Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
lunedì 14 maggio 2018
Le relazioni tra USA ed Europa in pericolo per le possibili sanzioni all'Iran
Se la trattativa con la Corea del Nord si sta evolvendo in senso positivo, alla Casa Bianca ritengono che molto è dipeso dalla pressione esercitata dalle sanzioni. L’intenzione sarebbe quella di ripetere lo stesso schema con l’Iran per ridurre la pericolosità del regime di Teheran. Il primo passo in questa direzione è stata la rottura di Trump dell’accordo sul nucleare iraniano firmato da Obama insieme ai partner europei. Il problema per gli Stati Uniti è l’atteggiamento da tenere verso l’Europa, dal momento in cui scatteranno le sanzioni contro il paese iraniano e quindi potenzialmente contro le aziende che continueranno a collaborare con Teheran. La firma del trattato sul nucleare iraniano ha permesso di ridurre drasticamente le sanzioni ed ha aperto un collaborazione commerciale, che, se venisse interrotta, porterebbe notevoli perdite ad aziende tedesche, francesi, inglesi ed italiane. Occorre ricordare che solo gli Stati Uniti sono usciti, in maniera unilaterale, dal trattato, che è ancora riconosciuto da Unione Europea, Cina, Russia, Francia, Regno Unito e Germania; l’atteggiamento americano, quindi, rischia di allontanare ancora di più Washington dai propri alleati naturali, sopratutto se il governo statunitense dovesse dare seguito ai propositi del Segretario per la sicurezza nazionale, che prevede di sanzionare le società europee che intendono continuare ad avere rapporti commerciali con l’Iran. Tuttavia questa tattica presenta diverse controindicazioni, sopratutto se confrontata alla situazione nordcoreana. Prima di tutto l’Iran non è la Corea del Nord: pur provato dalle sanzioni il paese iraniano non è allo stremo come quello nordcoreano, può contare su di una efficiente struttura militare e non è affatto isolato nel contesto diplomatico. In più la posizione degli europei, che per la Corea del Nord è allineata agli Stati Uniti, è in totale disaccordo con Washington; questo elemento costituisce un punto a favore dell’Iran nella contesa con gli Stati Uniti. La determinazione di Trump è però quella di proseguire verso un regime sanzionatorio, per impedire all’Iran di diventare una potenza nucleare. Possono configurarsi due scenari, nei confronti delle aziende europee: il primo è un atteggiamento rigido, che colpisce tutte quelle imprese che intendono portare avanti la collaborazione con gli iraniani, con tutte le conseguenze del caso nei rapporti commerciali, prima, e diplomatici, dopo tra USA ed Europa, che potrebbero andare ad influire fino ai livelli più stretti di collaborazione tra le due parti; oppure Washington potrebbe scegliere una via più morbida, sul modello delle sanzioni esercitate su Cuba, dove le imprese europee erano state esentate dal regime sanzionatorio. Questo secondo scenario ha il vantaggio di preservare le relazioni con l’Europa, ma rischia di rendere inefficaci le sanzioni americane contro l’Iran, oltre a rappresentare un possibile segnale di debolezza del presidente americano. L’impressione è che la Casa Bianca non cederà tanto facilmente alle istanze europee, dando il via ad una serie di contrasti, che potrebbero aggravare la situazione di chiusura commerciale americana, cui la volontà di sanzionare l’Iran costituirà una pesante aggravante. Quello che rischia di materializzarsi è una guerra commerciale molto dura tra USA ed Europa, che si affiancherà a divergenze sempre più marcate sul piano della politica internazionale: uno scenario teso a spaccare l’occidente a favore di una frammentazione che potrà essere utile soltanto a Cina e Russia. Dal punto di vista dell’Europa, già indebolita dall’uscita dall’Unione del Regno Unito e dell’atteggiamento dei paesi orientali, si evidenzia come la necessità di una maggiore unione politica non sia più procrastinabile, per raggiungere una indipendenza economica e militare, indispensabile per agire in modo sempre più autonomo di fronte alle problematiche mondiali, che si riflettono in profondità, fino alla vita quotidiana dei suoi cittadini.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento