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mercoledì 9 gennaio 2013

Sulla tensione tra India e Pachistan incombe l'estremismo religioso

Il processo di pace tra India e Pakistan è in concreto pericolo per i fatti accaduti al confine tra i due paesi, nella zona del Kashmir, territorio conteso tra i due stati fin dal 1947. Sulla regione vige da più di dieci anni un equilibrio precario, che, seppure contrassegnato da un cessate il fuoco abbastanza duraturo, ha visto intensificarsi nelle ultime settimane l'aumento degli incidenti sulla zona di confine. Entrambi i paesi, storicamente rivali, sono impegnati in un processo di pace lungo e laborioso, che, tuttavia, non è mai stato abbandonato per la reciproca convenienza della instaurazione di uno stato di equilibrio permanente. L'episodio che rischia di incrinare le relazioni tra le due nazioni contiene, però, dei lati insoliti: in seguito ad una incursione in territorio indiano da parte dei pachistani, due militari di Delhi sarebbero stati uccisi e mutilati, in particolare uno avrebbe subito la decapitazione. Aldilà delle reciproche accuse di avere attraversato il confine sconfinando nello stato vicino, la dinamica degli eventi porta a presumere la presenza, nell'occasione, di jihadisti, individuabili appunto nelle mutilazioni inferte ai soldati indiani. Il problema dell'infiltrazione di estremisti islamici nelle forze armate, nei servizi segreti ed in generale nella burocrazia pachistana è all'origine dei pessimi rapporti con gli USA, che hanno operato, sia nella lotta al terrorismo, che nelle zone di confine con l'Afghanistan, spesso scavalcando gli apparati statali in aperta violazione del diritto internazionale. Il tasso di penetrazione dei radicali islamici nei posti chiave di Islamabad è diventato tale, che il governo pachistano è ritenuto inaffidabile da Washington e, peraltro, è un fatto ormai assodato che non riesca a controllare tutto il suo territorio, dove sono presenti ampie sacche dove il potere legittimo è del tutto inefficace. Queste porzioni territoriali sono spesso in mano a gruppi estremisti che costituiscono vere e proprie enclave all'interno dei confini dello stato. Ma il Kashmir non rientra in queste zone di dubbia giurisdizione, e le mutilazioni inferte ai soldati indiani hanno generato forte imbarazzo nell'esercito pachistano. La vicenda potrebbe essere letta come un tentativo o di fare fallire le trattative per la pace o di allargare l'influenza islamica radicale in una zona comunque sottoposta a grande tensione. I jihadisti, la cui presenza in zona pare sicura, potrebbero fare leva sul nazionalismo pachistano della regione per creare una nuova zona di conflitto in cui inserirsi per guadagnare consensi, in quest'ottica va ricordato, che il Pachistan mal sopporta i successi economici indiani a cui fa da contraltare uno stato di perenne sottosviluppo ed anche i ripetuti contatti allacciati, nel campo del commercio e dell'economia, con la Cina, avversaria dell'India nella corsa alla crescita economica, testimoniano di un sentire comune naturalmente avverso ai vicini, che può sembrare facilmente sfruttabile anche per altri scopi. L'incidente, poi, arriva in un momento delicato per entrambi i paesi, che devono affrontare l'appuntamento con le elezioni: il Pachistan nella prossima primavera e l'India nel 2014 e l'incertezza dell'esito del voto può essere un fattore ulteriore capace di contribuire a raffreddare un processo di pace che necessita, invece, di essere rilanciato. Q

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