Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
martedì 1 marzo 2011
La democrazia come fattore per sconfiggere il terrorismo islamico
Una delle implicazioni, non secondarie, anzi, delle rivoluzioni nei paesi arabi è che il coinvolgimento diretto del popolo nel processo di democratizzione toglie materia prima all'incremento dell'integralismo islamico, che spesso sfocia nel terrorismo. Il meccanismo di reclutamento delle organizzazioni terroristiche parte dalla raccolta tra i più poveri, che, attraverso l'indottrinamento delle scuole coraniche passano nelle fila dei martiri imbottiti di tritolo. La ricostruzione, semplificata, indica come il materiale umano venga pescato tra situazioni di povertà e mancanza di organizzazioni statali, che non forniscono altra alternativa alle scuole coraniche ed ad una visione limitata e manichea tra bene e male. Senza una offerta articolata di mezzi sociali, tra cui media, organizzazioni ricreative ma anche una rete sociale a cui dovrebbe sovrintendere lo stato, il cittadino delle dittature è preda dell'unica offerta disponibile che spesso coincide con l'anticamera del martirio. Le dittature tengono nell'ignoranza i propri popoli, non consentendo, se non in forma clandestina, una crescita sociale come cittadini; ciò ha permesso un controllo totale e costante delle possibili opposizioni ma nel contempo ha favorito il terreno di coltura delle organizzazioni terroristiche, che hanno facilmente accolto nel loro seno gli arrabbiati ed gli scontenti. Del resto sono proprio le dittature che spesso hanno fatto perno sulla dicotomia male-bene occidente-paesi arabi, creando quella visione manichea di facile presa su masse forgiate in ambienti senza alcuna rete sociale e di fatto spianando la strada alla filosofia di base delle organizzazioni terroristiche islamiche. La novità delle rivoluzioni è la partecipazione delle masse, una partecipazione dal basso dove l'elemento religioso è parte ma non la maggior parte, e comunque l'aspetto integralista è rimasto limitato. Gli aspetti sociali che hanno favorito i moti sono essenzialmente di due fattori: l'emigrazione nei paesi occidentali, che ha permesso di ampliare le conoscenze sul campo delle democrazie avanzate, seppure con tutte le difficoltà del caso, e permettendo di conseguenza la creazione di una coscienza critica che ha elaborato una visione finalmente chiara della situazione; poi le novità tecnologiche, giunte al fattore di cui sopra, sono state il braccio per attuare i propositi di libertà. L'occidente deve comprendere questo meccanismo ed investire su di esso: solo così si potrà aprire una fase nuova nel mondo in cui viviamo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento