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venerdì 25 luglio 2014

Sempre più tesa la situazione tra USA e Russia

Neppure l’abbattimento dell’aereo civile della Malesia è riuscito a fermare il conflitto ucraino, o, quantomeno, imporre una tregua. I missili dei ribelli filorussi, alcuni giorni dopo avere colpito l’aereo di linea, hanno abbattuto due aerei militari ucraini a soli 15 chilometri di distanza dal luogo della tragedia del velivolo civile, un fatto che costituisce senz’altro un indizio su chi ha sparato contro il Jet della Malaysian Airlines. Ma se il conflitto continua, anche le speranze di un cambio di atteggiamento da parte di Mosca, dopo l’accaduto, sembrano essere vane. A sostenere questa tesi è il governo statunitense, che ha accusato Mosca di avere aperto il fuoco dal proprio territorio contro i militari ucraini impegnati a combattere i ribelli, ed avere rifornito questi ultimi di nuovi armamenti missilistici. Washington ha accusato apertamente Mosca di avere collaborato con i ribelli filorussi nell’occasione che ha determinato la caduta del volo di linea, in quanto senza personale specializzato russo, non sarebbe potuto essere lanciato il missile, del tipo BUK SA-11, che sarebbe stato individuato dai sistemi satellitari statunitensi. Se le prove americane dovessero essere confermate, per la Russia sarebbe difficile gestire sul piano internazionale, anche le accuse successive di avere continuato a fornire armamenti ai ribelli. Mosca, nel frattempo, sembra accusare gli effetti economici delle sanzioni, ma questo non ha provocato un cambiamento nella condotta della disputa ucraina, così come nulla ha cambiato lo sdegno internazionale per la morte delle 258 persone, tra passeggeri ed personale di bordo dell’aereo della Malesia; il Cremlino, infatti, continua ad appoggiare, anche politicamente, la ribellione dei territori orientali del paese ucraino. Anche la circostanza che le truppe russe presenti al confine con Kiev siano passate da 12.000 a 15.000 effettivi, contribuisce a sostenere i timori della Casa Bianca. Con le sanzioni che non sortiscono gli effetti sperati, per l’occidente si presenta la necessità di elaborare nuove strategie per contenere la pressione di Mosca su Kiev. Se la strada delle sanzioni economiche può essere inasprita, nonostante le resistenze dei paesi europei occidentali, Washington dovrà valutare se intensificare gli aiuti finanziari al governo di Kiev e, soprattutto, se assumere un impegno di tipo militare, che non può che iniziare con la fornitura di armi ed istruttori. Questo passo, però, potrebbe fare precipitare i rapporti tra i due paesi, che stanno già attraversando il punto più basso dalla guerra fredda. Certamente in aiuto degli Stati Uniti, potrebbe essere essenziale che lo sdegno internazionale per la sciagura dell’aereo malese, si trasformasse in azioni concrete contro Mosca. Appaiono proprio in quest’ottica le accuse, in parte già provate, che gli USA stanno facendo alla Russia: un tentativo di addensare la rabbia che sta aumentando nei paesi europei, per stimolare una reazione istituzionale. Ciò potrebbe anche permettere una maggiore coesione tra USA ed Europa, per superare le differenze di visione, che hanno determinato un approccio totalmente differente da tenere nei confronti della Russia. Per Washington presentare delle misure contro la Russia in modo univoco con l’Europa è giudicato essenziale per ridurre l’azione nei confronti dell’Ucraina e l’evoluzione della situazione impone tempi decisionali sempre più stretti. Quello che si prefigura è un periodo di grande instabilità internazionale che potrà aver delle ripercussioni sui tanti casi difficili che condizionano gli equilibri mondiali.

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