Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
mercoledì 17 aprile 2019
Guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti
Se la Commissione europea renderà operative le sanzioni contro gli Stati Uniti, la battaglia commerciale tra Washington e Bruxelles aumenterà di livello ed andrà ad investire ancora di più gli aspetti politici e le relazioni tra le due parti. In Europa si ritiene che gli Usa abbiano fornito aiuti di stato per la società Boing e la controversia è già davanti all’Organizzazione mondiale del commercio, l’Unione Europea ha chiesto un risarcimento che deve avvenire attraverso sanzioni contro merci statunitensi per un importo equivalente a dodici miliardi di dollari, che potrebbe essere aumentato fino a venti miliardi di valuta americana per allargare la potenziale platea di produttori da colpire. Questo schema si inserisce nel contrasto che il presidente americano ha inaugurato con la sua politica commerciale, impostata sull’introduzione di dazi anche sui beni e servizi provenienti da paesi alleati. I settori merceologici che l’Unione Europea vuole colpire appartengono alle zone di produzione nei cui territori sono presenti in maggiore numero gli elettori di Trump. Questo fatto segnala come il contrasto sia diventato forte ed anche come le due parti stiano procedendo in un allontanamento reciproco e progressivo. Se l’intenzione europea dovesse concretizzarsi avrebbe il rilievo di una dichiarazioned i guerra agli Stati Uniti; peraltro la manovra è giustificata dall’atteggiamento americano, fino ad ora insensibile ad una risoluzione negoziata della questione commerciale. Trump è venuto a patti con la Cina, con reciproco vantaggio, ma con l’Europa c’è un irrigidimento dovuto al fatto che la Casa Bianca ritiene che l’Europa sia in debito con gli Stati Uniti, sia dal lato del commercio, che da quello dei contributi militari per la difesa. Trump ha già pensato alcune ritorsioni, come quella di inasprire la lotta speculare a quella europea sul settore aereo, accusando Bruxelles di aiutare la propria industria aeronautica e, su questa base, di inserire dazi per circa undici miliardi di dollari su prodotti europei, che andranno a colpire sopratutto i beni alimentari. Quella sui prodotti agricoli è una battaglia che ha valenza molto politica proprio perchè le sanzioni sono applicate in entrambi i sensi: Trump vede colpito il suo elettorato e lo protegge in maniera analoga, tuttavia non si tratta della stessa tipologia di prodotti e questo confronto rischia di procurare soltanto danni per le due parti, senza i guadagni che una guerra commerciale dovrebbe anche procurare. Senza dubbio l’errore iniziale è stato di Trump, ma l’Europa si è adeguata, anche se dopo inutili tentativi per cercare di fare cambiare idea agli americani, ed ora l’escalation della guerra commerciale sembra irrisolvibile. Le relazioni transatlantiche sono ai minimi storici e ciò non può favorire alcuno dei due contendenti: cattivi rapporti non favoriscono collaborazioni sia in ambito commerciale, che militare o di poltica estera; si assite, cioè, ad uno sganciamento reciproco dai rispettivi doveri di alleanza, che può arrivare a giustificare una dialettica in costrante peggioramento. Occorrerebbe considerare che questo stato di cose, oltre che gravare sui rispettivi vantaggi di un rapporto tra soggetti internazionali, favorisce gli avversari, che si chiamino Cina o Russia. La minore coesione occidentale favorisce le politiche contrarie tanto agli Usa come all’Europa e l’avvicinamento tra Bruxelles e Pechino ne è una diretta conseguenza. Il limite europeo è risaputo: troppa concentrazione sull’aspetto economico a discapito di quello di politica estera e di quello della difesa: la valutazione è oltre modo miope, giacchè i tre temi sono complementari e non possono essere disgiunti. Guardare soltanto al risultato commerciale su breve o medio periodo non mette al riparo l’Europa da possibile terreno di conquista, d’altra parte se si vuole affrontere Trump sul suo piano, alla lunga, occorre disporre di autonomia politica e militare: condizione ormai necessaria, anche in funzione del progressivo isolazionismo imposto da Trump. L’Europa deve, perciò, organizzarsi e non aspettare l’elezione di un nuovo presidente a lei favorevole.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento