Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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mercoledì 12 settembre 2018
Aumenta la fame nel mondo
Il recente rapporto sullo stato di sicurezza alimentare e nutrizione del mondo elaborato dalle agenzie specializzate delle Nazioni Unite ha evidenziato un notevole incremento delle persone denutrite nel mondo, che ha raggiunto la quota di 821.000.000 di persone; un dato che riporta la questione ai livelli del 2008. In sostanza quello che si è registrato è un peggioramento sostanziale delle condizioni di vita di un numero consistente di persone ed indica un arretramento economico e politico incompatibile con il progresso raggiunto in alcune parti del mondo, apertamente in contrasto con diverse zone dell’Africa e del Sud America. Se la situazione dell’Asia rimane stabile, il che non vuole dire che vi è stato un miglioramento, la condizione circa la soddisfazione dei bisogni più elementari della vita umana risulta nel complesso peggiorata. Le implicazioni sociali di questo arretramento vogliono dire che la diseguaglianza economica profonda resta un problema che oltrepassa la giustizia sociale, ma investe le prospettive di sopravvivenza di un numero sempre più grande di persone. Se le considerazioni morali non devono essere confinate in una dimensione autonoma, che non appare sufficiente ad un discorso globale, le conseguenze di questo problema devono essere analizzate anche in ottica di ripercussioni politiche, sia all’interno degli stati che patiscono del problema delle risorse alimentari insufficienti, sia verso il cosidetto primo mondo, cioè non più soltanto l’area occidentale, ma anche le potenze emergenti come la Cina, la Russia il Brasile e diversi stati asiatici. La penuria di generi alimentari, che non riesce a garantire la sopravvivenza, non può che generare movimenti migratori ben più grandi di quelli attuali e capaci, quindi, di conseguenze politiche maggiori nei sistemi nazionali e sovranazionali oggetto dello spostamento delle persone. Gli stati ricchi tendono a contrastare l’emigrazione ma, ad esempio, sugli effetti del clima, forse la maggiore causa della denutrizione, non fanno abbastanza per contribuire a ridurre il riscaldamento globale, così come non riescono a trovare strumenti adatti per prevenire le guerre, che sono un altro fattore determinante per scarsità del cibo. Anche sul mancato sviluppo di economie spesso ricche di materie prime, ma che rientrano nei paesi oggetto di carestia, non ci sono progetti che possano creare una ricaduta del reddito a favore delle nazioni povere, ma c’è uno sfruttamento intensivo che arricchisce e favorisce società appartenenti a paesi del primo mondo, creando così, una sorta di continuazione del colonialismo, per il quale, tra l’altro, non ci sono stati neppure i giusti risarcimenti. La crescita economica resta il grande obiettivo dei paesi ricchi, ma è un dato finto, che non tiene conto delle difficoltà, intese come costi, causate proprio dalla carenza di cibo a livello globale e di tutto quello che ne consegue, anche a livello politico, dove le decisioni legislative vengono rallentate o deviate da questioni come quella migratoria. Certamente con gli attuali sistemi politici nazionali che procedono sul proprio interesse particolare, a discapito di quello generale, la questione della fame del mondo non può trovare una soluzione definitiva, ma soltanto, nella migliore delle ipotesi, rimedi parziali e localizzati a situazioni contingenti particolarmente pericolose per i paesi ricchi. Nonostante questa constatazione l’obiettivo delle Nazioni Unite è quello di arrivare entro al 2030 alla definitiva eliminazione del problema della denutrizione. Ci sono soltanto dodici anni per arrivare a questo obiettivo, che, potenzialmente potrebbe essere raggiunto anche prima, se la collaborazione tra le nazioni ricche fosse effettiva e la capacità di coordinamento delle Nazioni Unite diventasse efficace. Quello che si intende fare per combattere la fame nel mondo è intraprendere azioni continue per garantire l’approvigionamento di cibo, che dovrà essere anche di una certa qualità, attraverso azioni che investano le zone interessate. Questi progetti devono però assicurare un adeguato rifornimento idrico, altro tema intimamente connesso con la fame, un trasferimento di conoscenza nel campo della produzione alimentare, l’assicurazione dell’accesso universale alle risorse alimentari e gli adeguati finanziamenti per realizzare tutto ciò. Non è un programma impossibile se vengono assicurate le condizioni di sicurezza per gli operatori e gli abitanti e questo tema investe i rapporti con i governi e tra gli stati, fino a diventare il primo fattore determinante per il raggiungimento dell’obiettivo.
The hunger in the world increases
The
recent report on the state of food security and nutrition in the world
elaborated by the specialized agencies of the United Nations has shown a
remarkable increase of the undernourished people in the world, that has
reached the quota of 821.000.000 of people; a
fact that brings the question back to 2008 levels. In essence what has
been recorded is a substantial deterioration in the living conditions of
a large number of people and indicates an economic and political
retreat incompatible with the progress achieved in some parts of the
world, openly in contrast to different parts of Africa and South America. If
the situation in Asia remains stable, which does not mean that there
has been an improvement, the condition regarding the satisfaction of the
most basic needs of human life has generally deteriorated. The
social implications of this retreat mean that deep economic inequality
remains a problem that goes beyond social justice, but invests the
survival prospects of an ever greater number of people. If
moral considerations are not to be confined to an autonomous dimension,
which does not appear sufficient to a global discourse, the
consequences of this problem must also be analyzed with a view to
political repercussions, both within states suffering from the problem
of food resources insufficient,
both to the so-called first world, that is no longer only the western
area, but also emerging powers such as China, Russia, Brazil and several
Asian states. The
shortage of foodstuffs, which can not guarantee survival, can only
generate migratory movements that are much larger than the current ones
and therefore capable of greater political consequences in the national
and supranational systems that are the object of the movement of people.
Rich
states tend to thwart emigration but, for example, on the effects of
climate, perhaps the major cause of malnutrition, do not do enough to
help reduce global warming, just as they can not find suitable tools to
prevent wars, which are another determining factor for food scarcity. Even
on the lack of development of economies often rich in raw materials,
but which fall into the countries of famine, there are no projects that
can create a return to income for poor nations, but there is an
intensive exploitation that enriches and favors society belonging
to countries of the first world, thus creating a sort of continuation
of colonialism, for which, among other things, there were not even the
right reparations. Economic
growth remains the big goal of the rich countries, but it is a fake
datum, which does not take into account the difficulties, understood as
costs, caused precisely by the lack of food at the global level and all
that follows, even at the political level. where legislative decisions are slowed down or diverted from issues such as migration. Certainly
with the current national political systems that proceed on their own
particular interest, to the detriment of the general one, the question
of world hunger can not find a definitive solution, but only, at best,
partial and localized remedies to particularly dangerous contingent
situations for rich countries. Despite this observation, the UN goal is to arrive at the final elimination of the problem of malnutrition by 2030. There
are only twelve years to reach this goal, which could potentially be
achieved even before, if the collaboration between the rich nations was
effective and the coordination capacity of the UN became effective. What
we intend to do to fight hunger in the world is to take continuous
actions to ensure the supply of food, which must also be of a certain
quality, through actions that invest the affected areas. However,
these projects must ensure adequate water supply, another theme
intimately connected with hunger, a transfer of knowledge in the field
of food production, the assurance of universal access to food resources
and adequate funding to achieve all this. It
is not an impossible program if the safety conditions are guaranteed
for the operators and the inhabitants and this theme invests the
relations with the governments and between the states, until becoming
the first determining factor for the achievement of the objective.
