Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

giovedì 26 agosto 2021

Pakistan e talebani: un rapporto con potenziali ricadute

 La soddisfazione dei leader pachistani perché i talebani hanno rotto le catene della schiavitù, è l’ennesima conferma di come Islamabad sia un paese poco affidabile nella lotta al terrorismo ed un alleato con ben altri scopi, rispetto agli Stati Uniti. Si tratta di notizie non nuove, ma che assumono un rilievo differente con la caduta di Kabul in mano alle forze islamiste radicali. Il sostegno dei servizi segreti del Pakistan è stato continuo e costante e parallelo alla lotta condotta con Washington contro Al Qaeda, ma è venuto il momento di chiarire, sia all’interno di Islamabad, che degli Stati Uniti i rapporti di collaborazione reciproca ed il futuro delle relazioni tra i due paesi. La Casa Bianca lo deve al proprio paese, ma anche agli alleati occidentali, che hanno sempre seguito l’impegno in Afghanistan, con la minaccia presente dell’atteggiamento pachistano; certamente il pericolo da valutare è quello di lasciare troppo spazio alla Cina nel Pakistan, nel caso di peggioramento delle relazioni: ma questo è un rischio da calcolare, anche per mettere in crisi Pechino, verso la quale l’atteggiamento pachistano, nella questione afghana, non potrà certo cambiare. Occorre, però, compiere anche una analisi all’interno dello stesso Pakistan, che, come primo e più immediato problema si trova a fronteggiare un ingente esodo di profughi in fuga dall’estremismo islamico, dopo avere vissuto notevoli miglioramenti, grazie all’intervento americano; questo aspetto è strettamente collegato alle probabili rimostranze internazionali per il mancato rispetto dei diritti umani, della discriminazione femminile e per la vicinanza a gruppi islamisti radicali e violenti. Queste considerazioni devono, per forza, essere presenti nelle valutazioni che Islamabad deve compiere nei confronti del rapporto costi e benefici, relativo al legame con i talebani, che è considerato strategico in funzione anti indiana: un governo afghano favorevole al Pakistan, in questa ottica, è giudicato estremamente  funzionale agli interessi della politica geostrategica del paese; tuttavia ciò ha permesso lo sviluppo di un movimento talebano pachistano, giudicato da diversi analisti un possibile fattore di destabilizzazione nazionale, proprio in funzione dell’accresciuto potere dei talebani afghani. L’impressione è che il Pakistan abbia perso il controllo su di un fenomeno che credeva di sapere controllare e che ora obbliga il governo a fare concrete riflessioni, sia sui rapporti con il nuovo assetto afghano, sia sui problemi interni, sia sulla dialettica con gli Stati Uniti. Sulla provenienza tribale dei talebani afghani è bene rilevare che la componente Pashtun è maggioritaria, ma è anche ben presente sul territorio pachistano. La questione allarma, e non poco, gli altri principali alleati di Islamabad, oltre, naturalmente i già citati Stati Uniti; Arabia Saudita e Cina temono concretamente l’esportazione del terrorismo, peraltro già diffuso oltre l’ambito regionale con la cacciata dei talebani dal governo afghano avvenuta nel 2001. Il timore concreto è che l’entusiasmo per la presa del potere dei talebani in Afghanistan, possa funzionare da stimolo nei gruppi islamisti radicali operanti in altri paesi; da qui le probabili pressioni di Pechino e Riyad su Islamabad affinché impedisca l’appoggio del nuovo potere afghano a gruppi armati con obiettivi potenziali fuori dai confini di Kabul. Appare evidente come queste pressioni possano concretizzarsi in provvedimenti di natura economica, capaci di mettere in grande difficoltà un paese con gravi deficit sui propri dati economici. Per tutte queste ragioni l’entusiasmo per la conquista di Kabul e del paese afghano da parte dei talebani è stato ufficialmente contenuto, tanto da effettuare un riconoscimento ufficiale dei talebani, sui quali rimane la definizione di gruppo terrorista da parte delle Nazioni Unite. Il governo di Islamabad, circa il riconoscimento dei talebani, sembra orientato ad una consultazione che dovrà comprendere, non solo i poteri regionali del paese, ma anche le autorità internazionali. Aldilà di queste considerazioni, che paiono viziate da ipocrisia, il ruolo del Pakistan resta centrale sull’influenza del nuovo governo di Kabul, quando si sarà riuscito a formarlo, ma soprattutto nei rapporti con i talebani e, di conseguenza, sui rapporti che Islamabad potrà avere con l’intera comunità internazionale.

