dieser Punkt erreicht wird, muss jedoch diplomatische Arbeit geleistet werden, mit der Androhung einer möglichen Rückkehr von Trump auf die US-amerikanische Bühne, der das wirkliche Gleichgewicht für eine ganze Reihe von Situationen sein wird, die die derzeitige Struktur umstürzen können und wofür wahrscheinlich China, aber auch Russland arbeiten wird; daher geht der Erfolg des Westens, auch als praktische und abstrakte Werte, über den Erfolg des derzeitigen amerikanischen Präsidenten, der sein Projekt zur Stärkung der Beziehungen zum Westen wirksam machen muss: eine Aufgabe, die in der Lage ist, die Geschichte wieder auf die Spur zu bringen, von der sie ausgegangen war herauskommen.

La confrontation entre l'Occident et la Chine s'intensifie

 Les craintes communes des membres de l'Alliance atlantique envers la Chine ont produit une réponse tout à fait prévisible de Pékin. La tactique chinoise est de transformer tout contre la République populaire en diffamation, seulement que la scène internationale n'est pas la scène nationale, où l'information est contrôlée et la critique réprimée. Pékin nie avoir mis en œuvre des défis systémiques contre la sécurité internationale, ce qui est, désormais, l'opinion officielle et commune de l'Occident, ou du moins des gouvernements occidentaux, négligeant l'influence qu'il veut exercer sur les pays en développement, à travers une politique de crédit qui se transforme facilement en des dettes très onéreuses, des politiques financières agressives, le non-respect des droits civiques et une croissance économique obtenue avec l'absence de garanties pour les travailleurs, un coût du travail très bas souvent obtenu avec des méthodes qui touchent à l'esclavage. Le nier est une évidence car on ne peut pas présenter le monde avec ces caractéristiques, mais le monde très globalisé que les Chinois aiment est le principal outil pour les démasquer. Dans la note de la mission diplomatique à Pékin accréditée auprès de l'Union européenne, on reproche à l'Occident d'être encore englué dans une mentalité de guerre froide, mais cette situation est celle créée par la Chine elle-même. Qui poursuit des politiques, avant tout internes, mais aussi externes, en totale contradiction avec les valeurs occidentales, et il est clair que si chaque parti est légitime à soutenir ses propres raisons, il est légitime que l'Occident voit par lui-même la Chine d'aujourd'hui, comme une menace. Pékin est devenu l'une des pires victimes de la défaite de Trump : avec le précédent président américain, la dialectique de l'affrontement était au plus haut niveau, mais sans trop de conséquences, de plus, l'aversion de Trump pour l'Europe avait amené le dialogue avec les alliés occidentaux ; L'attitude de Biden est bien différente, s'avérant être un ennemi bien plus redoutable pour la Chine, précisément parce qu'en plus d'entretenir sa méfiance à l'égard de la puissance chinoise, il a su recomposer l'Occident vers des liens traditionnels avec les USA : un facteur qui ne lui donne que affaiblit Pékin et l'isole des marchés les plus riches du monde, une question à laquelle la Chine est très sensible car elle est fonctionnelle à ces objectifs de croissance économique, qui ont longtemps été au centre des objectifs chinois, également comme élément de géopolitique . Au-delà du champ de bataille de l'économie, qui n'est en aucun cas secondaire, l'unité de vision mûrie dans le camp occidental contre l'autoritarisme chinois, permet aux États occidentaux de s'éloigner de la Chine, vers laquelle elle a été dangereusement approchée en raison de l'aggravation des relations provoquée par Trump. Du point de vue des conséquences, le danger d'une Chine isolée de l'Occident est celui d'un nouveau recours à l'expansion des armements, direction d'ailleurs déjà entreprise depuis quelque temps, qui pourtant, avec ces derniers développements, pourrait inciter Pékin à accélérer vers des démonstrations de force comme il l'a menacé à plusieurs reprises. Pensez à la garnison des routes navales de ceux qu'elle considère comme des eaux de sa pertinence, aux enjeux des îles contestées et à l'événement le plus potentiellement dangereux constitué par Taïwan, auquel Pékin n'a jamais formellement renoncé, le considérant comme faisant partie intégrante du territoire chinois. . Encore plus loin, il faut rappeler que la Chine a toujours prétendu vouloir défendre ses intérêts, si ce concept est étendu à la défense de la possibilité de faire des investissements jugés stratégiques pour ses objectifs, il sera intéressant de voir la réaction de Pékin face d'un éventuel conflit à l'activisme chinois dans les pays occidentaux. La réaction la plus probable passe d'une guerre commerciale, ce qui ne convient à personne, car elle peut bloquer ou comprimer fortement l'économie mondiale, cependant, celle qui a le plus à perdre est la Chine, si les grands marchés mondiaux étaient fermés, en dans ce cas, il semble aisé de prévoir une démonstration de force, aux conséquences potentiellement irréparables. Avant d'en arriver là, cependant, il faudra un travail de diplomatie, avec la menace d'un éventuel retour de Trump sur la scène américaine, qui sera le véritable équilibre pour toute une série de situations susceptibles de bouleverser la structure actuelle et pour laquelle, probablement, la Chine, mais aussi la Russie travailleront en sa faveur ; donc le succès de l'Occident, aussi en tant que valeurs pratiques et abstraites, passe par le succès de l'actuel président américain, qui doit rendre effectif son projet de renforcement des relations avec l'Occident : une tâche capable de remettre l'histoire sur les rails d'où elle avait sortir.