El hambre en el mundo aumenta
El
reciente informe sobre el estado de la seguridad alimentaria y la
nutrición en el mundo elaborado por los organismos especializados de las
Naciones Unidas ha registrado un aumento significativo de personas
desnutridas en el mundo que ha alcanzado la cuota de 821 millones de
personas; un
hecho que trae el asunto a los niveles de 2008. En esencia que se ha
producido un deterioro sustancial en las condiciones de vida de un gran
número de personas y significó un revés económico y político
incompatible con el progreso logrado en algunas partes del mundo, abiertamente en contraste con diferentes partes de África y América del Sur. Si
la situación en Asia se mantiene estable, lo que no significa que haya
habido una mejora, la condición con respecto a la satisfacción de las
necesidades más básicas de la vida humana generalmente se ha
deteriorado. Las
implicaciones sociales de este retiro significan que la profunda
desigualdad económica sigue siendo un problema que va más allá de la
justicia social, pero que invierte las perspectivas de supervivencia de
un número cada vez mayor de personas. Si
las consideraciones morales no deben limitarse a una dimensión
autónoma, que no parece suficiente para un discurso global, las
consecuencias de este problema también deben analizarse en las
repercusiones políticas ópticos, tanto dentro de los estados que padecen
el problema de los recursos alimenticios insuficiente,
tanto para el llamado primer mundo, que ya no es solo el área
occidental, sino también las potencias emergentes como China, Rusia,
Brasil y varios estados asiáticos. La
escasez de alimentos, que no pueden garantizar la supervivencia, sólo
pueden conducir a la migración mucho mayor que la actual y capaz, por lo
tanto, de las principales consecuencias políticas en materia de
sistemas nacionales y supranacionales de la circulación de las personas.
Los
estados ricos tienden a frustrar la emigración, pero, por ejemplo,
sobre los efectos del clima, tal vez la principal causa de desnutrición,
no hacen lo suficiente para ayudar a reducir el calentamiento global,
del mismo modo que no pueden encontrar las herramientas adecuadas para
evitar guerras, que son otro factor determinante para la escasez de alimentos. Incluso
en la falta de desarrollo de economías a menudo ricas en materias
primas, pero que caen en los países de hambruna, no hay proyectos que
puedan generar un retorno al ingreso para las naciones pobres, pero hay
una explotación intensiva que enriquece y favorece a la sociedad perteneciente
a países del primer mundo, creando así una especie de continuación del
colonialismo, para lo cual, entre otras cosas, ni siquiera existían las
reparaciones correctas. El
crecimiento económico sigue siendo el principal desafío de los países
ricos, pero es una falsificación dado, que no tienen en cuenta las
dificultades, se entienden como los costos, causadas precisamente por la
falta de alimentos global y todo lo que va con ella, incluyendo la
política, donde las decisiones legislativas se ralentizan o se desvían de cuestiones como la migración. Ciertamente,
con los sistemas políticos nacionales actuales que proceden en su
especial interés, a expensas de la general, el problema del hambre
mundial no puede encontrar una solución definitiva, pero sólo en el
mejor de los remedios parciales y localizadas a contingencias
especialmente peligrosas para los países ricos. A pesar de esta observación, el objetivo de la ONU es llegar a la eliminación final del problema de la desnutrición para 2030. Solo
quedan doce años para alcanzar este objetivo, que podría lograrse
incluso antes, si la colaboración entre las naciones ricas fuera
efectiva y la capacidad de coordinación de la ONU se hiciera efectiva. Lo
que tenemos la intención de hacer para luchar contra el hambre en el
mundo es tomar medidas continuas para garantizar el suministro de
alimentos, que también debe ser de cierta calidad, a través de acciones
que inviertan las áreas afectadas. Sin
embargo, estos proyectos deben garantizar un suministro de agua
adecuado, otro tema íntimamente relacionado con el hambre, una
transferencia de conocimiento en el campo de la producción de alimentos,
la garantía del acceso universal a los recursos alimentarios y una
financiación adecuada para lograr todo esto. No
es un programa imposible si las condiciones de seguridad están
garantizadas para los operadores y los habitantes y este tema invierte
las relaciones con los gobiernos y entre los estados, hasta convertirse
en el primer factor determinante para la consecución del objetivo.
