Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 5 dicembre 2018

حالة الفرنسية أعراض الديمقراطية المرضية

تسببت الاضطرابات في فرنسا بالعكس ، حتى لو كانت جزئية ، من الحكومة. حالة خاصة الفرنسية تكشف مجتمع في أزمة عميقة، لأن الحكومة هناك شخصية منتخبة فقط لتجنب اليمين المتطرف، ولكن هذا ليس عضويا النسيج الاجتماعي للبلاد. في الواقع ، وصل الرئيس الفرنسي الحالي في الجولة الأولى إلى 24 في المئة فقط من الأصوات ووصل إلى أعلى منصب في الدولة بفضل اقتران نظام انتخابي خاطئ مقترن بالخوف من حزب سياسي منفصل عن النظام السياسي الفرنسي. هذه الاعتبارات ليست جديدة وتمثل الانعكاسات التي ظهرت بالفعل على النظام الفرنسي ، ولكن من الجيد أن نتذكر دائما لتجنب الانجرافات الخطيرة مثل الانهيار الحالي. يمثل الرئيس الفرنسي الحالي مزيجًا من التكنوقراطية والليبرالية ، التي تتظاهر بالاهتمام بالمشاكل الاجتماعية والاقتصادية لمعظم البلاد ، ولكنها تفرض حلولًا سقطت من فوق ، والتي تبدو وظيفية فقط لجزء ، وهو أقلية ، من الشركة الفرنسية. يبدو أن الوصفات الاقتصادية لرئيس فرنسا مرة أخرى لحماية الجزء الأغنى من البلاد سيؤدي إلى زيادة عدم المساواة الاجتماعية عالية جدا ، وهو الخطر الرئيسي لاستقرار البلاد. من هنا إلى النظر في أزمة ديمقراطية ، الطريق قصير. أزمة تؤثر على الديمقراطيات الأوروبية وأوروبا واليسار واليمين الليبرالي. يبدو أن المشكلة مرتبطة ارتباطًا وثيقًا بالجانب المالي في الجانب السياسي ، مما يؤدي إلى قلب أسس الفكر الغربي. طبعاً لم تكن هناك حاجة للأعراض الواضحة في هذه الأيام في فرنسا ، حيث الاحتجاج هو تعبير عن شكل مستقل من الموضوعات التقليدية ، بما في ذلك النقابات العمالية ، ولا يبدو أن يحكمها أي كيان ، ولكن التعبير النقي من الغضب الناجم عن الانزعاج المستمر. وقد تجاوز هذا الاحتجاج حتى الشعبوية واللامبالاة، التي كانت أيضا أكبر دليل على فشل الديمقراطية تستخدم بطريقة مشوهة، لتصبح نوعا من الأوليغارشية في أيدي التمويل. في كثير من الأحيان كانت الظواهر التي حدثت في فرنسا بمثابة توقع لأحداث وقعت أيضًا في بقية أوروبا. من أجل تقدم اليمين المتطرف لم يكن كذلك ، ومع ذلك يبدو أن انفجار الغضب قد تأجل إلى هذه الأيام فقط ، بسبب أولئك الذين تجنبوا تسوية حزب سياسي خطير. مرة أخرى ، من المستحيل أن نفهم لماذا نستمر في اقتراح وصفات اقتصادية تهدف إلى إفقاد الجزء الأكثر أهمية في بلد ما ، وهو جانب ينعكس أيضًا في أوروبا ، مما يؤدي إلى استياء متزايد الانتشار ، يصعب احتوائه. ما هو مفقود هو ثقافة إعادة التوزيع ، واحترام العمل ، والكثير من الضرائب فيما يتعلق بالأصول ، والجدارة ، والتي هي أقل أهمية على نحو متزايد وأخيراً أهمية المصعد الاجتماعي ، وأيضاً منعت موقف الإيجارات من جزء دائمًا أصغر من الجسد الاجتماعي. تحتوي هذه الحلول على مجموعة واسعة من التطبيقات المحتملة ، والتي يجب أن تقرر الاختلاف في رؤية سياسية أكثر تقدمية مقارنة بواحد أكثر محافظة أو عكس ذلك ، ولكنها تمثل سلسلة من القيم المشتركة ، التي ينبغي أن تكون تلك التي تبدأ منها ، لتجميع القوى الوقت على طرفي نقيض ، لكن يجب أن تتجمع اللحظة المحتملة لحماية الأنظمة الديمقراطية. إن نقطة البداية هي رؤية لها في جوهرها رفاهية الهيئة الاجتماعية التي تُفهم باعتبارها البنية الأساسية للمجتمع والتي ، بالضرورة ، تتعلق بأكبر عدد من الناس. ويجب أن يتم ذلك من خلال عمل سياسي لا تفرضه مصالح التمويل ، مما أثر كثيرا في التنمية ، للأسف ، على الأنسجة السياسية ، التي تخلت عن وظيفتها الرئيسية: الرعاية الاجتماعية. وبدون هذه الافتراضات ، فإن التباين في الشعوبية يفقد رحلته ويفتح مناطق غير مستكشفة يمكن فيها التغلب على هذه الظواهر من خلال سيناريوهات التنبؤ الصعبة ، ولكنها لا تستبعد اللجوء إلى السلطوية بل والعنف.

