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giovedì 6 giugno 2013
La Corea del Nord offre alla Corea del Sud negoziati per ristabilire la pace
Con la proposta di riallacciare i rapporti con Seul, Pyongyang intende porre fine ai difficili rapporti tra le due Coree. Il livello delle relazioni diplomatiche tra i due paesi sta attraversando uno dei punti più bassi della storia recente, dopo che la Corea del Nord ha passato diverso tempo a minacciare di colpire con ordigni atomici la Corea del Sud e gli Stati Uniti. La questione è stata al centro della cronaca e dell’attenzione dei militari per diverso tempo ed è partita a seguito dell’inasprimento delle sanzioni economiche a carico di Pyongyang, causate dai test nucleari nordcoreani, proposte dagli USA ed attuate dall’ONU con il voto favorevole anche della Cina, il paese più vicino alla Corea del Nord. Mentre si è temuto più volte di arrivare ad un confronto nucleare, scenario che ha tenuto impegnata la diplomazia mondiale, il caso si è poi sgonfiato praticamente di colpo, senza che, fortunatamente, si verificasse alcun episodio prospettato dalla retorica di Pyongyang. In realtà proprio nella Corea del Sud, diversi analisti avevano pronosticato questa conclusione della vicenda, ritenendo impossibile ed insostenibile un attacco militare mosso dai nordcoreani, tuttavia lo stato di tensione presente intorno alla penisola ha creato una preoccupazione elevata che si è concretizzata anche con manovre militari, che hanno imposto nei mari la presenza di diverse unità navali americane in assetto di guerra. Una delle spiegazioni delle ripetute prove di forza provenienti da Pyongyang è stata individuata nella necessità del nuovo leader della Corea del Nord di mostrarsi come un leader militare forte, capace di controllare un paese, probabilmente in preda a faide interne. Questa esibizione muscolare, fatta ad uso e consumo di una popolazione tenuta in uno stato di chiusura permanente verso il mondo esterno, ha, però, incrinato in maniera importante le relazioni con la Corea del Sud, basate su cooperazioni economiche vitali per il paese nordcoreano. La rigidità di Seul, esasperata dal comportamento irragionevole di Pyongyang ha determinato una chiusura netta verso i vicini, che sono dovuti scendere a più miti consigli: infatti proprio dal Comitato nordcoreano per la riunificazione, sono partite le richieste per risolvere i punti di conflitto con la controparte meridionale. Seul ha accettato l’offerta dei colloqui per fermare il deterioramento progressivo dei rapporti tra i due paesi. Tra le questioni di carattere economico vi è la riapertura del complesso industriale di Kaesong, dove vi è una alta concentrazione di fabbriche a marchio sudcoreano che danno lavoro a personale della Corea del Nord e chiuso dalle autorità di Pyonyang nei momenti più tesi della diatriba trai due stati. Seul, pur favorevole ad una riapertura del complesso, teme di fornire una facile occasione di propaganda per il regime nordcoreano. In effetti i dubbi sul repentino cambiamento di atteggiamento sono leciti, Kim Jong-un si è dimostrato un leader i cui comportamenti sono difficilmente prevedibili e le cui azioni si muovono sovente nella direzione opposta a quella attesa. Per cui la cautela del governo di Seul appare legittima, anche se le intenzioni e la necessità di normalizzare la situazione ha certamente la precedenza su ogni altra considerazione.
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