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martedì 4 gennaio 2011

UE: la difficile presidenza dell'Ungheria

Il fatto che l'Ungheria sia ora Presidente di turno della UE, non fa altro che mettere ancora di più sotto i riflettori la gravità della legge illiberale sulla stampa adottata dal paese magiaro. Ma il problema che oltrepassa i confini ungheresi è lo scontato conflitto istituzionale che si sta sviluppando in seno a Bruxelles. La domanda di fondo è se l'esercizio della presidenza possa essere legittimo esistendo un vizio di fondo così grave come la promulgazione di una legge contro la libertà di parola, certamente contraria ai principi ispiratori dell'Unione Europea. Che non esista una norma che regoli casi come questo è una falla del sistema sovranazionale, tuttavia era obiettivamente difficile prevedere che nel 2011, il vecchio continente potesse essere ancora affetto da problemi del genere. Probabilmente l'eccesso di buona fede del legislatore europeo, che confidava nello sviluppo costante delle istituzioni democratiche, ha generato un caso non da poco e destinato a fare scuola e, ci si augura, anche a produrre nel sistema quei necessari anticorpi legislativi capaci di ovviare a casi del genere. Ma il problema contingente è adesso, la Germania ed il Lussemburgo sono le prime nazioni che hanno espressamente dichiarato di non gradire che sul suolo europeo sia vigente una legge illiberale, altri paesi seguiranno i primi due; prevedere un conflitto istituzionale a breve non è un'idea peregrina, anche perchè l'Ungheria non pare recedere dai propri propositi. Il timore è quello di assistere ad una grave impasse operativa della UE in un momento dove le decisioni devono essere le più veloci possibili. Quello che ci si augura, a parte l'ovvio stralcio della legge sul bavaglio alla stampa magiara, è un maggior peso delle istituzioni europee nel contrastare  provvedimenti del genere el'avvio di un processo di ripensamento dei criteri non solo dell'allargamento ma anche del mantenimento della composizione dei paesi della UE.

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