giovedì 29 novembre 2018

Il senato USA vota contro la permanenza dei soldati americani nello Yemen

Il Senato degli Stati Uniti, dove la maggioranza è dei repubblicani, ha approvato, con 63 voti favorevoli e 37 contrari, un provvedimento che prevede il ritiro delle truppe americane dallo scenario di guerra dello Yemen. I soldati statunitensi sostengono la coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita, che combatte i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran. Per Trump si tratta di una sconfitta importante, perchè segnala un malessere trasversale che riguarda il ceto politico americano verso l’alleanza con la monarchia saudita. Per il presidente USA, il rapporto con Riyadh rappresenta un caposaldo della poltica estera americana nella regione mediorientale, sopratutto contro la potenza iraniana. Il cambio di politica nei confronti di Teheran operato da Trump dopo la sua elezione, aveva bisogno di rinsaldare il legame con l’Arabia Saudita, dopo che nelle presidenza Obama i rapporti si erano deteriorati per l’accordo sul nucleare iraniano ed il sostegno saudita ai gruppi terroristici. Trump non ha mai considerato troppo la contiguità del regime saudita con il terrorismo sunnita, come non ha tenuto in giusta considerazione la sistematica violazione dei diritti umani perpetrata da Riyadh. Le ragioni comuni contro Teheran hanno superato ogni obiezione proveniente dalla classe politica statunitense. L’inquietudine di senatori e deputati è cresciuta con i ripetuti massacri di civili che sono stati compiuti dalle forze aeree saudite, ma il fatto che ha fatto deflagrare la protesta è stata la barbara uccisione in Turchia del giornalista saudita, operata da componenti dei servizi segreti, comandati dal principe ereditario. Con la maggioranza dei democratici alla Camera, sembra scontata l’approvazione della proposta di ritiro delle truppe americane dallo Yemen, che potrebbe concretizzarsi in circa trenta giorni. L’amministrazione della Casa Bianca, di fronte alla decisione del Senato, sembra essere stata presa alla sprovvista: infatti le dichiarazioni del Segretario di stato sono sembrate inconsistenti. La mancata certezza del collegamento tra l’omicidio del giornalista ed il principe ereditario, appare una scusa priva di valore, così come la motivazione, che, senza la presenza americana in Yemen, la sicurezza nazionale poteva risultare compromessa, appare una spiegazione di circostanza, funzionale alle sole ragioni di Trump. Deve essere specificato però, che nella posizione dell’attuale presidente americano si era trovato anche Obama, quando il Congresso aveva autorizzato i cittadini statunitensi a costituirsi parte civile contro l’Arabia Saudita per i danni provocati dall’attentato dell’undici settembre, riconoscendo implicitamente la diretta responsabilità di Riyadh nell’azione terroristica contro le torri gemelle. L’aspetto più rilevante della vicenda è la grande distanza che si presenta tra il ceto politico legislativo e quello amministrativo, su di un tema così delicato come quello che riguarda una alleanza così stretta con un paese come l’Arabia Saudita, che ha evidenziato più volte gravi mancanze contro gli Stati Unti. L’atteggiamento di Trump sembra essere dettato dalla sola esigenza di salvaguardarsi contro l’Iran, senza alcuna considerazione per la situazione internazionale che si è venuta a creare intorno al regno saudita. Se, da un lato si deve registrare il fatto evidente, che non ci sono state prese di posizioni ufficiali rilevanti, a parte pochissime eccezioni, è anche vero che gli Stati Uniti sono comunque il primo alleato del paese arabo e che una loro posizione ufficiale diversa da quella attuale avrebbe potuto favorire, potenzialmente, un atteggiamento differente da parte di Riyadh. La questione è, invece, che gli Stati Uniti di Trump sostengono la guerra nello Yemen, con tutti i massacri e la situazione insostenibile per i civili, condividendo la posizione ed i metodi dei sauditi. Ora la grande distanza che si crea con questo provvedimento potrebbe incrinare ulteriormente la già scarsa credibilità internazionale di un presidente americano sempre meno all’altezza di rappresentare la prima potenza mondiale.

