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martedì 9 dicembre 2014
Il Senato USA presenta il rapporto sull'uso della tortura dopo l'undici settembre
Il rapporto sulle violenze della CIA, sui detenuti incarcerati a seguito degli attentati dell’undici settembre 2001 è giunto alle sue conclusioni. Conclusioni che sono contenute nelle 6.000 pagine che costituiscono il rapporto e che non saranno rese pubbliche integralmente, ma sarà soltanto di pubblico dominio un riassunto di circa 500 pagine. L’oggetto dell’indagine sono i metodi usati per prevenire altri attentati, secondo il volere dell’amministrazione guidata dal presidente George W. Bush; tali metodi comprendevano la tortura, il rapimento e la custodia in carceri spesso non ufficiali e quindi non soggette alle leggi statunitensi. Il rapporto contiene conclusioni che appurano l’uso indiscriminato di metodi di tortura ed attesta che, circa l’uso di tali metodi, la CIA ha mentito alla Casa Bianca ed al Congresso in maniera ufficiale. Il lavoro di indagine è costato circa 40 milioni di dollari ed è stato sviluppato su di un arco temporale di tre anni. Nonostante la maggioranza ei repubblicani rifiuti le conclusioni del rapporto, l’opera non appartiene soltanto ad esponenti del partito democratico ma ha vistola partecipazione attiva di due senatori del partito repubblicano. Quello contenuto nel rapporto non presenta una novità: le testimonianze dei prigionieri ed anche degli stessi agenti della CIA, rilasciate in modo diretto ed indiretto, avevano reso pubblici i metodi seguiti dagli USA per le prevenzione di altri possibili attentati e la ricerca dei colpevoli di quello alle torri gemelle ed al Pentagono; tuttavia il rapporto del senato degli Stati Uniti sancisce in maniera ufficiale, che la nazione impegnata ad esportare la democrazia nel mondo, ha fatto uso della tortura attraverso i suoi funzionari per raggiungere questi scopi. Si è trattato di una illegalità diffusa con la quale si cercava di proteggere il proprio paese, anche attraverso abusi e violazione dei più elementari diritti civili. Proprio per questi motivi le modalità adottate dalla CIA vengono definite sproporzionate per gli scopi che dovevano perseguire. La commissione che ha indagato su questi fatti è stata fatta oggetto di spionaggio da parte della CIA, la quale ha anche preparato un proprio rapporto per confutare queste tesi, in modo da ridurre il più possibile l’impatto della relazione del senato sulla società americana. Obama, che ha avuto il grande merito di porre fine ai metodi di detenzione preventiva e segreta, si trova in una situazione difficile: politicamente l’avanzata repubblicana non può che fare registrare che i sentimenti del paese non potranno che essere indulgenti verso l’operato della CIA, ma sul piano internazionale l’inquilino della Casa Bianca dovrà, per forza di cose fornire spiegazioni. Il presidente statunitense ha indicato che le situazioni peculiari in cui si sono ritrovati gli Stati Uniti, dopo l’undici settembre, hanno generato metodi al di fuori della legge per la protezione del paese e che ciò, quindi, deve costituire una attenuante ambientale in cui sono maturati i metodi contestati. Certamente negli USA si è sviluppato, in quel periodo, un senso di disorientamento totale, per un attacco portato all’interno dei confini statali come non era mai avvenuto; ma quello che si è prefigurato non è stata l’iniziativa singola di alcuni funzionari, quanto una organizzazione sistematica di parti ufficiali dello stato. La circostanza non è da sottovalutare, spesso gli Stati Uniti sono in prima fila per la tutela dei diritti nei confronti di altri paesi, come la Cina e la Russia, come il caso ucraino insegna. Deve essere anche specificato che in queste nazioni non sarebbe stato possibile rendere pubblico una tale violazione, ma è indubbio che il prestigio americano, sul piano internazionale, non può che risultare ridotto, anche se i fatti investigati riguardano aspetti già noti. Vi è anche un ulteriore aspetto che non contribuisce a migliorare l’immagine degli USA ed quello relativo alla punibilità di chi materialmente ha compiuto questi atti lesivi di diritti elementari; costoro, infatti, non saranno soggetti ad alcuna sanzione, ne amministrativa e neppure penale perché coperti dal segreto. Con questa condizione il rapporto del senato non ha alcun effetto pratico, se non quello di portare a conoscenza i metodi praticati dallo stato americano. Certamente non si tratta di cosa da poco, che costituisce una ammissione di colpevolezza, ma si tratta di una ammissione generalizzata che assume soltanto un valore politico, senza alcun effetto pratico. La questione presenta per i funzionari americani, da Obama fino a quelli di grado minore un alto tasso di problematicità, ma non può essere risolta senza una unità politica, di cui gli USA al momento, non solo non dispongono, ma da cui sono molto lontani.
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