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venerdì 9 maggio 2014

Nelle alleanze degli USA si pone il problema Egitto ed Arabia Saudita

Nella politica estera americana si rende sempre più necessaria una attenta analisi dei rapporto con l’Egitto e l’Arabia Saudita. Per entrambi gli USA rappresentano il primo alleato, ma per Washington i rapporti cominciano a diventare imbarazzanti. L’Egitto attuale è caratterizzato dalla presa del potere dei militari, dove le prossime elezioni, ormai in dirittura di arrivo, rappresentano soltanto una farsa di una democrazia che non c’è. Alle condanne a morte contro i Fratelli Musulmani, è seguita la messa fuorilegge dei movimenti aconfessionali di matrice democratica e liberale, che sono stati la spina dorsale della primavera araba egiziana, che ha permesso il rovesciamento di Mubarak. L’esercito, sulle prime pareva favorevole ad uno sviluppo democratico del paese, vanificato, però dalla vittoria dei movimenti religiosi, che non tenendo conto delle minoranze hanno soffocato la rinascita democratica dl paese. Tuttavia non era possibile, nonostante i tentativi, mettere fuorigioco la forza preponderante del sistema egiziano: l’esercito. Le forze armate, consce del loro potere hanno permesso, prima un atteggiamento fondamentalmente contrario allo stato da parte delle forze confessionali, che avevano conquistato il potere con le elezioni, per poi reprimerle con una violenza che ha sorpreso gli stessi americani. Nel contempo anche i partiti di ispirazione democratica e liberale, che sulle prime avevano appoggiato l’intervento dell’esercito, dopo avere protestato contro le brutalità dei metodi delle forze armate, hanno subito la messa al bando dall’esercizio politico nel paese. Il generale Al Sisi vincerà sicuramente le elezioni, ma per la Casa si dovrà porre il problema di come approcciarsi al paese egiziano. Per gli USA l’Egitto è un alleato importante, sia per la sua posizione, che permette la tranquillità di Israele a sud, sia per la sua influenza sui paesi arabi della sponda meridionale del Mediterraneo. Le speranze di Obama erano di una transizione verso un sistema democratico del tipo occidentale, che potesse fare da traino per le altre nazioni arabe, ma così non è stato e l’Egitto è diventato una dittatura militare, che risulta scomodo per Washington. A Il Cairo sono consci dell’importanza dell’alleanza egiziana per gli USA ed approfittano palesemente della necessità americana. Infatti non sono stati tenuto in alcun conto i suggerimenti americani per un esercizio di governo più liberale e meno contraddistinto dalla violenza. Sempre più vicino all’Egitto vi è l’Arabia Saudita, i rapporti tra i due stati sono sempre più stretti grazie all’aiuto economico che i sauditi danno agli egiziani. Per l’Arabia Saudita l’alleanza con l’Egitto governato dai militari è fondamentale: grazie a loro il pericolo dei Fratelli Musulmani e di una possibile loro espansione nella penisola araba è stato molto circoscritto, inoltre vi è una similitudine enorme nei metodi di governo dei due paesi, che non ammettono alcuna opposizione al governo in carica., poco importa se di origine dinastica o militare. Per Washington questi fattori rappresentano un motivo di ulteriore aggravante nelle analisi dei rapporti con i due stati. Tuttavia anche l’Arabia Saudita è estremamente importante per gli USA, soprattutto in ottica anti Iran e proprio per questo motivo negli anni passati le amministrazioni americane hanno sempre chiuso tutti e due gli occhi sui ripetuti abusi ai danni dei diritti civili perpetrati in Arabia. In questa fase però l’irritazione saudita contro Washington ha raffreddato i rapporti tra i due paesi, a causa dell’avvicinamento con l’Iran, che, in verità, non è stato poi così un successo, dato il rallentamento delle trattative per il nucleare iraniano. Ma anche il comportamento saudita nella guerra siriana ha destato allarme negli Stati Uniti, che non hanno gradito gli aiuti ai fondamentalisti islamici dell’Arabia Saudita, che ha fornito armi ed aiuti economici agli elementi sunniti più pericolosi, per di sconfiggere Assad e danneggiare l’Iran. Lo schema dei sauditi è stato quello di eliminare l’opposizione integralista interna e di facilitare movimenti analoghi in Siria, questi gruppi paramilitari sono però quelli che Washington non vuole che prendano il potere a Damasco, perché sfuggirebbero al controllo degli stessi sauditi, formando enclave dominate e governate dal più duro integralismo islamico. Tutti questi fattori contribuiscono a destare allarmi nei rapporti che gli USA intrattengono con Egitto ed Arabia Saudita, che, pur restando alleati, vengono ora percepiti sotto un’altra luce, soprattutto nell’ottica della politica estera di Obama, che vuole prediligere alleanze con stati governati in modo democratico. I prossimi sviluppi delle politiche dei due stati diranno quanto saranno ancora affidabili per gli Stati Uniti.

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