Il secondo paese arabo, dopo il Qatar, entra a far parte della coalizione dei volenterosi, si tratta della Giordania, che sta partecipando all'azione con un proprio velivolo.
Secondo fonti non ufficiali, anche aerei degli Emirati Arabi Uniti si sarebbero levati in volo sulla Libia. I nuovi membri dell'alleanza sono particolarmente significativi perchè assicurano all'operazione un ulteriore assenso proveniente dai pesi islamici e pongono Gheddafi ancora più nell'angolo dell'isolamento.
Sul fronte puramente militare la difficoltà che patiscono i piloti alleati è quella di distinguere gli appartenenti dei due schieramenti, perchè le truppe lealiste hanno ora montato le mitragliatrici sui pick up, proprio come i ribelli.
Intanto il tiepido atteggiamento USA riguardo all'appoggio armato dipende dalla perplessità per la composizione del governo dei ribelli; gli americani temono che dietro i rivoltosi possano esserci elementi provenienti da flenge estremiste. Perplessità condivisa con la Turchia, a cui Bengasi attribuisce scarso impegno nella battaglia. Se questo è vero, per Ankara è anche una occasione per pesare di più nell'area del Mediterraneo, la Turchia sta, infatti, praticando una tattica avvolgente per ergersi a punto di riferimento dei paesi musulmani dell'area, discorso che porta avanti, in Libia, praticando una sorta di stop and go degli aiuti militari per accrescere la sua capacità
di influenza.
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