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martedì 28 dicembre 2010

Gli USA allertano le ambasciate

Gli Stati Uniti dimostrano di prendere sul serio la minaccia bombe alle ambasciate italiane dopo i recenti casi occorsi alle rappresentanze diplomatiche di Cile e Svizzera. Intensificata la vigilanza e messe in campo nuove procedure per evitare possibili attentati anche dopo i falsi allarmi registrati per le sedi delle ambasciate presso la Santa Sede di Albania e Finlandia. La pista principalmente indicata dagli inquirenti italiani riguarda il movimento anarco-insurrezionalista ed andrebbe inquadrata nel non facile momento legato all'approvazione della legge di riforma del sistema universitario, anche in funzione dei numerosi cortei che hanno percorso le maggiori città italiane. Tuttavia con l'approvazione della legge ed anche in concomitanza delle festività di fine anno l'ipotesi non sembra reggere per l'allentamento delle manifestazioni da parte dei gruppi studenteschi, che di fatto, non hanno raggiunto il loro proposito. In Italia, spesso la pista anarchica storicamente è andata bene per tutte le stagioni, salvo poi scoprire l'innocenza degli indagati. E' vero che non siamo in presenza di attentati particolarmente gravi, come quelli che hanno segnato tristemente la storia italiana dove l'anarchismo ha costituito il capro espiatorio di ben altri colpevoli; qui siamo in presenza, in definitiva di atti poco più gravi  della pura dimostrazione contro obiettivi ben definiti, come la Svizzera, colpita per ritorsione a causa dell'estradizione di un componente del movimento anarchico. In quest'ottica la tesi del governo italiano potrebbe anche essere azzeccata, ma la domanda è perchè le bombe sono state inviate in questo momento? E perchè  insistere con questa strategia mantenendo sulla corda le legazioni diplomatiche anche con falsi allarmi? Lo scacchiere degli obiettivi colpiti o soltanto minacciati non sembra essere unito da un legame, ed il momento non è che un episodio tra i tanti di difficoltà vissuto dal paese italiano e sullo sfondo le grandi crisi mondiali appaiono molto lontane, ma lo stato di emergenza applicato dagli USA pone altre domande: è solo routine o si pensa che dietro questi attentati vi sia qualcosa di più taciuto o sconosciuto dalle autorità italiane? La galassia dei destabilizzatori è talmente vasta di possibilità che ogni ipotesi è aperta, ma il fatto è che lo stato di allerta non riguarda la sola sede di Roma, ma tutte le rappresentanze USA presenti nel pianeta; se Washington pensa di essere sotto attacco probabilmente pensa anche di esserlo per qualcosa di definito. In questo momento i punti caldi sono la Corea, l'Iran, la Palestina, i rapporti con la Cina, qualcuno di questi motivi può essere legato allo stato di allerta?

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