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lunedì 25 luglio 2016

La convention democratica si apre con lo scandalo delle mail per boicottare Sanders

La convention democratica, che segue quella repubblicana, dove Trump ha ricevuto l’investitura per partecipare come candidato alle elezioni presidenziali, avrà lo scopo di superare le divisioni interne del partito, obiettivo ben più importante che la nomina ufficiale, ma scontata di Hillary Clinton, come candidata democratica alla carica di presidente degli Stati Uniti. Se nelle fasi precedenti il partito repubblicano sembrava maggiormente diviso di quello democratico, gli ultimi sviluppi hanno evidenziato come anche gli avversari di Trump siano tutt’altro che uniti. Per la verità già nella campagna elettorale per arrivare alla nomination, i due principali concorrenti, la Clinton, appunto, e Sanders avevano presentato programmi politici abbastanza distanti, che evidenziavano come la Clinton avesse un carattere più moderato e fosse espressione, tra le altre componenti, degli ambienti dell’alta finanza, mentre Sanders si era distinto per un programma più radicale, decisamente orientato più a sinistra, che vedeva i temi del lavoro e della diseguaglianza sociale come argomenti centrali. Malgrado la grande distanza di consensi tra i due candidati a favore della Clinton, quest’ultima sembrava volere inserire alcune tematiche portare avanti da Sanders, sopratutto per non perdere le quote di elettorato operaio bianco e giovanile, che costituivano il serbatoio di voti maggiore del suo avversario. L’elezione di Trump a candidato per i repubblicani, malgrado il non gradimento dei vertici del partito, ha evidenziato che il miliardario statunitense avrà l’appoggio dell’America profonda, quella più arretrata, portando il partito repubblicano su posizioni di destra, che probabilmente gli alieneranno i consensi della parte più centrale del partito. A questo punto gli strateghi della Clinton si sono mossi avendo due convinzioni ben precise: i seguaci di Sanders, benchè delusi dal dovere appoggiare la Clinton, dovranno votarla per evitare una presidenza ancora peggiore; nello stesso tempo, dati per acquisiti i voti della sinistra del partito, dovevano muoversi verso l’elettorato di centro del paese, anche quello che ha sempre votato repubblicano, per convincerlo ad evitare agli Stati Uniti una pericolosa deriva di stampo populista. In questa ottica deve essere inquadrata la nomina di un vice presidente espressione politica proprio della parte che si riconosce nelle idee più moderate del partito. Il tentativo è quello di presentare una candidata espressione di affidabilità e sicurezza proprio perchè risponde alle idee di moderazione della propria visione politica. Infatti non sono mancati i risultati concreti con l’appoggio di esponenti repubblicani moderati, che hanno annunciato pubblicamente il proprio appoggio alla candidata Clinton. Questo era lo scenario precedente alla pubblicazione delle mail nelle quali, il vertice del partito democratico, che doveva essere un organo imparziale, ha operato in modo nascosto per battere il candidato sconfitto Bernie Sanders.  Si tratta di uno scandalo certamente diventato pubblico per screditare il partito e la sua candidata lle presidenziali, una manovra da cui può trarre vantaggio il solo Trump, ma, putroppo, si tratta anche della verità. Il meccanismo ad orologeria con cui queste mail sono diventate pubbliche, alla vigilia della convention, non può certo dirsi casuale, ma questo aspetto rientra, sotto certi aspetti, nella battaglia per le elezioni presidenziali e, per quanto deprecabile, è anche giustificabile; del resto questo aspetto passa in secondo piano se si guarda alla legittimità che riguarda i modi con cui la Clinton otterrà la nomination, che passa anche per una condotta scorretta dei vertici del partito a proprio favore. Probabilmente Hillary Clinton avrebbe lo stesso ottenuto la vittoria come rappresentante dei democratici, anche grazie agli ingenti finanziamenti reperiti per la propria campagna elettorale, ma l’attività di disturbo dei vertici del partito in suo favore, suscita percezioni e sensazioni negative, che aprono la strada a dubbi sulla sua effettiva correttezza. Questo nuovo scenario potrà avere delle conseguenze in sede di campagna elettorale? Certamente Trump vorrà sfruttare a suo favore queste argomentazioni, ma la sua azione non potrà spostare troppi voti, piuttosto appare più preoccupante la possibilità che chi ha sostenuto Sanders diserti le urne, avendo un motivo in più per non votare la Clinton. Sanders ha dimostrato grande senso di responsabilità e pragmaticità politica nell’appoggiare la Clinton per evitare il pericolo Trump, tuttavia qualche defezione tra i suoi elettori è più che probabile. La sensazione è che comunque la Clinton possa arrivare alla vittoria in virtù del voto di centro e di chi ha paura che si verifichi l’eventualità Trump come presidente, ma la credibilità della Clinton andrà sicuramente ricostruita per affrontare le sfide interne ed internazionali. In ogni caso la campagna elettorale vera e propria, quella tra i due candidati deve ancora incominciare ed ogni sorpresa è ancora possibile.

1 commento:

  1. Come a dire: Demostene starebbe ancora vanamente alla ricerca di una persona onesta nel partito democratico.....

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