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giovedì 9 gennaio 2014

La Grecia inizia il semestre europeo alla guida della UE

In una Atene presidiata da oltre 5.000 agenti e con le strade bloccate, per evitare le contestazioni, si è celebrato il semestre europeo, che vedrà il paese ellenico assumere la presidenza di turno dell’Unione Europea. Nelle parole del presidente della Commissione europea, Barroso, si è esortata la nazione, culla della civiltà occidentale, ha perseverare negli sforzi compiuti per uscire dalla grave crisi economica, senza incorrere nella tentazione di rallentare le riforme, per non compromettere i risultati raggiunti. Tuttavia il quadro in cui versa la società greca non incoraggia ad avere pensieri positivi riguardo l’atteggiamento dei cittadini verso l’istituzione europea, ritenuta la responsabile degli ingenti sacrifici imposti, che hanno abbassato la qualità della vita ed il livello dei servizi del paese. Mentre il governo greco attende la certificazione di Eurostat, prevista per Aprile, riguardo al raggiungimento dell’avanzo primario un anno prima della data prevista, è atteso un nuovo confronto con la Troika, che non si preannuncia affatto agevole. L’intenzione dell’esecutivo di Atene è quella di chiedere, proprio per il raggiungimento anticipato dell’obiettivo dell’avanzo primario, condizioni che tengano conto dei risultati raggiunti. Secondo il ministro delle finanze greco, non si tratta di richiedere nuovi aiuti all’Europa, ma di creare le condizioni che favoriscano il rilancio della crescita e la riduzione strutturale del debito. Sono condizioni che potrebbero permettere una visione più ottimistica del futuro da parte del popolo e delle imprese greche, che avrebbe effetti positivi anche nel contrasto del sempre crescente populismo, causa della crescita dei partiti di destra come Alba Dorata, capaci di mettere in crisi il sistema politico del paese. Molto temuto è l’appuntamento con le elezioni europee, quando nel paese ellenico si terranno anche le elezioni amministrative: un successo delle forze anti europee, potrebbe favorire azioni contro la UE e causare anche di compromettere il riequilibrio dei conti. Per evitare questi effetti nefasti il governo greco ha chiesto alla UE, tra le righe, di non forzare troppo la mano ed avere, quindi, modo di ridare attraverso provvedimenti concreti qualche segno tangibile alla cittadinanza di potere avere segnali di ottimismo. Il provvedimento recentemente preso di eliminare i ticket per i ricoveri ospedalieri sarà compensato con l’aumento dei tabacchi, il governo continua la sua politica di aggiustamenti, che non permette di intervenire sul malcontento sociale, ma al momento risulta essere prematura la possibile richiesta di un terzo piano di aiuti, senza una valutazione complessiva della tenuta del sistema bancario. Oltre all’opposizione di estrema destra, anche la consistente presenza di estrema sinistra giudica inadeguata la politica di sacrifici imposta alla popolazione ed il leader di questa parte politica, Alex Tsipras, non ha partecipato alle cerimonie del semestre europeo per segnalare la sua contrarietà ai provvedimenti imposti dalla UE. Quella greca si annuncia quindi come una presidenza contraddittoria, condotta da un paese che si sente vessato dall’istituzione che presiede, perché ne sente traditi i principi ispiratori, in favore dei gruppi bancari e finanziari: un sentimento sempre più diffuso nel continente, che apre scenari di profonda incertezza.

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