The US Senate votes against the permanence of American soldiers in Yemen

The Senate of the United States, where the majority is Republican, has approved, with 63 votes in favor and 37 against, a provision that provides for the withdrawal of American troops from the Yemen war scenario. US soldiers support the Sunni coalition led by Saudi Arabia, which fights Shiite rebels backed by Iran. For Trump it is an important defeat, because it signals a cross malaise concerning the American political class towards the alliance with the Saudi monarchy. For the US president, the relationship with Riyadh is a cornerstone of American foreign policy in the Middle East, especially against Iranian power. Trump's change of policy towards Teheran after his election, he needed to strengthen the connection with Saudi Arabia, after relations with the Obama presidency had deteriorated due to the Iranian nuclear agreement and Saudi support for terrorist groups. Trump has never considered too much the contiguity of the Saudi regime with Sunni terrorism, as he did not take into due consideration the systematic violation of human rights perpetrated by Riyadh. The common reasons against Tehran have exceeded every objection from the US political class. The anxiety of senators and deputies has grown with the repeated massacres of civilians that were carried out by the Saudi air forces, but the fact that it made the protest explode was the barbaric killing of the Saudi journalist in Turkey, operated by members of the secret services , commanded by the crown prince. With the majority of Democrats in the House, it seems obvious that the proposal to withdraw American troops from Yemen is approved, which could take about thirty days. The administration of the White House, faced with the decision of the Senate, seems to have been taken aback: in fact the statements of the Secretary of State seemed inconsistent. The lack of certainty of the connection between the murder of the journalist and the crown prince, appears a worthless excuse, as well as the motivation that, without the American presence in Yemen, national security could be compromised, an explanation of circumstance appears, functional only to Trump's reasons. It must be specified, however, that in the position of the current American president was also found Obama, when Congress had authorized US citizens to form a civil action against Saudi Arabia for the damage caused by the attack on September 11, recognizing implicitly the direct responsibility of Riyadh in the terrorist action against the twin towers. The most important aspect of the story is the great distance between the legislative and administrative political class, on a subject as delicate as that which concerns an alliance so close to a country like Saudi Arabia, which has highlighted more sometimes serious shortcomings against the United States. Trump's attitude seems to be dictated solely by the need to safeguard against Iran, without any consideration for the international situation that has arisen around the Saudi kingdom. If, on the one hand, the obvious fact is to be noted, that there have not been any important official positions, apart from very few exceptions, it is also true that the United States is still the first ally of the Arab country and a different official position from the current one could potentially have favored a different attitude on the part of Riyadh. The question, however, is that the United States of Trump supports the war in Yemen, with all the massacres and the unsustainable situation for civilians, sharing the position and methods of the Saudis. Now the great distance that is created with this provision could further undermine the already poor international credibility of an American president who is less and less able to represent the first world power.

