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giovedì 23 giugno 2011
La Siria in difficoltà sul piano internazionale
La Siria contrattacca sul piano diplomatico. La pressione internazionale sul regime siriano, dovuta alle feroci repressioni, provoca un'alzata di scudi da parte del capo della diplomazia siriana, il ministro degli esteri Walid al Mualem. La tesi del complotto ai danni del regime è la spiegazione prevalente che viene data dal ministro: agenti europei, di nazioni non bene identificate, starebbero dietro alle manifestazioni che vogliono rovesciare Assad. Inoltre anche Al Qaeda si sarebbe mossa nelle stessa direzione. E' chiaro che la teoria del ministro fa acqua ed è una contraddizione in termini. Ipotizzare, seppure in maniera velata, una alleanza tra il movimento terroristico più estremo ed emissari europei è veramente un tentativo maldestro, che svela la confusione che regna nell'apparato amministrativo di Damasco. Il ministro degli esteri siriano contrasta anche la tesi europea che richiede un cambio nelle leggi del paese con il fatto che il presidente Assad starebbe per dare il via ad un cambio effettivo nella costituzione del paese e giustifica le repressioni con il tentativo governativo di mantenere l'ordine e la legalità nel paese. Quello che appare, dai confusi tentativi della burocrazia siriana, è il tangibile timore di un pericoloso isolamento, dovuto principalmente alla pressione turca, che h oramai portato il paese a essere nel centro delle discussioni delle cancellerie internazionali, anche più della stessa guerra libica. Per Damasco si tratta di una situazione totalmente nuova da gestire, come difatti, mostrano gli scarsi risultati. La Siria non è abituata a vedere mostrati sulla piazza internazionale i propri fatti interni, forte di uno storico controllo rigidissimo sui mezzi di comunicazione; ma ora anche Assad pare vittima di internet, che garantisce all'opposizione strumenti di comunicazione totalmente nuovi e che possono sfuggire al controllo della censura. E' stata proprio la congiuntura portata dai mezzi di comunicazione con la crisi economica il fattore scatenante dell'attuale situazione siriana. Per l'ONU e l'occidente è il momento di schiacciare sull'acceleratore delle sanzioni per dare speranza a chi combatte per la presenza della democrazia in Siria.
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