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lunedì 31 marzo 2014
Scambio di fuoco tra le due Coree
La tensione tra le due Coree ritorna ad essere alta. Dopo che nei giorni scorsi Pyongyang aveva accusato Seul di avere dirottato una natante da pesca battente bandiera nordcoreana, imbarcazione che è stata restituita dalla Corea del Sud dopo che aveva passato il confine marino per presunti problemi ai motori, la Corea del Nord ha iniziato questa mattina esercitazioni militari con proiettili veri, anziché a salve, dopo un preavviso molto limitato. La Corea del Sud ha risposto sparando colpi di artiglieria ed inviando aerei militari a sorvolare la zona. Si stima che il fuoco dell’esercito della Corea del Nord sia consistito in circa 550 proiettili di artiglieria, di cui almeno un centinaio sarebbero caduti oltre la linea che demarca il confine settentrionale. Questa delimitazione è stata fissata alla fine della guerra di Corea, nel 1953, ma non è mai stato riconosciuto da Pyongyang. La risposta della Corea del Sud è stata un fuoco di artiglieria che ha impiegato circa 300 proiettili verso la parte settentrionale. L’esercitazione di Pyongyang segue il lancio di due missili balistici a medio raggio, avvenuto lo scorso mercoledì, fatto che non avveniva da cinque anni e che ha provocato la condanna del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Nella zona oggetto dell’esercitazione, nel 2010 una nave sudcoreana è stata affondata,provocando la morte di 46 marinai; una inchiesta congiunta di Corea del Sud e Stati Uniti ha stabilito successivamente che l’affondamento è stato provocato da un siluro nordcoreano, fatto sempre smentito da Pyongyang; mentre nel novembre dello stesso anno un bombardamento effettuato dai militari nordcoreani aveva colpito una isola nella stessa zona causando quattro vittime. Seul, per evitare altre morti, ha evacuato gli abitanti di un’isola nelle vicinanze delle esercitazioni nordcoreane. Questi segnali contribuiscono a rafforzare la preoccupazione per i rapporti tra i due stati della penisola coreana, che tecnicamente sono ancora in guerra, dato che il conflitto degli anni cinquanta si è concluso con una tregua mai ratificata con un accordo di pace definitivo. La presenza ed il comportamento del dittatore nordcoreano costituisce ormai una costante nella considerazione della profonda instabilità ed incertezza che contraddistingue lo stato dello regione e dei rapporti tra i due paesi. Nonostante tutti i tentativi di rompere l’isolamento volontario in cui si trova la Corea del Nord, non a caso definita nazione eremita, anche da parte della Cina, il paese che è più vicino a Pyongyang, l’impenetrabilità costituisce una condizione che non permette analisi adeguatamente precise. Tuttavia si può ipotizzare che quando si verificano questi episodi, il regime di Pyongyang sia in difficoltà e lanci al mondo una richiesta, se non di aiuto di collaborazione. Le enormi difficoltà economiche in cui versa il paese, spesso alle prese con vere e proprie carestie alimentari, possono indurre a credere che la Corea del Nord cerchi di attirare l’attenzione mondiale su di se, per poi chiedere contropartite finanziarie in cambio di periodi di stabilità sempre relativa. L’imprevedibilità del leader nordcoreano è una costante altrettanto importante da tenere presente, come la situazione interna del paese, che deve essere lacerato da lotte intestine, come è stato dimostrato dai recenti fatti, che hanno riguardato l’eliminazione fisica di parenti prossimi del dittatore nordcoreano. Quello che preoccupa è fin dove vuole e può arrivare con le provocazioni, un paese che detiene la bomba atomica. Ma anche senza arrivare a scenari di una tale portata, l’incidente militare è sempre possibile in un contesto caratterizzato dalla perenne tensione. Prevedibilmente questa evoluzione della situazione costringerà la marina USA ad affiancare quella sudcoreana nelle acque di frontiera tra le due Coree con la conseguenza che verranno alzati i toni di Pyongyang contro Washington in una escalation che si spera si fermi al livello diplomatico. Fino alla prossima volta.
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