Der Hunger in der Welt steigt
Der
kürzlich von den Sonderorganisationen der Vereinten Nationen
ausgearbeitete Bericht über den Stand der Ernährungssicherheit in der
Welt hat eine bemerkenswerte Zunahme der unterernährten Menschen in der
Welt gezeigt, die die Quote von 821.000.000 Menschen erreicht hat; eine
Tatsache, die die Frage auf das Niveau von 2008 zurückführt: Im
Wesentlichen wurde eine erhebliche Verschlechterung der
Lebensbedingungen vieler Menschen verzeichnet, was auf einen
wirtschaftlichen und politischen Rückzug hindeutet, der mit den in
einigen Teilen der Welt erzielten Fortschritten unvereinbar ist. offen im Gegensatz zu verschiedenen Teilen Afrikas und Südamerikas. Wenn
die Situation in Asien stabil bleibt, was nicht bedeutet, dass es eine
Verbesserung gegeben hat, hat sich die Bedingung hinsichtlich der
Befriedigung der grundlegendsten Bedürfnisse des menschlichen Lebens im
Allgemeinen verschlechtert. Die
sozialen Implikationen dieses Rückzugs bedeuten, dass tiefe
wirtschaftliche Ungleichheit ein Problem bleibt, das über soziale
Gerechtigkeit hinausgeht, aber die Überlebenschancen einer immer
größeren Anzahl von Menschen einbezieht. Wenn
sich moralische Erwägungen nicht auf eine autonome Dimension
beschränken sollen, die einem globalen Diskurs nicht ausreichend
erscheint, müssen die Folgen dieses Problems auch im Hinblick auf
politische Auswirkungen analysiert werden, sowohl in Staaten, die unter
dem Problem der Nahrungsmittelressourcen leiden unzureichend,
sowohl für die so genannte erste Welt, die nicht mehr nur der westliche
Raum ist, sondern auch für aufstrebende Mächte wie China, Russland,
Brasilien und mehrere asiatische Staaten. Der
Mangel an Nahrungsmitteln, der das Überleben nicht garantieren kann,
kann nur Migrationsbewegungen erzeugen, die viel größer sind als die
gegenwärtigen und daher zu größeren politischen Konsequenzen in den
nationalen und supranationalen Systemen, die Gegenstand des
Personenverkehrs sind, führen. Reiche
Staaten tendieren dazu, die Auswanderung zu verhindern, aber zum
Beispiel durch die Auswirkungen des Klimas, vielleicht der Hauptursache
von Unterernährung, nicht genug tun, um die globale Erwärmung zu
verringern, genauso wie sie keine geeigneten Instrumente zur
Verhinderung von Kriegen finden können. das sind ein weiterer entscheidender Faktor für Nahrungsmittelknappheit. Selbst
wenn es an der Entwicklung von Volkswirtschaften mangelt, die oft reich
an Rohstoffen sind, aber in die Länder der Hungersnot fallen, gibt es
keine Projekte, die armen Ländern eine Rückkehr zum Einkommen
ermöglichen, aber es gibt eine intensive Ausbeutung, die die
Gesellschaft bereichert und begünstigt zu
den Ländern der Ersten Welt gehören und damit eine Art Fortführung des
Kolonialismus schaffen, für den es unter anderem nicht die richtigen
Reparationen gab. Das
Wirtschaftswachstum bleibt das große Ziel der reichen Länder, aber es
ist ein falsches Datum, das die Schwierigkeiten nicht berücksichtigt,
die als Kosten verstanden werden, verursacht gerade durch den Mangel an
Nahrung auf der globalen Ebene und alles, was folgt, sogar auf der
politischen Ebene. wo legislative Entscheidungen verlangsamt oder von Themen wie Migration abgelenkt werden. Sicherlich
kann die Frage des Welthungers bei den gegenwärtigen nationalen
politischen Systemen, die zu ihrem eigenen besonderen Interesse zu
Lasten des allgemeinen gehen, keine endgültige Lösung finden, sondern
bestenfalls partielle und lokalisierte Abhilfen für besonders
gefährliche Situationen für reiche Länder. Trotz
dieser Beobachtung besteht das Ziel der Vereinten Nationen in der
endgültigen Beseitigung des Problems der Unterernährung bis 2030. Es
gibt nur zwölf Jahre, um dieses Ziel zu erreichen, das möglicherweise
schon vorher erreicht werden könnte, wenn die Zusammenarbeit zwischen
den reichen Nationen effektiv wäre und die Koordinierungskapazität der
Vereinten Nationen wirksam werden würde. Was
wir tun wollen, um den Hunger in der Welt zu bekämpfen, ist es, durch
Maßnahmen, die die betroffenen Gebiete investieren, kontinuierliche
Maßnahmen zu ergreifen, um die Versorgung mit Nahrungsmitteln
sicherzustellen, die ebenfalls eine gewisse Qualität aufweisen müssen. Diese
Projekte müssen jedoch eine angemessene Wasserversorgung sicherstellen,
ein weiteres Thema, das eng mit dem Hunger verbunden ist, einen
Wissenstransfer im Bereich der Nahrungsmittelproduktion, die
Gewährleistung eines universellen Zugangs zu Nahrungsmitteln und eine
angemessene Finanzierung, um all dies zu erreichen. Es
ist kein unmögliches Programm, wenn die Sicherheitsbedingungen für die
Betreiber und die Bewohner gewährleistet sind und dieses Thema die
Beziehungen zu den Regierungen und zwischen den Staaten anlegt, bis es
der erste bestimmende Faktor für die Erreichung des Ziels ist.
La faim dans le monde augmente
Le
récent rapport sur l'état de la sécurité alimentaire et de la nutrition
dans le monde élaboré par les institutions spécialisées des Nations
Unies a montré une augmentation remarquable du nombre de personnes
sous-alimentées dans le monde, qui a atteint le quota de 821 000 000 de
personnes; un
fait qui ramène la question aux niveaux de 2008. Ce qui a été
enregistré est essentiellement une détérioration substantielle des
conditions de vie d'un grand nombre de personnes et un recul économique
et politique incompatible avec les progrès réalisés dans certaines
parties du monde, ouvertement en contraste avec différentes régions d'Afrique et d'Amérique du Sud. Si
la situation en Asie reste stable, ce qui ne signifie pas qu'il y a eu
une amélioration, la condition relative à la satisfaction des besoins
les plus fondamentaux de la vie humaine s'est généralement détériorée. Les
implications sociales de ce recul signifient que l'inégalité économique
profonde reste un problème qui dépasse la justice sociale, mais
investit les perspectives de survie d'un nombre toujours plus grand de
personnes. Si
les considérations morales ne doivent pas se limiter à une dimension
autonome, ce qui ne semble pas suffisant à un discours global, les
conséquences de ce problème doivent également être analysées en vue de
répercussions politiques, tant au sein des Etats souffrant du problème
des ressources alimentaires. insuffisant,
tant pour le soi-disant premier monde, qui n'est plus seulement la zone
occidentale, mais également pour les puissances émergentes telles que
la Chine, la Russie, le Brésil et plusieurs États asiatiques. La
pénurie de denrées alimentaires, qui ne peut garantir la survie, ne
peut que générer des mouvements migratoires beaucoup plus importants que
les mouvements actuels et donc avoir des conséquences politiques plus
importantes dans les systèmes nationaux et supranationaux qui font
l’objet de la circulation des personnes. Les
États riches ont tendance à contrecarrer l'émigration mais, par
exemple, sur les effets du climat, peut-être la principale cause de
malnutrition, ne font pas assez pour aider à réduire le réchauffement
climatique, tout comme ils ne trouvent pas d'outils appropriés pour
prévenir les guerres. qui sont un autre facteur déterminant de la pénurie alimentaire. Même
en l'absence de développement des économies souvent riches en matières
premières, mais qui tombent dans les pays de famine, aucun projet ne
peut créer un retour aux revenus pour les pays pauvres, mais une
exploitation intensive qui enrichit et favorise la société appartenant
à des pays du premier monde, créant ainsi une sorte de continuation du
colonialisme, pour lequel, entre autres, il n'y avait même pas de bonnes
réparations. La
croissance économique reste l’objectif majeur des pays riches, mais
c’est une fausse donnée, qui ne tient pas compte des difficultés,
comprises comme des coûts, causées précisément par le manque de
nourriture au niveau mondial et tout ce qui suit, même au niveau
politique. où les décisions législatives sont ralenties ou détournées de problèmes tels que la migration. Certes,
avec les systèmes politiques nationaux actuels qui agissent dans leur
intérêt propre, au détriment du système général, la question de la faim
dans le monde ne peut trouver de solution définitive, mais au mieux des
solutions partielles et localisées à des situations contingentes
particulièrement dangereuses. pour les pays riches. Malgré cette observation, l'objectif de l'ONU est d'arriver à l'élimination finale du problème de la malnutrition d'ici 2030. Il
n'y a que douze ans pour atteindre cet objectif, qui pourrait être
atteint avant même que la collaboration entre les pays riches soit
efficace et que la capacité de coordination des Nations Unies devienne
effective. Ce
que nous avons l'intention de faire pour lutter contre la faim dans le
monde, c'est de prendre des mesures continues pour assurer
l'approvisionnement en nourriture, qui doit également être d'une
certaine qualité, par des actions qui investissent les zones touchées. Cependant,
ces projets doivent garantir un approvisionnement en eau adéquat, un
autre thème intimement lié à la faim, un transfert de connaissances dans
le domaine de la production alimentaire, l'assurance d'un accès
universel aux ressources alimentaires et un financement adéquat pour
atteindre tout cela. Ce
n'est pas un programme impossible si les conditions de sécurité sont
garanties pour les opérateurs et les habitants et ce thème investit les
relations avec les gouvernements et entre les États, jusqu'à devenir le
premier facteur déterminant pour la réalisation de l'objectif.
