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martedì 20 settembre 2011

L'unificazione europea non è più procrastinabile

Alla fine qulacuno lo ha detto: senza l'Euro crolla la UE. Si tratta di una equazione inevitabile, una eventuale morte della moneta unica, mette fine ad anni di sforzi per favorire l'integrazione del continente, si torna irrimediabilmente indietro nel tempo e sopratutto fuori dalle esigenze temporali attuali, che richiedono unità contro divisione ed aggregazione contro isolamento. L'economia mondiale impone scelte drastiche, prima di tutto politiche. Una guida unificata dei problemi del continente è la prima cosa da fare, per imporre una linea politica unica, i personalismi ed il mancato riconoscimento in un organismo superiore devono cedere il passo ad una accettazione convinta di un centralismo maggiormente veloce e capace di prendere decisioni univoche, lineari e determinanti. Occorre mettere linee e regole chiare, dalle quali deve essere impossibile derogare, chi non accetta, rinunciando anche a parte della propria sovranità, deve essere messo fuori dal sistema politico e finanziario. Il momento impone scelte nette dalle quali ripartire, ma che devono essere accettate con piena convinzione. La necessità di una svolta importante è scritta negli avvenimenti che si susseguono: il possibile default greco, pur essendo una sconfitta per la zona euro ed un dramma per Atene, non inficierebbe il nocciolo duro della moneta unica. Non così se si arrivasse a situazioni altrettanto pericolose per Italia, fortemente indiziata su quella strada, e Francia, di cui non si parla, probabilmente per paura di alterare in modo ancora più grave le borse, ma che ha valori tali da non scongiurare situazioni altrettanto nefaste. L'effetto domino che si andrebbe ad innescare andrebbe a gravare sulla totalità dell'economia mondiale. Non è un caso che la Cina sia vicina ad acquistare titoli italiani e che anche Brasile, India e Sud Africa intendano gettare consistenti dosi di liquidità nel sistema finanziario europeo. Si tratta di aiuti ben accetti, che risolvono momentaneamente situazioni di grande difficoltà, ma che, andando ad alleggerire situazioni incancrenite, non permettono un aiuto strutturale al sistema, perchè non vengono investiti per sviluppare progetti, ma vanno a rifinanziare il costo degli interessi. Senza stabilità politica a livello continentale ed il ridisegno delle regole finanziarie, in ambito europeo, si alimenta soltanto la speculazione. Tra l'altro non è da escludere che proprio la rete degli speculatori abbia preso di mira la zona euro per distruggere la moneta unica, che potenzialmente può rappresentare il loro nemico peggiore, proprio per gli strumenti a disposizione. Mai come ora l'accelerazione necessaria per l'unificazione è stata più vitale.

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