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martedì 19 aprile 2011

Analisi dell'affermazione dei movimenti localistici e di ultradestra in Europa

L'affermazione dell'ultra destra in Finlandia, costituisce un chairo segnale di partenza per analizzare l'evoluzione delle tendenze politiche che si stanno verificando in Europa. Di fronte all'evoluzione storica della società mondiale, il vecchio continente appare culturalmente impreparato per cogliere ed interpretare la portata dei nuovi cambiamenti giunti con la sempre più estrema globalizzazione. La trasformazione dei partiti di destra in formazioni democratiche non si è pienamente compiuta in tutti gli stati, così si sono determinate situazioni sbilanciate che hanno lasciato spazi aperti da occupare per movimenti radicali di matrice spesso estrema. Vi è una responsabilità sia sociale che culturale degli stati, che non hanno saputo interpretare in chiave futura fatti epocali come la caduta del muro di Berlino. La caduta della cortina di ferro è stato il via alla globalizzazione, anche se solo su scala continentale, ma ciò non è bastato ad interpretare il cambiamento che si stava verificando. Tutto il vecchio continente non è stato preparato allo sconvolgimento in arrivo e ciò ha generato attegiamenti di chiusura, che hanno costituito terreno fertile per sentimenti estremisti. La caratterizzazione di questi movimenti si fonda sulla presunta conservazione di posizioni potenzialmente messe in pericolo dalle novità risultanti dal fenomeno globalizzazione; tali posizioni, di vantaggio, sono basate, secondo questi partiti e correnti di pensiero, su ricchezza che può essere erosa da processi redistributivi innescati da effetti conseguenti, in ultima analisi dalla globalizzazione. La politica proposta, basata sulla chiusura e di ceto e di territorio e di cultura, trova facili consensi in tutti quegli ambienti che temono la perdita di posizione, anche minima, scartando così le possibilità che i nuovi fenomeni possono presentare. Alla fine il risultato più evidente è l'immobilità sia culturale che economica; ma questo non è più possibile in un mondo dove il cambiamento non è solo un fatto assodato ma anche incontrovertibilmente veloce. L'affermazione di tali movimenti determina così una decrescita di quei paesi dove questi partiti riescono a riscuotere un successo elettorale tale da influenzare almeno il governo vigente. L'arroccamento e l'isolamento sono poi il passo seguente, le nazioni condizionate da questi partiti non riescono a sviluppare, fin dal sistema scolastico ed universitario, un ambiente culturale sufficientemente pronto ad accogliere le novità ed il sistema economico si rifugia in produzioni destinate a diventare obsolete. Anche i sistemi politici si involvono e non riescono a rimanere al passo dei tempi con una adeguata produzione di leggi e regolamenti. Infine il dato più preoccupante è che le altre forze politiche inseguono questi movimenti sul loro terreno e piegano la loro ideologie a sentimenti transitori senza elaborare strategie alternative.

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