A fome no mundo aumenta
O
recente relatório sobre o estado da segurança alimentar e nutricional
no mundo elaborado pelas agências especializadas das Nações Unidas
mostrou um notável aumento das pessoas subnutridas no mundo, que atingiu
a cota de 821.000.000 de pessoas; um
fato que traz a questão de volta aos níveis de 2008. Em essência, o que
foi registrado é uma deterioração substancial nas condições de vida de
um grande número de pessoas e indica um recuo econômico e político
incompatível com o progresso alcançado em algumas partes do mundo, abertamente em contraste com diferentes partes da África e da América do Sul. Se
a situação na Ásia permanece estável, o que não significa que houve uma
melhora, a condição relativa à satisfação das necessidades mais básicas
da vida humana geralmente se deteriorou. As
implicações sociais desse retiro significam que a profunda desigualdade
econômica continua sendo um problema que vai além da justiça social,
mas investe as perspectivas de sobrevivência de um número cada vez maior
de pessoas. Se
as considerações morais não devem ser confinadas a uma dimensão
autônoma, que não parece suficiente para um discurso global, as
conseqüências desse problema também devem ser analisadas com vistas a
repercussões políticas, tanto dentro dos estados que sofrem com o
problema dos recursos alimentares. insuficiente,
tanto para o chamado primeiro mundo, que não é mais apenas a área
ocidental, mas também potências emergentes como China, Rússia, Brasil e
vários estados asiáticos. A
escassez de gêneros alimentícios, que não pode garantir a
sobrevivência, só pode gerar movimentos migratórios muito maiores que os
atuais e, portanto, capazes de maiores consequências políticas nos
sistemas nacionais e supranacionais que são objeto do movimento de
pessoas. Os
estados ricos tendem a impedir a emigração, mas, por exemplo, os
efeitos do clima, talvez a principal causa da desnutrição, não fazem o
suficiente para ajudar a reduzir o aquecimento global, assim como não
conseguem encontrar ferramentas adequadas para prevenir guerras. que são outro fator determinante para a escassez de alimentos. Mesmo
na falta de desenvolvimento de economias muitas vezes ricas em
matérias-primas, mas que caem nos países da fome, não há projetos que
possam gerar retorno para as nações pobres, mas há uma exploração
intensiva que enriquece e favorece a sociedade. pertencendo
a países do primeiro mundo, criando assim uma espécie de continuação do
colonialismo, para o qual, entre outras coisas, não havia nem mesmo as
reparações corretas. O
crescimento econômico continua sendo o grande objetivo dos países
ricos, mas é um dado falso, que não leva em conta as dificuldades,
entendidas como custos, causados justamente pela falta de alimentos no
nível global e tudo o que se segue, mesmo no nível político. onde as decisões legislativas são retardadas ou desviadas de questões como a migração. Certamente
com os atuais sistemas políticos nacionais que procedem em seu próprio
interesse particular, em detrimento do geral, a questão da fome no mundo
não pode encontrar uma solução definitiva, mas apenas, na melhor das
hipóteses, remédios parciais e localizados para situações contingentes
particularmente perigosas. para os países ricos. Apesar dessa observação, a meta da ONU é chegar à eliminação final do problema da desnutrição até 2030. Há
apenas doze anos para atingir essa meta, que poderia ser alcançada
mesmo antes, se a colaboração entre as nações ricas fosse eficaz e a
capacidade de coordenação da ONU se tornasse efetiva. O
que pretendemos fazer para combater a fome no mundo é tomar ações
contínuas para garantir o fornecimento de alimentos, que também devem
ser de certa qualidade, por meio de ações que investem nas áreas
afetadas. No
entanto, esses projetos devem garantir o abastecimento adequado de
água, outro tema intimamente ligado à fome, uma transferência de
conhecimento no campo da produção de alimentos, a garantia do acesso
universal aos recursos alimentares e um financiamento adequado para
alcançar tudo isso. Não
é um programa impossível se as condições de segurança são garantidas
para os operadores e para os habitantes e este tema investe nas relações
com os governos e entre os estados, até se tornar o primeiro fator
determinante para a consecução do objetivo.
Голод в мире увеличивается
Недавний
доклад о состоянии продовольственной безопасности и питания в мире,
разработанный специализированными учреждениями Организации Объединенных
Наций, показал значительное увеличение числа недоедающих людей в мире,
достигших квоты в 821 000 000 человек; факт,
который возвращает вопрос к уровням 2008 года. По сути, что было
зафиксировано, это существенное ухудшение условий жизни большого числа
людей и указывает на экономическое и политическое отступление,
несовместимое с прогрессом, достигнутым в некоторых частях мира, открыто в отличие от разных частей Африки и Южной Америки. Если
ситуация в Азии остается стабильной, что не означает, что произошло
улучшение, условие удовлетворения самых основных потребностей
человеческой жизни в целом ухудшилось. Социальные
последствия этого отступления означают, что глубокое экономическое
неравенство остается проблемой, выходящей за рамки социальной
справедливости, но вкладывает в перспективы выживания все большего числа
людей. Если
моральные соображения не должны ограничиваться автономным измерением,
которое не представляется достаточным для глобального дискурса,
последствия этой проблемы также должны анализироваться в целях
политических последствий как внутри государств, страдающих от проблемы
продовольственных ресурсов недостаточно,
как для так называемого первого мира, это уже не только западная
область, но и развивающиеся державы, такие как Китай, Россия, Бразилия и
несколько азиатских государств. Недостаток
продовольствия, который не может гарантировать выживание, может только
порождать миграционные движения, которые намного больше нынешних и,
следовательно, способны к большим политическим последствиям в
национальных и наднациональных системах, которые являются объектом
движения людей. Богатые
государства, как правило, препятствуют эмиграции, но, например,
воздействие климата, возможно, основная причина недоедания, недостаточно
делают для уменьшения глобального потепления, так же как они не могут
найти подходящие инструменты для предотвращения войн, которые являются еще одним определяющим фактором дефицита продовольствия. Даже
из-за отсутствия развития экономик, которые часто богаты сырьевыми
ресурсами, но которые попадают в страны голода, нет проектов, которые
могли бы создать возврат к доходам для бедных стран, но существует
интенсивная эксплуатация, которая обогащает и способствует обществу принадлежащих
странам первого мира, создавая таким образом продолжение колониализма,
для которого, помимо всего прочего, не было даже правильных репараций. Экономический
рост остается большой целью богатых стран, но это поддельные данные,
которые не учитывают трудности, понимаемые как затраты, обусловленные
именно отсутствием продовольствия на глобальном уровне и всем, что
следует, даже на политическом уровне. где законодательные решения замедляются или отвлекаются от таких вопросов, как миграция. Конечно,
с действующими национальными политическими системами, которые исходят
от них особого интереса, за счет общих, проблема голода в мире не может
найти окончательное решение, но только, в лучшем случае, частичные
средств и локализовано в особо опасные непредвиденных обстоятельствах для богатых стран. Несмотря на это наблюдение, целью ООН является достижение окончательной ликвидации проблемы недоедания к 2030 году. Достичь
этой цели всего лишь двенадцать лет, чего можно было бы достичь еще
раньше, если сотрудничество между богатыми странами будет эффективным и
координирующий потенциал ООН станет эффективным. То,
что мы намерены предпринять для борьбы с голодом в мире, - это
предпринимать непрерывные действия для обеспечения поставок
продовольствия, которые также должны быть определенного качества,
посредством действий, которые инвестируют пострадавшие районы. Однако
эти проекты должны обеспечить адекватное водоснабжение, еще одну тему,
тесно связанную с голодом, передачу знаний в области производства
продуктов питания, обеспечение всеобщего доступа к продовольственным
ресурсам и адекватное финансирование для достижения всего этого. Это
не невозможная программа, если условия безопасности гарантированы для
операторов и жителей, и эта тема вкладывает отношения с правительствами и
между государствами, пока не станет первым определяющим фактором для
достижения цели.
世界上的飢餓感增加了
最近在聯合國的專門機構制訂了全球糧食安全和營養狀況報告記錄了營養不良的人在世界上誰已經達到了821萬人次配額的顯著增加;帶來此事向2008年的水平在本質上是出現了一個事實是,在許多人的生活條件顯著惡化,意味著經濟和政治的挫折,在世界一些地區取得的進展不兼容,公開地與非洲和南美洲的不同地區形成鮮明對比。如果亞洲局勢保持穩定,這並不意味著有所改善,那麼滿足人類生活最基本需求的條件總體上已經惡化。這個挫折的社會影響表示深深的經濟不平等仍然是超越社會正義的問題,而是涉及到越來越多的人的生存前景。如果道德上的考慮不應該局限於一個自主的尺寸,這似乎沒有足夠的全球討論,這個問題的後果,也必須在光學政治影響分析,無論是從食物資源的問題的痛苦狀態中不足,既所謂的世界第一,那就是不再僅僅是西部地區,但像中國,俄羅斯,巴西及一些亞洲國家也新興大國。糧食短缺,無法保證生存,只能導致更大的遷移比目前能幹,因此,在人員流動的國家和超國家系統受到重大的政治後果。豐富的國家往往以應對移民,但是,例如,氣候,或許營養不良的主要原因的影響,沒有做足夠的幫助減緩全球變暖,因為他們無法找到合適的方法來防止戰爭,這是糧食短缺的另一個決定因素。即使是缺乏經濟體往往含有豐富的商品開發的,但它們是飢荒國家的對象中,沒有能夠創造收入為貧窮國家的後果項目,但就是豐富和鼓勵企業集約利用屬於第一世界的國家,從而創造了一種殖民主義的延續,除其他外,甚至沒有正確的賠償。經濟增長仍然是富裕國家的重大挑戰,但它是一個給定假,不考慮到的困難,他理解為成本,因缺乏全球食品和一切與它去,包括政治造成的精確,立法決定放慢或偏離移民等問題。當然,與繼續自己的特殊利益,在一般的費用目前國家的政治制度,世界飢餓問題無法找到一個明確的解決方案,但只有在最好的,局部的補救措施,並定位於特別危險的意外對於富裕國家。儘管如此,聯合國的目標是到2030年最終消除營養不良問題。只有十二年到達這個目標,這潛在地可以實現更快,如果富裕國家之間的合作是有效和聯合國協調的能力生效。你打算如何消除飢餓的世界是什麼繼續採取行動,以確保食品的採購,這也將是有一定的質量,通過投資受災地區的行動。這些項目但是,必須保證充足供水,另一個主題與飢餓密切相關,在食品生產領域的知識傳授,普及食品和充足的資金保證實現這一切。如果安全條件,保證經營者和居民,而這個主題投資關係與政府和國家之間,成為實現這一目標的第一個決定因素,是不是程序是不可能的。
