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mercoledì 26 ottobre 2011
L'anomalia italiana
Le espressioni a volte di sorpresa, a volte di incredulità, spesso di commiserazione, che contraddistinguono i politici europei quando parlano dell'Italia, sono dovuti alla più grossa anomalia presente in un sistema politico democratico occidentale nella storia recente. Non si vuole qui dare un giudizio di opportunità o peggio morale sulla condotta del premier italiano, ma analizzare le cause che discendono dalla sua presenza e che vanno a determinare il blocco politico attualmente presente nel bel paese. Fin dalla sua entrata in politica, Silvio Berlusconi ha rappresentato una fonte di profonda divisione, sia tra le forze politiche che nella società italiana. Il confronto politico si è radicalizzato in maniera insana, esaltando la pura partigianeria e scavando un solco diventato ormai incolmabile tra le forze partitiche, che da avversari sono diventati esclusivamente nemici. Quello che si è instaurato è un clima dove alcuna collaborazione tra forze avverse è totalmente impossibile, anche in situazioni particolarmente difficili, dove l'unità nazionale dovrebbe essere un attributo indispensabile, l'unico dialogo possibile è una continua sequela di insulti fine a se stessi. Nonostante il paese italiano avesse attraversato la delicata fase del dualismo tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista, avversari storici su fronti opposti, il rapporto tra questi due soggetti, pur nell'aspra dialettica politica, non è mai trasceso ad episodi di così basso livello come quelli attuali. Uno dei fattori dello scadimento del livello della politica italiana è stata la sua spettacolarizzazione che ne ha determinato la volgarizzazione. Le istituzioni si sono trasformate da un luogo paludato di forma alta, ben definita e rispettata ad un bivacco frequentato da personaggi improvvisati e non all'altezza. L'affermazione del partito azienda ha inserito nelle istituzioni personaggi senza l'adeguata preparazione ne la necessaria autonomia ed i partiti storici si sono adeguati verso il basso anche con fantasiose forme, come il partito leggero, che hanno distrutto anni di storia e tradizione associativa. Siamo così arrivati alla presa d'atto pubblica, in realtà già percepita da tempo, dai governanti europei. L'indegno siparietto della Merkel con Sarkozy, pur con tutte le giustificazioni che gli si voglioni accordare, rappresenta bene lo stato d'animo che alberga nelle cancellerie continentali. Quello che ferma l'Italia è il blocco politico a cui è costretta, la presenza ingombrante di Berlusconi riduce le formazioni politiche ad un comportamento astioso che non permette alcun costrutto. L'unica soluzione praticabile è quella di un governo senza l'attuale premier, come raccomandato da più parti in Europa, che permetta di affrontare una fase interna con maggiore pacificazione e consenta al paese di affrontare in piena concordia l'emergenza a cui è di fronte.
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