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mercoledì 20 settembre 2017

L'ambiguo silenzio di Bruxelles sulla questione catalana

La posizione dell’Unione Europea sulla questione catalana, anche dopo gli arresti della polizia spagnola di esponenti politici a favore del referendum sull’indipendenza della regione da Madrid, resta la stessa fissata fin dal 2004 dall’allora capo della Commissione, l’italiano Romano Prodi. In sostanza Bruxelles afferma che ogni territorio che si distacchi dallo stato membro dell’unione è automaticamente fuori dall’organizzazione di Bruxelles. In sostanza l’unione sostiene che il caso catalano rientra nelle esclusive competenze dello stato spagnolo e non può interferire con Madrid su una questione che le appartiene. Se questa posizione poteva avere alcune giustificazioni più di dieci anni indietro, nello scenario attuale devono essere considerate alcune variabili, che prima non si presentavano su questo piano. In primo luogo si ha l’esempio scozzese, nei confronti di Edimburgo non vi è stato l’analogo distacco, perchè per ragioni di opportunità, consistenti nel tentativo, poi fallito , di fare restare il Regno Unito all’interno dell’Europa, si minacciava implicitamente, una ammissione in europa della Scozia. L’atteggiamento di Bruxelles, sottoscritto da Juncker, sembra mirare a scongiurare altre prese di posizione come quella catalana, che esistono posso, potenzialmente, avere un percorso simile a quello di Barcellona. Tuttavia una legittima aspirazione all’indipendenza dei popoli, che hanno una particolare peculiarità storica non sembra debba essere negata, per mantenere equilibri istituzionali convenienti soltanto a non variare un assetto consolidato. Inoltre disinteressarsi di una eventuale condotta poco libertaria di uno stato membro dell’Europa, potrebbe aprire a soluzioni del genere anche per altre questioni. Bruxelles doveva interessarsi in maniera più particolare della questione ed eventualmente cercare di mediare tra le due parti. La Catalogna, con la decisione del referendum, esprime in modo chiaro un disagio, ma lo esprime in modo pacifico, anche se, secondo Madrid, in maniera anticostituzionale. Non è un mistero che i catalani abbiano una avversione al potere centrale spagnolo, anche perchè sono essenzialmente repubblicani; Madrid è vista come una usurpatrice e la questione economica, con il consistente drenaggio fiscale delle finanze catalane verso il centro, non fa che acuire il problema. Quello che qui importa è l’atteggiamento distaccato, ma anche imbarazzato, dei vertici europei, che si trovano davanti ad un problema che non sanno e non vogliono affrontare. L’Europa in tutti questi anni si è cristallizzata sulla posizione dell’unione di stati, senza tenere conto delle istanze di quei popoli che non si sentono parte di uno stato; il fatto grave che questo aspetto, presente in diversi casi, non è stato analizzato ne considerato, lasciandolo alla completa gestione della nazione interessata. Ciò, da un lato, è comprensibile, dato che avrebbe alterato degli equilibri, spesso non molto stabili, che concorrevano alla formazione della casa comune europea. Tuttavia pensare di superare l’Europa degli stati in favore di quella delle regioni, mantenendo cioè l’idea di Europa unita, ma al di fuori del vincolo dei confini statali, ma in favore di una autodeterminazione dei popoli, non sembra essere una idea che possa costituire un ostacolo al compimento dell’unione politica. Non è una strada agevole e certamente meno facile, ma poteva essere considerata, anche come alternativa, perchè rispondeva comunque agli ideali fondativi dell’Europa come organizzazione sovranazionale. Mantenere il silenzio sulla questione catalana per non offendere la Spagna, non aiuterà Bruxelles a guadagnare la fiducia di tutti i cittadini europei, ovvero non entrare nel merito della questione rappresenta una sorta di mancata partecipazione ad un problema che non può considerarsi soltanto nazionale, da qualunque parte stia, se possibile stabilirlo, la ragione. In conclusione l’Europa si dimostra ancora troppo debole, per potere affrontare in tutta imparzialità una questione di estrema rilevanza come questa, che potrebbe essere soltanto l’inizio di un dibattito dove sarà, prima o poi, assumere una posizione netta e decisa.

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