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mercoledì 17 agosto 2011

La Germania socio di maggioranza dell'Europa

La Germania dimostra di essere il socio di maggioranza della zona euro. Nel vertice con la Francia, non passano gli eurobond, su cui si addensavano le paure degli alleati della Merkel e si opta per un governo comune dell'economia. La misura, in effetti, pare ancora lontana dall'essere attuata ma la sola intenzione doveva avere un effetto positivo sui mercati; non è andata così. I mercati chiedevano una misura di sostanza, tangibile e concreta, la sola dichiarazione di intenti del governo comune è troppo fumosa e sopratutto non immediata, quindi l'indice è andato ancora verso il basso. Ma l'aspetto di maggiore rilievo è stata la capacità politica di Berlino di imporre la propria visuale, andando così a dimostrare di essere il solo punto fermo dell'Europa legata alla moneta unica. Diversi fattori hanno portato a questa conclusione: la stabilità politica tedesca, l'andamento economico migliore, anche se serebbe meglio definirlo meno peggio ed infine la solidità delle emissioni del debito pubblico. Ora occorre vedere come questa supremazia potrà concretizzarsi anche in ambito UE, che somma al suo interno anche gli altri paesi che non hanno aderito all'euro. Il particolare momento che l'Europa sta vivendo potrebbe essere propizio per una razionalizzazione delle strutture comuni di governo in modo di creare una catena di comando capace di intervenire con precisione e tempismo. Mentre nel settore economico sembra che il processo, pur con tutte le critiche possibili, sia avviato, nel settore politico regna ancora la stasi e l'immobilismo decisionale. L'aspetto economico fortemente negativo ha, di fatto, favorito una supremazia tedesca che ora potrebbe concretizzarsi anche sotto l'aspetto politico, anche se con modi più soft, per non urtare la suscettibilità dei soci fondatori della UE. Non sarà comunque un processo facile, ma d'altro canto, questa è l'ora di concretizzare gli sforzi di anni per cercare di creare gli Stati Uniti d'Europa, l'unica maniera di stare al passo con la globalizzazione e le sfide epocali che sta portando.

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