Pakistan and the Taliban: a relationship with potential fallout

 The satisfaction of Pakistani leaders that the Taliban have broken the chains of slavery is yet another confirmation of how Islamabad is an unreliable country in the fight against terrorism and an ally with very different purposes than the United States. This is not new news, but which takes on a different significance with the fall of Kabul in the hands of radical Islamist forces. The support of the secret services of Pakistan has been continuous and constant and parallel to the fight waged with Washington against Al Qaeda, but the time has come to clarify, both within Islamabad and the United States, the relations of mutual collaboration and the future. relations between the two countries. The White House owes it to its own country, but also to its Western allies, who have always followed their commitment in Afghanistan, with the present threat of the Pakistani attitude; certainly the danger to be assessed is that of leaving too much space for China in Pakistan, in the event of worsening of relations: but this is a risk to be calculated, also to put Beijing in crisis, towards which the Pakistani attitude, in the Afghan question, it will certainly not change. However, it is also necessary to carry out an analysis within Pakistan itself, which, as the first and most immediate problem, is facing a huge exodus of refugees fleeing Islamic extremism, after having experienced significant improvements, thanks to the American intervention. ; this aspect is closely linked to the probable international grievances due to the lack of respect for human rights, discrimination against women and the proximity to radical and violent Islamist groups. These considerations must necessarily be present in the assessments that Islamabad must make towards the cost and benefit ratio, relating to the relationship with the Taliban, which is considered strategic in an anti-Indian function: an Afghan government favorable to Pakistan, in this perspective, it is considered extremely functional to the interests of the country's geostrategic policy; however, this has allowed the development of a Pakistani Taliban movement, judged by various analysts to be a possible factor of national destabilization, precisely because of the increased power of the Afghan Taliban. The impression is that Pakistan has lost control over a phenomenon that it believed it knew how to control and which now forces the government to make concrete reflections, both on relations with the new Afghan order, both on internal problems and on the dialectic with the United States. Regarding the tribal origin of the Afghan Taliban, it should be noted that the Pashtun component is in the majority, but it is also very present on Pakistani territory. The issue alarms, and not a little, Islamabad's other main allies, as well as, of course, the aforementioned United States; Saudi Arabia and China concretely fear the export of terrorism, which has already spread beyond the region with the expulsion of the Taliban from the Afghan government in 2001. The real fear is that the enthusiasm for the Taliban's seizure of power in Afghanistan, it can act as a stimulus for radical Islamist groups operating in other countries; hence the probable pressure from Beijing and Riyadh on Islamabad to prevent the support of the new Afghan power for armed groups with potential targets outside the borders of Kabul. It is clear that these pressures can materialize in economic measures, capable of putting a country with serious deficits on its economic data in great difficulty. For all these reasons, the enthusiasm for the Taliban conquest of Kabul and the Afghan country was officially contained, so much so that an official recognition of the Taliban was carried out, on which the definition of a terrorist group remains by the United Nations. The government of Islamabad, regarding the recognition of the Taliban, seems to be oriented towards a consultation that will have to include, not only the regional powers of the country, but also the international authorities. Beyond these considerations, which seem vitiated by hypocrisy, the role of Pakistan remains central to the influence of the new government in Kabul, when it has been able to form it, but above all in relations with the Taliban and, consequently, on the relations that Islamabad will be able to do. have with the entire international community.

Pakistán y los talibanes: una relación con posibles secuelas

 La satisfacción de los líderes paquistaníes de que los talibanes hayan roto las cadenas de la esclavitud es una confirmación más de cómo Islamabad es un país poco confiable en la lucha contra el terrorismo y un aliado con propósitos completamente distintos a los de Estados Unidos. No se trata de una noticia nueva, pero que adquiere un significado diferente con la caída de Kabul en manos de las fuerzas islamistas radicales. El apoyo de los servicios secretos de Pakistán ha sido continuo y constante y paralelo a la lucha librada con Washington contra Al Qaeda, pero ha llegado el momento de aclarar, tanto dentro de Islamabad como en Estados Unidos, las relaciones de mutua colaboración y el futuro. relaciones entre los dos países. La Casa Blanca se lo debe a su propio país, pero también a sus aliados occidentales, que siempre han cumplido su compromiso en Afganistán, con la amenaza actual de la actitud paquistaní; Ciertamente el peligro a evaluar es el de dejar demasiado espacio para China en Pakistán, en caso de empeoramiento de las relaciones: pero este es un riesgo a ser calculado, también para poner a Beijing en crisis, hacia lo que la actitud paquistaní, en el Cuestión afgana, ciertamente no cambiará. Sin embargo, también es necesario realizar un análisis dentro del propio Pakistán, que, como primer y más inmediato problema, se enfrenta a un enorme éxodo de refugiados que huyen del extremismo islámico, después de haber experimentado importantes mejoras, gracias a la intervención estadounidense. este aspecto está íntimamente ligado a los probables agravios internacionales por la falta de respeto a los derechos humanos, por la discriminación de las mujeres y por la proximidad a grupos islamistas radicales y violentos. Estas consideraciones deben estar necesariamente presentes en las evaluaciones que Islamabad debe hacer sobre la relación costo-beneficio, relacionada con la relación con los talibanes, que se considera estratégica en una función antiindia: un gobierno afgano favorable a Pakistán, en esta perspectiva, se considera extremadamente funcional a los intereses de la política geoestratégica del país; sin embargo, esto ha permitido el desarrollo de un movimiento talibán paquistaní, juzgado por varios analistas como un posible factor de desestabilización nacional, precisamente debido al aumento del poder de los talibanes afganos. La impresión es que Pakistán ha perdido el control sobre un fenómeno que creía saber controlar y que ahora obliga al gobierno a realizar reflexiones concretas, tanto sobre las relaciones con el nuevo orden afgano, tanto sobre los problemas internos como sobre la dialéctica con Estados Unidos. Estados. En cuanto al origen tribal de los talibanes afganos, cabe señalar que el componente pastún es mayoritario, pero también está muy presente en territorio pakistaní. El tema alarma, y ​​no poco, a los otros grandes aliados de Islamabad, así como, por supuesto, al mencionado Estados Unidos; Arabia Saudita y China temen concretamente la exportación del terrorismo, que ya se ha extendido más allá de la región con la expulsión de los talibanes del gobierno afgano en 2001. El temor real es que el entusiasmo por la toma del poder de los talibanes en Afganistán, pueda actuar como estímulo para los grupos islamistas radicales que operan en otros países; de ahí la probable presión de Pekín y Riad sobre Islamabad para impedir el apoyo del nuevo poder afgano a los grupos armados con posibles objetivos fuera de las fronteras de Kabul. Está claro que estas presiones pueden materializarse en medidas económicas, capaces de poner en grandes dificultades a un país con graves déficits en sus datos económicos. Por todos estos motivos, el entusiasmo por la conquista talibán de Kabul y el país afgano fue contenido oficialmente, tanto que se llevó a cabo un reconocimiento oficial de los talibanes, sobre el que queda la definición de grupo terrorista por parte de Naciones Unidas. El gobierno de Islamabad, en cuanto al reconocimiento de los talibanes, parece estar orientado hacia una consulta que deberá incluir, no solo a los poderes regionales del país, sino también a las autoridades internacionales. Más allá de estas consideraciones, que parecen viciadas por la hipocresía, el papel de Pakistán sigue siendo central en la influencia del nuevo gobierno en Kabul, cuando ha podido formarlo, pero sobre todo en las relaciones con los talibanes y, en consecuencia, en las relaciones. que Islamabad podrá hacer con toda la comunidad internacional.

