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martedì 18 gennaio 2011
Uno scenario possibile del teatro globale nel 2027
La previsione del superamento della Cina sugli Stati Uniti è per il 2027, tuttavia molti segnali fanno propendere per l'anticipo del sorpasso a causa dell'andamento economico molto più favorevole a Pechino. C'è da dire che la Cina non è ancora incorsa in bolle speculative essendo una economia in via di espansione, ma la velocità di marcia dell'avanzamento cinese determinerà sicuramente l'incontro con questo ostacolo. Questo per dire soltanto alcune variabili dello scenario internazionale che sta maturando da qui alla data del previsto sorpasso. Quello che interessa è ipotizzare come sarà il mondo quando la Cina sarà, se ci sarà, davanti agli USA. Lo scenario più plausibile è l'Europa sempre alleata degli USA, la Cina centro di gravità di paesi importanti come l'India e del sudest asiatico, tranne la Corea del sud, con forti alleanze in alcuni paesi africani, sempre più legati a Pechino in forza di accordi economici sempre più stringenti; questo il primo quadro d'impatto sugli schieramenti definiti (anche se l'India potrebbe giocare un ruolo proprio più rilevante). Ci sono però varie incognite nel più vasto quadro d'insieme: si pensi a paesi come il Brasile e sopratutto la Russia, senza contare il magma sempre più variegato dei paesi musulmani. Cominciamo dalla posizione dei verdeoro: la grande potenzialità economica ne fa una potenza in rampa di lancio ma condizionata da freni non irrilevanti come la situazione politica che va verso una sempre maggiore diffusione del benessere che si scontra però con le inefficienze dei sistemi democratici giovani spesso imbavagliati da procedure sempre in via di affinamento. Non pare possibile che il Brasile vada a ricadere sotto l'influenza cinese, se non altro per affinità culturale maggiore con il mondo occidentale, seppure inquadrato in questo campo con canoni differenti rispetto ai paesi europei. Più difficile ipotizzare la collocazione della Russia, dalla fine della guerra fredda e con la caduta del comunismo, Mosca ha ondeggiato tra tentazioni occidentaliste e nostalgia dello stato di superpotenza, con gli USA la rivalità continua seppur mascherata da rapporti di collaborazione segnati però da diffidenza reciproca, con la Cina l'alleanza è strumentale e si sviluppa volta per volta su singoli temi per perseguire obiettivi di corto raggio, non pare probabile un'alleanza duratura tra Pechino e Mosca con quest'ultima subalterna; molto dipenderà dal processo di democratizzazione che si potrà sviluppare nell'impero russo, se questo sarà positivo lo sfogo naturale potrà essere un ingresso nella Unione Europea ed un'alleanza con gli USA su piani praticamente paritari. Resta il nodo più difficile da sciogliere: gli stati a governo islamico o che vanno in questa direzione; ipotizzare una lega araba tanto estesa dalla sponda sud del mediterraneo ai paesi dove Al Qaeda detta legge passando per Libano, Giordania, Palestina ma anche Iran ed Iraq appare di impossibile attuazione. Una possibilità è prevedere una sorta di riedizione dei paesi non allineati, grazie al coinvolgimento di altre nazioni non necessariamente islamiche, con un nocciolo duro intorno al quale coinvolgere paesi più tiepidi di volta in volta in relazione all'argomento trattato. E' chiaro che in questo terzo gruppo prevedere un'alleanza tra paesi islamici è un dato quasi obbligato, per come sta andando la radicalizzazione religiosa sempre più stati ricadranno in questa influenza.
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