O confronto entre o Ocidente e a China aumenta

 Os temores comuns dos membros da Aliança Atlântica em relação à China produziram uma resposta totalmente previsível de Pequim. A tática chinesa é transformar tudo contra a República Popular em difamação, só que o cenário internacional não é o doméstico, onde as informações são controladas e as críticas reprimidas. Pequim nega implementar desafios sistêmicos à segurança internacional, que é, a esta altura, a opinião oficial e comum do Ocidente, ou pelo menos dos governos ocidentais, negligenciando a influência que deseja exercer sobre os países em desenvolvimento, por meio de uma política de crédito que facilmente se transforma em dívidas muito onerosas, políticas financeiras agressivas, descumprimento de direitos civis e crescimento econômico obtido com a ausência de garantias para os trabalhadores, custo de mão de obra baixíssimo muitas vezes obtido com métodos que tocam a escravidão. Negar isso é óbvio porque não podemos apresentar ao mundo essas características, mas o próprio mundo globalizado de que os chineses gostam é a principal ferramenta para desmascará-las. Na nota da missão diplomática em Pequim acreditada junto da União Europeia, o Ocidente é censurado por ainda estar preso a uma mentalidade de guerra fria, mas esta situação é a criada pela própria China. Que segue políticas, acima de tudo internas, mas também externas, em total contraste com os valores ocidentais, e é claro que se cada parte é legítima para defender suas próprias razões, é legítimo para o Ocidente ver a China de hoje por si mesma, como uma ameaça. Pequim tornou-se uma das piores vítimas da derrota de Trump: com o anterior presidente dos EUA, a dialética do confronto estava no mais alto nível, mas sem muitas consequências, além disso, a aversão de Trump pela Europa trouxe o diálogo com os aliados ocidentais; A atitude de Biden é bem diferente, revelando-se um inimigo muito mais formidável para a China, justamente porque, além de manter a desconfiança do poder chinês, conseguiu recompor o Ocidente aos laços tradicionais com os EUA: fator que só o dá. enfraquece Pequim e a isola dos mercados mais ricos do mundo, questão a que a China é muito sensível por ser funcional a esses objetivos de crescimento econômico, que há muito tempo estiveram no centro dos objetivos chineses, também como elemento de geopolítica . Para além do campo de batalha da economia, que de forma alguma é secundário, a unidade de visão amadurecida no campo ocidental contra o autoritarismo chinês, permite que os estados ocidentais se afastem da China, para a qual foi perigosamente abordado devido ao agravamento das relações ocasionado por Trump. Do ponto de vista das consequências, o perigo de uma China isolada do Ocidente é o de um novo recurso à expansão dos armamentos, direcção, aliás, já empreendida há algum tempo, que no entanto, com estes últimos desenvolvimentos, poderia induzir Pequim a acelerar em demonstrações de força, como ele repetidamente ameaçou. Pense na guarnição das rotas navais daqueles que considera as águas de sua relevância, nas questões das ilhas disputadas e no evento mais potencialmente perigoso constituído por Taiwan, que Pequim nunca renunciou formalmente, por considerá-lo parte integrante do território chinês . Além disso, deve-se lembrar que a China sempre afirmou querer defender seus interesses, se esse conceito se estender à defesa da possibilidade de fazer investimentos considerados estratégicos para seus objetivos, será interessante ver a reação de Pequim diante de um possível conflito. ao ativismo chinês nos países ocidentais. A reação mais provável passa de uma guerra comercial, que não convém a ninguém, pois pode bloquear ou comprimir fortemente a economia mundial, porém, quem mais tem a perder é a China, se os principais mercados mundiais fossem fechados, em Nesse caso, parece fácil prever uma demonstração de força, com consequências potencialmente irreparáveis. Antes de chegar a esse ponto, porém, haverá que haver o trabalho da diplomacia, com a ameaça de um possível retorno de Trump ao cenário norte-americano, que será o verdadeiro equilíbrio para toda uma série de situações capazes de derrubar a estrutura atual e para a qual, provavelmente, a China, mas também a Rússia trabalharão a favor; portanto o sucesso do Ocidente, também como valores práticos e abstratos, passa pelo sucesso da atual presidente americana, que deve tornar efetivo seu projeto de estreitamento das relações com o Ocidente: uma tarefa capaz de trazer de volta aos trilhos a história a partir da qual sair.