El Senado de los Estados Unidos vota en contra de la permanencia de los soldados estadounidenses en Yemen.

El Senado de los Estados Unidos, donde la mayoría es republicano, aprobó, con 63 votos a favor y 37 en contra, una disposición que prevé la retirada de las tropas estadounidenses del escenario de guerra de Yemen. Los soldados estadounidenses apoyan la coalición sunita liderada por Arabia Saudita, que lucha contra los rebeldes chiítas respaldados por Irán. Para Trump es una derrota importante, ya que señala un malestar cruzado en relación con la clase política estadounidense hacia la alianza con la monarquía saudí. Para el presidente de Estados Unidos, la relación con Riad es una piedra angular de la política exterior estadounidense en el Medio Oriente, especialmente contra el poder iraní. El cambio de política de Trump hacia Teherán después de su elección, necesitaba fortalecer la conexión con Arabia Saudita, después de que las relaciones con la presidencia de Obama se habían deteriorado debido al acuerdo nuclear iraní y al apoyo de Arabia Saudita para Grupos terroristas. Trump nunca ha considerado demasiado la contigüidad del régimen saudí con el terrorismo sunita, ya que no tomó en consideración la violación sistemática de los derechos humanos perpetrada por Riyadh. Las razones comunes contra Teherán han superado todas las objeciones de la clase política estadounidense. La ansiedad de los senadores y diputados ha aumentado con las repetidas masacres de civiles llevadas a cabo por las fuerzas aéreas sauditas, pero el hecho de que hizo estallar la protesta fue el asesinato brutal del periodista saudí en Turquía, operado por miembros de los servicios secretos. , comandado por el príncipe heredero. Con la mayoría de los demócratas en la Cámara de Representantes, parece obvio que se aprueba la propuesta de retirar las tropas estadounidenses de Yemen, lo que podría demorar unos treinta días. La administración de la Casa Blanca, frente a la decisión del Senado, parece haberse sorprendido: de hecho, las declaraciones del Secretario de Estado parecían ser inconsistentes. La falta de certeza de la conexión entre el asesinato del periodista y el príncipe heredero, parece una excusa inútil, así como la motivación de que, sin la presencia estadounidense en Yemen, la seguridad nacional podría verse comprometida, aparece una explicación de las circunstancias. Funcional solo a las razones de Trump. Sin embargo, debe especificarse que en la posición del actual presidente estadounidense también se encontró a Obama, cuando el Congreso había autorizado a los ciudadanos estadounidenses a iniciar una acción civil contra Arabia Saudita por los daños causados ​​por el ataque del 11 de septiembre, reconociendo implícitamente La responsabilidad directa de Riad en la acción terrorista contra las torres gemelas. El aspecto más importante de la historia es la gran distancia entre la clase política legislativa y la política administrativa, sobre un tema tan delicado como el que concierne a una alianza tan cercana a un país como Arabia Saudita, que ha destacado más A veces graves deficiencias contra los Estados Unidos. La actitud de Trump parece estar dictada únicamente por la necesidad de salvaguardarse contra Irán, sin ninguna consideración por la situación internacional que ha surgido alrededor del reino saudí. Si, por un lado, se debe tener en cuenta el hecho obvio de que no ha habido cargos oficiales importantes, salvo algunas excepciones, también es cierto que Estados Unidos sigue siendo el primer aliado del país árabe y un cargo oficial diferente. desde el actual, podría potencialmente haber favorecido una actitud diferente por parte de Riad. La cuestión, sin embargo, es que los Estados Unidos de Trump apoyan la guerra en Yemen, con todas las masacres y la situación insostenible para los civiles, compartiendo la posición y los métodos de los saudíes. Ahora, la gran distancia que se crea con esta disposición podría socavar aún más la poca credibilidad internacional de un presidente estadounidense que es cada vez menos capaz de representar a la primera potencia mundial.