Pakistan und die Taliban: eine Beziehung mit möglichen Folgen

 Die Zufriedenheit der pakistanischen Führer, dass die Taliban die Ketten der Sklaverei gebrochen haben, ist eine weitere Bestätigung dafür, dass Islamabad ein unzuverlässiges Land im Kampf gegen den Terrorismus und ein Verbündeter mit ganz anderen Zielen als den Vereinigten Staaten ist. Dies ist keine neue Nachricht, die jedoch mit dem Fall Kabuls in die Hände radikaler islamistischer Kräfte eine andere Bedeutung erhält. Die Unterstützung der Geheimdienste Pakistans war kontinuierlich und konstant und parallel zum Kampf, der mit Washington gegen Al-Qaida geführt wurde, aber es ist an der Zeit, sowohl in Islamabad als auch in den Vereinigten Staaten die Beziehungen der gegenseitigen Zusammenarbeit und die Zukunft zu klären. Beziehungen zwischen den beiden Ländern. Das verdankt das Weiße Haus seinem eigenen Land, aber auch seinen westlichen Verbündeten, die ihr Engagement in Afghanistan immer mit der gegenwärtigen Bedrohung durch die pakistanische Haltung verfolgt haben; sicherlich ist die Gefahr einzuschätzen, China in Pakistan zu viel Raum zu lassen, falls sich die Beziehungen verschlechtern: aber dies ist ein zu kalkulierendes Risiko, auch um Peking in eine Krise zu stürzen, zu der die pakistanische Haltung in der Afghanische Frage, daran wird sich sicherlich nichts ändern. Es ist jedoch auch notwendig, eine Analyse innerhalb Pakistans selbst durchzuführen, das als erstes und unmittelbarstes Problem einem massiven Exodus von Flüchtlingen gegenübersteht, die vor dem islamischen Extremismus fliehen, nachdem er dank der amerikanischen Intervention erhebliche Verbesserungen erfahren hat. dieser Aspekt ist eng verbunden mit den wahrscheinlichen internationalen Klagen wegen mangelnder Achtung der Menschenrechte, wegen der Diskriminierung von Frauen und wegen der Nähe zu radikalen und gewalttätigen islamistischen Gruppen. Diese Überlegungen müssen notwendigerweise in die Einschätzungen einfließen, die Islamabad in Bezug auf das Kosten-Nutzen-Verhältnis in Bezug auf das Verhältnis zu den Taliban machen muss, das in einer antiindischen Funktion als strategisch angesehen wird: eine pakistanisch günstige afghanische Regierung aus dieser Perspektive, es wird als äußerst zweckmäßig für die Interessen der geostrategischen Politik des Landes angesehen; Dies hat jedoch die Entwicklung einer pakistanischen Taliban-Bewegung ermöglicht, die von verschiedenen Analysten als möglicher Faktor der nationalen Destabilisierung gerade wegen der gestiegenen Macht der afghanischen Taliban angesehen wird. Es entsteht der Eindruck, dass Pakistan die Kontrolle über ein Phänomen verloren hat, das es zu beherrschen glaubte und das die Regierung nun zu konkreten Überlegungen zwingt, sowohl über die Beziehungen zur neuen afghanischen Ordnung, sowohl über interne Probleme als auch über die Dialektik mit den Vereinigten Staaten Zustände. Zur Stammesherkunft der afghanischen Taliban ist anzumerken, dass die paschtunische Komponente in der Mehrheit, aber auch auf pakistanischem Territorium sehr präsent ist. Das Thema alarmiert nicht zuletzt die anderen Hauptverbündeten Islamabads und natürlich auch die oben genannten Vereinigten Staaten; Saudi-Arabien und China fürchten konkret den Export des Terrorismus, der sich bereits mit dem Ausschluss der Taliban aus der afghanischen Regierung 2001 über die Region ausgebreitet hat. Die eigentliche Angst ist, dass die Begeisterung für die Machtergreifung der Taliban in Afghanistan wirken kann als Anreiz für radikalislamistische Gruppen, die in anderen Ländern tätig sind; daher der wahrscheinliche Druck von Peking und Riad auf Islamabad, die Unterstützung der neuen afghanischen Macht für bewaffnete Gruppen mit potentiellen Zielen außerhalb der Grenzen von Kabul zu verhindern. Es ist klar, dass dieser Druck in wirtschaftlichen Maßnahmen münden kann, die ein Land mit erheblichen Defiziten bei seinen Wirtschaftsdaten in große Schwierigkeiten bringen können. Aus all diesen Gründen hielt sich der Enthusiasmus für die Taliban-Eroberung Kabuls und des afghanischen Landes offiziell in Grenzen, so dass eine offizielle Anerkennung der Taliban erfolgte, auf der die Definition einer terroristischen Gruppierung durch die Vereinten Nationen bestehen bleibt. Die Regierung von Islamabad scheint hinsichtlich der Anerkennung der Taliban auf eine Konsultation ausgerichtet zu sein, die nicht nur die regionalen Mächte des Landes, sondern auch die internationalen Behörden einbeziehen muss. Jenseits dieser an Scheinheiligkeit anhaftenden Erwägungen bleibt die Rolle Pakistans zentral für den Einfluss der neuen Regierung in Kabul, wenn es ihr gelungen ist, diese zu bilden, vor allem aber in den Beziehungen zu den Taliban und damit auch auf die Beziehungen die Islamabad mit der gesamten internationalen Gemeinschaft erreichen kann.