世界の飢餓が増えます
世界の食糧安全保障と栄養状態に関する最近の報告は、世界の栄養不良者の数が821.000.000人に達した栄養不足の人々の著しい増加を示している。あったことを本質的には2008年のレベルに問題をもたらすことが多くの人々の生活条件の大幅な悪化であり、世界のいくつかの部分で達成された進展と互換性のない経済的、政治的後退を意味し、アフリカと南米の異なる地域とは対照的に、アジアの状況が安定しているとは言えないが、それが改善されたことを意味するものではなく、人間生活の最も基本的なニーズに対する満足度に関する条件は一般的に悪化している。この後退の社会的影響は、深い経済不平等が社会正義を超えた問題であり続けるが、ますます多くの人々の生き残りの見通しに投資することを意味する。道徳的配慮がグローバル談話には十分に表示されない自律的次元に限定すべきでない場合は、この問題の影響も州内の両方が、食料資源の問題に苦しんで、光学政治的な影響に分析しなければなりません西側地域だけでなく、中国、ロシア、ブラジル、いくつかのアジア諸国のような新興諸国にも不十分である。生存を確保することができません食糧不足は、唯一人の移動の対象国家と超国家的システムにおける主要な政治的影響のため、現在および能力よりもはるかに大きな移行につながることができます。豊かな州は移民に対抗する傾向があるが、彼らは戦争を防止するための適切な手段を見つけることができないとして、例えば、気候の影響、栄養失調のおそらく主な原因は、地球温暖化を軽減するために十分をしません、これは食糧不足のもう一つの決定要因です。飢饉の国のオブジェクト内でも商品で、多くの場合、豊富な経済発展の欠如、しかし、貧しい国々のための収入の放射性降下物を作成することができます何のプロジェクトが存在しませんが、豊かにし、企業を奨励集中的搾取があります第一世界の諸国に属し、こうしてある種の植民地主義の継続を作り出しました。とりわけ、正しい賠償もなかったのです。 、経済成長は豊かな国の主要な課題であるが、それは困難が、彼は、コストとして理解政治を含め、これで行く世界的な食料、すべての欠如によって引き起こされ、正確に考慮されていません与えられた偽物であり、立法の決定が遅くなったり、移住などの問題から逸脱したりしています。確かに彼らの特別な関心に進み、現在の国家の政治システムで、一般の犠牲にして、世界の飢餓の問題は決定的な解決策を見つけることができませんが、唯一、最高の状態で、部分的な救済と特に危険な不測の事態に局在豊かな国々のために。このような観測にもかかわらず、国連の目標は2030年までに栄養失調の問題を最終的に排除することにある。先進国間の協力が効果的であり、国連の調整能力が有効になった場合でも、これまでに達成できる可能性のあるこの目標に達するのに十二年しかかかりません。私たちが世界の飢餓と戦うために行うことは、影響を受けた地域に投資する行動を通じて、一定の品質でなければならない食料の供給を確保するための継続的な行動を取ることです。これらのプロジェクトは、しかし、十分な水の供給を確保する必要があり、密接に飢餓に接続された別のテーマは、食糧生産の分野における知識の移転は、食品や十分な資金へのユニバーサルアクセスの保証はすべて、これを達成するために。セキュリティの条件がオペレータや住民のために保証されている場合、それは不可能プログラムではなく、このテーマは、目標を達成するための最初の決定要因になるために、政府とと状態間の関係を投資しています。
الجوع في العالم يزيد
وقد
سجل التقرير الأخير عن حالة الأمن الغذائي والتغذية في العالم التي وضعتها
الوكالات المتخصصة التابعة للأمم المتحدة زيادة كبيرة من الناس يعانون من
سوء التغذية في العالم الذي بلغ الحصة 821 مليون نسمة؛ حقيقة
تعيد السؤال إلى مستويات عام 2008. في الواقع ، ما تم تسجيله هو تدهور
كبير في الظروف المعيشية لعدد كبير من الناس ويشير إلى تراجع اقتصادي
وسياسي يتعارض مع التقدم المحرز في بعض أجزاء العالم ، بشكل صريح على النقيض من أجزاء مختلفة من أفريقيا وأمريكا الجنوبية. إذا
بقيت الحالة في آسيا مستقرة ، وهذا لا يعني أن هناك تحسنا ، فإن الحالة
فيما يتعلق بإرضاء أبسط احتياجات الحياة البشرية قد تدهورت بشكل عام. إن
الآثار الاجتماعية لهذا التراجع تعني أن عدم المساواة الاقتصادية العميقة
لا تزال مشكلة تتجاوز العدالة الاجتماعية ، ولكنها تستثمر آفاق البقاء لعدد
أكبر من الناس. إذا
كانت الاعتبارات الأخلاقية لا تنحصر في بُعد مستقل ، لا يبدو كافياً لخطاب
عالمي ، فإن نتائج هذه المشكلة يجب تحليلها أيضاً بهدف التداعيات السياسية
، سواء داخل الدول التي تعاني من مشكلة الموارد الغذائية. غير
كافية ، على حد سواء إلى ما يسمى العالم الأول ، التي لم تعد فقط في
المنطقة الغربية ، ولكن أيضا القوى الناشئة مثل الصين وروسيا والبرازيل
والعديد من الدول الآسيوية. إن
نقص المواد الغذائية ، التي لا يمكن أن تضمن البقاء ، لا يمكن إلا أن يولد
حركات هجرة أكبر بكثير من الحركات الحالية ، وبالتالي يمكن أن يؤدي إلى
عواقب سياسية أكبر في الأنظمة الوطنية والقومية التي هي موضوع حركة الناس. تميل
الدول الغنية إلى إحباط الهجرة ، ولكن ، على سبيل المثال ، على تأثيرات
المناخ ، ربما السبب الرئيسي لسوء التغذية ، لا تفعل ما يكفي للمساعدة في
تقليل الاحترار العالمي ، تمامًا كما لا يمكنها العثور على أدوات مناسبة
لمنع الحروب ، والتي هي عامل محدد آخر لندرة الغذاء. حتى
في غياب تنمية الاقتصادات الغنية بالمواد الخام غالبًا ، والتي تقع في دول
المجاعة ، لا توجد مشاريع يمكن أن تخلق عودة للدخل للدول الفقيرة ، لكن
هناك استغلالًا مكثفًا يثري ويفضل المجتمع ينتمي إلى بلدان العالم الأول ، وبالتالي خلق نوع من استمرار الاستعمار ، والتي ، من بين أمور أخرى ، لم تكن حتى التعويضات الصحيحة. لا
يزال النمو الاقتصادي هو الهدف الكبير للبلدان الغنية ، ولكنه مسند مزيف ،
لا يأخذ في الاعتبار الصعوبات ، التي يفهمها كتكاليف ، والتي تسببها
بالضبط نقص الغذاء على المستوى العالمي وكل ما يتبع ، حتى على المستوى
السياسي. حيث يتم إبطاء القرارات التشريعية أو تحويلها عن قضايا مثل الهجرة. وبالتأكيد
مع الأنظمة السياسية الوطنية الحالية التي تمضي في مصلحتها الخاصة ، على
حساب المصلحة العامة ، فإن مسألة الجوع في العالم لا يمكن أن تجد حلاً
نهائياً ، ولكن فقط في أحسن الأحوال ، علاجات جزئية ومحلية لأوضاع طارئة
شديدة الخطورة للدول الغنية. على الرغم من هذه الملاحظة ، فإن هدف الأمم المتحدة هو الوصول إلى القضاء النهائي على مشكلة سوء التغذية بحلول عام 2030. لا
يوجد سوى 12 عاما للتوصل إلى هذا الهدف ، والذي يمكن تحقيقه حتى قبل ذلك ،
إذا كان التعاون بين الدول الغنية فعالا ، وأصبحت قدرة الأمم المتحدة على
التنسيق فعالة. ما
كنت تنوي القيام به لمكافحة الجوع في العالم مستمرة في اتخاذ الإجراءات
اللازمة لضمان شراء الأغذية، والتي ستكون أيضا من نوعية معينة، من خلال
الإجراءات التي تستثمر المناطق المتضررة. ومع
ذلك ، يجب أن تضمن هذه المشاريع إمدادات كافية من المياه ، وموضوعاً آخر
يرتبط ارتباطاً وثيقاً بالجوع ، ونقل المعرفة في مجال إنتاج الأغذية ،
وضمان حصول الجميع على الموارد الغذائية والتمويل الكافي لتحقيق كل ذلك. إنه
ليس برنامجًا مستحيلاً إذا كانت ظروف السلامة مضمونة للمشغلين والسكان ،
وهذا الموضوع يستثمر العلاقات مع الحكومات وبين الولايات ، حتى يصبح العامل
الأول الحاسم لتحقيق الهدف.
