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venerdì 12 luglio 2013
Gli USA potrebbero diminuire gli aiuti economici all'Egitto
La Casa Bianca ha intenzione di esaminare gli aiuti stanziati in favore dell’Egitto con un possibile riduzione del sostegno economico verso Il Cairo. La situazione del paese egiziano, nonostante la deposizione di Mursi è tutt’altro che normalizzata, per le proteste dei sostenitori del presidente esautorato dal colpo di stato militare. Per Washington, pur non gradendo la svolta confessionale impressa dalle elezioni e sventata dall’intervento delle forze armate per favorire una strada più laica, appare importante fare risultare al mondo di essere in una situazione di studio delle vicende egiziane e soprattutto non appoggiare, almeno dal punto di vista ufficiale, il rovesciamento di un governo eletto in modo legittimo. Quello che gli USA non fanno è dare una valutazione ufficiale dell’operato del governo egiziano presieduto da Mursi, che ha provocato una ondata di proteste generalizzata all’interno della società egiziana, a causa del mancato rispetto delle minoranze ed anche della incapacità di uscire dalla crisi economica, concentrandosi su questioni che miravano a fare dell’Egitto un paese troppo condizionato dalla morale islamica nelle istituzioni. Obama, in questa fase delicata, soprattutto per la regione limitrofa del medio oriente, preferisce adottare una tattica molto cauta negli affari interni di uno stato importante come l’Egitto, senza urtare la sensibilità della parte musulmana, che ha una grande influenza sul mondo religioso arabo. Tuttavia la misura che intende prendere il Presidente statunitense appare in contrasto con gli obiettivi di politica estera del paese nordamericano, soprattutto in relazione alle conseguenze del cambiamento della linea del nuovo governo egiziano con Israele; Tel Aviv ha infatti apprezzato il cambio politico egiziano per le intenzioni dei militari di bloccare l’afflusso dei radicali islamici da e per la striscia di Gaza, in modo da rendere il confine con il Sinai potenzialmente più sicuro. Washington dovrebbe gradire questa misura ed anche la generale laicizzazione delle istituzioni dell’Egitto, sganciate dall’influenza confessionale per andare incontro ad una visione dello stato più orientata ai valori della democrazia classica. Sulla decisione, comunque non irrevocabile, di una possibile diminuzione degli aiuti economici potrebbero pesare anche le controverse vicende violente scaturite dai combattimenti seguiti alla deposizione di Mursi, che non sono state ancora del tutto chiarite e che hanno suscitato grande impressione nel panorama internazionale: per gli Stati Uniti diminuire gli aiuti all’Egitto significa anche dare un segnale alla comunità internazionale contro le possibili evoluzioni violente sia dello scenario egiziano, che di altri potenziali casi analoghi. Per quanto riguarda la fornitura all’aviazione militare egiziana dei quattro aerei F-16, velivoli da combattimento, questa non sarà interrotta perché rientra in un accordo più esteso che comprende un totale di venti aerei dei quali otto già consegnati. Questo fatto dimostra che gli USA non abbandoneranno l’Egitto, specialmente con la presenza dei militari a garantire il paese contro la deriva islamica.
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