Pakistan et talibans : une relation aux retombées potentielles

 La satisfaction des dirigeants pakistanais que les talibans aient brisé les chaînes de l'esclavage est une autre confirmation de la façon dont Islamabad est un pays peu fiable dans la lutte contre le terrorisme et un allié avec d'autres objectifs que les États-Unis. Ce n'est pas une nouvelle nouvelle, mais qui prend une autre signification avec la chute de Kaboul aux mains des forces islamistes radicales. Le soutien des services secrets pakistanais a été continu et constant et parallèle au combat mené avec Washington contre Al-Qaïda, mais le moment est venu de clarifier, tant au sein d'Islamabad qu'aux États-Unis, les relations de collaboration mutuelle et l'avenir. relations entre les deux pays. La Maison Blanche le doit à son propre pays, mais aussi à ses alliés occidentaux, qui ont toujours suivi leur engagement en Afghanistan, avec la menace actuelle de l'attitude pakistanaise ; certes le danger à évaluer est celui de laisser trop de place à la Chine au Pakistan, en cas d'aggravation des relations : mais c'est un risque à calculer, aussi de mettre Pékin en crise, envers lequel l'attitude pakistanaise, dans le Question afghane, ça ne changera certainement pas. Cependant, il est également nécessaire de mener une analyse au sein même du Pakistan, qui, en tant que problème premier et le plus immédiat, est confronté à un exode massif de réfugiés fuyant l'extrémisme islamique, après avoir connu des améliorations significatives, grâce à l'intervention américaine. cet aspect est étroitement lié aux probables griefs internationaux pour le manque de respect des droits humains, pour la discrimination des femmes et pour la proximité avec des groupes islamistes radicaux et violents. Ces considérations doivent nécessairement être présentes dans les appréciations qu'Islamabad doit faire du rapport coût/bénéfice, relatif à la relation avec les talibans, qui est considérée comme stratégique dans une fonction anti-indienne : un gouvernement afghan favorable au Pakistan, dans cette perspective, elle est considérée comme extrêmement fonctionnelle aux intérêts de la politique géostratégique du pays ; cependant, cela a permis le développement d'un mouvement taliban pakistanais, jugé par divers analystes comme un facteur possible de déstabilisation nationale, précisément en raison de la montée en puissance des talibans afghans. L'impression est que le Pakistan a perdu le contrôle d'un phénomène qu'il croyait savoir maîtriser et qui oblige désormais le gouvernement à mener des réflexions concrètes, tant sur les relations avec le nouvel ordre afghan, tant sur les problèmes internes que sur la dialectique avec les États-Unis États. Concernant l'origine tribale des talibans afghans, il faut noter que la composante pachtoune est majoritaire, mais elle est aussi très présente sur le territoire pakistanais. La question alarme, et pas qu'une petite partie, les autres principaux alliés d'Islamabad, ainsi que, bien sûr, les États-Unis susmentionnés ; L'Arabie saoudite et la Chine craignent concrètement l'exportation du terrorisme, qui s'est déjà propagé au-delà de la région avec l'expulsion des talibans du gouvernement afghan en 2001. La vraie crainte est que l'enthousiasme pour la prise du pouvoir par les talibans en Afghanistan, il puisse agir comme stimulant pour les groupes islamistes radicaux opérant dans d'autres pays ; d'où la probable pression de Pékin et Riyad sur Islamabad pour empêcher le soutien du nouveau pouvoir afghan à des groupes armés ayant des cibles potentielles hors des frontières de Kaboul. Il est clair que ces pressions peuvent se matérialiser par des mesures économiques, capables de mettre en grande difficulté un pays avec de sérieux déficits sur ses données économiques. Pour toutes ces raisons, l'enthousiasme pour la conquête talibane de Kaboul et du pays afghan a été officiellement contenu, à tel point qu'une reconnaissance officielle des talibans a été réalisée, sur laquelle la définition d'un groupe terroriste reste par les Nations unies. Le gouvernement d'Islamabad, concernant la reconnaissance des talibans, semble être orienté vers une concertation qui devra inclure, non seulement les pouvoirs régionaux du pays, mais aussi les instances internationales. Au-delà de ces considérations qui semblent entachées d'hypocrisie, le rôle du Pakistan reste central dans l'influence du nouveau gouvernement à Kaboul, lorsqu'il a pu le former, mais surtout dans ses relations avec les talibans et, par conséquent, sur les relations qu'Islamabad pourra faire avec l'ensemble de la communauté internationale.

