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martedì 27 marzo 2012
Mentre la Lega Araba si riunisce per la Siria, Cina e Russia cominciano a prendere le distanze da Assad
Era dall'invasione del Kuwait, che l'Iraq subiva l'ostracismo del mondo arabo, proseguito poi con l'invasione americana. Dopo il ritiro delle truppe USA l'ex paese di Saddam Hussein prova a riconquistare una posizione di prestigio ospitando il summit della Lega Araba. Si tratta di un incontro cruciale perchè tratterà il tema della questione siriana e la ristrutturazione della Lega Araba stessa, per dotarla di un sistema decisionale più efficace, capace di accrescerne il peso politico nel teatro delle relazioni internazionali. Per l'Iraq è l'occasione di accreditarsi di fronte agli altri paesi della Lega, come protagonista della vita diplomatica dopo anni di tutela americana. Tuttavia la sensazione maggiore è che da questo vertice non si otterranno risultati capaci di fermare il massacro siriano, i partecipanti arrivano molto divisi, immagine fedele della grande frammentazione che attraversa il mondo arabo, e già avvicinare le posizioni potrebbe essere considerato un risultato apprezzabile. In particolare sulla Siria esistono due tendenze di fondo, tra loro molto contrastanti, quella che preme per armare i ribelli, rappresentata da Arabia Saudita e Qatar, in modo da ottenere la caduta del regime di Assad, posizione non del tutto disinteressata, perchè mira a fare uscire la Siria dall'orbita iraniana, e quella che preme per un impiego ancora più massiccio della diplomazia. In ogni caso qualsiasi decisione sarà presa dalla Lega Araba, per il caso siriano occorre valutare anche altri elementi, rappresentati dalle altre diplomazie al lavoro sulla questione. La missione di Kofi Annan mira a conciliare la posizione più dura di USA ed Europa con quelle più morbide di Cina e Russia, che rifiutano un intervento militare straniero, anche sotto la bandiera dell'ONU, diretto. Ma la situazione, notevolmente aggravata dall'emergenza umanitaria a causa degli oltre 9.100 morti, ha ammorbidito l'atteggiamento delle due potenze, che starebbero premendo, secondo quello previsto dalla soluzione di Kofi Annan, per un corridoio umanitario in grado di portare aiuti alla popolazione di tipo medico ed alimentare, la fine dei bombardamenti delle forze regolari ed il rilascio dei detenuti rinchiusi in modo arbitrario. Se, da parte di Damasco, paiono esserci aperture, occorre ricordare che in più di una occasione Assad si è rivelato inaffidabile, dimostrandosi disponibile, soltanto con lo scopo di guadagnare tempo. Ma la pressione sia cinese che russa, questa volta potrebbe ottenere almeno una prima soluzione di emergenza che riguardi un cessate il fuoco in grado di permettere l'assistenza medica necessaria. Se Assad venisse abbandonato, anche solo in forma ufficiosa, da Cina e Russia avrebbe soltanto l'Iran al proprio fianco e la possibilità di caduta del regime sarebbe praticamente certa, anche se con tempi tutti da verificare.
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