Der US-Senat stimmt gegen die Beständigkeit amerikanischer Soldaten im Jemen

Der Senat der Vereinigten Staaten, wo die Mehrheit republikanisch ist, hat mit 63 Stimmen und 37 Gegenstimmen einer Bestimmung zugestimmt, die den Abzug amerikanischer Truppen aus dem Jemen-Kriegsszenario vorsieht. US-Soldaten unterstützen die von Saudi-Arabien angeführte sunnitische Koalition, die von Iran unterstützte schiitische Rebellen bekämpft. Für Trump ist dies eine wichtige Niederlage, denn es signalisiert eine Kreuzung der amerikanischen Klasse gegen das Bündnis mit der saudischen Monarchie. Für den US-Präsidenten ist die Beziehung zu Riad ein Eckpfeiler der amerikanischen Außenpolitik im Nahen Osten, insbesondere gegen die iranische Macht. Trumps Politikänderung gegenüber Teheran nach seiner Wahl, er musste die Verbindung zu Saudi-Arabien stärken, nachdem sich die Beziehungen zur Obama-Präsidentschaft aufgrund des iranischen Atomabkommens und der Unterstützung Saudi-Arabiens verschlechtert hatten terroristische Gruppen. Trump hat die Verbindung des saudischen Regimes mit dem sunnitischen Terrorismus nie zu sehr berücksichtigt, da er die systematische Verletzung der Menschenrechte, die von Riad verübt wurde, nicht angemessen berücksichtigt hat. Die gemeinsamen Gründe gegen Teheran haben alle Einwände der politischen Klasse der USA übertroffen. Die Besorgnis von Senatoren und Abgeordneten ist durch die wiederholten Massaker an Zivilisten, die von den saudischen Luftstreitkräften ausgeführt wurden, gewachsen, aber die Tatsache, dass der Protest explodierte, war die barbarische Ermordung des saudischen Journalisten in der Türkei, der von Mitgliedern der Geheimdienste betrieben wird , vom Kronprinzen befohlen. Bei der Mehrheit der Demokraten im Parlament scheint es offensichtlich, dass der Vorschlag, amerikanische Truppen aus dem Jemen abzuziehen, angenommen wird, was etwa dreißig Tage dauern könnte. Die Verwaltung des Weißen Hauses, die mit der Entscheidung des Senats konfrontiert ist, scheint verblüfft zu sein: In der Tat schienen die Aussagen des Außenministers inkonsistent zu sein. Die mangelnde Gewissheit der Verbindung zwischen dem Mord an dem Journalisten und dem Kronprinzen erscheint als wertlose Entschuldigung sowie die Motivation, dass ohne die amerikanische Präsenz im Jemen die nationale Sicherheit gefährdet werden könnte, eine Erklärung der Umstände erscheint. Funktioniert nur zu Trumps Gründen. Es muss jedoch darauf hingewiesen werden, dass sich Obama in der Position des derzeitigen amerikanischen Präsidenten ebenfalls befand, als der US-Bürger die Erlaubnis hatte, eine Zivilklage gegen Saudi-Arabien gegen den durch den Anschlag am 11. September verursachten Schaden zu erheben, was implizit anerkannt wurde die direkte Verantwortung von Riad bei der terroristischen Aktion gegen die Zwillingstürme. Der wichtigste Aspekt der Geschichte ist die große Distanz zwischen der gesetzgebenden und administrativen politischen Klasse. Dies ist ein heikles Thema wie das, was ein Bündnis betrifft, das einem Land wie Saudi-Arabien so nahe ist, was mehr hervorgehoben hat manchmal schwerwiegende Mängel gegenüber den Vereinigten Staaten. Die Haltung von Trump scheint allein von der Notwendigkeit des Schutzes gegen den Iran bestimmt zu sein, ohne Rücksicht auf die internationale Situation, die sich im saudischen Königreich entwickelt hat. Wenn einerseits die offensichtliche Tatsache offensichtlich ist, dass es abgesehen von wenigen Ausnahmen keine wichtigen offiziellen Positionen gab, ist es auch wahr, dass die Vereinigten Staaten immer noch der erste Verbündete des arabischen Landes und eine andere offizielle Position sind von der jetzigen Seite hätte man möglicherweise eine andere Haltung von Riad favorisieren können. Die Frage ist jedoch, dass die Vereinigten Staaten von Trump den Krieg im Jemen unterstützen, mit all den Massakern und der unhaltbaren Situation für Zivilisten, die die Position und die Methoden der Saudis teilen. Nun könnte die große Distanz, die mit dieser Bestimmung geschaffen wird, die ohnehin schwache internationale Glaubwürdigkeit eines amerikanischen Präsidenten, der die erste Weltmacht immer weniger repräsentieren kann, weiter untergraben.

