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venerdì 4 dicembre 2015

Elezioni amministrative francesi: l'estrema destra favorita grazie ad una campagna contro l'invadenza islamica nel paese

A pochi giorni dalle elezioni amministrative francesi il partito di estrema destra, Fronte Nazionale, è favorito in sei regioni su dodici, escludendo la Corsica ed i dipartimenti di oltremare, che hanno una struttura politica e sociale differente dalla Francia intesa come territorio geografico. Qualsiasi sarà il risultato della competizione elettorale, i risultati nono avranno una ripercussione pratica sull’assetto del governo, ma le conseguenze poltiche non potranno non essere valutate nel caso di conferma delle previsioni, sopratutto nei modi di affrontare, non solo il terrorismo islamico, ma sopratutto la difficile situazione dovuta alla mancata integrazione degli immigrati di seconda e terza generazione.  Il motivo comune che ha caratterizzato la campagna elettorale, infatti, è stato centrato sulla troppa contaminazione della cultura islamica sui valori tradizionali francesi. Frasi come “Francia a rischio sharia” sono state quelle enunciate più volte e danno la misura dei toni, più che dei programmi, sui quali si è voluto sviluppare una campagna elettorale di una elezione che è di tipo amministrativo e dovrebbe essere caratterizzata dai programmi e dai temi legati alle problematiche locali,piuttosto che a quelle nazionali. Ma l’impressione suscitata dall’attentato a Parigi è troppo grande per potere non essere considerata in una campagna elettorale, di qualsiasi tipo sia. D’altro canto questo non è poi così vero, perchè le problematiche di molte zone, sopratutto periferiche, riguardano proprio il rapporto con i musulmani. I francesi sono molto legati alle loro tradizioni e la paura di una eccessiva invadenza della presenza islamica nella società francese può essere una leva superiore, rispetto anche ai problemi economici, pur gravi in cui versa il paese. La presenza del fondamentalismo islamico, che ha fatto diventare alcuni quartieri delle vere enclave all’interno dei nuclei cittadini, ha assunto dimensioni notevoli, ch, oltre al terrorismo, sono legate alla criminalità, ormai troppo diffusa. Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, imputa al governo Hollande la responsabilità di non avere saputo governare il fenomeno, ma questo stato di cose proviene da tempi più remoti e tutti i governi che si sono succeduti a Parigi hanno un pezzo di responsabilità ciascuno, per non avere saputo elaborare una politica concreta che sapesse mirare ad una integrazione effettiva delle generazioni successive alla prima degli immigrati arabi. Si è così arrivati all’assurdo di avere dei cittadini francesi che non si sentono tali e che combattono quella che non sentono la loro società, riconoscendosi nei valori del radicalismo islamico. Il problema in Francia è molto sentito, proprio perchè sempre più invasivo, proprio grazie ad una sorta di inattività della classe politica; ciò ha determinato un gradimento sempre crescente dell’estrema destra, che non riguarda il solito bacino elettorale ma sembra destinato a riscuotere un successo trasversale attraverso i settori più diversi della società francese. Il fatto che si preveda che il gradimento sia così suddiviso,  45% operai, 40% impiegati, 28% professionisti, rende l’idea di come nella società francese si veda il Fronte Nazionale come l’ultima opzione elettorale possibile, oltre la quale può solo profilarsi un pericoloso astensionismo. Tuttavia le ricette proposte dall’estrema destra francese, impostare una politica di durezza ed intolleranza contro tutti gli ambienti islamici rischiano di radicalizzare uno scontro che si fa sempre più minaccioso e può portare a conseguenze molto gravi. Una considerazione che non è stata fatta sui tempi degli attentati di Parigi, vicini alla data delle elezioni francesi potrebbe essere, che, tra i tanti motivi che ci sarebbero come causa degli atti terroristici, ci sarebbe anche l’intenzione di portare una maggiore divisione nella società francese come strumento di destabilizzazione collaterale da affiancare alla paura degli atti violenti. Se si dovesse arrivare a spaccare la Francia dal suo interno, dal punto di vista politico,potrebbe rallentare, ad esempio, ogni decisione da prendere per la lotta al terrorismo o misure alternative in grado di frenare l’emarginazione dei quartieri a maggioranza islamica. Non si tratta di idee fantascientifiche, lo Stato islamico, ha dimostrato di sapere elaborare strategie raffinate al fianco delle brutalità militari, ed una eventuale diffusione di queste modalità anche a livello continentale potrebbe essere il successivo gradino di una strategia in grado di sfruttare le profonde divisioni presenti nelle società europee, coincidenti con una diffusa diffidenza dell’istituzione europea, aggravata da politiche completamente sbagliate.  

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