venerdì 7 settembre 2018
L'attuale situazione della penisola coreana
In concomitanza con il settantesimo anniversario della fondazione della Correa del Nord, continua l’attività diplomatica della Corea del Sud per evitare che il clima di disgelo tra Washington e Pyongyang sia rovinato dal rallentamento della denuclearizzazione di Pyongyang. Il terzo vertice tra le due Coree, dopo quelli di Aprile e Maggio, è previsto tra il 18 ed il 20 settembre prossimi e si svolgerà nella capitale nordcoreana. Il principale obiettivo del Presidente della Corea del Sud è quello di evitare un nuovo deterioramento tra Washington e Pyongyang a causa del blocco del disarmo nucleare della Corea del Nord denunciato dagli Stati Uniti. Dopo l’incontro dello scorso Giugno a Singapore tra i due paesi nemici, sono seguiti atti concreti che hanno avviato la distensione, come la chiusura del sito per i test nucleari nordcoreani e l’interruzione delle esercitazioni militari congiunte tra USA e Corea del Nord. Malgrado ciò, secondo la Casa Bianca, Pyongyang avrebbe rallentato il processo di denuclearizzazione ed avrebbe alimentato i sospetti di Washington sul fatto che Kim Jong-un stia portando avanti il programma nucleare nordcoreano. Questo risentimento ha preso forma ufficiale con la cancellazione del viaggio diplomatico verso la capitale della Corea del Nord, da parte del Segretario di stato americano, che doveva svolgersi a Luglio. La Corea del Nord contesta, invece, questa lettura, e rivendica i progressi compiuti e si dice pronta a collaborare sia con la Corea de Sud, che con gli Stati Uniti. La disponibilità del regime nordcoreano potrebbe essere una tattica per prendere tempo e permettere di elaborare concretamente una strategia per affrontare le difficoltà diplomatiche, che sono seguite da una decisione obbligata, causata dalla disparità delle forze con gli Usa e dalla contingenza della necessità di rompere l’embargo per evitare pericolose derive in una popolazione fortemente controllata, ma stremata da anni di carestia. Il punto centrale è se la Corea del Nord intende rinunciare veramente al suo programma nucleare, che rappresenta l’unica arma di contrattazione sullo scenario internazionale e l’assicurazione della sopravvivenza del regime e dello stesso Kim Jong-un. L’impressione è che il dittatore nordcoreano si sia trovato praticamente costretto a sottoscrivere un accordo, senza un piano alternativo, da cui l’esigenza di guadagnare tempo. Intanto Kim Jong-un ha stimato che il programma di denuclearizzazione potrà essere concluso con la fine del mandato di Trump, nel 2012, ciò sembra volere essere uno strumento per convincere il Presidente americano attraverso il suo ego. L’obiettivo a breve termine della Corea del Sud è quello di ottenere la denuclearizzazione della penisola, ma quello più ambizioso è raggiungere la firma di un trattato di pace, che metta definitivamente la parola fine alla guerra di Corea, formalmente ancora in corso: infatti la fine delle ostilità è, per ora, ancora regolata dall’armistizio firmato nel 1953. Seul per arrivare alla firma del trattato di pace deve avere l’appoggio degli Stati Uniti, che dovranno firmarlo in quanto nazione che guidava l’alleanza contro la Corea del Nord comunista ed i suoi alleati Cina e Russia. La Corea del Sud ha, quindi, tutto l’interesse di mantenere aperto il dialogo tra Pyongyang e Washington, ma ancora una volta l’incognita è sulle reali intenzioni del dittatore nordcoreano, che continua ad essere disponibile ad incontrare i rappresentanti del sud, perchè comprende, che, in questo momento sono l’unico tramite con gli Stati Uniti. Fondamentale per capire la situazione sarà il ruolo che vorrà giocare la Cina, in questo momento in silenzio sull’argomento; per Pechino è importante che la Corea del Nord sopravviva come stato indipendente e non ci sia l’unificazione delle Coree, che significherebbe un paese ai confini sotto l’influenza statunitense. Se la Cina intende usare la dittatura di Kim Jong-un come strumento di contrasto agli USA, la pace sarà difficilmente raggiungibile, viceversa la continuazione della dittatura in maniera attenuata e meno chiusa, potrebbe fornire manodopera a basso costo ed un nuovo potenziale mercato per i prodotti cinesi, mentre resterebbe inalterato il ruolo nordcoreano di alleato cinese e sbarramento per l’influenza americana nella regione. Ciò potrebbe costituire un compromesso valido per tutte le componenti soltanto se il processo di denuclearizzazione venisse completato ed accertato in maniera sicura.
The current situation on the Korean peninsula
Coinciding
with the seventieth anniversary of the founding of Northern Correa,
South Korea's diplomatic activity continues to prevent the thawing
climate between Washington and Pyongyang from being ruined by the
slowing of the denuclearization of Pyongyang. The
third summit between the two Koreas, after those of April and May, is
scheduled between September 18th and 20th and will take place in the
North Korean capital. The
main objective of the President of South Korea is to avoid a new
deterioration between Washington and Pyongyang due to the blocking of
North Korea's nuclear disarmament denounced by the United States. After
last June's meeting in Singapore between the two enemy countries,
concrete actions were carried out that initiated the détente, such as
the closure of the North Korean nuclear testing site and the
interruption of joint military exercises between the US and North Korea.
