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venerdì 15 febbraio 2019
Gli USA vogliono che l'Europa abbandoni il trattato con l'Iran
Gli Stati Uniti incalzano l’Europa sulla questione del nucleare iraniano. Washington ha abbandonato in maniera unilaterale l’accordo sul nucleare iraniano, firmato dopo una trattativa molto lunga dall’amministrazione Obama, oltre che Unione Europea, Russia e Cina. Con l’insediamento di Trump alla Casa Bianca lo schema dei rapporti con Teheran è cambiato ed il paese iraniano è tornato ad essere individuato come il principale nemico, anche per il riavvicinamento statunitense alle monarchie saudite ed al miglioramento dei rapporti con il governo di Tel Aviv. In sostanza Trump è ritornato ad una politica di riavvicinamento con i paesi sunniti, nonostante questi siano stati tra i finanziatori dello Stato islamico. Ora, quindi, il nemico è l’Iran, individuato come guida degli sciiti, tra cui rientrano i siriani, gli Hezbollah ed anche gli yemeniti. Questa visione è funzionale agli interessi israeliani e sauditi e non tiene conto del mancato avanzamento del processo di pace tra israeliani e palestinesi, delle stato di repressione presente in Arabia Saudita e delle violenze perpetrate dalla coalizione sunnita contro i civili yemeniti. Alla conferenza per la pace e la sicurezza in Medio Oriente, in corso a Varsavia, dove è stato escluso l’Iran dalla partecipazione, si è rivelata chiaramente la volontà americana di aumentare la pressione sul paese iraniano. In questa sede gli USA hanno espresso una opinione negativa sui paesi dell’Unione Europea circa il mancato appoggio a Washington nelle sanzioni contro l’Iran. La posizione di Bruxelles è rimasta quella di tenere fede alla firma del trattato, senza accogliere la proposta americana, ribadita nella conferenza di Varsavia, di adottare strumenti di pressione diplomatici e finanziari contro Teheran. Le ragioni europee sono rimaste ferme alla visione che ha ispirato il trattato e, che, sostanzialmente l’accordo con l’Iran era il male minore, perchè impediva una proliferazione nucleare bellica, mentre ne garantiva lo sviluppo civile, anche mediante ispezioni. Questa lettura dell’accordo non è condivisa dall’amministrazione americana, forse sempre più influenzata da Israele e dalla visione che trasmettono i paesi arabi, una visione che teme l’influenza negativa iraniana su paesi instabili come Libano, Siria, Iraq e Yemen. L’intenzione americana è quella di procedere con una pressione sempre maggiore su Teheran, anche in corrispondenza della grave crisi economica del paese, che potrebbe favorire ribellioni contro il regime. L’Europa, tuttavia, non è in accordo con questa visione ed, anzi, i paesi europei stanno studiando misure alternative per proteggere le proprie imprese, che hanno ricevuto ordini e commesse importanti dal paese iraniano, per non incorrere nelle sanzioni americane, previste per tutte quelle aziende che continueranno ad intrattenere rapporti di affari con Teheran. Lo scontro, quindi, sembra destinato ad acuirsi tra USA ed Europa, aumentando la distanza tra le due parti i cui rapporti sono peggiorati da quando Trump è andato al potere. L’atteggiamento verso l’Iran, se è servito ad avvicinare gi USA ed Israele ai paesi sunniti, potrebbe provocare nel paese iraniano, già in difficoltà per l’andamento dell’economia, un risentimento che si sta già tramutando in una chiusura non utile al processo di apertura iniziato da Obama e dfinitivamente chiuso da Trump. Ciò rischia di esasperare la posizione iraniana su importanti questioni, come la Siria e l’Iraq, mantenendo nella regione un grado di instabilità pericoloso.
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