Paquistão e Talibã: uma relação com possíveis consequências negativas

 A satisfação dos líderes paquistaneses com o fato de o Talibã ter rompido as cadeias da escravidão é mais uma confirmação de como Islamabad é um país não confiável na luta contra o terrorismo e um aliado com propósitos bem diferentes dos Estados Unidos. Esta não é uma notícia nova, mas assume um significado diferente com a queda de Cabul nas mãos de forças islâmicas radicais. O apoio dos serviços secretos do Paquistão tem sido contínuo e constante e paralelo à luta travada com Washington contra a Al Qaeda, mas é chegado o momento de esclarecer, tanto em Islamabad como nos Estados Unidos, as relações de colaboração mútua e o futuro. relações entre os dois países. A Casa Branca deve isso ao seu próprio país, mas também aos seus aliados ocidentais, que sempre seguiram seu compromisso no Afeganistão, com a atual ameaça da atitude do Paquistão; certamente o perigo a ser avaliado é o de deixar muito espaço para a China no Paquistão, em caso de agravamento das relações: mas este é um risco a ser calculado, também para colocar Pequim em crise, em relação à qual a atitude do Paquistão, no Questão afegã, certamente não mudará. No entanto, é também necessário fazer uma análise no próprio Paquistão, que, como primeiro e mais imediato problema, enfrenta um enorme êxodo de refugiados que fogem do extremismo islâmico, depois de ter experimentado melhorias significativas, graças à intervenção americana. este aspecto está intimamente ligado às prováveis ​​queixas internacionais pela falta de respeito pelos direitos humanos, pela discriminação das mulheres e pela proximidade de grupos islâmicos radicais e violentos. Essas considerações devem necessariamente estar presentes nas avaliações que Islamabad deve fazer sobre a relação custo e benefício, referente à relação com o Talibã, que é considerado estratégico em uma função anti-indiana: um governo afegão favorável ao Paquistão, nesta perspectiva, é considerado extremamente funcional aos interesses da política geoestratégica do país; no entanto, isso permitiu o desenvolvimento de um movimento do Taleban paquistanês, considerado por vários analistas como um possível fator de desestabilização nacional, precisamente por causa do aumento do poder do Taleban afegão. A impressão é que o Paquistão perdeu o controle sobre um fenômeno que acreditava saber controlar e que agora obriga o governo a fazer reflexões concretas, tanto sobre as relações com a nova ordem afegã, quanto sobre os problemas internos e sobre a dialética com os Estados Unidos. Estados. Em relação à origem tribal do Taleban afegão, deve-se destacar que o componente pashtun é majoritário, mas também está muito presente em território paquistanês. A questão alarma, e não pouco, os outros principais aliados de Islamabad, bem como, é claro, os já mencionados Estados Unidos; A Arábia Saudita e a China temem concretamente a exportação do terrorismo, que já se espalhou para fora da região com a expulsão do Talibã do governo afegão em 2001. O verdadeiro temor é que o entusiasmo pela tomada do poder do Talibã no Afeganistão possa agir como um estímulo para grupos islâmicos radicais operando em outros países; daí a provável pressão de Pequim e Riade em Islamabad para impedir o apoio da nova potência afegã a grupos armados com alvos potenciais fora das fronteiras de Cabul. É claro que essas pressões podem se materializar em medidas econômicas, capazes de colocar em grande dificuldade um país com graves déficits de dados econômicos. Por todas essas razões, o entusiasmo pela conquista talibã de Cabul e do país afegão foi oficialmente contido, tanto que foi realizado um reconhecimento oficial do Talibã, sobre o qual permanece a definição de grupo terrorista pelas Nações Unidas. O governo de Islamabad, a respeito do reconhecimento do Talibã, parece estar orientado para uma consulta que deverá incluir, não só as potências regionais do país, mas também as autoridades internacionais. Para além destas considerações, que parecem viciadas pela hipocrisia, o papel do Paquistão continua a ser central para a influência do novo governo em Cabul, quando o conseguiu formá-lo, mas sobretudo nas relações com o Taliban e, consequentemente, nas relações que Islamabad poderá fazer. ter com toda a comunidade internacional.

