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martedì 15 febbraio 2011

Afghanistan, Pakistan ed India: il punto della situazione

I delicati equlibri al confine tra Afghanistan e Pakistan sono oggetto di sviluppi giudicati importanti dagli analisti internazionali. La situazione interna ad Islamabad è in continua evoluzione, dopo le dimissioni del governo un nuovo esecutivo ha già prestato giuramento, ma il segnale è è di forte instabilità ed il paese appare sempre più in preda a divisioni profonde. La situazione preoccupa gli Stati Uniti, che hanno focalizzato la lotta al terrorismo lungo la frontiera tra Afghanistan e Pakistan, regione dove trovano rifugio le bande dei Talebani. Inoltre le relazioni tra Pakistan ed USA, che sono da tempo tese per l'atteggiamento giudicato ambiguo dei pakistani, sono in questi giorni aggravate dal caso di un diplomatico statunitense imprigionato per avere ucciso due cittadini pakistani (l'accusato afferma di avere agito per legittima difesa). Intanto gli USA in Afghanistan continuano, oltre a quello militare, il lavoro diplomatico congiunto con il governo di Karzai per ridurre la minaccia talebana, in vista del ritiro definitivo delle truppe previsto per il 2015. La situazione afghana è lontana da essere risolta, tanto che una possibilità è di mantenere basi permanenti per affiancare l'esercito nazionale. I talebani dal canto loro pongono come condizione per l'avvio dei colloqui il ritiro immediato delle truppe. La situazione è di stallo ma nello scenario irrompe l'India, che teme di essere coinvolta all'interno del proprio territorio da uno sconfinamento del fenomeno delle milizie talebane, favorite da possibili accordi da cui potrebbero trarre vantaggi. Per prevenire questo pericolo l'India lancia una strategia diplomatica che prevede trattative con il Pakistan, tradizionale avversario. La ripresa dei rapporti tra i due stati è una nota positiva nella situazione della regione ed è vista molto favorevolmente dagli Stati Uniti, che sperano di avere benefici indiretti dalla ripresa delle relazioni in un clima di distensione a distanza di due anni dagli attentati di Mumbai, dietro i quali l'India aveva visto la mano dei servizi pakistani.

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