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Politica Internazionale
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lunedì 3 settembre 2018
La guerra al Papa
La guerra sotterranea che sta cercando di mettere in difficoltà Papa Francesco deriva dalla somma degli interessi dei conservatori del Vaticano, unita alle nuove destre razziste, xenofobe e populiste. La politica del Papa argentino, che si colloca per coerenza all’interno di quanto prescritto dal Vangelo, appare alla destra l’ultimo vero ostacolo culturale, che si vuole porre come argine all’influenza di quanti confluiscono nella vasta area dell’estremismo crescente occidentale. La ragione è politica ed anche culturale: con i partiti politici progressisti ormai occupati a rincorrere tendenze liberaliste ed a preoccuparsi degli aspetti della finanza, piuttosto che quelli dei diritti delle parti sociali che dovrebbero difendere, il ruolo della Chiesa ha riempito il vuoto della rappresentanza e della difesa dei valori, che corrispondono ad una parte consistente delle istanze che una volta erano proprie della sinistra. Se ciò è vero dal punto di vista politico, lo è ancora di più da quello culturale, dove l’assenza di soggetti preposti a presidiare la difesa dei diritti, ha consentito la crescita di una destra portatrice di un messaggio ambiguo, ma capace di sfruttare il disorientamento dei ceti più poveri, lasciati troppo spesso a combattere da soli e quindi senza organizzazione, le emergenze derivate dalla globalizzazione, che hanno determinato un sostanziale peggioramento della vita. La destra, quella estrema ha sfruttato questo isolamento delle parti più povere della società, per indirizzare questo scontento verso soggetti ancora più deboli e sfruttando questa situazione per favorire la crescita di anti modernismo, travestito da tutela delle tradizioni, ciò ha determinato il ritorno di un conservatorismo che pareva ormai relegato a posizioni di secondo piano. Con questo scenario presente nel mondo laico, all’interno delle istituzioni cattoliche il tentativo di creare le condizioni per ristabilire un cattolicesimo quasi pre concilio è perseguito in maniera costante. Già le dimissioni del Pontefice precedente erano state provocate da guerre interne alle più alte gerarchie della chiesa cattolica, con l’avvento di Papa Francesco il malcontento di una parte sostanziosa dell’apparato Vaticano sembra essere ancora più tangibile. I nemici di Papa Francesco provengono dalle gerarchie nominate da Papa Wojtila, che cercano di indirizzare contro l’attuale Papa gli scandali finanziari e sessuali, di cui spesso sono i responsabili. La loro visione, sociale e politica è incompatibile con le politiche ed i programmi messi in atto da Papa Francesco, da cui sono in netta controtendenza. La saldatura di questi ambienti cattolici con l’estrema destra conservatrice rappresenta la naturale conseguenza di una identità di vedute sui temi sociali e politici, che investono il futuro delle società occidentali. Non sembra casuale che l’attacco al Papa di avere coperto i reati sessuali dei sacedoti americani, arrivi contemporaneamente alla disponibilità della Chiesa italiana all’accoglienza di cento migranti, protagonisti involontari di una prova di forza conto l’Europa da parte del ministro degli interni della Repubblica italiana, uno dei maggiori seguaci europei, insieme ai cattolicissimi leader polacchi ed ungheresi, delle teorie dello stratega della campagna elettorale di Trump: Steve Bannon. Le sue posizioni sono note e si incentrano su teorie xenofobe e sovraniste che sono l’esatto contrario di come dovrebbe essere un cattolico dichiarato. Nascondere dietro l’osservanza religiosa il rifiuto dei migranti e l’assoluta ineguaglianza economica e sociale è una pratica che non può essere perseguita se il principale avversario è il Papa di Roma; quale mezzo migliore allora che quello di tentare di screditarlo con manovre però facilmente smascherabili. Sia gli avversari del Papa che provengono dall’interno delle istituzioni cattoliche, che quelli che provengono dal mondo esterno, fanno affidamento sulla scarsa preparazione ed il basso livello di chi è il destinatario di queste manovre; tuttavia, ad esempio, le ultime rivelazioni sulla presunta volontà di coprire gli scandali sessuali da parte del Pontefice, sono facilmente confutabili se si guarda da chi furono stati nominati i protagonisti di quelle nefandezze. Ma la guerra sembra appena iniziata ed è facile prevedere che gli attacchi verso il Papa aumenteranno e lo costringeranno ad impegnarsi in modo diretto contro questi avversari e ciò potrebbe essere anche un bene per fermare l’avanzata minacciosa della destra più retriva.
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