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martedì 4 settembre 2018
Ambizioni cinesi in Africa
La politica cinese nei confronti dell’Africa ha avuto un percorso lungo e paziente, che dura da oltre dieci anni; in questo periodo la diplomazia di Pechino ha operato un costante avvicinamento nei vari paesi africani compiendo quasi ottanta visite da parte delle più alte cariche cinesi in almeno quarantatre paesi del continente nero, oltre a diverse missioni diplomatiche, che hanno avuto lo scopo di favorire la penetrazione cinese nelle nazioni africane. Per Pechino l’Africa è considerata strategica sia nel breve periodo, che nel periodo lungo. Il ragionamento cinese ha, dunque, una duplice valenza sia politica che economica, ma che muove da una visione di sviluppo che è conveniente per i paesi africani, ma, prima di utto per la Cina stessa. Se si ragiona sul breve periodo, la disponibilità di materie prime, unita ad un costo del lavoro molto basso, rappresentano un motivo di interesse fondamentale e funzionale alla crescita dell’economia cinese, che è sempre la ragione principale che muove gli interessi di Pechino; tuttavia nel ragionamento di breve periodo deve entrare anche lo sbocco delle merci cinesi in economie che sono in rapida crescita ma che necessitano di ingenti capitali esteri da destinare al proprio sviluppo. Il dato che testimonia meglio questa tendenza è quello del volume degli scambi economici tra Cina ed Africa: all’inizio degli anni 2000 si attestava sui 10 miliardi di dollari, mentre nel 2017 è arrivato a 170 miliardi di dollari. Ma la Cina ritiene che questo dato possa aumentare ancora, infatti nella visione di lungo periodo di Pechino c’è la valutazione dell’aumento della popolazione africana, che dall’attuale miliardo, dovrebbe passare al doppio entro il 2050 ed addirittura arrivare a 3 miliardi entro la fine del secolo. Si tratta di una previsione che consentirebbe al continente africano di avere più abitanti di quelli di Cina ed India sommati: un mercato potenzialmente enorme, se sarà sostenuto da una crescita economica adeguata. Per sostenere questi obiettivi la Cina ha deciso di incrementare gli investimenti in Africa, grazie ad una grande disponibilità di liquidità finanziaria, che è il vero strumento di penetrazione nel continente. La recente visita in Africa del presidente Xi Jinping si è concretizzata una linea di credito di 60.000 milioni per finanziare la crescita; precedentemente una somma analoga era stata investita a favore del continente africano. Tuttavia soltanto una parte di questi finanziamenti sono senza interesse e ciò viene ritenuto una sorta di pericolo per la sovranità dei paesi africani, perchè la Cina avrebbe una posizione di vantaggio sui governi proprio a causa del debito che questi finanziamenti provocano. La questione pone aspetti di natura geopolitica tutt’altro che irrilevanti: appare chiaro che Pechino sta mettendo una seria ipoteca sui paesi africani e sull’influenza che potrà esercitare su di loro, sia in termini assoluti, che in termini relativi a questioni contingenti, che potranno sorgere nel futuro. Non è un caso che la percezione positiva della Cina sia calata notevolmente in paesi molto rilevanti del continente, come Egitto, Ghana, Kenya, Senegal e Tanzania. Le manovre cinesi però rischiano di diminuire sensibilmente l’influenza occidentale in Africa: occorre riconoscere che Pechino ha operato in modo accorto ma non in maniera nascosta, certo la grande disponibilità finanziaria ha favorito i piani cinesi, ma la risposta di Usa ed Europa è stata troppo inferiore a quanto offerto dalla Cina; si tratta di una miopia politica che potrebbe avere ripercussioni pesanti proprio sul lungo periodo perchè il presidio dell’Africa potrebbe, in futuro, essere determinante sia in termini di potenza economica, che di potenza politica a livello internazionale; non per niente Pechino ha già in funzione una base militare a Gibuti, che sembra rappresentare il primo punto di appoggio per le forze armate cinesi nel continente, a cui potrebbero seguire altre installazioni militari. La pericolosità di questa evoluzione deve essere inquadrata in un contesto nel quale il paese cinese intrattiene relazioni diplomatiche, economiche e commerciali con governi non solo democratici, ma anche di paesi dove i governano dittature e vi è il rispetto dei diritti civili. D’altra parte neppure nella stessa Cina i diritti sono assicurati e ciò deve rappresentare un allarme per un paese che investe sempre di più a livello mondiale per diventare centrale e conquistare una rilevanza politica non ancora raggiunta. Alterare la posizione africana nel quadro geopolitico mondiale può essere un elemento fondamentale per sovvertire i delicati equilibri attuali, ma che rappresenta una chiara ipoteca sul futuro non solo del continente africano, ma anche su quello dello scenario globale.
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