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lunedì 24 giugno 2013

Obama vuole mettere al centro della sua azione i problemi dell'ambiente

La volontà manifestata dal Presidente statunitense Barack Obama di varare un piano d’azione contro il cambiamento climatico mira a colmare una lacuna che risale al debito elettorale contratto con gli elettori, fin dal primo mandato. Le vicissitudini internazionali, legate ai casi dell’Iraq e dell’Afghanistan, il rapporto sempre più conflittuale con la potenza emergente antagonista, rappresentata dalla nazione cinese, le difficili relazioni interne con il Congresso americano, costituito a maggioranza di deputati repubblicani e le questioni inerenti al terrorismo, hanno costituito senz’altro un freno all’azione ambientalista dell’amministrazione di Washington, bloccata anche dalla contrarietà delle necessità produttive, e quindi inquinanti, delle nazioni in via di sviluppo. La prima versione di Obama puntava molto al convincimento della platea nazionale ed internazionale sulle questioni climatiche e relative all’inquinamento, orientamento che gli permise di raccogliere diversi consensi, purtroppo la buona volontà della massima carica USA si scontrò con l’ostruzionismo delle nazioni che non volevano vincoli sulle emissioni, perché in preda della necessità di attuare una grossa spinta nei processi produttivi. Complice la crisi economica attuale, che causa un rallentamento dei consumi,che si riflette, inevitabilmente, sui volumi di produzione, giunta alla nuova sensibilità verso i problemi ambientali, che si sta sempre più sviluppando nelle società in espansione, come la Cina e l’India, Obama ritiene il momento propizio per rilanciare, a livello nazionale prima ed internazionale poi, una azione determinata per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, sempre più evidente. Il punto di partenza è un piano nazionale, dal quale iniziare per poi coinvolgere gli altri paesi; si tratta di ridurre l’inquinamento derivante dal carbonio e preparare sempre di più gli USA agli impatti, anche violenti, come le ripetute inondazioni, che i cambiamenti climatici hanno sugli aspetti materiali della vita dei cittadini, della società e delle stesse infrastrutture. Il tema è di pressante attualità proprio per i ripetuti disastri che hanno colpito gli Stati Uniti, ma non solo, ed impone soluzioni, sia a corto che ha lungo raggio. Tuttavia il momento nel quale Obama vuole rimettere al centro della sua azione politica il tema del clima, coincide, anzi segue, lo scandalo derivato dalle intercettazioni di massa, cui il governo americano ha sottoposto la cittadinanza con la motivazione ufficiale della prevenzione degli atti terroristici. La maggiore indignazione si è registrata proprio in quei settori sociali che, nel contempo, sono più sensibili ai problemi ambientali e costituiscono una sorta di zoccolo duro dell’elettorato di Obama. La mossa quindi, per doverosa che sia verso la materia del cambiamento del clima, non può non essere vista anche, dato il tempismo, come un tentativo di recuperare consensi in un’area politica fondamentale per il sostegno alla linea politica complessiva del presidente americano. Ben venga, comunque il rinnovato interesse per i temi ambientali, anche se è auspicabile una centralità a prescindere, senza, cioè, associata a qualsiasi forma di tentativo di recupero di consenso.

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