Le Sénat américain vote contre la permanence des soldats américains au Yémen

Le Sénat des États-Unis, où la majorité est républicaine, a approuvé par 63 voix pour et 37 contre, une disposition prévoyant le retrait des troupes américaines du scénario de la guerre au Yémen. Les soldats américains soutiennent la coalition sunnite dirigée par l'Arabie saoudite, qui combat les rebelles chiites soutenus par l'Iran. Pour Trump, il s'agit d'une défaite importante, car il signale un malaise transversal concernant la classe politique américaine envers l'alliance avec la monarchie saoudienne. Pour le président américain, les relations avec Riyad constituent une pierre angulaire de la politique étrangère américaine au Moyen-Orient, en particulier contre le pouvoir iranien. Le changement de politique de Trump à l'égard de Téhéran après son élection, il devait resserrer ses liens avec l'Arabie saoudite, après que les relations avec la présidence Obama se soient détériorées en raison de l'accord nucléaire iranien et du soutien saoudien à groupes terroristes. Trump n'a jamais trop pris en compte la contiguïté du régime saoudien avec le terrorisme sunnite, n'ayant pas suffisamment pris en compte la violation systématique des droits de l'homme perpétrée par Riyad. Les raisons communes contre Téhéran ont dépassé toutes les objections de la classe politique américaine. L’inquiétude des sénateurs et des députés s’est accrue avec les massacres répétés de civils perpétrés par les forces aériennes saoudiennes, mais le fait que la manifestation ait éclaté a été l’assassinat barbare du journaliste saoudien en Turquie, opéré par des membres des services secrets. , commandé par le prince héritier. Avec la majorité des démocrates à la Chambre, il semble évident que la proposition de retirer les troupes américaines du Yémen est approuvée, ce qui pourrait prendre environ trente jours. L'administration de la Maison-Blanche, face à la décision du Sénat, semble avoir été prise au dépourvu: en réalité, les déclarations du secrétaire d'État semblaient incohérentes. L’absence de certitude quant au lien entre l’assassinat du journaliste et le prince héritier apparaît comme une excuse sans fondement, ainsi que la motivation selon laquelle, sans la présence américaine au Yémen, la sécurité nationale pourrait être compromise, une explication de la situation apparaît, fonctionnel que pour les raisons de Trump. Il faut toutefois préciser que, dans la position du président américain actuel, a également été retrouvé Obama, alors que le Congrès avait autorisé les citoyens américains à engager une action civile contre l'Arabie saoudite pour les dommages causés par l'attaque du 11 septembre, reconnaissant implicitement la responsabilité directe de Riyad dans l'action terroriste contre les tours jumelles. L’aspect le plus important de l’histoire est la grande distance qui sépare la classe politique législative et la classe politique administrative, sur un sujet aussi délicat que celui qui concerne une alliance aussi proche d’un pays comme l’Arabie saoudite, qui a mis en lumière plus avant. parfois de graves lacunes contre les États-Unis. L'attitude de Trump semble être dictée uniquement par la nécessité de se protéger contre l'Iran, sans aucune considération pour la situation internationale survenue autour du royaume saoudien. Si, d’une part, il est évident qu’il n’ya pas eu de positions officielles importantes, à de très rares exceptions près, il est également vrai que les États-Unis sont toujours le premier allié du pays arabe et une position officielle différente. de l'actuel aurait pu potentiellement favoriser une attitude différente de la part de Riyad. La question, cependant, est que les États-Unis de Trump soutiennent la guerre au Yémen, avec tous les massacres et la situation insoutenable pour les civils, partageant la position et les méthodes des Saoudiens. Maintenant, la grande distance créée par cette disposition pourrait miner davantage la crédibilité internationale déjà faible d'un président américain de moins en moins capable de représenter la première puissance mondiale.

