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giovedì 2 gennaio 2014
La sinistra israeliana presenta un piano per il progetto due popoli due stati
John Kerry trova un alleato nel partito laburista israeliano per la soluzione della questione palestinese. A lungo in silenzio, o comunque senza alzare troppo i toni, sulla tema della pace con la Palestina, la sinistra di Israele ha annunciato di portare in parlamento un proprio piano, che sappia arrivare alla definizione della costituzione di due stati per due popoli. Si tratta di una voce ulteriore e, per certi versi, nuova nel panorama politico israeliano, che sembrava dominato dalla destra nazionalista ed ortodossa. Per questa parte, che siede al governo, Israele detiene una sorta di diritto di annessione della Cisgiordania, praticato con l’annessione di territorio a favore dei coloni, in spregio al diritto internazionale ed alla più logica convenienza. Questa pratica che è stata condannata da più parti della comunità internazionale, ma non ha visto gli Stati Uniti agire in modo concreto per fermarla, rappresenta il maggiore ostacolo alla chiusura delle trattative con i palestinesi. Il comportamento del governo di Tel Aviv è sembrato a favore della soluzione dei due stati soltanto a parole, senza mai intraprendere una azione concreta e mirata per arrivare alla fine delle trattative, proponendo sempre nuove clausole che non potevano essere accettate dai rappresentanti della Palestina, dietro cui sembrava esserci soltanto l’intento di guadagnare tempo per incrementare la costruzione della colonie e presentarle come dato di fatto alla eventuale apertura ufficiale dei negoziati. Questa linea di condotta, pur non essendo condivisa da larga parte della società israeliana ed aldilà di condanne limitate, veniva percepita, soprattutto in occidente, come maggioritaria quasi in senso assoluto all’interno del paese israeliano. Sensazione peraltro confermata dai risultati elettorali che hanno portato al potere un governo dove siede un partito la cui ragione di esistere è fondata proprio sull’annessione di territorio cisgiordano. Il progetto laburista irrompe, quindi, sulla scena come una ventata di novità, rappresentata non da una idea che era già ben presente nella sinistra di Israele, quanto nel fatto di concretizzarla a livello politico, fattore che potrebbe anche determinare un successo capace di ridare maggiori consensi ai laburisti a livello nazionale. Il progetto dei due stati per due popoli, oltre ad essere approvato dagli stessi palestinesi e dalla comunità internazionale, rappresenta oramai l’unica soluzione praticabile, che possa consentire in modo pacifico la soluzione del più lungo problema di politica internazionale presente sulla scena mondiale. Secondo i laburisti il progetto che verrà portato in parlamento non avrà carattere antagonista con il governo ma dovrà incoraggiare l’esecutivo ad affrontare il problema una volta per tutte, senza più alcun rinvio. I laburisti appaiono consci dell’importanza del raggiungimento del risultato, soprattutto per l’interesse dello stato di Israele, che una volta raggiunto l’accordo, potrà scongiurare i pericoli per la sua sicurezza andando incontro ad un futuro di pace. Una visione che collima con quella dell’amministrazione Obama, per il quale mettere la parola fine alla questione, rappresenta una priorità sia personale, che di interesse nazionale, perché potrebbe alleggerire l’impegno americano in medio oriente, oltre a costituire un successo prestigioso. SI dovrà attendere la reazione del governo e della destra israeliana, che, finora, non ha tenuto un atteggiamento troppo conciliante sul piano pratico. Tuttavia una pressione di tipo istituzionale, perché portata nel cuore legislativo del paese, il parlamento, dovrebbe almeno innescare un dibattito interno al paese in grado di sollecitare il problema, per lo meno nel senso di chiarire quali siano le intenzioni dell’esecutivo, sia di fronte al paese, che all’opinione pubblica internazionale, in modo, poi, di non avere più scuse nella nefasta eventualità di un fallimento o di una ulteriore stasi delle trattative. Se non contribuirà nella chiusura dei negoziati, la proposta laburista avrà almeno fatto chiarezza sul comportamento di Tel Aviv.
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