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giovedì 12 settembre 2013

La delusione dei ribelli siriani per la proposta russa

La reazione dell’esercito siriano libero, che ha respinto la proposta russa di porre le armi chimiche sotto il controllo internazionale, rivela lo stato di smarrimento e di isolamento in cui è stata posta l’unica forza democratica alternativa ad Assad. L’esposizione delle ragioni del generale Salim Idriss mettono in evidenza come la soluzione russa rappresenti una sorta di amnistia per il regime, riguardo all’uso effettivo delle armi chimiche, che tanti morti hanno provocato nella popolazione civile: infatti l’argomento della responsabilità e della sanzione per questi delitti non è minimamente contemplato. Ma aldilà di questa punizione attesa, almeno a livello normativo, è palpabile la delusione per una soluzione che allontana l’intervento armato americano che poteva dare il colpo di grazia ad Assad. I ribelli incolpano Mosca, storico alleato del regime di Damasco, di avere trovato un modo per permettere al dittatore di guadagnare tempo e continuare una guerra, la cui interruzione non rientra tra i temi trattati dai diplomatici. Secondo l’esercito siriano libero, inoltre, l’accettazione da parte di Assad del piano russo, costituisce una ammissione di colpa relativamente all’uso delle armi chimiche, che la comunità internazionale non può non sanzionare. Profonda delusione è costituita anche dall’atteggiamento statunitense, che è passato da un sostegno alla ribellione ad una condizione di non ingerenza nella questione siriana ed alla giustificazione dell’ipotetico attacco armato con il solo motivo dell’uso delle armi chimiche in prospettiva e non in relazione al fatto specifico, che è diventato soltanto un episodio marginale e funzionale alle ragioni americane. Anche in relazione a possibili sviluppi futuri della diffusione di armi chimiche, la gestione della vicenda, senza sanzione alcuna, amplia il pericolo di comportamenti analoghi da parte di altri stati, non solo sul fronte degli armamenti chimici, ma potenzialmente anche riguardo ad altri tipi di armi di distruzione di massa. Il mancato sostegno della maggioranza della comunità internazionale, che si trincera dietro la giustificazione dell’approvazione delle Nazioni Unite, il cui Segretario ieri ha finalmente ammesso la totale inutilità della loro azione, circa il prevenire ed il combattere gli episodi violenti contro i civili nel mondo, costituisce la delusione più profonda da parte dei ribelli siriani, che, ormai, si sono resi conto del fatto che possono uscire dalla guerra contando sulle proprie forze e sui pochi aiuti che ricevono. Molta responsabilità di questa situazione va ascritta alla scarsa unità tra le forze ribelli, causata dalla presenza di forze islamiche radicali, che propendono per la Siria per una soluzione statale basata sulla creazione di un califfato. La questione siriana entra, quindi, in una fase di difficile previsione, alla cui soluzione finale non è difficile predire un seguito fatto ancora di vendette e di violenze.

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