O Senado dos EUA vota contra a permanência de soldados americanos no Iêmen

O Senado dos EUA, onde a maioria dos republicanos, aprovou com 63 votos a favor e 37 contra, uma medida que prevê a retirada das tropas americanas do cenário de guerra do Iêmen. Soldados dos EUA apóiam a coalizão sunita liderada pela Arábia Saudita, que luta contra rebeldes xiitas apoiados pelo Irã. Para Trump, é uma derrota importante, porque sinaliza um mal-estar da classe política americana em relação à aliança com a monarquia saudita. Para o presidente dos EUA, o relacionamento com Riad é um dos pilares da política externa americana no Oriente Médio, especialmente contra o poder iraniano. A mudança de política em relação a Teerã operado por Trump após sua eleição, ele precisava para fortalecer o vínculo com a Arábia Saudita, depois que o presidente Obama nas relações haviam se deteriorado ao acordo sobre nuclear iraniano eo apoio saudita grupos terroristas. Trump nunca considerou também contiguidade do regime saudita com o terrorismo sunita, não ter devidamente em conta a violação sistemática dos direitos humanos perpetradas por Riyadh. As razões comuns contra Teerã ultrapassaram todas as objeções da classe política dos EUA. A inquietude de senadores e deputados cresceu com os massacres repetidos de civis que foram feitas pela Força Aérea da Arábia Saudita, mas que fez explodir o protesto foi o bárbaro assassinato na Turquia de jornalista saudita, operado por componentes de inteligência comandado pelo príncipe herdeiro. Com a maioria dos democratas na Câmara, parece óbvio que a proposta de retirada das tropas americanas do Iêmen é aprovada, o que poderia levar cerca de trinta dias. A administração da Casa Branca, diante da decisão do Senado, parece ter ficado surpresa: na verdade, as declarações do secretário de Estado pareciam inconsistentes. A falta de certeza da ligação entre o assassinato do jornalista e o príncipe herdeiro, será exibida uma inútil desculpa, bem como a motivação, que, sem a presença americana no Iêmen, a segurança nacional poderia ser comprometida, aparece uma explicação das circunstâncias, funcional apenas para as razões de Trump. Mas deve-se notar, que a posição do atual presidente dos EUA também foi encontrado Obama, quando o Congresso autorizou cidadãos norte-americanos para trazer uma ação civil contra a Arábia Saudita por danos causados ​​pelo ataque de setembro, reconhecendo implicitamente a responsabilidade direta de Riad na ação terrorista contra as torres gêmeas. O aspecto mais importante da história é a grande distância entre a classe política legislativa e administrativa, sobre um tema tão delicado quanto o que diz respeito a uma aliança tão próxima de um país como a Arábia Saudita, que destacou mais sérias deficiências, por vezes, contra os Estados Unidos. A atitude de Trump parece ser ditada unicamente pela necessidade de salvaguardar contra o Irã, sem qualquer consideração pela situação internacional que surgiu em torno do reino saudita. Se, por um lado, se deve notar o fato óbvio de que não houve posições oficiais importantes, além de poucas exceções, também é verdade que os Estados Unidos ainda são o primeiro aliado do país árabe e uma posição oficial diferente. do atual poderia potencialmente ter favorecido uma atitude diferente por parte de Riade. A questão, no entanto, é que os Estados Unidos de Trump apóiam a guerra no Iêmen, com todos os massacres e a situação insustentável para os civis, compartilhando a posição e os métodos dos sauditas. Agora, a grande distância que é criada com esta provisão poderia minar ainda mais a credibilidade internacional já pobre de um presidente americano que é cada vez menos capaz de representar a primeira potência mundial.