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sabato 16 aprile 2011
Le possibili conseguenze del taglio francese dei permessi di lavoro
La Francia annuncia che ridurrà di 20.000 unità i permessi di soggiorno per lavoro; la decisione è frutto di un'analisi sulla necessità stimata di lavoratori stranieri per la saturazione del mercato del lavoro francese. I paesi che saranno più colpiti saranno le aree del nordafrica che hanno maggiori legami con l'ex paese coloniale. Guarda caso sono gli stessi paesi che stanno alimentando fortemente l'attuale traffico di migranti e sui quali verte il dibattito che riguarda Parigi e l'Europa. Che il fattore economico incida fortemente sulla riduzione dei permessi di soggiorno è certamente un fatto assodato, tuttavia in questa fase ciò pare più un pretesto per giustificare una soluzione politica. Il problema migratorio sta affliggendo i rapporti tra gli stati europei e la mancanza di una soluzione condivisa determina singole determinazioni statali. La decisione francese rischia di creare un effetto domino nell'ambito dell'Unione Europea, con ogni stato costretto a deliberare risoluzioni slegate dalla totalità. La mancanza di capacità di fare sistema creerà una serie di problematiche relative ad ogni singolo stato, che l'Europa non sarà più capace di coordinare. E' chiaro che gli stati che ne faranno principalmente le spese saranno quelli di frontiera, chiamati a gestire anche per gli altri, il problema migratorio in ambito continentale. La situazione di contrasto, se il problema non sarà trattato a livello centrale, è destinata ad acuirsi, anche in relazione agli immediati sviluppi delle varie situazioni dei paesi arabi e dei paesi africani, battuti dal flagello della fame. L'assunzione di singole politiche, in ordine al problema dei migranti, creerà certamente delle norme contrastanti tra le disposizioni di legge degli stati, specialmente quelli confinanti, generando situazioni di potenziale contrasto di ordine diplomatico. La soluzione francese non è il metodo più corretto, ma soltanto una misura contingente di un problema politico sia esterno che interno (le imminenti elezioni presidenziali), che rischia di arrecare un danno anche in misura di economia di scala politica. L'Europa deve intervenire al più presto per ristabilire le proprie prerogative in ambito di struttura sovranazionale.
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