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venerdì 13 novembre 2015
Lo Stato islamico minaccia la Russia
Un video dello Stato islamico minaccia la Russia. Secondo questo video messaggio il paese russo potrebbe essere colpito da una ondata di attentati di matrice islamica, come ritorsione dell’impegno di Mosca al fianco delle forze regolari siriane contro il califfato. Queste minacce seguono l’esplosione che ha causato la caduta dell’aereo di linea russo, che effettuava il collegamento dal Sinai alla Russia. La rivendicazione dello Stato islamico era stata effettuata appena dopo che l’aereo era precipitato, ma era stato rivendicato l’uso di un missile, strumento che, è stato accertato, non è stato usato nell’attentato; infatti il mezzo più probabile è stato un ordigno caricato nella stiva dell’aeroplano, che ne ha provocato l’esplosione in volo. Questo non esclude una azione dello Stato islamico, che è frazionato in diverse formazioni, ma sopratutto, la pista dell’attentato risulta essere la più accreditata. Mosca, quindi, ha già iniziato ad essere oggetto del terrorismo islamico, fatto che rientrava nelle possibilità di verificarsi, dopo l’impegno sul terreno siriano dell’armata di Mosca. La recente minaccia ricalca quelle già dirette verso l’occidente: corredata da un apparato scenico molto forte, con riprese di decapitazioni e minacce sanguinarie, sembra, ad una prima impressione, rivolta a rinforzare la convinzione degli appartenenti allo Stato islamico della capacità del califfato di colpire oltre i suoi confini, in un delirio di onnipotenza per portare al difuori della regione medio orientale il dominio islamista. In realtà la minacci alla Russia è qualcosa di più della propaganda violenta che lo Stato islamico riserva ai propri nemici. All’interno della Russia, infatti, nell’area caucasica le zone dove l’islamismo sunnita è molto forte sono molte e da queste regioni provengono gran parte dei combattenti stranieri europei, arruolati nelle forze armate dello Stato islamico e dove si sono distinti per capacità militare notevole. Occorre ricordare anche la presenza di territori all’interno dello stato russo dove l’azione repressiva delle forze di Mosca ha lasciato diversi strascichi nella popolazione, come nella Cecenia, regione contraddistinta da una forte connotazione religiosa mescolata ad istanze di indipendenza dalla Russia. Lo scontento per le rigida applicazione repressiva praticata dal Cremlino, ha prodotto, sopratutto tra i giovani una aderenza sempre più forte, per il rifugio delle proprio istanze, all’interno dell’islam più radicale, capace di canalizzare la ribellione verso la Russia in un’ottica religiosa. Questi sviluppi hanno provocato una evoluzione del terrorismo russo in un impegno al di fuori dei propri confini, in aiuto dei combattenti islamici del califfato, provocando una identità ideologica, sostenuta dalla religione, tesa a sviluppare l’espansione del califfato, con la concreta speranza, in un futuro anche prossimo, di vedere questi effetti anche nelle loro zone di provenienza. Questo perchè l’azione politica del Cremlino e principalmente di Putin, ha privilegiato sistemi repressivi ad una strategia improntata sul dialogo e sulle concessioni a parti importanti della struttura sociale delle zone a maggioranza musulmana, favorendo così l’estremismo. L’illusione russa è stata quella di controllare con la forza una situazione, che andava gestita anche in maniera differente. Per queste ragioni le minacce alla Russia da parte dello Stato islamico appaiono molto più pericolose che quelle, pur da non sottovalutare, rivolte contro l’occidente. La presenza diretta sul territorio di Mosca, ed anche gli episodi che si sono verificati precedentemente nella storia del paese, fanno credere che a queste minacce possano seguire atti concreti, in grado di gettare il paese in uno stato di alterazione degli equilibri interni. Queste possibilità non possono non essere state valutate attentamente dal governo di Mosca prima di intraprendere le azioni al fianco di Assad, tuttavia la vicenda dell’aereo russo ha suscitato grande apprensione nella popolazione del paese, che avverte grande preoccupazione per la possibilità di atti violenti nelle città del paese. Per Putin questo scenario apre la possibilità di un incremento dell’opposizione interna, basata proprio sullo stato di insicurezza della cittadinanza; questo fronte si annuncia altrettanto difficile per il Cremlino, tanto quello internazionale.
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