Despite
this, according to the White House, Pyongyang would have slowed down
the process of denuclearization and would have fueled Washington's
suspicions that Kim Jong-a was carrying out the North Korean nuclear
program. This
resentment has taken formal form with the cancellation of the
diplomatic voyage to the capital of North Korea, by the US Secretary of
State, which was to take place in July. Instead,
North Korea challenges this reading, and claims the progress made and
says it is ready to cooperate with both South Korea and the United
States. The
availability of the North Korean regime could be a tactic to take time
and allow a concrete formulation of a strategy to tackle the diplomatic
difficulties, which are followed by a forced decision, caused by the
disparity of forces with the US and the contingency of the need to break
the embargo to avoid dangerous drifts in a highly controlled population, but exhausted by years of famine. The
central point is whether North Korea intends to give up its nuclear
program, which is the only weapon of bargaining on the international
scene and the insurance of the survival of the regime and of Kim Jong-un
himself. The
impression is that the North Korean dictator found himself practically
forced to sign an agreement, without an alternative plan, from which the
need to gain time. Meanwhile,
Kim Jong-un estimated that the denuclearization program could be
concluded with the end of Trump's mandate in 2012, this seems to want to
be a tool to convince the American President through his ego. The
short-term goal of South Korea is to obtain the denuclearization of the
peninsula, but the most ambitious one is to reach the signature of a
peace treaty, which definitively puts an end to the Korean war, which is
still formally underway: in fact the
end of hostilities is, for now, still regulated by the armistice signed
in 1953. Seoul to get to the signing of the peace treaty must have the
support of the United States, which will have to sign it as a nation
that led the alliance against Korea of the communist North and its allies China and Russia. Therefore,
South Korea has every interest in keeping the dialogue between
Pyongyang and Washington open, but once again the unknown is on the real
intentions of the North Korean dictator, who continues to be available
to meet representatives from the south, because understands, that at this moment I am the only intermediary with the United States. Central to understanding the situation will be the role China will want to play, at this moment in silence on the subject; for
Beijing it is important that North Korea survives as an independent
state and there is no unification of the Koreas, which would mean a
country on the border under US influence. If
China intends to use the dictatorship of Kim Jong-un as a
counter-instrument to the US, peace will be hard to reach, vice versa
the continuation of the dictatorship in a weakened and less closed way
could provide cheap labor and a new potential market for Chinese
products, while the North Korean role of the Chinese ally and the
barrier to American influence in the region would remain unaltered. This
could be a compromise valid for all components only if the
denuclearization process was completed and established in a secure
manner.
La situación actual en la península de Corea
Para
coincidir con el setenta aniversario de la fundación del Norte Correa,
continuó la actividad diplomática en Corea del Sur para evitar que el
clima de deshielo entre Washington y Pyongyang se ve perjudicada por la
desaceleración de la desnuclearización de Pyongyang. La
tercera cumbre entre las dos Coreas, después de las de abril y mayo,
está programada para el 18 y 20 de septiembre y tendrá lugar en la
capital de Corea del Norte. El
principal objetivo del Presidente de Corea del Sur es evitar un nuevo
deterioro entre Washington y Pyongyang debido al bloqueo del desarme
nuclear de Corea del Norte denunciado por los Estados Unidos. Tras
la reunión del pasado mes de junio en Singapur entre los dos países
enemigos, siguieron los actos concretos que han comenzado a relajarse,
como el cierre del sitio para la prueba nuclear de Corea del Norte y la
descomposición de los ejercicios militares conjuntos entre los EE.UU. y
Corea del Norte. Sin
embargo, según la Casa Blanca, Pyongyang habría ralentizado el proceso
de desnuclearización y podría alimentar las sospechas en Washington que
Kim Jong-un está continuando lo que el programa nuclear de Corea del
Norte. Este
resentimiento ha tomado forma formal con la cancelación del viaje
diplomático a la capital de Corea del Norte, por parte del Secretario de
Estado de los Estados Unidos, que se realizará en julio. En
cambio, Corea del Norte desafía esta lectura, y reclama el progreso
realizado y dice que está listo para cooperar tanto con Corea del Sur
como con los Estados Unidos. La
disponibilidad del régimen de Corea del Norte podría ser una táctica
para ganar tiempo y permitir desarrollar concretamente una estrategia
para hacer frente a las dificultades diplomáticas, que son seguidos por
una decisión forzada, provocada por la disparidad de fuerzas con los
EE.UU. y de la contingencia de la necesidad de romper el " embargo para evitar derivas peligrosas en una población altamente controlada, pero agotado por años de hambruna. El
punto central es si Corea del Norte tiene la intención de abandonar su
programa nuclear, que es la única arma de negociación en la escena
internacional y el seguro de la supervivencia del régimen y del propio
Kim Jong-un. La
impresión es que el dictador norcoreano se vio prácticamente forzado a
firmar un acuerdo, sin un plan alternativo, del cual surgió la necesidad
de ganar tiempo. Mientras
tanto, Kim Jong-un estimó que el programa de desnuclearización podría
concluir con el final del mandato de Trump en 2012, esto parece querer
ser una herramienta para convencer al presidente estadounidense a través
de su ego. El
objetivo a corto plazo de Corea del Sur es lograr la desnuclearización
de la península, pero el más ambicioso es llegar a la firma de un
tratado de paz, que puso fin a la Guerra de Corea, formalmente todavía
en curso: para al
final de las hostilidades es, por ahora, sigue siendo regulada por el
armisticio firmado en 1953. Seúl para llegar a la firma del tratado de
paz debe contar con el apoyo de los EE.UU., que firmará como una nación
que dirigió la alianza contra Corea del Norte comunista y sus aliados China y Rusia. Corea
del Sur tiene, por lo tanto, todo el interés en mantener un diálogo
abierto entre Pyongyang y Washington, pero de nuevo el desconocido es
las intenciones reales del dictador de Corea del Norte, que sigue
estando disponible para reunirse con representantes del Sur, debido entiende que en este momento soy el único intermediario con los Estados Unidos. Para comprender la situación, será fundamental el papel que China querrá desempeñar, en este momento en silencio sobre el tema; para
Pekín es importante que Corea del Norte sobreviva como un estado
independiente y no haya unificación de las Coreas, lo que significaría
un país en la frontera bajo la influencia de los EE. UU. Si
China tiene la intención de utilizar la dictadura de Kim Jong-un como
medios de contraste a los EE.UU., la paz será difícil de alcanzar, por
el contrario, en la continuación de una dictadura forma atenuada y menos
cerrado, podría proporcionar mano de obra barata y un potencial nuevo
mercado para Productos
chinos, mientras que el papel de Corea del Norte del aliado chino y la
barrera a la influencia estadounidense en la región se mantendrían
inalterables. Esto
podría ser un compromiso válido para todos los componentes solo si el
proceso de desnuclearización se completó y se estableció de manera
segura.
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