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giovedì 5 giugno 2014

Il G7 cerca la via diplomatica con Mosca

Nel primo vertice internazionale delle maggiori potenze industrializzate del mondo, passato da otto componenti a sette, per l’esclusione della Russia, è proprio Mosca ad essere al centro delle discussioni. L’atteggiamento che i paesi del G7 intendono adottare, nei confronti della Russia, sarà improntato alla massima diplomazia, dove, nella prima fase si eviteranno nuove sanzioni per il Cremlino. L’obiettivo è verificare se la Russia è pronta ad impegnarsi in maniera costruttiva per la stabilità del paese ucraino. Per Mosca l’esclusione dal G8, in seguito ai fatti della Crimea e dei disordini nella parte orientale dell’Ucraina, ha rappresentato un costo politico ed un danno di immagine a livello internazionale, non indifferente. Nel vertice si è segnalata una divisione di vedute tra i paesi europei e gli Stati Uniti, che sembrano volere adottare una posizione più dura verso la Russia. La Casa Bianca, infatti, potrebbe essere orientata, pur nel solco dell’azione diplomatica, ad inasprire le sanzioni verso Mosca. Questa sensazione è supportata dalle dichiarazioni fatte da Obama nel corso della sua ultima visita in Polonia, dove ha denunciato il comportamento non chiaro della Russia, che avrebbe inviato suoi militari senza segni identificativi a sostenere l’azione dei ribelli dell’Ucraina orientale ed ha definito come inaccettabile l’occupazione della Crimea. Ma senza valutare l’azione e gli effetti della politica del nuovo presidente ucraino Poroshenko, appare prematuro parlare di nuove sanzioni da parte degli USA, che hanno, peraltro, assicurato nuovi aiuti, sia economici che di materiale a Kiev. La UE punta, invece, su una maggiore cooperazione con l’Ucraina, che dovrà essere ufficializzata con la firma dell’accordo di partenariato entro la fine di Giugno. L’azione dell’Unione Europea riguarderà anche accordi di associazione con la Moldova e la Georgia, che potrebbero non essere graditi a Mosca. All’interno del G7 si delineano, quindi, due strategie, che ricalcano il comportamento fin qui tenuto da USA e UE. Due tattiche differenti, che non riescono a trovare una sintesi comune e che rischiano di provocare la ripetizione del caso ucraino o il suo aggravamento. La questione principale è che la Russia non gradisce intromissioni in quello che ritiene il suo spazio vitale, anche se valica i propri confini statali. Si possono comprendere le ambizioni della UE di allargare il suo mercato, meno il percorso per conseguire questo risultato: senza un coinvolgimento russo, questi progetti sono destinati a provocare nuove crisi internazionali. Certamente l’atteggiamento di Mosca non è condivisibile, ma continuare a perseverare andando in un solo senso risulta anti economico; volenti o nolenti occorre fare i conti con Mosca e l’unico modo è quello di aprire tavoli di negoziato congiunto, che il Cremlino non potrà rifiutare, per uscire dall’isolamento internazionale. Probabilmente questa soluzione è invisa a Washington, che preferisce, in questa fase, mantenere la Russia isolata e non coinvolgerla in processi del genere; ma questa mancanza di unità segnala la debolezza politica della UE, che deve accontentarsi di espedienti e di piccoli passi per cercare di raggiungere i propri obiettivi. Gli Stati Uniti sono consci di questa debolezza dovuta alla mancanza di una politica estera comune condivisa da tutti i membri e, soprattutto, non sostenuta da un supporto istituzionale tale da imporsi a livello comunitario e quindi continuano, alla fine, ad imporre la loro strategia. Mosca, intanto, resta alla finestra in attesa di sviluppi. Nel vertice saranno anche affrontati i temi relativi alla strategia energetica ed ai rapporti commerciali, sempre più importanti nel quadro della contesa con la Russia.

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