Пакистан и Талибан: отношения с потенциальными последствиями

 Удовлетворение пакистанских лидеров тем, что талибы разорвали оковы рабства, является еще одним подтверждением того, что Исламабад является ненадежной страной в борьбе с терроризмом и союзником с совершенно другими целями, чем Соединенные Штаты. Это не новая новость, но она приобретает иное значение с падением Кабула в руках радикальных исламистских сил. Поддержка секретных служб Пакистана была непрерывной и постоянной, параллельно с борьбой, которую ведет Вашингтон против Аль-Каиды, но пришло время прояснить, как в Исламабаде, так и в Соединенных Штатах, отношения взаимного сотрудничества и будущее. отношения между двумя странами. Белый дом в долгу перед своей страной, но также и перед своими западными союзниками, которые всегда следовали своим обязательствам в Афганистане, учитывая нынешнюю угрозу пакистанской позиции; Безусловно, опасность, которую следует оценить, заключается в том, что в случае ухудшения отношений Китаю будет оставлено слишком много места в Пакистане: но это риск, который необходимо просчитать, а также вызвать кризис в Пекине, к которому пакистанское отношение Афганский вопрос, конечно, не изменится. Однако необходимо также провести анализ внутри самого Пакистана, который, как первая и самая неотложная проблема, сталкивается с огромным исходом беженцев, спасающихся от исламского экстремизма, после значительных улучшений благодаря американскому вмешательству. этот аспект тесно связан с вероятными жалобами международного сообщества на несоблюдение прав человека, дискриминацию женщин и близость к радикальным и агрессивным исламистским группировкам. Эти соображения обязательно должны присутствовать в оценках, которые Исламабад должен сделать в отношении соотношения затрат и выгод, относящихся к отношениям с Талибаном, которое считается стратегическим в антииндийской функции: афганское правительство, благоприятное для Пакистана, с этой точки зрения, считается чрезвычайно функциональным для интересов геостратегической политики страны; однако это позволило развитию пакистанского движения «Талибан», которое, по мнению различных аналитиков, стало возможным фактором национальной дестабилизации, именно из-за возросшей мощи афганских талибов. Создается впечатление, что Пакистан потерял контроль над явлением, которое, как он считал, знает, как контролировать, и которое теперь заставляет правительство делать конкретные размышления, как об отношениях с новым афганским порядком, так и о внутренних проблемах и о диалектике с Соединенными Штатами. Состояния. Что касается племенного происхождения афганских талибов, следует отметить, что пуштунский компонент составляет большинство, но он также широко присутствует на территории Пакистана. Этот вопрос тревожит и немало других главных союзников Исламабада, а также, конечно же, вышеупомянутые Соединенные Штаты; Саудовская Аравия и Китай конкретно опасаются экспорта терроризма, который уже распространился за пределы региона с изгнанием талибов из афганского правительства в 2001 году. Реальный страх состоит в том, что энтузиазм по поводу захвата власти талибами в Афганистане может действовать как стимул для радикальных исламистских группировок, действующих в других странах; отсюда вероятное давление Пекина и Эр-Рияда на Исламабад, чтобы помешать поддержке новой афганской державой вооруженных групп с потенциальными целями за пределами Кабула. Ясно, что это давление может материализоваться в виде экономических мер, способных поставить страну с серьезным дефицитом экономических данных в большие трудности. По всем этим причинам энтузиазм по поводу завоевания Талибаном Кабула и афганской страны был официально сдержан, настолько, что было осуществлено официальное признание Талибана, определение террористической группы остается за Организацией Объединенных Наций. Правительство Исламабада в отношении признания Талибана, похоже, ориентировано на консультации, в которых должны будут участвовать не только региональные власти страны, но и международные власти. Помимо этих соображений, которые кажутся искаженными лицемерием, роль Пакистана остается центральной для влияния нового правительства в Кабуле, когда он смог его сформировать, но прежде всего в отношениях с Талибаном и, следовательно, в отношениях что Исламабад сможет сделать со всем международным сообществом.