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mercoledì 20 marzo 2013
In Germania nasce il partito contrario alla moneta unica europea
Anche in Germania il malcontento per la moneta unica sfocia in politica, con la creazione di un partito anti euro, chiamato "Alternativa per la Germania". Chiaramente i motivi di insoddisfazione tedeschi sono ben diversi da quelli presenti nell'europa meridionale e mediterranea: mentre nel sud del vecchio continente si incolpa la moneta unica europea quale strumento delle banche e della stessa Germania, vista come socio forte della UE, di di imporre la propria linea di austerità per favorire la propria produzione, nel paese tedesco l'euro è percepito come elemento che limita lo sviluppo del paese. L'ultima crisi europea, peraltro di impatto molto limitato nelle dimensioni quantitative, si parla di circa 17 miliardi di debito, esplosa nell'isola di Cipro ha provocato a far deflagrare la questione europea nella partenza della campagna elettorale tedesca. Il programma del nuovo partito, che sta impegnandosi a raccogliere le firme necessarie per potere partecipare alla competizione elettorale, si articola su tre temi fondamentali: la politica monetaria, la politica europea e la democrazia. Il punto di partenza è una dissoluzione ordinata della zona euro mediante, almeno per la Germania, il ritorno alla propria moneta di origine, il marco, senza che i costi di questa transizione siano addossati ai contribuenti. Per Alternativa per la Germania, la moneta unica danneggia anche gli altri paesi, tuttavia questa argomentazione appare come una scusa per perorare con più vigore la propria causa. La concezione dell'Europa, del nuovo partito tedesco, verte su di un insieme di stati sovrani, dotati di un mercato interno comune, dove il peso dell'istituzione centrale, vista come un eccesso burocratico che è fonte di rallentamento del sistema, debba essere ridotto in modo sensibile. Le prime impressioni fanno sembrare Alternativa per la Germania, la versione tedesca dei tanti partiti populisti europei già esistenti, molto simile alle formazioni già presenti nel nord europa, fortemente critiche verso le istituzioni europee e la moneta unica, che sono portatrici di un malessere diffuso, che affonda nel convincimento che la ricchezza di questi paesi viene erosa per essere dirottata verso il salvataggio di nazioni poco virtuose. Peccato che l'economia tedesca raccolga i maggiori guadagni dal mercato europeo, che una moneta nazionale, fortemente rivalutata non potrebbe assicurare. Il nuovo partito, sulla scia di altre esperienze europee simili, non si colloca volutamente ne a destra ne a sinistra, ma è facile prevedere che raccoglierà i maggiori consensi nell'area conservatrice più estrema e comunque delusa dal comportamento della Merkel, ritenuto in questi ambienti poco efficace. Resta indubbio, però, che la nuova formazione ha il merito di portare sulla scena politica una nuova visuale dell'Europa, finora non ancora affrontata in questi termini dai due maggiori partiti, che ora saranno obbligati ad affrontare in maniera aperta la questione, senza dare più per scontato il senso di appartenenza alla UE del popolo tedesco.
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